IO NON SAPEVO NEPPURE CHE STESSE FACENDO LA ICSI, MA LEI HA SAPUTO CHE ELETTRA E TOMMASO SONO STATI CONCEPITI COSì ED ALLORA HA PRESO CORAGGIO ED E' VENUTA A CONFIDARSI CON ME.
MI HA FATTO TANTA TENEREZZA, MI SONO RIVISTA IO NEL 2004, DOPO IL PRIMO TENTATIVO FALLITO, CON TUTTI I MIEI MILLE DUBBI ED INCERTEZZE, CON LA MIA RABBIA CHE ERA TALMENTE FORTE CHE AVREI VOLUTO ESPLODERE, CON I MIEI SOGNI DI ESSERE MADRE.
SONO ANDATA A SCARTABELLARE TRA I MIEI FOGLI CONTENUTI GELOSAMENTE NELLA CARTELLA "PMA", PER DARLE DEI RIFERIMENTI NUOVI A CUI RIVOLGERSI, ED IN MEZZO A QUEI FOGLI HO TROVATO UNA POESIA, SCRITTA DA UN UOMO PROPRIO NEL 2004, E DEDICATA A TUTTE LE DONNE CHE INTRAPRENDONO QUESTA DIFFICILISSIMA E DURISSIMA STRADA.
ED IO LA VOGLIO DEDICARE A VOI, CON L'AUGURIO CHE IL 2008 POSSA PORTARVI QUEI BIMBI CHE TANTO DESIDERATE.



A voi, madri di bimbi mai nati,
voi che avete i valori sballati,
voi coi mille esami falliti,
con i mille verdetti spietati,
con i pianti, le crisi, i perché
(perché io? Perché proprio a me?),
voi che avete riserve d’amore
confinate nel fondo del cuore,
voi che un sogno ostinato inseguite,
voi che forse le altre invidiate,
quelle che vanno oggi all’altare
e tra un anno potran battezzare
un sanissimo, dolce bebè
senza ansie e senza perché;
voi che avete mariti avviliti
con gli spermatozoi decimati,
che non han fatto niente di male
per subire un tampone uretrale…;
voi con farmaci, flebo, iniezioni,
con massicce ovostimolazioni,
con il Gonal e con l’Enantone,
col profasi e col progesterone,
con bitorzoli oleosi nel c**o,
col problema di dirlo o non dirlo,
perché no, non è bello saperlo;
col nascondersi, con l’inventare,
col tentare e col ritentare,
con la stupida assurda vergogna
col sentirsi anche esposte alla gogna;
voi che al transfer siete arrivate
e poi ansiose i giorni contate
con isteriche scaramanzie
pessimismi, idiosincrasie,
e poi muore ogni sogno felice
quando ancora il verdetto vi dicembre
che per strada son persi i pulcini;
ecco, tutti vi sono “vicini”,
ma vorreste buttar tutto al vento,
siete stufe di questo tormento.
Tanti medici da consultare,
tante diagnosi da digerire,
tante ore rubate alla vita
e la tasca che ormai s’è svuotata.
A voi, mamme di bimbi mai nati,
tanto amati e desiderati,
a voi figlie di un Dio un po’ distratto,
che può dire un amico un po’ matto?
Un finale ottimista s’impone,
qui bisogna pensar cose buone.
Non mollate, non vi scoraggiate,
e lottate, lottate, lottate;
e tenetevi tutte per mano.
Che quel giorno non sia più lontano;
quel bellissimo giorno vicino
in cui avrete il vostro bambino;
lo terrete stupite per mano
e ormai l’incubo sarà lontano.