Io non vado mai ai funerali
Inviato: 8 mar 2010, 21:23
e non ci vado perche' le persone che mi lasciano non le sento mai talmente vicine da concedermi la possibilita' di salutarle nel loro momento piu' intimo, riservato alla famiglia, e da chi davvero gli e' stato vicino nel bene e nel male.
Le penso, spesso ne rimango turbata per giorni, ma il funerale, l'ultimo saluto, lo reputo adatto a chi davvero ha vissuto queste persone con il cuore e con la quotidianita' che te le fa sentire davvero importanti.
Non ci vado tanto per esserci, come spesso accade, non ci vado perche' ho voglia di vedere chi c'e', non ci vado per dovere, e non ci vado per un sacco di altri motivi.
Ma quando ieri ho saputo che lei non c'era piu' e che oggi ci sarebbe stato il suo funerale, ho sentito forte la necessita' di partecipare.
Non mi sono sentita fuori luogo, non mi sono sentita in piu'.
Ho sentito solo la voglia di salutarla, e insieme a lei di salutare una parte di me stessa.
Ho seguito la mia voglia, l'ho accarezzata e assecondata.
E ora sto male, come se se ne fosse andata un'amica importante, un'amica che per 20 anni mi ha accompagnato nella mia vita, nonostante non l'avessi mai piu' rivista.
Lei e' la mia professoressa di italiano.
Una figura discreta, severa, distaccata, rispetto a tutti gli altri professori che durante gli anni del liceo mi hanno formata, ma forse proprio per questo la piu' degna del mio dolore e del mio ricordo.
Durante l'ora della Messa ho rivisto tutta la mia vita di quel periodo e una straziante nostalgia si e' impadronita di me, ancora adesso la sento pulsare forte dentro le mie corde, non so quando, dolcemente, mi abbandonera'.
Lei lascia una ragazzina di 19 anni, avuta tardi, molto tardi, probabilmente aiutata dalla fecondazione assistita, non so, in quel periodo non sapevo neanche cosa fosse, ma ricordo che questo si diceva.
A lei devo le letture tanto amate, Dante e il Manzoni e il Dolce Stil Novo, che ci sapeva spiegare con un'intensita' che ancora adesso mi commuove.
A lei devo la fiducia in me stessa e nella mia capacita' di studiare e di imparare, dopo che, bocciata in prima ragioneria approdai in prima liceo, spaurita, terrorizzata da una nuova sconfitta, a lei che assegno' al mio primo tema del nuovo anno scolastico l'unico 8, e che mi fece tornare a casa volando sulle nuvole.
Lo ricordo come ieri.
Per questo oggi ho voluto esserci, per onorare chi mi ha "salvata" in quel periodo cosi' confuso, per me stessa, per non rinnegare il mio passato e la gioia di quegli anni.
Della nostra classe c'ero solo io, e un po' me ne sono dispiaciuta.
Forse gli altri non l'hanno saputo, forse, forse hanno avuto i miei stessi timori nel partecipare al funerale di una persona che non si incontra da venti anni.
Ma sono sicura che tutti coloro che l'hanno saputo erano li' con me, seppur non fisicamente.
Perche' so la classe che eravamo, e perche' so che per me e tutti i miei compagni, quelli sono stati gli anni piu' belli della nostra vita.
Io oggi l'ho rivista, e ho voluto, teneramente, ricordarglielo.
Le penso, spesso ne rimango turbata per giorni, ma il funerale, l'ultimo saluto, lo reputo adatto a chi davvero ha vissuto queste persone con il cuore e con la quotidianita' che te le fa sentire davvero importanti.
Non ci vado tanto per esserci, come spesso accade, non ci vado perche' ho voglia di vedere chi c'e', non ci vado per dovere, e non ci vado per un sacco di altri motivi.
Ma quando ieri ho saputo che lei non c'era piu' e che oggi ci sarebbe stato il suo funerale, ho sentito forte la necessita' di partecipare.
Non mi sono sentita fuori luogo, non mi sono sentita in piu'.
Ho sentito solo la voglia di salutarla, e insieme a lei di salutare una parte di me stessa.
Ho seguito la mia voglia, l'ho accarezzata e assecondata.
E ora sto male, come se se ne fosse andata un'amica importante, un'amica che per 20 anni mi ha accompagnato nella mia vita, nonostante non l'avessi mai piu' rivista.
Lei e' la mia professoressa di italiano.
Una figura discreta, severa, distaccata, rispetto a tutti gli altri professori che durante gli anni del liceo mi hanno formata, ma forse proprio per questo la piu' degna del mio dolore e del mio ricordo.
Durante l'ora della Messa ho rivisto tutta la mia vita di quel periodo e una straziante nostalgia si e' impadronita di me, ancora adesso la sento pulsare forte dentro le mie corde, non so quando, dolcemente, mi abbandonera'.
Lei lascia una ragazzina di 19 anni, avuta tardi, molto tardi, probabilmente aiutata dalla fecondazione assistita, non so, in quel periodo non sapevo neanche cosa fosse, ma ricordo che questo si diceva.
A lei devo le letture tanto amate, Dante e il Manzoni e il Dolce Stil Novo, che ci sapeva spiegare con un'intensita' che ancora adesso mi commuove.
A lei devo la fiducia in me stessa e nella mia capacita' di studiare e di imparare, dopo che, bocciata in prima ragioneria approdai in prima liceo, spaurita, terrorizzata da una nuova sconfitta, a lei che assegno' al mio primo tema del nuovo anno scolastico l'unico 8, e che mi fece tornare a casa volando sulle nuvole.
Lo ricordo come ieri.
Per questo oggi ho voluto esserci, per onorare chi mi ha "salvata" in quel periodo cosi' confuso, per me stessa, per non rinnegare il mio passato e la gioia di quegli anni.
Della nostra classe c'ero solo io, e un po' me ne sono dispiaciuta.
Forse gli altri non l'hanno saputo, forse, forse hanno avuto i miei stessi timori nel partecipare al funerale di una persona che non si incontra da venti anni.
Ma sono sicura che tutti coloro che l'hanno saputo erano li' con me, seppur non fisicamente.
Perche' so la classe che eravamo, e perche' so che per me e tutti i miei compagni, quelli sono stati gli anni piu' belli della nostra vita.
Io oggi l'ho rivista, e ho voluto, teneramente, ricordarglielo.