Dedicato alle mamme in attesa...
Inviato: 26 set 2007, 10:27
Una cosa scritta tempo fa e più volte pubblicata, ma mi piace sempre dedicarla alle mamme con la pancia
C’era una volta un pensiero, sulla Luna, un pensiero colorato come un arcobaleno.
Erano le idee di una mamma e di un papà che lo avevano formato.
Aveva suoni, quel pensiero, e risposte a mille domande.
Non aveva ancora un corpo, era una nuvola di energia e di bellezza ma non aveva peso.
Era accarezzato e dipinto, disegnato e ritoccato, evocato, voluto, amato e sognato.
Stava lì, senza fisicità, a pensare che, forse, con un corpo avrebbe potuto fare tante cose che nel suo stato attuale non erano concesse.
E qualcosa successe, e quel pensiero si preparò a diventare anche corpo.
Sapeva di dovere essere due prima di divenire uno e poi di dovere dividersi e ancora dividersi per crescere e sopravvivere… tanta fatica lo aspettava.
Sentiva intorno a sé una grande agitazione, percepiva tumulti di pensieri che galoppavano intorno a lui che lo ridefinivano e lo calcolavano.
Il pensiero colorato di arcobaleno, che là sulla Luna, era circondato solo da cose belle e da dolci parole, stava scendendo giù verso un vortice che un po’ lo spaventava.
I colori che lo avevano vestito non erano più così vivi, tutto era diventato più buio.
Doveva diventare unico e reale, acquisire un’identità che ancora non conosceva e che nessuno conosceva. Diventava qualcuno e non qualcosa, perdeva i colori e acquistava un corpo. Che strano… Il diritto di essere gli aveva fatto perdere le sue 1000 forme, quelle che gli avevano regalato le idee di mamma e papà e dei nonni e di quelli che lo avevano pensato e voluto.
Solo una forma gli era concessa, la sua vera forma, quella che dovevano imparare a conoscere anche gli altri.
Così, una volta riconosciuto come unico e vero, avrebbe ripreso tutti i colori dell’arcobaleno.
C’era una volta un pensiero, sulla Luna, un pensiero colorato come un arcobaleno.
Erano le idee di una mamma e di un papà che lo avevano formato.
Aveva suoni, quel pensiero, e risposte a mille domande.
Non aveva ancora un corpo, era una nuvola di energia e di bellezza ma non aveva peso.
Era accarezzato e dipinto, disegnato e ritoccato, evocato, voluto, amato e sognato.
Stava lì, senza fisicità, a pensare che, forse, con un corpo avrebbe potuto fare tante cose che nel suo stato attuale non erano concesse.
E qualcosa successe, e quel pensiero si preparò a diventare anche corpo.
Sapeva di dovere essere due prima di divenire uno e poi di dovere dividersi e ancora dividersi per crescere e sopravvivere… tanta fatica lo aspettava.
Sentiva intorno a sé una grande agitazione, percepiva tumulti di pensieri che galoppavano intorno a lui che lo ridefinivano e lo calcolavano.
Il pensiero colorato di arcobaleno, che là sulla Luna, era circondato solo da cose belle e da dolci parole, stava scendendo giù verso un vortice che un po’ lo spaventava.
I colori che lo avevano vestito non erano più così vivi, tutto era diventato più buio.
Doveva diventare unico e reale, acquisire un’identità che ancora non conosceva e che nessuno conosceva. Diventava qualcuno e non qualcosa, perdeva i colori e acquistava un corpo. Che strano… Il diritto di essere gli aveva fatto perdere le sue 1000 forme, quelle che gli avevano regalato le idee di mamma e papà e dei nonni e di quelli che lo avevano pensato e voluto.
Solo una forma gli era concessa, la sua vera forma, quella che dovevano imparare a conoscere anche gli altri.
Così, una volta riconosciuto come unico e vero, avrebbe ripreso tutti i colori dell’arcobaleno.