Ragazze, ho bisogno del vostro aiuto.
Una cara persona inglese mi ha fatto una domanda sulla legge italiana, ma e' troppo specifica, e ora chiedo aiuto a tutti gli avvocati e i consulenti del lavoro del forum per darmi una risposta, se possibile.
Allora, questa persona e' stata contattata da una compagnia italiana, che vuole iniziare a vendere i loro prodotti (softwares) anche nel mercato britannico. Siccome il mio amico aveva avuto contatti con loro quando l'anno scorso lavorava per un'altra compagnia (inglese)che ora e' stata sciolta, gli hanno proposto di lavorare con loro, da londra, da casa sua. In pratica lui dovrebbe espandere il loro business in UK, trovare nuovi clienti e vendere. Questa compagnia, al momento, non ha altri impiegati a londra, non ha una filiale. Lui sarebbe l'unico.
Ora, all'inizio avevano detto che sarebbe stato "dipendente" ora invece hanno detto che sarebbe consultant, consulente, anche se comunque sarebbe permanente (con due mesi di preavviso se viene licenziato).
Il mio amico si chiede:
- la loro azione e' legale nell'impiegarmi come consulente permanente invece di impiegato dipendente per evitare di pagare contributi?
- se loro mi prendessero come dipendente, pagherebbero meno contributi considerando che lui non vive in italia?
Mi auguro che sia chiaro.
Grazie tante x ogni risposta che mi darete!
Barbara
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Impiegato come dipendente o consulente? Aiuto a tutte, please!
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BarbyLondra
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Impiegato come dipendente o consulente? Aiuto a tutte, please!
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Re: Impiegato come dipendente o consulente? Aiuto a tutte, please!
Io non ho capito perché ritiene che il rapporto di lavoro, o di collaborazione, debba essere regolato dalla legge italiana. Secondo me, poiché la prestazione si svolge in territorio britannico, pur essendo il datore di lavoro italiano, il rapporto dovrebbe essere regolato dalla legge del luogo in cui si svolge la prestazione, quindi la Gran Bretagna.
Comunque, per rispondere ai suoi quesiti:
1) sì, è legale, se il rapporto si configura effettivamente come un rapporto di consulenza o collaborazione in libera professione o assimilato. Se, invece, è possibile provare l'intento elusivo, è ovviamente illegittimo. Però...attenzione, se è un rapporto di consulenza si paga un tot lordo e basta, niente contributi, quelli sono interamente a carico del consulente.
2) a questo non so rispondere, deve passare un sonsulente del lavoro...mi viene da dire che, proprio per quello che dicevo all'inizio, poiché il rapporto si svolge all'estero e non si applica la legge italiana, non vi è nemmeno l'obbligo di pagare contributi all'INPS, ma al limite al corrispondente ente britannico, se esiste.
Comunque, per rispondere ai suoi quesiti:
1) sì, è legale, se il rapporto si configura effettivamente come un rapporto di consulenza o collaborazione in libera professione o assimilato. Se, invece, è possibile provare l'intento elusivo, è ovviamente illegittimo. Però...attenzione, se è un rapporto di consulenza si paga un tot lordo e basta, niente contributi, quelli sono interamente a carico del consulente.
2) a questo non so rispondere, deve passare un sonsulente del lavoro...mi viene da dire che, proprio per quello che dicevo all'inizio, poiché il rapporto si svolge all'estero e non si applica la legge italiana, non vi è nemmeno l'obbligo di pagare contributi all'INPS, ma al limite al corrispondente ente britannico, se esiste.
24.10.07
*MDlegalmente riconosciuta*
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