Auguri, cin cin, evviva, ollalà, a kibond triatleta della maternità!! Ago07

[leda71]

ROBBY Io non discuto sui dati che mi porti: se mi dici che c'è indicendza di figli laureati nelle famiglie di laureati.
"Discuto" sul nesso causale.

eh lo so, ma tu ti stupisci che il contesto socio culturale di appartenenza influisca sulle scelte delle persone, dato che io dò per scontato e che fed potrebbe dirti essere supportato da studi

a me pare ovvio
questo non rende ovvio il risultato
ma rende ovvie le aspettative ed i criteri con cui certe scelte vengono fatte

detto questo i miei non sono laureati ed io ho fatto il liceo

[robby]

ROBBY Io non discuto sui dati che mi porti: se mi dici che c'è indicendza di figli laureati nelle famiglie di laureati.
"Discuto" sul nesso causale.

eh lo so, ma tu ti stupisci che il contesto socio culturale di appartenenza influisca sulle scelte delle persone, dato che io dò per scontato e che fed potrebbe dirti essere supportato da studi

ah, e chiariamo pure che intendo influisca, non DETERMINI
ma l'influenza è forte

[robby]

a me pare ovvio
questo non rende ovvio il risultato

che non lo so? ne sono la prova

[paopao]

probabilmente conta il contesto.
Ma sto riflettendo, come dicevo pure prima, che nella grande città ci sono realtà diverse.
Per dire, in città difficile conoscere il figlio di muratori, contadini, di operai d'industria.
Mi immagino che nelle provincie industriali sia netta e percepibile la differenza tra le famiglie di avvocati, professori e medici e quella del ceto più basso.

[leda71]

a me pare ovvio
questo non rende ovvio il risultato

che non lo so? ne sono la prova

te sei la prova che esitono capocce più dure del marmo, veramente

[paopao]

continuo.
IO quando sono venuta a siena ho conosciuto l'attuale comitiva con figli di operai sip, muratori, impiegati dei corrieri, operai della whirpool..
A roma al massimo conosci qualche figlio di negoziante; i più lavorano nei servizi dove il livelllo di istruzione è gioco forza piu alto che nell'industria.

[fed+brugnomo]

ROBBY Io non discuto sui dati che mi porti: se mi dici che c'è indicendza di figli laureati nelle famiglie di laureati.
"Discuto" sul nesso causale.

eh lo so, ma tu ti stupisci che il contesto socio culturale di appartenenza influisca sulle scelte delle persone, dato che io dò per scontato e che fed potrebbe dirti essere supportato da studi

Assolutamente sì. La nostra è una società che si basa sulla meritocrazia, quando di fatto è prevalentemente basata sull'ereditarietà delle cariche. E non ne faccio un discorso di puro nepotismo all'italiana, quanto proprio del fatto che, a ben guardare, è difficile che uno faccia scelte che non lo leghino a doppio filo con il contesto di provenienza. Le eccezioni, che esistono (coppie con grande divario socio-culturale, coppie miste, ecc.) sono quelle che servono per confermare ideologicamente che tutti abbiamo le stesse condizioni di partenza. Ma non è affatto così. E puoi pure stare certo che bambino meritevole proveniente da contesto socio-familiare svantaggiato magari ce la farà, ma bambino altrettanto intelligente ma 'discolo' della stessa famiglia non andrà avanti a studiare dicendosi pure da solo che era colpa sua che era un asino. Ma al figlio dell'avvocato che è zuccone difficile che a suon di ripetizioni private non gli si faccia prendere una laurea in Giurisprudenza per mantenere lo studio di famiglia

[robby]

a me pare ovvio
questo non rende ovvio il risultato

che non lo so? ne sono la prova

te sei la prova che esitono capocce più dure del marmo, veramente

più dura di quella di pao no eh..
siamo al PROBABILMENTE il contesto influisce...

che, come dicevo tempo fa, è come dire che,in zone ad elevatissima infiltrazione mafiosa, la gente nasca con la mafia portata magicamente dai cromosomi...
non perchè quello è il contesto in cui vivi e quella è la tua normalità (fatto salvo che ci sono persone eccezionali e bravissime e bla e bla e bla...)...

[fed+brugnomo]

Per dire, in città difficile conoscere il figlio di muratori, contadini, di operai d'industria.

Dipende sempre in che quartiere vivi e sei cresciuto... MM è un'eccezione tra i suoi amici (figli delle categorie di cui sopra... ti ricordo che mio suocero ha fatto carriera nelle Ferrovie partendo come pulitore dei treni e finendo pensionato come personale di biglietteria...) i suoi amici d'infanzia sono quasi tutti diplomati, un paio laureati e fanno altro nella vita (sicuramente non i ricercatori). E guadagnano sicuramente più di lui, infatti la domanda che spesso gli viene fatta è: "Ma chi te lo fa fare?"

E sua madre, quando si è iscritto all'università, si è arrabbiata perché perdeva tempo invece di portare a casa uno stipendio (cosa tra l'altro in parte falsa, lui aveva la borsa di studio per reddito e merito e la lasciava tutta ai suoi per aiutarli economicamente...)

[robby]

Assolutamente sì. La nostra è una società che si basa sulla meritocrazia, quando di fatto è prevalentemente basata sull'ereditarietà delle cariche. E non ne faccio un discorso di puro nepotismo all'italiana, quanto proprio del fatto che, a ben guardare, è difficile che uno faccia scelte che non lo leghino a doppio filo con il contesto di provenienza. Le eccezioni, che esistono (coppie con grande divario socio-culturale, coppie miste, ecc.) sono quelle che servono per confermare ideologicamente che tutti abbiamo le stesse condizioni di partenza. Ma non è affatto così. E puoi pure stare certo che bambino meritevole proveniente da contesto socio-familiare svantaggiato magari ce la farà, ma bambino altrettanto intelligente ma 'discolo' della stessa famiglia non andrà avanti a studiare dicendosi pure da solo che era colpa sua che era un asino. Ma al figlio dell'avvocato che è zuccone difficile che a suon di ripetizioni private non gli si faccia prendere una laurea in Giurisprudenza per mantenere lo studio di famiglia

esatto

[robby]

vieni a trovare un figlio di avvocato nel nostro cfp, se ci riesci

[paopao]

non escludo di avere uan visione parziale del fenomeno.
Come vi ho detto e ribadisco, i compagni di scuola mia dimostrano il contrario di quello che mi dite.
La spiegazione allora sarà che conta l'ambito familiare (dicevo anche io che se un genitore ti dice "vai a lavorare" c'è poco da fare)
ma molto anche l'area geografica, l'economia del territorio.

[paopao]

cioè. se uno nasce in una grande città dove le opportunità di lavoro sono tante e molte riservate ai laureati, nemmeno si pone il problema: se ce la fa, si iscrive all'università per aumentare le chance di torvare lavoro.

[robby]

ma molto anche l'area geografica, l'economia del territorio.

uh, certo, i dati di oggi non li conosco, ma fino a pochi anni fa, quando mi ero occupata del fenomeno, il veneto aveva il più alto numero di drop out (cioè ragazzi che abbandonano gli studi) paradossalmente perchè, essendoci molto lavoro, i ragazzini mollavano gli studi per andare a lavorare a 15 anni

parliamo sempre di influenza del contesto socio economico
escludo comunque che i figli degli avvocati, anche in quel caso, andassero a lavorare come tornitori, per dirti la verità

Come vi ho detto e ribadisco, i compagni di scuola mia dimostrano il contrario di quello che mi dite.

parli sempre dei tuoi compagni di liceo??? cioè gente che in sostanza già sapeva che avrebbe fatto l'università?

[robby]

cioè. se uno nasce in una grande città dove le opportunità di lavoro sono tante e molte riservate ai laureati, nemmeno si pone il problema: se ce la fa, si iscrive all'università per aumentare le chance di torvare lavoro.

io non so se riesco a vedere tutte queste differenze, sull'influenza del contesto
ma se c'è una zona in cui secondo me il contesto influisce in maniera SCHIACCIANTE è proprio la piccola provincia italiana

[fed+brugnomo]

ma molto anche l'area geografica, l'economia del territorio.

uh, certo, i dati di oggi non li conosco, ma fino a pochi anni fa, quando mi ero occupata del fenomeno, il veneto aveva il più alto numero di drop out (cioè ragazzi che abbandonano gli studi) paradossalmente perchè, essendoci molto lavoro, i ragazzini mollavano gli studi per andare a lavorare a 15 anni

parliamo sempre di influenza del contesto socio economico
escludo comunque che i figli degli avvocati, anche in quel caso, andassero a lavorare come tornitori, per dirti la verità

Come vi ho detto e ribadisco, i compagni di scuola mia dimostrano il contrario di quello che mi dite.

parli sempre dei tuoi compagni di liceo??? cioè gente che in sostanza già sapeva che avrebbe fatto l'università?

[paopao]

uh, certo, i dati di oggi non li conosco, ma fino a pochi anni fa, quando mi ero occupata del fenomeno, il veneto aveva il più alto numero di drop out (cioè ragazzi che abbandonano gli studi) paradossalmente perchè, essendoci molto lavoro, i ragazzini mollavano gli studi per andare a lavorare a 15 anni

esatto!!
a Roma mai stato facile trovare lavoro; già difficile con una laurea, figurarsi con il solo diploma..si restringe sempre di piu' il campo di opportunità.
Certo che la realtà italiana è quella della piccola e media provincia..

[paopao]

Robby, comunque avrei potuto dire i compagni delle medie e la media non sarebbe scesa poi di così tanto..

POi penso che Leda pensasse di quotare me quando parlava di testa dura come il marmo Robby,se ti consola

[fed+brugnomo]

Pao, ok. Togliamoci un attimo dal contesto Liceo di ultra-sinistra di Roma Nord, ok?
Pensa ai tuoi compagni delle elementari, se ancora ne conosci. Si sono tutti laureati? Perché io di due so che si sono laureate, le altre (avevamo fatto una cena ai 18 anni con la nostra maestra) alcune studiavano, altre lavoravano già... Una faceva la commessa, l'altra mi pare la parrucchiera o la scuola per estetiste...

[leda71]

Robby, comunque avrei potuto dire i compagni delle medie e la media non sarebbe scesa poi di così tanto..

POi penso che Leda pensasse di quotare me quando parlava di testa dura come il marmo Robby,se ti consola

io a Ro rdicevo che ha la zucca di marmo perchè potrebbe laurearsi per suo piacere personale in pochisismo tempo, se ne avesse voglia