L'uccellino e il prete
Inviato: 8 set 2008, 21:02
Era Agosto ed un povero uccelletto, ferito dalla fionda da un maschietto
andò per riposare l’ala offesa sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale il parroco intravide l’animale
ma pressato dal ministero urgente, rimase intento a confessar la gente.
Mentre in gionocchio alcuni altri a sedere dicevano fedeli le preghiere
una donna, notato l’uccelletto, lo prese al caldo e se lo mise al petto.
D’un tratto un cinguettio ruppe il silenzio e il prete
a quel rumore il ruolo abbandonò di confessore
e scuro in viso peggio della pece si arrampicò sul pulpito e fece:
“Fratelli, chi ha l’uccello, per favore, esca fuori dal tempio del signore”
I maschi, un po’ stupiti a tal parole, lenti si accinsero ad alzar le suole
ma il prete a quell’errore madornale:
“Fermi” Gridò “Mi sono epresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire,
solo chi ha preso l’uccello deve uscire”
A testa bassa con la corona in mano cento donne si alzarono pian piano
ma mentre se ne andavano ecco allora che il parroco strillò:
“Sbagliate ancora, rientrate tutte quante figlie amate che io non volevo dire quel che pensate.
Ecco, quello che ho detto torno a dire, solo chi ha preso l’uccello deve uscire
ma, mi rivolgo, non ci sia sorpresa soltanto a chi l’uccello ha preso in chiesa”.
Finì la frase e nello stesso istante le moncahe s’alzaron tutte quante
e poi in volto, pieno di rossore, lasciavano la casa del Signore.
“O Santa Vergine” Escalmò il buon prete, “Fatemi la grazia se potete”.
Poi “Senza fare rumore, dico, piano piano, si alzi soltanto chi ha l’uccello in mano”.
Una ragazza che con il fidanzato si era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò con il viso smorto:
“Che ti dicevo? Hai visto, se ne è accorto!”.
andò per riposare l’ala offesa sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale il parroco intravide l’animale
ma pressato dal ministero urgente, rimase intento a confessar la gente.
Mentre in gionocchio alcuni altri a sedere dicevano fedeli le preghiere
una donna, notato l’uccelletto, lo prese al caldo e se lo mise al petto.
D’un tratto un cinguettio ruppe il silenzio e il prete
a quel rumore il ruolo abbandonò di confessore
e scuro in viso peggio della pece si arrampicò sul pulpito e fece:
“Fratelli, chi ha l’uccello, per favore, esca fuori dal tempio del signore”
I maschi, un po’ stupiti a tal parole, lenti si accinsero ad alzar le suole
ma il prete a quell’errore madornale:
“Fermi” Gridò “Mi sono epresso male,
rientrate tutti e statemi a sentire,
solo chi ha preso l’uccello deve uscire”
A testa bassa con la corona in mano cento donne si alzarono pian piano
ma mentre se ne andavano ecco allora che il parroco strillò:
“Sbagliate ancora, rientrate tutte quante figlie amate che io non volevo dire quel che pensate.
Ecco, quello che ho detto torno a dire, solo chi ha preso l’uccello deve uscire
ma, mi rivolgo, non ci sia sorpresa soltanto a chi l’uccello ha preso in chiesa”.
Finì la frase e nello stesso istante le moncahe s’alzaron tutte quante
e poi in volto, pieno di rossore, lasciavano la casa del Signore.
“O Santa Vergine” Escalmò il buon prete, “Fatemi la grazia se potete”.
Poi “Senza fare rumore, dico, piano piano, si alzi soltanto chi ha l’uccello in mano”.
Una ragazza che con il fidanzato si era messa in un angolo appartato
sommessa mormorò con il viso smorto:
“Che ti dicevo? Hai visto, se ne è accorto!”.