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Prima, durante e dopo la gravidanza
Cicogna spelacchiata: il primo passettino
- winniepooh
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
claudia ha sofferto tanto...troppo...ma credo che in cuor suo sapeva che prima o poi avrebbe vinto lei, contro la sfortuna che le negava questa gioia
sono due gg che hanno telefoni i telefoni staccati, immagino la gioia della famiglia sia di lei che di mario
immagino l'ansia della prima nottata insieme a gaia...
mamma mia ci conosciamo da 20 anni...è questo è stato credo uno dei momenti più belli che ho condiviso con le mie amiche...
sono due gg che hanno telefoni i telefoni staccati, immagino la gioia della famiglia sia di lei che di mario
immagino l'ansia della prima nottata insieme a gaia...
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scimmietta-vim-scontrinata® desaparecida
e rideremo ancora, come sempre come ora gli angeli vivono in cielo ma tu resta qua con me...pierdavide [/color][/i]
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- swan95
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Scusa dreamy se invado il tuo spazio....
mamma mia che cosa ho letto...mi sono commossa proprio...
grazie winniepooh di averci raccontato questa storia a lieto fine...atanti auguri alla piccolla e ai suoi genitori!!!
Swan
mamma mia che cosa ho letto...mi sono commossa proprio...
grazie winniepooh di averci raccontato questa storia a lieto fine...atanti auguri alla piccolla e ai suoi genitori!!!
Swan

winniepooh ha scritto:claudia ha sofferto tanto...troppo...ma credo che in cuor suo sapeva che prima o poi avrebbe vinto lei, contro la sfortuna che le negava questa gioia
sono due gg che hanno telefoni i telefoni staccati, immagino la gioia della famiglia sia di lei che di mario
immagino l'ansia della prima nottata insieme a gaia...
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dal 25 giugno 2013 siamo in Italia e siamo FAMIGLIA!!!
...il 6 febbraio 2008 un piccolissimo incantesimo si è rotto...avremo di nuovo questo dono???...
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- fioccorosa
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
lo capisco perfettamente...........dreamyeyes ha scritto:
Da qualche tempo è sempre piu' forte l'idea che se dovessi (impossibile) rimanere incinta naturalmente in questo periodo ci rimarrei male...
- fioccorosa
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
grazia67 ha scritto:cara dream......forse te lo avevo già scritto...ma anche a me era successa la stessa cosa........se fossi rimasta incinta...mi asrebbe sembrato di tradire un bimbo che da qualche parte mi aspettava...

mi fate commuovere..........è quello che è successo a me!
ringrazio il cielo e tutte le stelle per avermi dato Greta ma quel bimbo (bimba) è ancora nel mio cuore

- fioccorosa
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Winnie...credevo che la storia di Mario, Claudia e Gaia fosse tratta da un libro........che bello! 

- sun
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
eccomi qua per gli aggiornamenti quotidiani
la storia di Gaia mi ha fatto davvero commuovere
e poi volevo chiedervi se siete sicure del fatto che gravidanza "naturale"= rimandare l'adozione...
no perchè io sarei ancora dell'idea di iniziare le pratiche per adottare un bimbo...visti soprattutto i tempi
, ma a questo punto non so che fare...e poi mi è venuto in mente che tempo fa qualcuno (chi?????
)mi ha detto che se uno è già genitore "bio" è più difficile adottare un altro bimbo...ma sarà vero?

la storia di Gaia mi ha fatto davvero commuovere

e poi volevo chiedervi se siete sicure del fatto che gravidanza "naturale"= rimandare l'adozione...
no perchè io sarei ancora dell'idea di iniziare le pratiche per adottare un bimbo...visti soprattutto i tempi


SARA (23.07.2005 4.290 kg per 55 cm) e MATTEO (28.08.2009 3.670 kg per 51 cm)
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- grazia67
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
ciao...noi quando abbiamo iniziato i colloqui avevamo fatto presente che per i primi tempi avremmo continuato a tentare di avere un bimbo......loro ci avevano detto che se fosse successo avremmo dovuto subito avvisarle....per bloccare il tutto......su un'altro forum...invece ho incontrato una volta una mamma...che è andata a prendere il suo bimbo ado con il pancione....ma non so come abbia fatto....perchè in teoria devi informare subito......a meno che...ma questo lo penso io....non ci sia già un abbinamento di mezzo.... 

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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
winniepooh, mi è venuta la pelle d'oca a leggere il tuo racconto
Grazie grazie grazie grazie per aver voluto raccontare questa bellissima storia nel mio post, sono sicura che, insieme alle altre che sono state scritte prima della tua, ci porteranno tantissima fortuna
Allora bimbe, uff! che rabbia! ho tante cose da fare in ufficio e non potrò dilungarmi a raccontare.
Ieri ultimo incontro con il dr. Camiolo, giudice onorario del Tribunale dei Minori di Milano e psicologo esperto in adozione internazionale.
Come potete ben immaginare, appena ho potuto ZAC! gli ho sparato la domandina sulla gravidanza in corsa per l'adozione.
Ha detto che NON c'è nessuna legge italiana, né alcuna indicazione nella convenzione dell’Aja che obbliga la coppia a dare comunicazione riguardo l’eventuale gravidanza biologica
PERO'
ha aggiunto che è prassi e uso, ma soprattutto questione di buonsenso, sentirsi obbligati a dare comunicazione.
Abbiamo parlato delle differenze tra bambini che arrivano da culture diverse. Qualcuno ha chiesto se, in base al Paese di provenienza, ci sono bambini migliori o peggiori.
Il dr. Camiolo ci ha fatto l’esempio di una delegazione andata a visitare i bambini di un istituto rumeno e quella andata a visitare i bambini di un istituto brasiliano.
Allora, istituto rumeno, estrema periferia, caseggiato grigio, all’interno immense sale con soffitti altissimi, lampadari che riescono a malapena ad illuminare gli stanzoni.
Entrano circa 800 bambini, di diverse età, schierati come soldatini, in un silenzio irreale.
Alle pareti ci sono armadi a vetro all’interno dei quali c’è una quantità incredibile di giocattoli inviati da enti, intatti, chiusi con i lucchetti per impedire ai bambini di usarli e rovinarli.
All’improvviso si leva un canto, una marcetta, che va avanti per un abbondante quarto d’ora annoiando a morte i presenti.
Finita la marcetta i bambini escono dal salone in assoluto e completo silenzio.
Istituto brasiliano, la delegazione viene ricevuta all’interno di un giardino di palme in cui ci sono tante piccole casette colorate, in ognuna delle casette dorme una ventina di bimbi.
Ci sono colori e profumi ovunque e i bambini giocano a pallone a piedi nudi sui sassi.
Nessuno dei bimbi si preoccupa di accogliere la delegazione, un sorriso o una bestemmia non fanno differenza, sicuramente a nessuno di loro passa nemmeno per l’anticamera del cervello di lasciare il gioco per andare a porgere i saluti.
Quindi: il bambino rumeno sarà con tutta probabilità un bambino fin troppo tranquillo e quieto mentre il bambino brasiliano sarà un bambino vivace ed esuberante.
Sono entrambi comunque eccessi, non c’è il bambino migliore o il peggiore, entrambi i bambini sono stati segnati dall’abbandono e il modello culturale in cui sono cresciuti non ha fatto altro che mettere una maschera dietro la quale c’è sempre nascosto un grande dolore.
A questo punto si è cominciato a parlare della situazione dei bambini brasiliani, quelli nati nelle favelas. Centinaia e centinaia di persone e bambini che non esistono, nel senso che la loro nascita non è mai stata registrata.
Ci ha fatto l’esempio di Pedro.
Pedro è un bambino di tre anni nato nelle favelas. Un giorno, insieme ai fratellini e agli amichetti, si fa beccare dalla polizia mentre cerca di borseggiare alcuni turisti italiani.
Pedro viene portato in centrale e nonostante sia così piccolo sa già benissimo che non deve dire nemmeno una parola sulla sua provenienza.
Un poliziotto comincia a interrogare il bambino: “chi sei? Come ti chiami? Quanti anni hai?”, questa sfilza di domande potrà andare avanti per ore ma il bambino resterà in silenzio.
A un certo punto il poliziotto chiede a quello che sta verbalizzando “come si chiama tuo nipote?” e l’altro “Pablo”
Il poliziotto si gratta la testa: “vediamo un po’.. uhmm.. quanti anni potrà avere?.. quando è nata la figlia del tuo vicino?” e l’altro “è nata il 15 dicembre del 2006”
Bastano queste poche frasi e il destino di Pedro si è compiuto.
Viene affisso un avviso alla cittadinanza: “E’ stato trovato un bambino di nome Pablo nato il 15.12.2006, i genitori o i parenti potranno mettersi in contatto con le autorità ai seguenti numeri…”
Dopo un mese, o forse molto meno, constatato che nessuno dei genitori e dei parenti si è fatto vivo, anche perchè nessuno cerherà un bimbo che si chiama Pablo nato il 15 dicembre del 2006.... Pedro viene dichiarato in stato di abbandono e quindi adottabile.
Pablo verrà adottato da una famiglia che non saprà mai che il loro bambino si chiama Pedro, che non compie gli anni in quella data, ma soprattutto e drammaticamente non sapranno mai il vissuto di quel bambino perché Pedro non lo racconterà mai e sarà proprio con quel vissuto che noi genitori dovremo, prima o poi, fare i conti.

Grazie grazie grazie grazie per aver voluto raccontare questa bellissima storia nel mio post, sono sicura che, insieme alle altre che sono state scritte prima della tua, ci porteranno tantissima fortuna

Allora bimbe, uff! che rabbia! ho tante cose da fare in ufficio e non potrò dilungarmi a raccontare.
Ieri ultimo incontro con il dr. Camiolo, giudice onorario del Tribunale dei Minori di Milano e psicologo esperto in adozione internazionale.
Come potete ben immaginare, appena ho potuto ZAC! gli ho sparato la domandina sulla gravidanza in corsa per l'adozione.

Ha detto che NON c'è nessuna legge italiana, né alcuna indicazione nella convenzione dell’Aja che obbliga la coppia a dare comunicazione riguardo l’eventuale gravidanza biologica
PERO'
ha aggiunto che è prassi e uso, ma soprattutto questione di buonsenso, sentirsi obbligati a dare comunicazione.
Abbiamo parlato delle differenze tra bambini che arrivano da culture diverse. Qualcuno ha chiesto se, in base al Paese di provenienza, ci sono bambini migliori o peggiori.
Il dr. Camiolo ci ha fatto l’esempio di una delegazione andata a visitare i bambini di un istituto rumeno e quella andata a visitare i bambini di un istituto brasiliano.
Allora, istituto rumeno, estrema periferia, caseggiato grigio, all’interno immense sale con soffitti altissimi, lampadari che riescono a malapena ad illuminare gli stanzoni.
Entrano circa 800 bambini, di diverse età, schierati come soldatini, in un silenzio irreale.
Alle pareti ci sono armadi a vetro all’interno dei quali c’è una quantità incredibile di giocattoli inviati da enti, intatti, chiusi con i lucchetti per impedire ai bambini di usarli e rovinarli.
All’improvviso si leva un canto, una marcetta, che va avanti per un abbondante quarto d’ora annoiando a morte i presenti.
Finita la marcetta i bambini escono dal salone in assoluto e completo silenzio.
Istituto brasiliano, la delegazione viene ricevuta all’interno di un giardino di palme in cui ci sono tante piccole casette colorate, in ognuna delle casette dorme una ventina di bimbi.
Ci sono colori e profumi ovunque e i bambini giocano a pallone a piedi nudi sui sassi.
Nessuno dei bimbi si preoccupa di accogliere la delegazione, un sorriso o una bestemmia non fanno differenza, sicuramente a nessuno di loro passa nemmeno per l’anticamera del cervello di lasciare il gioco per andare a porgere i saluti.
Quindi: il bambino rumeno sarà con tutta probabilità un bambino fin troppo tranquillo e quieto mentre il bambino brasiliano sarà un bambino vivace ed esuberante.
Sono entrambi comunque eccessi, non c’è il bambino migliore o il peggiore, entrambi i bambini sono stati segnati dall’abbandono e il modello culturale in cui sono cresciuti non ha fatto altro che mettere una maschera dietro la quale c’è sempre nascosto un grande dolore.

A questo punto si è cominciato a parlare della situazione dei bambini brasiliani, quelli nati nelle favelas. Centinaia e centinaia di persone e bambini che non esistono, nel senso che la loro nascita non è mai stata registrata.
Ci ha fatto l’esempio di Pedro.
Pedro è un bambino di tre anni nato nelle favelas. Un giorno, insieme ai fratellini e agli amichetti, si fa beccare dalla polizia mentre cerca di borseggiare alcuni turisti italiani.
Pedro viene portato in centrale e nonostante sia così piccolo sa già benissimo che non deve dire nemmeno una parola sulla sua provenienza.
Un poliziotto comincia a interrogare il bambino: “chi sei? Come ti chiami? Quanti anni hai?”, questa sfilza di domande potrà andare avanti per ore ma il bambino resterà in silenzio.
A un certo punto il poliziotto chiede a quello che sta verbalizzando “come si chiama tuo nipote?” e l’altro “Pablo”
Il poliziotto si gratta la testa: “vediamo un po’.. uhmm.. quanti anni potrà avere?.. quando è nata la figlia del tuo vicino?” e l’altro “è nata il 15 dicembre del 2006”
Bastano queste poche frasi e il destino di Pedro si è compiuto.
Viene affisso un avviso alla cittadinanza: “E’ stato trovato un bambino di nome Pablo nato il 15.12.2006, i genitori o i parenti potranno mettersi in contatto con le autorità ai seguenti numeri…”
Dopo un mese, o forse molto meno, constatato che nessuno dei genitori e dei parenti si è fatto vivo, anche perchè nessuno cerherà un bimbo che si chiama Pablo nato il 15 dicembre del 2006.... Pedro viene dichiarato in stato di abbandono e quindi adottabile.
Pablo verrà adottato da una famiglia che non saprà mai che il loro bambino si chiama Pedro, che non compie gli anni in quella data, ma soprattutto e drammaticamente non sapranno mai il vissuto di quel bambino perché Pedro non lo racconterà mai e sarà proprio con quel vissuto che noi genitori dovremo, prima o poi, fare i conti.
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E dopo 5 anni di attesa Eva Thanh è con noi!
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- sun
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
insomma..non c'è niente di certo
magari sento qui da me come procedono...tanto passano anni...purtroppo


magari sento qui da me come procedono...tanto passano anni...purtroppo

SARA (23.07.2005 4.290 kg per 55 cm) e MATTEO (28.08.2009 3.670 kg per 51 cm)
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
grazie per i tuoi resoconti Dream...
e povero Pedro-Pablo
ora vi racconto la mia esperienza: una coppia che conosco una ventina di anni fa decide di adottare un bimbo (hanno già 2 figlie bio...le classiche perfettine...e anche loro i classici perfettini
)...arriva un bimbo brasiliano di 10 anni circa...
Tutti felici. Loro, da classica coppia perfetta, iniziano a testimoniare l'esperienza neille scuole e nei vari grupppi (io ero agli scout e sono venuti più volte)...
MA...questo è il grigio nord-est...non il ridente Brasile...il bimbo non si adatta (forse perchè 10 anni di vissuto non sono pochi da "dimenticare")...inizia a rubare...si ribella ai genitori perfettini...
e qualche mese dopo loro LO RIMANDANO IN BRASILE
Io non so come sia possibile una cosa del genere...per me andrebbero puniti e fustigati a vita...
e ogni tanto mi torna in mente quel bimbo...gli ho augurato 1000 volte di aver trovato una famiglia migliore, che lo accettasse per quello che era davvero...

e povero Pedro-Pablo

ora vi racconto la mia esperienza: una coppia che conosco una ventina di anni fa decide di adottare un bimbo (hanno già 2 figlie bio...le classiche perfettine...e anche loro i classici perfettini

Tutti felici. Loro, da classica coppia perfetta, iniziano a testimoniare l'esperienza neille scuole e nei vari grupppi (io ero agli scout e sono venuti più volte)...
MA...questo è il grigio nord-est...non il ridente Brasile...il bimbo non si adatta (forse perchè 10 anni di vissuto non sono pochi da "dimenticare")...inizia a rubare...si ribella ai genitori perfettini...
e qualche mese dopo loro LO RIMANDANO IN BRASILE

e ogni tanto mi torna in mente quel bimbo...gli ho augurato 1000 volte di aver trovato una famiglia migliore, che lo accettasse per quello che era davvero...

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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
ma secondo me esistono differenze di cultura nel mondo dell'adozione...e queste si ripercuotono sui bimbi...ma molto dipende anche dalle single situazioni dei singoli istituti.....dove era Artyom....caseggiato grigio......tristissimo da fuori...ma dentro colori vivacissimi...disegni per bimbi......le camerette erano normal niente di ecezzionale...insomma per quello che abbiamo visto l'istituto di Artyom non era malaccio...molto dipende anche dalla direttrice.......altri invece sono dei veri e propri lagher.......con bimbi costretti a stare in silenzio per ore.....
poi ci sono le case famiglia...ma anche in questo caso....ci sono enormi differenze a seconda di chi gestisce la casa....insomma da chi lo fa solo per soldi.....e chi lo fa per amore dei bimbi.....

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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
grazia67, il dr. Camiolo ha generalizzato per poter fare l'esempio. Sono certa che ci sono casermoni pieni d'amore e altri un pò meno
sun, mi hai fatto venire in mente che lui ha parlato anche del fatto che poco viene investito per formare i bambini. nel senso che le coppie vengono preparati con appositi corsi ma in molto paesi i bambini ricevono pochissima o quasi nulla preparazione. E questo spesso porta ai fallimenti adottivi.
Lui diceva che ci sono bambini che non sono adatti all'adozione... piuttosto a un affido o al massimo all'adozione in una famiglia numerosa che vive in campagna ma non alla famiglia ristretta: papà, mamma e bimbo.
Io non mi permetto di giudicare i genitori di quel bambino brasiliano, bisogna viverle certe esperienze per capire cosa si prova.
Sono sicura che la scelta di rimandare in brasile in bimbo è stata una scelta sofferta.
E a questo proposito mi riallaccio a quello che diceva il dr. Camiolo ieri: moltissimi fallimenti adottivi sono silenziosi. Nel senso che i genitori tirano avanti senza chiedere aiuto, finchè il bimbo copie la maggiore età.... credo siano i fallimenti adottivi piu' brutti e piu' tristi...

sun, mi hai fatto venire in mente che lui ha parlato anche del fatto che poco viene investito per formare i bambini. nel senso che le coppie vengono preparati con appositi corsi ma in molto paesi i bambini ricevono pochissima o quasi nulla preparazione. E questo spesso porta ai fallimenti adottivi.
Lui diceva che ci sono bambini che non sono adatti all'adozione... piuttosto a un affido o al massimo all'adozione in una famiglia numerosa che vive in campagna ma non alla famiglia ristretta: papà, mamma e bimbo.
Io non mi permetto di giudicare i genitori di quel bambino brasiliano, bisogna viverle certe esperienze per capire cosa si prova.

E a questo proposito mi riallaccio a quello che diceva il dr. Camiolo ieri: moltissimi fallimenti adottivi sono silenziosi. Nel senso che i genitori tirano avanti senza chiedere aiuto, finchè il bimbo copie la maggiore età.... credo siano i fallimenti adottivi piu' brutti e piu' tristi...
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
i bimbi spesso non sanno neanche che tu stai arrivando.....Artyom lo ha saputo quella mattina...poco dopo ci ha incontrato....e le uncihe cose che gli ha detto la direttrice sono state....."se tutto va bene...questi signori diventeranno i tuoi genitori"......e solo qualche tempo fa....ha Artyom ha ammesso di aver avuto paura di noi...perchè estranei....perchè parlavamo un'altra lingua....perchè nessuno gli aveva detto niente......



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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Dream e Grazia...avete ragione, i bimbi probabilmente non sono preparati...
ma quello che mi chiedo io è: se ti viene un figlio naturale "delinquente", te lo tieni. Punto e basta...
Se il delinquente è quello adottato, è giusto rimandarlo indietro?
IO credo che ormai sia figlio tuo in tutto e per tutto...e quindi cercherei di fare di tutto, ma escludo il "rispedire il pacco al mittente"...
poi certo bisogna viverle certe situazioni...
ma quello che mi chiedo io è: se ti viene un figlio naturale "delinquente", te lo tieni. Punto e basta...
Se il delinquente è quello adottato, è giusto rimandarlo indietro?
IO credo che ormai sia figlio tuo in tutto e per tutto...e quindi cercherei di fare di tutto, ma escludo il "rispedire il pacco al mittente"...
poi certo bisogna viverle certe situazioni...
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
sun, non è così semplice.. anch'io quando ho cominciato ad affrontare questi temi la pensavo come te.. poi mi sono dovuta ricredere.
Molti fallimenti adottivi hanno alle spalle centinaia di tentativi andati a vuoto e la sofferenza della convivenza forzata c'è solitamente da entrambe le parti.
Poi, è anche vero che ogni caso è a sè, ma non mi sento, oggi come oggi, di condannare...
forse sbaglio... non so... ma credo che quando un legame così forte si spezza si soffre a dismisura e la ferita non si rimarginerà mai piu'..

Molti fallimenti adottivi hanno alle spalle centinaia di tentativi andati a vuoto e la sofferenza della convivenza forzata c'è solitamente da entrambe le parti.
Poi, è anche vero che ogni caso è a sè, ma non mi sento, oggi come oggi, di condannare...
forse sbaglio... non so... ma credo che quando un legame così forte si spezza si soffre a dismisura e la ferita non si rimarginerà mai piu'..

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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Mamma mia bimbe, che bello che è questo post!
Non solo Dreamy ci rende partecipi del suo percorso ma anche voi arricchite queste pagine con le vostre esperienze, i vostri dubbi e le vostre paure.
Tutte cose che ho provato anch'io nel mio, seppur breve, percorso adottivo e che ancora mi chiedo oggi...se mai un giorno riprenderemo in mano la cosa...
Grazia, quello che hai raccontato di Artyom è veramente triste!
Ma come si fa ad avvisare un bimbo che avrà 2 genitori nel momento stesso che li conosce?
Povera stella, per forza ha avuto paura di voi
Sul discorso degli istituti lager ne abbiamo parlato molto anche al corso che ho fatto io e veniva puntato proprio il dito verso istituti della RUssia, Bielorussia e paesi dell'Est.
La psicologa diceva che generalmente l'età media dei bambini adottabili in questi paesi è alta; si tratta di bimbi che hanno sui dieci anni e sicuramente sono segnati dal loro passato ma vivono il presente, l'istituto lager, come la normalità perchè non hanno conosciuto niente di meglio.
A differenza di quello che si può pensare, e questo è sempre quello che riferiva la psicologa, è + "facile" farsi accettare da un bimbo gradicello e che viene da istituti del genere perchè vive la consapevolezza di trovarsi in un ambiente sano e in una famiglia che lo ama.
Non so quanto condivido queste parole.
A me un pò mettevano paura; temevo che un bambino troppo cresciuto e con un suo bagaglio di emozioni trovasse maggiore difficoltà a integrarsi in una famiglia "normale".
Ovviamnete non si può generalizzare e sicuramente quello che è per un istituto non lo è per un altro, pur essendo nello stesso paese, però questa possibilità secondo me esiste.
Noi avevamo in mente i paesi orientali, in particolare la Cambogia; non sò bene perchè ma credo che nelle nostra scelta influisse tanto anche quanto detto sopra.
Non solo Dreamy ci rende partecipi del suo percorso ma anche voi arricchite queste pagine con le vostre esperienze, i vostri dubbi e le vostre paure.
Tutte cose che ho provato anch'io nel mio, seppur breve, percorso adottivo e che ancora mi chiedo oggi...se mai un giorno riprenderemo in mano la cosa...
Grazia, quello che hai raccontato di Artyom è veramente triste!
Ma come si fa ad avvisare un bimbo che avrà 2 genitori nel momento stesso che li conosce?
Povera stella, per forza ha avuto paura di voi

Sul discorso degli istituti lager ne abbiamo parlato molto anche al corso che ho fatto io e veniva puntato proprio il dito verso istituti della RUssia, Bielorussia e paesi dell'Est.
La psicologa diceva che generalmente l'età media dei bambini adottabili in questi paesi è alta; si tratta di bimbi che hanno sui dieci anni e sicuramente sono segnati dal loro passato ma vivono il presente, l'istituto lager, come la normalità perchè non hanno conosciuto niente di meglio.
A differenza di quello che si può pensare, e questo è sempre quello che riferiva la psicologa, è + "facile" farsi accettare da un bimbo gradicello e che viene da istituti del genere perchè vive la consapevolezza di trovarsi in un ambiente sano e in una famiglia che lo ama.
Non so quanto condivido queste parole.
A me un pò mettevano paura; temevo che un bambino troppo cresciuto e con un suo bagaglio di emozioni trovasse maggiore difficoltà a integrarsi in una famiglia "normale".
Ovviamnete non si può generalizzare e sicuramente quello che è per un istituto non lo è per un altro, pur essendo nello stesso paese, però questa possibilità secondo me esiste.
Noi avevamo in mente i paesi orientali, in particolare la Cambogia; non sò bene perchè ma credo che nelle nostra scelta influisse tanto anche quanto detto sopra.
- fioccorosa
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Grazia, scusa ma non ho capito, ma tu hai un bimbo bio e uno ado?
Io ho una bimba bio di 18 mesi e vorrei tanto adottare il secondo.
Mio marito è un pò titubante perchè ha paura di non riuscire a gestire la "diversità" (passatemi il termine, ma non me ne vengono altri) tra i 2 bimbi.
Io ho qualche paura ma sono comunque convinta; vorrei parlarne con uno psicologo che segue questi percorsi adottivi per capire se veramente saremmo in grado di essere dei buoni genitori per entrambi i bambini.
Io ho una bimba bio di 18 mesi e vorrei tanto adottare il secondo.
Mio marito è un pò titubante perchè ha paura di non riuscire a gestire la "diversità" (passatemi il termine, ma non me ne vengono altri) tra i 2 bimbi.
Io ho qualche paura ma sono comunque convinta; vorrei parlarne con uno psicologo che segue questi percorsi adottivi per capire se veramente saremmo in grado di essere dei buoni genitori per entrambi i bambini.
- dreamyeyes
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
anch'io sono come te... nel senso che un bambino molto piccolo credo abbia senz'altro maggiore facilità di adattamento, perchè ha subito meno traumi, di un bambino grandicello...fioccorosa ha scritto:
A differenza di quello che si può pensare, e questo è sempre quello che riferiva la psicologa, è + "facile" farsi accettare da un bimbo gradicello e che viene da istituti del genere perchè vive la consapevolezza di trovarsi in un ambiente sano e in una famiglia che lo ama.
Non so quanto condivido queste parole.
A me un pò mettevano paura; temevo che un bambino troppo cresciuto e con un suo bagaglio di emozioni trovasse maggiore difficoltà a integrarsi in una famiglia "normale".
Mentalmente rifiuto ancora l'idea di adottare un bambino già grande, forse dopo i colloqui cambierò idea (ne dubito

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E dopo 5 anni di attesa Eva Thanh è con noi!
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- fioccorosa
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Guarda Dreamy, credo che nel tuo percorso qualcosa cambierà.
Noi eravamo partiti con l'idea (l'utopia) del neonato, poi sempre + grandicello, poi nella domanda al TdM abbiamo scritto 4 anni. Non so se strada facendo saremmo stati disposti ad alzare ulteriormente questa età ma sicuramente l'idea iniziale non erano 4 anni.
Noi eravamo partiti con l'idea (l'utopia) del neonato, poi sempre + grandicello, poi nella domanda al TdM abbiamo scritto 4 anni. Non so se strada facendo saremmo stati disposti ad alzare ulteriormente questa età ma sicuramente l'idea iniziale non erano 4 anni.
- claxon
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Re: Cicogna spelacchiata: il primo passettino
Credo che l'idea di adottare un bimbo già grande sia proprio quello che mi frena di più, e, siccome potrei adottare un bimbo di minimo 7/8 anni, la cosa mi spaventa molto...dreamyeyes ha scritto:anch'io sono come te... nel senso che un bambino molto piccolo credo abbia senz'altro maggiore facilità di adattamento, perchè ha subito meno traumi, di un bambino grandicello...fioccorosa ha scritto:
A differenza di quello che si può pensare, e questo è sempre quello che riferiva la psicologa, è + "facile" farsi accettare da un bimbo gradicello e che viene da istituti del genere perchè vive la consapevolezza di trovarsi in un ambiente sano e in una famiglia che lo ama.
Non so quanto condivido queste parole.
A me un pò mettevano paura; temevo che un bambino troppo cresciuto e con un suo bagaglio di emozioni trovasse maggiore difficoltà a integrarsi in una famiglia "normale".
Mentalmente rifiuto ancora l'idea di adottare un bambino già grande, forse dopo i colloqui cambierò idea (ne dubito)...
però leggere queste pagine mi riempie di emozione e di tenerezza, chissà, magari cambierò idea in futuro...
