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Prima, durante e dopo la gravidanza

 

AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

E' doloroso e devastante se accade, ma condividere questo momento insieme puo' aiutare tantissimo
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eliduma
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da eliduma » 18 gen 2013, 10:10

Cara Luce... benvenuta nel nostro gruppo di auto-aiuto. Hai ragione, siamo in tante, molte di più di quello che sembra perchè solo poche danno "voce" ai loro pensieri scrivendo qua. Ti troverai bene qui con noi, vedrai, e ti circonderemo di affetto "virtuale" che spero potrà sempre esserti di conforto nei momenti più duri come lo è stato per me. Intanto un grosso abbraccio e rendici partecipi dei tuoi pensieri, così aiuterai te stessa e aiuterai noi. Grazie. :bacio
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papy76
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 18 gen 2013, 20:54

Leggendo il pensiero di Luce, ho riflettuto su me stessa giungendo alla conclusione che in questo momento nella mia mente , il vuoto assoluto regna sovrano. E' come se i pensieri si fossero congelati e mi accorgo che oltre alla costante pesantezza del cuore, non sento altro. Non elaboro mentalmente il mio stato d'animo e non faccio alcuna riflessione. Io che normalmente dialogo con me stessa, ora non ho nulla da dirmi. Il mio cervello sembra essersi spento. Forse è solo paura di affrontare me stessa e la cruda realtà. A volte mi sembra di essere morta insieme al mio bambino. Non riesco a trovare un briciolo di speranza nel futuro. "reagisco" x il mio primogenito, per il mio dovere di mamma, e solo perché DEVO" farlo. Indosso la maschera e faccio contenti tutti, ma dentro mi sento morta, spenta, incapace di pensare. Comprerò il libro di cui parlava Luce. Nessuno mi parla del mio bambino ed io non ne parlo agli altri. Io vorrei che invece "vivesse" tra noi. Quello che gli altri non capiscono è che io vorrei parlarne. Anche solo un piccolo pensiero. Sembra invece che fare i vaghi allontani il dolore. Come si sbagliano gli altri. Come non capiscono quanto noi vorremmo parlare dei nostri bambini , per ricordali, per sentirli vicini.
Ecco questo è ciò che vivo in questi giorni. Piacerebbe sapere anche a me cosa provano le altre mamme.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da eliduma » 20 gen 2013, 22:44

papy76 ha scritto:Io vorrei che invece "vivesse" tra noi. Quello che gli altri non capiscono è che io vorrei parlarne. Anche solo un piccolo pensiero. Sembra invece che fare i vaghi allontani il dolore. Come si sbagliano gli altri. Come non capiscono quanto noi vorremmo parlare dei nostri bambini , per ricordali, per sentirli vicini.
Cara Papy penso di capire benissimo quello che dici perchè anche io come te, anche se a distanza di tre anni, provo la stessa cosa. Credo che la differenza rispetto ad allora stia solo nel fatto che mi sono abituata a non parlarne con gli altri. Le uniche persone con cui lo faccio sono le mie figlie soprattutto e qualche volta mio marito, forse perchè con i bambini è più facile, sono curiosi e desiderosi di sapere, come fosse una fiaba non a lieto fine e poi non hanno quell'imbarazzo tipico degli adulti a trattare certi argomenti. Con mio marito invece parlo poco perchè lui non entra mai in argomento e quando lo faccio io ha sempre una espressione come a dire: "ma ancora ci pensi?!?" e quindi non mi sento compresa al 100%. Parlarne qui mi fa piacere. Spero possa esserlo anche per te. "LAGNAMOCI" insieme che ci fa bene a dispetto di chi sostiene il contrario! :risatina:
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da fammagon » 21 gen 2013, 8:14

eliduma ha scritto: "LAGNAMOCI" insieme che ci fa bene a dispetto di chi sostiene il contrario! :risatina:
Ognuno ha il suo modo personale di reagire al dolore e alle situazioni difficili, Viviana nel suo post ha spiegato cosa intendeva e non mi è sembrata offensiva, forse voleva solo un po' di conforto e di coraggio per andare ad affrontare il suo aborto terapeutico. Dubiti che rientrerà a casa contenta e giuliva e vedere che nel frattempo si è fatto ironia su di lei pottebbe non farla sentire accettata nemmeno qui dove credeva di aver trovato un angolo a misura per lei in questo momento.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 21 gen 2013, 8:28

Viviana immagino sia una ragazza giovane e giustamente con tante speranze x il suo futuro. Questo è fondamentale x andare avanti e guai se così non fosse. Questo è uno spazio per chi desidera parlare del suo dolore, e Lei ha fatto benissimo a crearne uno suo x le ottimiste, ma a mio parere i toni sono sembrati un pochino irrispettosi anche x Noi. Tutte qui soffriamo, e c'è gente come me che ha perso il bambino da neanche due mesi, ed il dolore è ancora troppo...troppo...forte.... Non credo sia di buon gusto definire ciò che per Noi è espressione della nostra sofferenza come una lamentela. Detto ciò, va da se che spero che Vivi superi al meglio e abbia maggior fortuna in futuro. Quello che Noi abbiamo vissuto non lo augurerei al mio peggior nemico, quindi.....

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 21 gen 2013, 8:49

Eli..tornando a noi invece, accolgo con piacere il tuo invito a parlare qui del mio bambino. Sarebbe nato in questi giorni. La data era il 24, ma considerando il taglio cesareo , credo sarebbe già nato. Ogni volta che in televisione appare qualche bambino malato, io penso a Lui ed a come sarebbe stata la sua vita se fosse nato. Penso che forse avrei potuto prendere una decisione diversa, che magari la sua malattia poteva essere meno grave perché di fatto, ancora non so quale sia stata la motivazione x cui L'Archet ha accettato il caso. Immagino come sarebbe stato bello vederlo correre come una trottolina x casa, cercare il suo fratellone grande, accogliere a braccia aperte il suo papà che torna dal lavoro. Sentire la sua vocina e vedere il suo faccino sorridente mentre gli cambio il pannolino. Invece il sogno di "famiglia vera" si infrange ancora una volta e tutto sembra andare a rotoli. Il mio compagno è meraviglioso e mi è stato vicino in modo straordinario. A modo suo mi è vicino ancora, ma io ho paura che qualcosa stia cambiando. A volte il dolore unisce..altre allontana.....Spero di sbagliare perché non posso affrontare anche questo..non ho le forze...Vorrei avere tra le braccia quel tenero fagottino e sentire quel meraviglioso odore di neonato... Vorrei avere un posto dove andare a dire una preghiera, portare dei fiorellini...stare sola con Lui... A volte penso che dovrei andare in analisi, ma me ne manca il coraggio..ed un pò anche mi dispiace spendere tutti quei soldi che potrei invece utilizzare per mio figlio. Bene ho parlato un pò e spero che questa giornata sia migliore di ieri..... Grazie e scusate semi sono dilungata troppo

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da fammagon » 21 gen 2013, 9:30

papy76 ha scritto:Non credo sia di buon gusto definire ciò che per Noi è espressione della nostra sofferenza come una lamentela. Detto ciò, va da se che spero che Vivi superi al meglio e abbia maggior fortuna in futuro. Quello che Noi abbiamo vissuto non lo augurerei al mio peggior nemico, quindi.....
Solo io non credo che intendesse questo davvero, e poi è da considerare il momento in cui l'ha scritto, cioè "prima". Adesso al suo ritorno andrà accolta, perchè dubito che si senta ancora così ottimista, non in questo momento almeno.

Anche io sono come te, ho bisogno di esternare quello che sento dentro se ho un dolore, perchè altrimenti scoppio, tenersi tutto dentro credo sia peggio.
A volte si rischia però di parlare con la persona sbaglata e sentirsi rispondere in modo sbagliato e quindi dice bene Eli quando afferma che fuori di qui l'argomento difficilmente viene capito.
Con il tuo compagno, cerca di stringerti ancora di più, è vero che i momenti difficili a volte uniscono a volte allontanano, ma è per questo che è fondamentale aprirsi all'altro. Questo momento passerà, il dolore forse resterà, ma cambierà forma e diventerà più sopportabile. Se credi di avere bisongo di un aiuto esterno non devi pensare che siano soldi spesi male, perchè per tuo figlio avere una madre serena è più importante di avere più soldi per i suoi capricci. Devi recuperare una parte di te, direi che questa adesso è la priorità.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da viviepit » 21 gen 2013, 14:19

Rispondo qui, forse è meglio.
Ringrazio Fammagon per il supporto e provo ancora una volta a spiegarmi, ferita del fatto che di due lunghi post che ho scritto sia rimasta in testa una sola parola "lamentela" di cui ho peraltro cercato di dettagliare il significato.
Anzitutto la mia storia personale, per papy: di anni ne ho 35 e a maggio 2012, un mese prima di sposarmi, avevo avuto un'interruzione di gravidanza alla 6 settimana. Ma tanto dicono che può capitare...quanto agli attributi che mi auguravi di avere, ti lascio la mia anamnesi familiare: mia madre è morta di tumore 6 anni fa, a soli 50 anni, e mio padre è invalido da 2 anni per un ictus cerebrale (sai com'è, non superare il dolore può portare ad ammalarsi...). Dunque non sono "giovane" nè fortunella. Ma sono VIVA e voglio restarlo fino in fondo. Com'è andata l'esperienza dell'aborto in questo we se a qualcuna di voi interesse potrà leggerlo nel forum per le "ottimiste", quelle che hanno un marito dal quale si sentono capite e supportate non perchè sia migliore di altri, ma perchè hanno deciso di non chiudersi nel loro dolore e di stringersi a quanto di più caro rimane loro, come suggeriva Fammagon, perchè un figlio lo vorrei non per essere madre toutcourt, ma per essere genitore insieme a Pietro, e se questo non sarà il nostro destino, io sarò felice di invecchiare accanto a lui ugualmente. Un'ultima cosa: l'aggettivo "patetico" io non l'ho mai pronunciato e mai lo pronuncerei, lamentarsi non è mai patetico, è solo sintomatico di un dolore e di un indurimento del cuore che, scusate se insisto, non fa bene, soprattutto a chi di voi ha già la fortuna di essere madre e dunque ha delle creature da accudire con il 100 % di corpo, mente e cuore.
l'amore, non il tempo, guarisce le ferite (Pit)

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 21 gen 2013, 19:34

Viviepit, ti rispondo qui perchè sento che questo è il mio spazio e sono rispettosa del tuo. A 35 anni sei giovane, almeno in confronto ai miei 44 suonati. Anche io ho perso mio padre nel giro di 6 mesi x tumore, con tutti i problemi familiari ed economici che ho dovuto affrontare a 24 anni. Non sto qui ad elencare i drammi della mia vita, perché ovviamente non é una sfida per chi ha sofferto di più. Fino a 2 mesi anche io come te, ero fiduciosa perche' malgrado tutte le difficolta mi ero sempre rialzata a testa alta. Ero grata a Dio di avermi dato quella forza ogni volta. Oggi mi sento meno forte perchè quello che ho vissuto mi ha devastata dentro. Non solo la perdita di un figlio, ma come si sia svolto il tutto. Ero all'estero e non capivo una parola di francese. Mi hanno lasciata sola in preda ai dolori perchè l'anestesista era occupano. Ho dovuto urlare come una pazza perchè qualcuno si decidesse a fare qualcosa. Il mio compagno ha preso a pugni un armadio perchè non riusciva più a guardarmi in quello stato. Ha dovuto trovare da solo una coperta perchè mi hanno lasciata seminuda x ore. Ha dovuto tenermi il testa tra le sue mani perchè sbattevo i denti dall'agitazione e dal frddo e rischiavo di rompermi i denti. Hanno fattto 3 volte la pulizia dell'utero con la mano e senza anestesia. Mi sono sentita violentata umiliata punita. E questa è solo una parte di tutto ciò che ho vissuto in 2mesi. IL tutto dopo aver pagato fior di soldi. Tutto questo mi ha cambiata. Mi sforzo di andare avanti, e non sono di peso a nessuno. Tanto meno a mio figlio con il quale mi comporto con serenità e tanto di sorrisi. Almeno qui, dove nessuno mi vede e mi sente, vorrei sfogarmi con persone che capiscono ciò che provo. Io sono sinceramente contenta che tu abbia accanto una persona deliziosa e tante speranze per il futuro e ti auguro davvero di avere tanta felicita'. Io so che mi rialzerò, come ho sempre fatto, ma sinceramente non ho molta fiducia nel futuro. Magari tra un anno sarò qui a darvi una bella notizia, che di sicuro non sarà una gravidanza purtroppo....Per ora mi sento delusa....

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 21 gen 2013, 19:48

Grazie Fammagon per le parole di conforto. Volevo solo specificare la questione dei soldi. Mio figlio è abbastanza grande e i capricci per mia fortuna non li ha fatti nemmeno da piccolo. Vorrei prendere una casa al mare quest'estate perchè quella di famiglia, mia madre dovrà darla in affitto. E poi ho tante cose da comprare ancora x la mia casa. Convivo da due anni ma la casa l'avevo comprata da sola qualche anno fa(e pago mutuo). Dopo la separazione da mio marito avvenuta ormai tanto tempo fa, ho fatto sacrifici e mi sono rifatta casa solo con il mio stipendio da impiegata. Ecco perchè mi dispiaceva spenderli x lo psicologo. Mi impegno a stare meglio con le mie forze e con l'aiuto del mio compagno che forse l'ho fatto passare x una brutta persona, ma non lo è. E' una persona dolce e amorevole. Anche lui deve superare quello che è accaduto. Anche lui non ha avuto vita facile e questa esperienza lo ha spezzato. Lui cerca di aiutarmi e mi chiede di parlare, ma io so che gli faccio male così a volte evito per non aprire la ferita. So che ci vuole del tempo, e spero ne verremo fuori insieme e più forti.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da eliduma » 23 gen 2013, 21:57

viviepit ha scritto:...ferita del fatto che di due lunghi post che ho scritto sia rimasta in testa una sola parola "lamentela"....
A proposito di ferite... evidentemente è rimasta in testa solo la parola LAMENTELA perchè è da quella che ci siamo sentite ferite!!! (o almeno parlo per me)
viviepit ha scritto:...le "ottimiste", quelle che hanno un marito dal quale si sentono capite e supportate...


Ma stiamo parlando di 2 squadre di calcio?!?!? Le ottimiste e quelle che tu forse chiameresti pessimiste?!?!? Allora ti informo che di mariti che capiscono e supportano ce ne sono anche in questa "squadra". Ti ricordo ancora una volta che sei solo all'inizio del tuo percorso, quindi il supporto e la comprensione vanno misurate nel tempo.
viviepit ha scritto:...lamentarsi non è mai patetico, è solo sintomatico di un dolore e di un indurimento del cuore che, scusate se insisto, non fa bene...
Ancora una volta ti permetti di dire cosa fa bene e cosa no!!!!! Come se valesse in assoluto per tutti! se vorrai continuare a scrivere da questa parte ti prego di usare altre modalità e soprattutto risparmiaci per favore le tue perle di saggezza! Grazie
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da eliduma » 23 gen 2013, 22:27

Papy, anche io penso a come sarebbe averla in casa con noi, le difficoltà che avremmo dovuto affrontare,i piccoli grandi progressi che avrebbe fatto, come si sarebbe rapportata con le sorelle e anche mi chiedo se sarebbe ancora con noi se fosse nata o se sarebbe già morta sotto i ferri o che altro. Mi chiedo anche se saremmo stati felici. Vedo il bimbo down della mia amica e penso che sia un angelo di bambino, davvero adorabile e anche bello nella sua diversità, ma poi mi dico che lui è ancora piccolo e che a questa età non si sente tanto la differenza dagli altri bimbi e che Valentina sarebbe stata più grave di lui quindi non posso fare paragoni. Penso che non avrei avuto Veronica e che non avremmo la serenità e l'armonia che abbiamo ora. Penso che lei non sarebbe stata felice. Penso che le voglio bene e che gliene vorrò sempre.

Ti sono arrivate le foto? Anche io come te non ho un posto al cimitero dove andare a trovarla, ma le ho creato un posticino nel cassetto del mio comodino dove tengo le foto e tutto quello che la riguarda. Quindi quando voglio "andare a trovarla" apro il cassetto e parlo con lei.
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da fammagon » 23 gen 2013, 23:27

Per Papy e Edilpuma:
ho una domanda da porvi, mi sembra di capire per entrambe, che in fase successiva all'aborto terapeutico il pensiero vi porti a ripensare che forse portando avanti la gravidanza avreste potuto comunque affrontare la malattia, e che forse con il senno di poi, tornando indietro fareste una scelta diversa.
Mi chiedo se nel momento in cui dovevate prendere la decisione, in ospedale avete trovato le informazioni ed il supporto necessario per poter decidere con consapevolezza, e se avere contatti con associazioni e famiglie che vivono ogni giorno quel tipo di disabilità in qualche modo sarebbe stata di aiuto.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 24 gen 2013, 13:28

Ciao a tutte.....Eccoci qui con il nostro ritrovo quotidiano..... Le foto ancora non sono arrivate e la cosa mi rende inquieta. Ho scritto più mail x sapere quando potrò avere la mia cartella clinica ed altre informazioni riguardo al campione di DNA da mandare in Italia x gli esami. Mi hanno risposto in merito a quest'ultima domanda , ma di cartella e foto...niente. Controllo la buca della posta più volte al giorno ed ogni volta quasi impreco. X rispondere anche a Fammagon, in ospedale non ho avuto informazioni xkè con quel poco di inglese che parlo e capisco era molto difficile avere conversazioni più o meno comprensibili. E' stato logorante anche questo purtroppo..Loro non sono stati in grado di dirmi esattamente ke qualità di vita avrebbe avuto mio figlio, ma di certo sarebbe stata scarsa. Il ginecologo che mi ha seguita negli ultimi tempi qui e che è stato di una gentilezza squisita, dopo aver visto le eco della francia, ha detto che probabilmente non sarebbe sopravvissuto alla nascita....Ma ogni tanto mi ritrovo a pensare..."e se fosse stato meno grave di ciò che sembrava? e se avesse avuto delle possibilita?". Poi rifletto sul fatto che a Nizza la prima volta che sono andata hanno rifiutato l'interruzione xk secondo loro era compatibile con la vita. Dopo 9 giorni qnd sono tornata lì x ripetere esami hanno dato l'autorizzazione all'aborto. Quindi se sono tornati sui loro passi, evidentemente le cose erano peggiorate. Credo ci saranno sempre dei se...e dei ma.... che non troveranno risposte. Ma sono pensieri del cuore xkè la mente invece, sa bene che abbiamo fatto la scelta giusta, x Alberto, x mio figlio maggiore e x noi. Mi manca....e quando lo immagino tra noi..lo vedo come un bimbo sano... non malato... Le mie fantasie di lui si riferiscono ad un bambino senza problemi ed a come saremmo stati tutti felici... Penso a come sarebbe stato, se il buon Dio lo avesse fatto nascere sano e basta. Sono un pò incavolata e sinceramente non credo più alla sua Divina esistenza. Forse un giorno faremo pace io e Lui..x ora non se ne parla. Sto delirando vero???? Mi rendo conto da sola di essere ridicola con questi miei pensieri assurdi su Dio e la vita...Prima o poi rinsavirò. Un saluto a tutte.....

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 25 gen 2013, 12:23

Ieri sera pensavo a questo forum ed alle mamme che vi partecipano e riflettevo che nei primi giorni leggevo di voi ed a volte non riflettevo su ciò che avevo appena letto. Intorpidita dal mio dolore non ho compreso appieno tante cose. Ad esempio mi è tornata in mente la storia vissuta da YURISELI... e vorrei chiederle scusa x non aver riflettuto. Io ho deciso di perdere un bimbo malato che se fosse sopravvissuto avrebbe avuto una vita pietosa....LEI....ha perso un bimbo sano..che avrebbe potuto vivere una vita felice con la sua famiglia....Capisco solo ora che non c'è rassegnazione a questo...non c'è pace....e credo sia tremendo.... Io ho consapevolezza che x mio figlio è stato meglio non venire al mondo, ma con un bimbo sano...c'è da impazzire.... Brava YURISELI che sei andata avanti......Vorrei dirti che mi dispiace di cuore.... e ti abbraccio forte ....e ti chiedo ancora scusa....

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da Giuggiu » 25 gen 2013, 19:20

Ciao compagne e compagni di sventura, ancora una volta sono qui a scrivere e a parlare con voi.
In verità è tutto dedicato a VIVIEPIT.
Ti scrivo qui e non nel tuo topic perché qui ha trovato spazio "LA MIA TRISTE E DOLOROSA TESTIMONIANZA"
Ringrazio ancora e ancora, ELIDUMA che mi ha dato questa possibilità!
Si chiama ELABORARE UN LUTTO.
Purtroppo, e si impara sulla propria pelle, quelli come noi sono abbastanza giudicati da quelli che ci circondano nella realtà quotidiana.
All'inizio ne vorreste parlare con tutti, raccontare le tue ragioni ma, sono quasi convinta, che all'altro rimane soltanto il fatto che tu hai interrotto una gravidanza.
Vedi che attorno a te si assumono atteggiamenti che non sai dargli una spiegazione, come una tua amica che è incinta e te lo dice al settimo mese o la vicina che aspetta un figlio e quando ti incontra si nasconde la pancia...
Inoltre dopo un pò tutti , ma propri tutti si dimenticheranno il nome del bimbo/a che aspettavi, ma non noi e non noi di questo gruppo.
Abbiamo bisogno di spazi come questi dove puoi continuare a far vivere il proprio bambino, parlare del nostro dolore e disperazione non "ABBASSANO LA NOSTRA ENERGIA VITALE" al contrario ci RICARICA.
Molte di noi hanno avuto un marito o un compagno che ci ha supportate ma poi il tempo passa e ti accorgi che sei sempre tu che nomini il bambino che non c'è, che ne vuoi ancora parlare, e sembra e sottolineo sembra che ci pensi solo tu. Ovviamente non è cosi, è solo che si soffre in modo diverso il dolore.
Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono molte donne che affrontano il tutto da sole, e forse in questo momento ci stanno leggendo e una frase sbagliata le può far sentire escluse.
Il dolore è dolore e dobbiamo sentirci libere di parlarne.
Trovo bellissima la tua positività, il tuo guardare avanti, è un messaggio fondamentale.
Ti chiedo scusa per le parole che uso ma a volte sei stata un pò sopra alle righe. Ovviamente è il tuo modo di affrontare il dolore ma quando si scrive non lo si fa solo per se stessi ma anche per chi ci legge.
Con una lettura più attenta troverai anche nelle nostre storie molta positività.
SI VA AVANTI, chi cercando una nuova gravidanza, chi occupandosi al meglio del figlio che ha già, e chi costruendo con il proprio compagno un nuovo progetto di vita che non necessariamente sia solo quello di avere un figlio.
ANDARE AVANTI SEMPRE E COMUNQUE.
Ci sono giorni veramente terribili, dove bisogna stringere i denti, più i giorni passano e più si sta meglio, acquisti una nuova normalità e si riesce ancora a sorridere.
Ho abortito due volte VOLONTARIAMENTE, e dall'ultima volta sono passati 32 mesi.
Non posso avere altri figli, non sanno dirmi perché il cervello dei miei bambini ad un certo punto non cresce più.
Ma come ho sempre detto mi sento FORTUNATA: ho un figlio di otto anni con il cervello a posto, un miracolo!
Sono sicura che se non avessi avuto lui comunque avrei cercato un modo di andare avanti, AMO PROFONDAMENTE LA VITA!

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da eliduma » 26 gen 2013, 18:45

fammagon ha scritto:Per Papy e Edilpuma:
ho una domanda da porvi, mi sembra di capire per entrambe, che in fase successiva all'aborto terapeutico il pensiero vi porti a ripensare che forse portando avanti la gravidanza avreste potuto comunque affrontare la malattia, e che forse con il senno di poi, tornando indietro fareste una scelta diversa.
Mi chiedo se nel momento in cui dovevate prendere la decisione, in ospedale avete trovato le informazioni ed il supporto necessario per poter decidere con consapevolezza, e se avere contatti con associazioni e famiglie che vivono ogni giorno quel tipo di disabilità in qualche modo sarebbe stata di aiuto.
Per quato riguarda l'affrontare la malattia sono sicura che l'avrei affrotata come lo ero sicura allora. Decidere per l'aborto non è stata l'idea che io non ce l'avrei fatta ad affrontare tutto ci che comporta l'avere un bimbo disabile. Se vai a rileggere il mio primo post capirai le ragioni che mi hanno spinto in quella direzione.
Col senno di poi non farei una scelta diversa, sono ancora convinta di aver scelto il male minore, per la mia bimba innanzitutto e poi per la mia famiglia. Al momento della decisione io ho fatto delle ricerche personali sulla sindrome, ho consultato un geneista e ho letto alcune testimonianze lasciate da alcune mamme che avevano bambini cn la sindrome di Di George. Sono state soprattutto queste ultime che mi hanno permesso di avere una idea di ci che la mia bimba avrebbe passato e di ci che avremmo passato noi di conseguenza. Quindi ho trovato iinformazioni e non sono pentita della mia "scelta", ma il punto è che tutto si è basato sulla probabilità che una determinata cosa succedesse, che avesse una certa cosa, che fosse.... insomma non c'era nulla di certo. E' questo che mi sfianca!
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da trilli29 » 28 gen 2013, 13:57

ciao Eliduna e ciao a tutti sono nuova del forum e anche mi ritrovo a dover affrontare la terribile esperienza dell'aborto terapeutico...
E' iniziato tutto il 03/10/12 quando dopo quasi una settimana di ritardo ho deciso di fare il test di gravidanza...mi dicevo "non è possibile, di già" non ci volevo credere ma non c'erano dubbi sull'esito: INCINTA. Avevamo appena iniziato a provarci e già ero incinta, eravamo al 7° cielo felicissimi di realizzare il nostro sogno di essere genitori. In giugno sarebbe nato il nostro piccolo fagiolino! La gravidanza procedeva bene anzi benissimo, non ho avuto alcun tipo di problema. Eravamo felici, gioiosi e sono stati dei giorni indimenticabili. Ho 29 anni e per scelta personale, insieme a mio marito abbiamo deciso di fare l'amniocentesi, una volta consultata anche la mia ginecologa abbiamo optato per un centro privato. Il 27/12/2012 questa la data dell'amniocentesi, questo è il giorno in cui tutto è cambiato, giorno in cui tutto non ha avuto alcun senso, in cui noi non siamo più gli stessi. E' iniziato tutto quando la ginecologa che ci ha effettuato l'ecografica pre-morfologica che si effettua prima dell'estrazione del liquido amniotico, ha iniziato a chiamare un dottore dopo l'altro per confermare ciò che lei aveva intuito. Il nostro piccolino non stava bene e io e mio marito non riuscivamo a capire cosa ci fosse che non andava. Dai loro sguardi solo la sensazione che una brutta notizia stava per arrivare ma i medici in quel momento non ci hanno detto niente, non hanno potuto dirci niente. La sensazione è divenuta realtà il giorno dopo, il 28/12/12 alle ore 08.24 quando è arrivata la telefonata dal centro, il nostro piccolino stava male, anzi malissimo, gli erano state diagnosticate 2 brutte malformazioni trisomia 18 e 13. Stava male, tanto male. Nessuna prospettiva di vita. 130 giorni. Questo quanto potevamo sperare, sempre che riuscisse ad arrivare a fine gravidanza. 130 giorni di pura e sola sofferenza. In quel momento il mondo ci è caduto addosso, da quel momento niente è più stato lo stesso. Mi sono sentita morire, mi sono sentita vuota mi sono sentita niente...il dolore è indescrivibile, le domande sono senza perchè e tutto non ha più un senso. Non ero pronta, NON ERO PRONTA A DIRE ADDIO AL MIO CUCCIOLO. No, non si è mai pronti ma noi non avevamo altra scelta, ci ho pensato tante di quelle volte...se avesse potuto avere 130 giorni di vita felice, di vita "normale" senza soffrire senza ospedali, senza interventi e senza dolore ma no, non era il nostro caso. Mi sono sentita vuota, non avevo voglia di fare niente, di vedere nessuno volevo solo stare con mio marito, abbracciata a lui al sicuro, con il mio dolore, il nostro dolore. Tutto intorno sembrava essersi "dimenticato" del mio bimbo, del mio bimbo che ancora avevo e sentivo dentro di me, del il mio bimbo che non avrei mai potuto vedere e stringere a me, al mio bimbo al quale non avrei mai potuto dire: LO ABBIAMO FATTO PER TE. Nessuno capiva che io ero ancora una madre, nessuno sembrava comprendermi, nessuno in quel momento capiva come mi sentissi. La mia pancia era li, che cresceva, che accarezzavo in ogni minuto per fargli sentire il mio amore, per fargli sapere che la sua mamma era li e che la sua mamma non era pronta a dirgli addio, ma la sua mamma non avrebbe mai permesso che soffrisse, mai di più di quanto avrei potuto soffrire io...
E' stato anche difficile affontare il "calvario" dettato dalla legge italiana. Il 31/12 dopo soli 3 giorni ci siamo recati in ospedale per vedere cosa e come procedere per affrontare tutto e li il medico di turno ci dice che non potevamo fare niente senza l'esito definitivo dei risultati, "perchè non si sa mai signò!", come se io volessi essere stata li in quel momento, come se io il mio piccolino non lo volevo e come se noi non saremmo voluti essere i primi a sapere che si fossero sbagliati, ma con 2 malformazioni così gravi nulla ci ha mai fatto credere che fosse possibile. Di nuovo tutto una volta crolla, di nuovo nel baratro e nell'attesa di quello che sarebbe stato. Intorno a me c'erano solo persone che sicuramente per darmi forza e sostegno non facevano altro che ripetermi che dopo l'intervento sarebbe stato più facile, più semplice, che si sarebbe tornati alla vita di sempre. E' proprio vero che se non ci si passa non si comprende affatto ciò che si prova, come ci si sente a dover affrontare una cosa del genere. Il 10/01 il ricovero, il 12/01/2013 il mio piccolo non c'era più. In quello stesso giorno entravo nella 20° settimana, ma lui non c'era più. Una sensazione atroce. Affrontare il parto, sentire il pianto dei piccolini nati nelle stanze accanto alla tua e rendersi conto che io quel pianto non lo avrei mai sentito, mai perchè il mio piccolo adesso non c'è più.
Nei giorni successivi è stato un incubo, non volevo vedere nessuno, non avevo voglia di fare niente, ero una nuova me, una me completamente diversa. E' stato difficile far capire come mi sentissi, perchè il dolore in quel momento era ancora più grande. Dopo giorni di totale apatia e assenza ho cercato per amore verso mio marito di rialzarmi e almeno di cercare di reagire. Piano piano, è quello che lui mi ripete in continuazione, cercando di starmi sempre vicina e cercando anche lui di farsi forza. E' difficile, da pochi giorni sono tornata a lavoro, perchè "tenere la testa occupata" fa stare meglio, ma il mio pensiero è sempre li...si cerca di andare avanti e di reagire ma è complicato, magari dovrà passare solo un po di tempo, è l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento...
A volte mi sento in colpa, mi sento peggio anche solo se mi sento un pochino meglio o se ho "provo" a fare la mia vita di sempre, passerà? Non lo so, so solo che adesso è tutto diverso, io sono diversa piena di dolore e sofferenza e piena di perchè al quale non so dare risposta, il mio piccolino adesso è un piccolo angioletto che ci è vicino da lassu.
Oggi mi ritrovo a scrivervi per dirvi grazie, perchè leggere di persone che hanno attraversato, anche in maniera diversa, quello che ho passato e sto passando io ti da una forza incredibile, la forza di reagire e di non sentirsi sole.
Grazie di cuore.

papy76
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da papy76 » 29 gen 2013, 8:34

Ciao TRILLI innanzi tutto ti do il mio abbraccio forte ed avvolgente(uno di quelli di cui sentiamo tanto bisogno in questo momento). Qui purtroppo, come avrei visto, siamo in tante e tutte con lo stesso dolore. Ci sono poche parole da dire perchè niente potrà consolarti, ma posso darti tutta la mia comprensione. Io ho partorito il 2 dicembre ed ora inizio a non piangere tutti i momenti e se sono fortunata, nemmeno tutti i giorni. Ma il pensiero è fisso, costante così come la cupezza che ho nel cuore. E come te anche io mi sento una persona diversa e questa nuova ME mi fa paura, perchè non so che grinta e forza avrà nel suo futuro, come affronterà la vita e le difficoltà. Sulla vecchia ME potevo contare perchè era una combattente che non si dava x vinta. Ora non so più chi sono, cosa voglio. Suppongo che col tempo andrà meglio, così come dicono tutte le donne del forum e torneremo a riappropriarci della nostra vita. Io x ora non sono in grado di lavorare. Esco pochissimo da casa xkè non voglio incontrare gente che conosco. X fare la spesa, mi sposto in centri commerciale nei posti limitrofi. A me sta venendo una specie di rifiuto x tutti i conoscenti ed in generale x il mio paese(Che in realtà non mi è mai piaciuto). Vorrei fuggire via, cambiare città, iniziare una nuova vita....(vedi..un pensiero propositivo...comincio a ragionare...). Cara Trilli è dura, un'esperienza che devasta dentro e ti cambia...ma non abbiamo altra scelta che andare avanti, x noi e x chi ci vuole bene ed ha bisogno del nostro affetto.... Vedrai che piano piano...molto piano....riprenderai a respirare.... Qui trovo lo spazio x sfogare tutti i miei sentimenti a volte deliranti, a volte pesanti a volte senza senso....ma chi è qui, sa ascoltare...magari non condividere...ma siamo tutte sulla stessa triste barca e nel nostro piccolo cerchiamo di dare il nostro contributo a questo forum..per sentirci e far sentire le altre meno sole.. (parlo x me almeno, ma credo di interpretare il pensiero di tutte)...Questo è l'unico posto dove puoi aprirti senza ricevere sguardi di imbarazzo o sentire persone che cercano di cambiare argomento. Io sono qui più volte al giorno...perchè x ora è una necessità . Ti mando ancora un abbraccio e parla pure con noi, vedrai che ti farà bene..

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO

Messaggio da trilli29 » 30 gen 2013, 8:36

ciao Papy76 grazie mille per l'abbraccio :cuore
...ti capisco pienamente! capisco a pieno ogni tua parola e ogni giorno sempre di più. E' davvero difficile andare avanti, è vero io ho "cercato" di rialzarmi e "tenere la testa occupata" con il lavoro ma la testa e i pensieri sono sempre li...quella che mi sto costruendo intorno è una corazza, far vedere alla gente che mi sta intorno che "va tutto bene" è un modo come un altro per rispettare e tenere mio il mio dolore. Ho cercato e trovato la forza di reagire per mio marito, vedevo nei suoi occhi tanta preoccupazione e sofferenza e non mi potevo e non mi posso perdonare di procurargli altro dolore oltre a quello che gia affrontiamo insieme. Tutti non fanno altro che dirmi che è una questione di tempo, bah non so vedremo. So solo che al momento per me si è tutto fermato.
Grazie ancora di cuore. Ricambio il tuo abbraccio con uno ancora più grande e forte.

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