(a) BRACCIA VUOTE
Inviato: 3 mar 2016, 14:13
Si può essere madre senza un figlio, un figlio che si è aspettato, nutrito ed amato per nove mesi. Un figlio che poi non nasce ma ti muore dentro e te lo estraggono come una malattia, come un tumore, come una vergogna da nascondere.
Come si può seppellire un figlio che non è mai nato, che si è immaginato, sognato… pur sapendo che lui esisteva era dentro di te, si nutriva di te, si muoveva con te, il suo cuore batteva con il tuo.
Come si fa a pensare ad un sogno seppur così reale come un corpo morto, senza vita se in realtà una vita non l’ha mai avuta, una vera vita… con la luce diretta del sole, con suoni, rumori ed odori veri e non filtrati dal tuo corpo.
Dolore tanto e colpa… colpa per non essere riuscito a salvarlo, vergogna e dolore per non averlo forse amato abbastanza, per non essere riuscito a farlo nascere.
Come si può non odiarsi perché non si riesce più a pensarlo con il suo nome quel nome che mi fa orrore solo immaginare su una lapide.
Come si fa a non pensare, a desiderare di poter sentire il suo odore, il suo pianto, il calore della sua pelle, il suo peso sul seno … un seno vuoto, vuoto come la mia pancia, come il mio cuore, come le mie braccia…
Come si fa a non pensare che quella manina non stringerà mai le tue dita, che quei piedini non cammineranno mai (hanno potuto solo scalciare al buio), che quella bocca non parlerà mai, che quelli occhietti non vedranno mai il mondo, perché all’improvviso arriva forte con il dolore, la rabbia e la colpa, la consapevolezza che non è la sofferenza di questi momenti, non è una perdita momentanea ma è la perdita di un intera vita, la sua mai vissuta e la mia che sarebbe stata diversa.
E poi c’è il tuo corpo che guarisce, mette tutto a posto, inesorabile ricomincia con la sua normalità, con i suoi cicli senza nessuna vergogna come a dirti a ribadirti tu SEI VIVA LUI NO, LUI NON C’E’ PIU’… Un corpo che velocemente riprende le sue forme come se LUI non ci fosse mai stato.
Quasi si confonde il ricordo di un corpo, il mio corpo così diverso, pieno, ora vuoto.
Vuoto come le mie Braccia… e rimango così a (braccia) vuote…
Come si può seppellire un figlio che non è mai nato, che si è immaginato, sognato… pur sapendo che lui esisteva era dentro di te, si nutriva di te, si muoveva con te, il suo cuore batteva con il tuo.
Come si fa a pensare ad un sogno seppur così reale come un corpo morto, senza vita se in realtà una vita non l’ha mai avuta, una vera vita… con la luce diretta del sole, con suoni, rumori ed odori veri e non filtrati dal tuo corpo.
Dolore tanto e colpa… colpa per non essere riuscito a salvarlo, vergogna e dolore per non averlo forse amato abbastanza, per non essere riuscito a farlo nascere.
Come si può non odiarsi perché non si riesce più a pensarlo con il suo nome quel nome che mi fa orrore solo immaginare su una lapide.
Come si fa a non pensare, a desiderare di poter sentire il suo odore, il suo pianto, il calore della sua pelle, il suo peso sul seno … un seno vuoto, vuoto come la mia pancia, come il mio cuore, come le mie braccia…
Come si fa a non pensare che quella manina non stringerà mai le tue dita, che quei piedini non cammineranno mai (hanno potuto solo scalciare al buio), che quella bocca non parlerà mai, che quelli occhietti non vedranno mai il mondo, perché all’improvviso arriva forte con il dolore, la rabbia e la colpa, la consapevolezza che non è la sofferenza di questi momenti, non è una perdita momentanea ma è la perdita di un intera vita, la sua mai vissuta e la mia che sarebbe stata diversa.
E poi c’è il tuo corpo che guarisce, mette tutto a posto, inesorabile ricomincia con la sua normalità, con i suoi cicli senza nessuna vergogna come a dirti a ribadirti tu SEI VIVA LUI NO, LUI NON C’E’ PIU’… Un corpo che velocemente riprende le sue forme come se LUI non ci fosse mai stato.
Quasi si confonde il ricordo di un corpo, il mio corpo così diverso, pieno, ora vuoto.
Vuoto come le mie Braccia… e rimango così a (braccia) vuote…