PROPOSTE PER LDM DI SETTEMBRE
Vino, patate e mele rosse di Joanne Harris
Anche il vino può avere delle storie da raccontare, a chi sa ascoltarlo. La strana alchimia della fermentazione alcolica cattura segreti, progetti, amori, tradimenti... Specie se i vini sono magici come quelli che produce Joe Cox con patate, mele rosse e altri frutti misteriosi. Sono questi i sapori e i profumi protagonisti delle splendide estati trascorse da Jay Mackintosh nel sud della Francia quand'era bambino, e che Jay torna a cercare ora che - scrittore trentacinquenne alle prese con un libro che non decolla e un rapporto amoroso che si sta sfasciando - decide di abbandonare Londra per trasferirsi proprio nel paesino francese dei suoi ricordi, in una fattoria circondata di giardini dove sembra ancora aleggiare la presenza del vecchio Joe... Inizia così il viaggio di Jay alla ricerca di sé stesso e dell'amore: a guidarlo sarà Marise, la donna che il destino gli ha fatto incontrare
Room. Stanza, letto, armadio, specchio di Emma Donoghue
Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori... Il romanzo che ha ispirato il film "Room".
L'assassino cieco di M. Atwood
"Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura precipitò con l'auto giù da un ponte." Sono queste le prime parole, semplici ma inquietanti, con cui Iris Chase, la voce narrante del romanzo, decide, a ottantadue anni, di raccontare le tormentate vicende della sua famiglia nell'arco di quasi un secolo. Ma sin dall'inizio il racconto di Iris viene interrotto dagli stralci di un altro romanzo, una scabrosa storia d'amore scritta dalla sorella tragicamente morta e pubblicata postuma con enorme successo: "L'assassino cieco". Il protagonista del romanzo, un uomo in fuga, inventa per la sua amante una storia di fantascienza su un pianeta inverosimile, dando, così, vita a un terzo livello narrativo.
La casa della Moschea di Kader Abdollah
Da secoli la famiglia di Aga Jan, ricco mercante di tappeti e capo del bazar, ha legato i suoi destini alla moschea di Senjan, nel cuore della Persia. La dimora adiacente alla moschea è pervasa da miti e antiche tradizioni, immagine armoniosa di una società che sta per essere attraversata dagli sconvolgimenti del presente, come fa presagire la massa di formiche che invade il cortile della casa nell'incipit del romanzo. Il piccolo centro religioso di Senjan rischia di rimanere lontano sia dalla modernizzazione filo-occidentale imposta dallo scià che dall'intransigente reazione oscurantista che si prepara nella roccaforte degli ayatollah di Qom. Proprio da Qom arriva un giorno il giovane imam Ghalghal, per prendere in moglie Seddiq, figlia dell'imam Alsaberi e, quando questi muore accidentalmente sarà lui a sostituirlo. Se dapprima sembra che la moschea abbia finalmente trovato una guida forte, all'entusiasmo succede presto lo sgomento: le sue parole si fanno sempre più arroganti e tentano di sfociare nell'azione violenta, quando Farah Diba, moglie dello scià e immagine dell'emancipazione femminile, arriva in città per inaugurare un cinema e si trova assediata da una folla sobillata da Ghalghal, che dopo la mancata sommossa, sfugge alla polizia e raggiunge Khomeini per preparare la rivoluzione dall'esilio. Sospesa tra un mitico passato e un drammatico presente, il romanzo è un cuore pulsante di vite e di storia, da cui si osservano gli eventi che cambieranno il volto dell'Iran.
Heidi di Francesco Muzzopappa
Hotel da incubo, Malattie imbarazzanti, Non sapevo di essere incinta e Sepolti in casa non bastano. Ormai la tv chiede sempre nuovi format, sempre più paradossali, sempre più surreali. Succede anche in Videogramma, un'azienda di contenuti in cui da anni lavora Chiara, trentacinquenne milanese, direttrice casting, single, irrisolta, piena di paure e ossessioni. Il nuovo capo, detto lo Yeti, chiamato anche per operare dei tagli, costringerà tutti i dipendenti a proporre format innovativi, pena il licenziamento immediato. Ma la situazione per Chiara si complica quando suo padre, Massimo Lombroso, un vecchio critico letterario del «Corriere della Sera» malato di demenza selettiva, viene cacciato dall'ospizio in cui è ricoverato perché ormai ingestibile. In attesa di trovare una nuova sistemazione, Chiara lo terrà in casa con sé. La convivenza però non sarà facile: lui la scambia da sempre per Heidi, il cartone animato che seguivano insieme quando lei era piccola. Tutto il suo mondo è popolato di caprette, monti e Peter. E Peter verrà ribattezzato anche il ragazzo trovato da Chiara per stare col padre quando lei è al lavoro, un giovane premuroso e preparatissimo che si prenderà cura dell'uomo fino a diventare insostituibile. Quando Chiara si troverà in difficoltà alla Videogramma, per le pressanti e impossibili richieste dello Yeti, sarà proprio questa sua nuova strampalata famiglia a darle una mano e, come per magia, tutto si risolverà per il meglio, non senza inaspettati e imprevedibili sviluppi.
Il club degli inguaribili ottimisti di Jean-Michel Guenassia
PRIX GONCOURT DES LYCÉENS 2009
Parigi, 1959. Sono anni vertiginosi: la Seconda guerra mondiale è finita da troppo poco tempo per essere Storia, la guerra d’Algeria segna le vite dei francesi d’oltremare. Michel Marini, undici anni, figlio di immigrati italiani, esce dall’infanzia e si affaccia a un’adolescenza inquieta e piena di emozioni.Vagabonda per il quartiere, si ritrova con gli amici a giocare a calcio balilla; un giorno entra in un bistrò, il Balto. È attratto da una stanza sul retro dove si ritrova un gruppo di uomini, che parlano un francese a volte approssimativo e portano dentro di sé storie e passioni sconosciute. Sono profughi dei Paesi dell’Est, uomini traditi dalla Storia, ma visionari che ancora credono nel comunismo. Incorreggibili ottimisti. Frequentare il Balto vuol dire scoprire il mondo. Michel cresce con Igor, Leonid, Imré, Pavel, Tibor, Sasha; impara a conoscere l’amicizia, l’amore, la complessità degli ideali. Nel retro di un bistrò si litiga, si beve, si gioca a scacchi, si raccontano barzellette su Stalin, si offre se stessi e le proprie storie, storie terribili di esilio che si intrecciano sullo sfondo di un decennio epocale, tra filosofia e rock’n’roll, Sartre e Kessel, la conquista dello spazio e l’inizio della Guerra fredda. Nella tradizione del grande romanzo francese, un affresco indimenticabile di un’epoca. Un libro di cui, una volta iniziato, non si può più fare a meno, capace di trascinare e di suscitare emozioni intense, e che lascia pieni di nostalgia per i suoi eroi.