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La scuola e il disagio sociale ... lungo

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boffina
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da boffina » 26 nov 2013, 14:19

Lunette ha scritto:Ma ora faccio una domanda, sulla base di ciò che ha scritto Ari e che condivido per altro.

Uno che vuole fare l'insegnante che percorso di studi fa?
Mettiamo che io voglia insegnare matematica.. E ho fatto questa facoltà.
Quindi faccio il concorsone?
E sarò esaminato non solo sulla mia materia, ma anche su pedagogia, psicologia, apprendimento, ecc?? E se sì chi me le insegna queste materie?
Inoltre, se non ho mai fatto una lezione, è previsto un tirocinio?

Io chiedo eh, perché non ne so nulla.

Io sono un'insegnante di lettere, scuola secondaria di primo e secondo grado (ma ho lavorato quasi sempre sulle superiori). Mi sono abilitata con la SSIS, un percorso biennale che prevedeva insegnamenti di psicologia, pedagogia, sociologia, docimologia, legislazione scolastica e didattiche varie, oltre che un tirocinio spalmato su due anni e su più scuole (osservativo il primo anno, attivo nel secondo).
Sulla carta una preparazione perfetta.

MA...
...i docenti dei vari insegnamenti erano tutti docenti universitari, assolutamente avulsi dal modo della scuola e quindi gli esami finivano per essere esami "di contenuto" e non avevano nulla di didattica (per fare un esempio, a detta loro in un'ora di lezione era possibile analizzare un INTERO canto della Divina Commedia in una classe di un Istituto tecnico. Io ho visto, in seguito, che è un'utopia anche riuscire a spiegare 30 versi);

...non ci hanno mai insegnato le cose che poi invece ci sarebbero servite di più, come compilare un registro, ad esempio (che sembra stupido, ma non lo è, ve lo assicuro);

...il tirocinio a scuola lo facevamo con docenti che spesso erano stati "obbligati" a prenderci (per la scuola la convenzione con la SSIS era un vanto) e quindi si verificavano le seguenti scene:
1. docente che ti lascia in classe e va a fare la spesa/in piscina (capitato a me);
2. docente che con gli alunni si diverte a prenderti in giro ponendoti domande di didattica a bruciapelo;
3. docente che non ti considera, neanche fossi trasparente e non risponde, poi, alle domande che fai (necessarie per capire. Ad esempio "perchè ha proposto il tal brano? perchè ha dato due ore invece di una?");
4. docente che si offre di firmarti tutte le 150 ore senza che tu vada affatto (questa l'ho cambiata, per fortuna);
5. docente che dice chiaramente ai ragazzi che la tua unità didattica (al secondo anno) non sarà valutata e quindi mentre tu cerchi di spiegare nessuno prende appunti, segue, studia.

Io ho iniziato a lavorare subito e le prime esperienze sono state durissime.
Alunni, famiglie, colleghi, dirigenti, registri, programmi, esami... Nella realtà le cose sono così complesse e delicate che ci vuole tanta, tantissima pazienza. Bisogna aggiornarsi, studiare, spendere tanti soldi e tempo, lottare contro una burocrazia farraginosa che spesso spegne anche i migliori entusiasmi e non darsi per vinti.
Non è facile, però.

Lo so che da fuori tutto questo non si percepisce, ma non è affatto facile.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da GlassOfMilk » 26 nov 2013, 14:24

boffina, hai tutta la mia solidarietà ma sono sicura che certe cose si percepisco. E te lo dico a ragion veduta per come percepisco gli insegnanti di mia figlia :bacio

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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Lunette » 26 nov 2013, 14:27

Però Boffina la formazione specifica quindi esiste.

Spesso, ho notato, il problema del nostro paese è che manca realmente la prospettiva della pratica e della logica elementare per svolgere un lavoro.

Purtroppo è un male comune!

Per diventare guida turistica ho superato un difficilissimo esame in cui mi sono state chieste cose assurde che mai nessun gruppo mi chiederà.
L'esame è stato fatto senza bibliografia, senza una preparazione pratica (che però io già avevo dato che lavoravo da prima come hostess al porto) con il mero intento di bocciare più candidati possibili, non con la logica del formare nuovi professionisti.

Però so che in Trentino alto adige è diverso ed esistono corsi specifici fatti da gente che è già guida, perché poi il lavoro è per l' 80% di logistica e spostamento e solo una minima parte riguarda le spiegazioni del patrimonio, cose che per altro non interessano a nessuno se sbagli a calcolare i tempi di uno spostamento o non fai una pausa pipì, giusto per dire due cose che sembrano cavolate ma che sono fondamentali.
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da antonella74 » 26 nov 2013, 14:28

Dionaea ha scritto:
Ari ha scritto:lo so antonella, ho seguito la vostra storia e di fronte a simili episodi io rabbrividisco.
Concordo. Soprattutto quello "della zia" è gravissimo, non esiste che venga meno la comunicazione su un caso così delicato.
vi dico che alla riunione, quando la neuropsicomotricista ha parlato della difficoltà del mio bimbo nella scrittura, quanto sia complicato e faticoso per lui scrivere, sono letteralmente cadute dal pero.
Non solo non se ne sono accorte (ed è piuttosto evidente :che_dici ). Ma a quanto pare non hanno letto una mazza delle relazioni che ho portato loro personalmente!

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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da boffina » 26 nov 2013, 14:33

Lunette ha scritto:Però Boffina la formazione specifica quindi esiste.
Nello specifico adesso le SSIS non esistono più, sostituite dai Tirocini Formativi Attivi + Concorso, se non erro.
Quello che volevo dire è che REALMENTE aver frequentato la SSIS non ha aggiunto nulla al mio "essere insegnante" (a parte, forse, allenarmi all'esercizio della pazienza, il che, ora che ci penso, non è poco :risatina: ).
Due pomeriggi con una collega anziana e disponibile mi hanno insegnato molto di più (e la specializzazione è costata cara a me e allo Stato).
Spesso, ho notato, il problema del nostro paese è che manca realmente la prospettiva della pratica e della logica elementare per svolgere un lavoro.
Su questo sono assolutamente d'accordo.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da lalat » 26 nov 2013, 14:55

Boffina a me sembra invece che i tirocini che hai fatto ti siano stati molto utili :risatina:
Comunque la scuola primaria è un passaggio troppo delicato della vita per essere (come è purtroppo) affidato a insegnanti incompetenti o poco empatici. E' diverso avere un'insegnante alle superiori di italiano un po' isterica perché sta divorziando ... (caso che è capitato a me al liceo :risatina: ) ... da adolescente hai più strumenti per "difenderti" ... (passami il termine perché non mi viene in mente altro).
Questa bambina non si rende conto.
Lauras la bambina è perfettamente normale, credimi. A parte averci parlato più volte e averla vista giocare con le compagne in perfetta armonia ti posso anche assicurare che altri bambini di mia conoscenza che hanno davvero dei ritardi cognitivi, riescono a seguire abbastanza bene il programma della scuola primaria, senza le riduzioni drastiche che ho visto essere state fatte a quella bambina.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da GlassOfMilk » 26 nov 2013, 15:00

lalat, ma secondo te se bambina non crea disagi e diciamo come "intelligenza" (passami il termine) non è seconda al resto della classe xchè viene mandata fuori? Perchè non ha la colla?

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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 15:07

Lalat un conto è quello che vedi tu da fuori. Un conto sono le sue capacità logiche e di astrazione, piuttosto che di memorizzazione, di studio o la.maturità affettivo-relazione. Mi spiace ma non hai strumenti a sufficienza per dire che questa bambina è assolutamente nella norma. Sulla diagnosi ci sarà sicuramente scritto per quale motivo ha il sostegno. Qui in Lombardia non darebbero mai il sostegno a una bambina senza difficoltà cognitive solo perché la famiglia è disagiata, a meno che il contesto socioeconomicoculturale della famiglia non sia talmente svantaggiato da avere ripercussioni pesanti sul rendimento della bambina.

Poi che portarla sempre fuori sia sbagliato perché produce isolamento e non inclusione è un punto fermo sul quale non posso che concordare. :sorriso
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da lalat » 26 nov 2013, 15:16

GlassOfMilk ha scritto:lalat, ma secondo te se bambina non crea disagi e diciamo come "intelligenza" (passami il termine) non è seconda al resto della classe xchè viene mandata fuori? Perchè non ha la colla?
Non è questione della colla ... ovviamente ... sono tante cose assieme. Qualsiasi minima difficoltà in un bambino che non ha supporto a casa e che a scuola non viene "seguito" adeguatamente ... diventa una voragine in 4 anni di scuola.
Ti dico come funziona la matematica in classe di mio figlio così ti fai un'idea. La maestra spiega la matematica in classe leggendo (o facendo leggere) il libro di testo. Poi chiama alla lavagna a fare degli esercizi alcuni bambini. Stop. Poi assegna decine e decine di operazioni ed esercizi a casa.
Immagina una bambina che non ha nemmeno una "casa fissa" e che non ha organizzazione di compiti, quaderni, etc ... Io non ho difficoltà ad immaginarla ... Spesso ho difficoltà io che dedico un sacco di tempo ai miei figli. Davide sta facendo i compiti su dei fogli adesso perché ha dimenticato il quaderno di Italiano a scuola e mi sono fatta mandare via e-mail il compito da un'altra mamma.
Esempio stupido ma questa cosa io (ma anche altri genitori) la facciamo non sai quante volte in un anno.
Le lacune, anno dopo dopo si stratificano e se si arriva alle medie così si diventa adolescenti perduti!
Eppure sono certa, che un maestra in gamba, avendo pure qualche ora di sostegno, si riuscirebbe a recuperare pienamente tutto il programma in una quarta e una quinta.
Ma per chi prende comunque lo stipendio a fine mese ... è più facile assegnare delle cose semplificate oppure mettersi in gioco?
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 15:29

Ma sta storia dei quaderni...come funziona da voi? Leggevo anche si là che spesso si dimenticano le cose a scuola e poi non hanno il materiale per fare i compiti.
A noi era la maestra che quando assegnava i compiti distribuiva il quaderno o il libro su cui farli e ce lo faceva mettere subito in cartella.
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da lalat » 26 nov 2013, 15:35

Dionaea ha scritto:a meno che il contesto socioeconomicoculturale della famiglia non sia talmente svantaggiato da avere ripercussioni pesanti sul rendimento della bambina.
Questo è sicuramente il problema, l'ho detto visto che in certi periodi (come sta accadendo attualmente) è affidata ad un'altra famiglia. La situazione è senz'altro grave, su questo non ci piove.
Ma ti dico che ho abbastanza esperienza di altri bambini visti coi miei occhi per dire che è trascurata.
Io ho visto quelle pagine (peraltro scritte bene) dove doveva fare questo esercizio: scrivi i numeri da 1 a 60. Ed è in quarta.
Quando io mi lamentavo che portassero fuori Davide lo scorso anno una maestra di sostegno (assegnata a quella bimba) nella sua ignoranza (nel senso che ignorava proprio che non si potessero portare fuori i bambini e maggior ragione due bambini col sostegno) mi disse "sa io signora prima di farli uscire a giocare pretendo che scrivano almeno la data" :urka
Capisci!!! Me lo veniva pure a dire. :impiccata:
Per lei (e anche per le maestre di ruolo), era normale mandare fuori i bambini col sostegno, perché evidentemente così facevano dalla prima, è per questo che era venuto naturale mandare fuori Davide. Quando ho scritto lettere, minacciato di andare da un magistrato ( :risatina: ), etc ... sono rimaste così :domanda perché davvero per loro era naturale, quasi una prassi che un bambino che aveva il sostegno non avrebbe mai potuto fare il programma come gli altri.
Con alcune insegnanti sono riuscita (tramite libri, incontri tra lei e i terapisti, etc) a instaurare un buon rapporto di collaborazione e sono stata capita. E soprattutto è stato capito Davide.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da GlassOfMilk » 26 nov 2013, 15:39

Ho capito. E' una questione di organizzazione della maestra in classe perchè, vabbè noi siamo in prima, da noi la maestra ha specificatamente chiesto di non far recuperare a casa se i bimbi sono malati perchè il lavoro deve essere svolto in classe (chiaro se si tratta di colorare o cose facili sì, ma spiegare proprio no) e se sono indietro ci pensano loro IN CLASSE.
Però qui non è questione di avere lo stipendio o meno, ma di avere etica del lavoro.

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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da fiona 74 » 26 nov 2013, 15:39

etc ... sono rimaste così perché davvero per loro era naturale, quasi una prassi che un bambino che aveva il sostegno non avrebbe mai potuto fare il programma come gli altri
che incubo!!! lalat un abbraccio!!!
♥·.·♥ F E D E R I C O 18/07/2006 G IO V A N N I 17/04/2008♥·.·♥
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da alessia26 » 26 nov 2013, 16:44

ho leggiucchiato qua e la...
però sento molto vivo l'argomento posto da Lalat, perché pure in classe id mia figlia c'è un bambino, tra l'altro lo conosco dalla materna e ha fatto miglioramenti incredibili, iperattivo, che fatica a stare in classe e attento per più di 30 minuti...
Rebecca mi racconta che dopo la prima mezz'oretta di scuola, appena comincia ad alzarsi e agitarsi un po' e la maestra comincia ad infastidirsi ecco che invita quella di sostegno a farlo uscire e spesso resta fuori anche fino a ora del pranzo...
io capisco che così non c'è una vera organizzazione per questi bambini... non c'è un programma vero e proprio e univoco che la scuola adatti.
Regna "il finchè non disturba resta, quando disturba fuori!"... e oltre al dispiacere per questo bambino, c'è anche il messaggio che si ripercuote su tutta la classe che rimane...
questo messaggio di emarginazione...
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da STEFI@VALERIO » 26 nov 2013, 16:58

alessia26 ha scritto:ho leggiucchiato qua e la...
però sento molto vivo l'argomento posto da Lalat, perché pure in classe id mia figlia c'è un bambino, tra l'altro lo conosco dalla materna e ha fatto miglioramenti incredibili, iperattivo, che fatica a stare in classe e attento per più di 30 minuti...
Rebecca mi racconta che dopo la prima mezz'oretta di scuola, appena comincia ad alzarsi e agitarsi un po' e la maestra comincia ad infastidirsi ecco che invita quella di sostegno a farlo uscire e spesso resta fuori anche fino a ora del pranzo...
io capisco che così non c'è una vera organizzazione per questi bambini... non c'è un programma vero e proprio e univoco che la scuola adatti.Regna "il finchè non disturba resta, quando disturba fuori!"... e oltre al dispiacere per questo bambino, c'è anche il messaggio che si ripercuote su tutta la classe che rimane...
questo messaggio di emarginazione...
Io capisco tutte le difficoltà pratiche, ma mi chiedo anche se i genitori siano regolarmente informati del trattamento riservato al loro figlio (parlo del restare fuori e non assistere alle lezioni sino all'ora di pranzo, non di pause momentanee).

Questo è il punto, perché mi sembra difficile (d'acchito avevo scritto impossibile) che un genitore sappia e contemporaneamente consenta. E se un genitore non viene informato, per me la cosa è doppiamente grave.
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 17:18

Stefi certi genitori non hanno gli strumenti x capire che questo comportamento delle insegnanti è deleterio per il figlio.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da alessia26 » 26 nov 2013, 17:22

STEFI@VALERIO ha scritto:
alessia26 ha scritto:ho leggiucchiato qua e la...
però sento molto vivo l'argomento posto da Lalat, perché pure in classe id mia figlia c'è un bambino, tra l'altro lo conosco dalla materna e ha fatto miglioramenti incredibili, iperattivo, che fatica a stare in classe e attento per più di 30 minuti...
Rebecca mi racconta che dopo la prima mezz'oretta di scuola, appena comincia ad alzarsi e agitarsi un po' e la maestra comincia ad infastidirsi ecco che invita quella di sostegno a farlo uscire e spesso resta fuori anche fino a ora del pranzo...
io capisco che così non c'è una vera organizzazione per questi bambini... non c'è un programma vero e proprio e univoco che la scuola adatti.Regna "il finchè non disturba resta, quando disturba fuori!"... e oltre al dispiacere per questo bambino, c'è anche il messaggio che si ripercuote su tutta la classe che rimane...
questo messaggio di emarginazione...
Io capisco tutte le difficoltà pratiche, ma mi chiedo anche se i genitori siano regolarmente informati del trattamento riservato al loro figlio (parlo del restare fuori e non assistere alle lezioni sino all'ora di pranzo, non di pause momentanee).

Questo è il punto, perché mi sembra difficile (d'acchito avevo scritto impossibile) che un genitore sappia e contemporaneamente consenta. E se un genitore non viene informato, per me la cosa è doppiamente grave.
NI....
nel senso lo sa ma non credo sappia con quale frequenza.
La mamma la vedo da 4anni fuori la scuola, e cmq se non siamo amiche mente aspettiamo l'uscita parliamo...
da quello che percepisco lei non sa bene affrontare la situazione, si sente sempre sotto tiro di tutti, insegnanti e anche altre mamme (che alla materna soprattutto il primo anno era un continuo tuo figlio ha morsicato qua, spinto di là, tirato i capelli,ecc....) e si mortifica molto, tanto da ormai lasciarsi andare a qualsiasi "consiglio" le venga dato, soprattutto dalle insegnanti.
Pensa che fino all'anno scorso non portava mai il figlio ai compleanni perché si imbarazzava poi se "succedeva qualcosa"...
io quindi oltre l'invito, l'anno scorso la chiamai proprio dicendole che a me se veniva faceva piacere.... così sono venuti e inutile dire che è andata benissimo, anche perché la festa in giardino con gonfiabili per un bambino che ama correre è sicuramente più facile che rispetto a stare seduto in un banco 8 ore.

Cmq le insegnati le dicono che così facendo "va bene, X è meglio seguito, X non prende note, ecc ecc" e lei secondo me fa un po' finta di crederci!
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da STEFI@VALERIO » 26 nov 2013, 17:27

Che grandissima tristezza., non mi vengono altri commenti.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da antonella74 » 26 nov 2013, 18:18

alessia26 ha scritto:
STEFI@VALERIO ha scritto:
alessia26 ha scritto:ho leggiucchiato qua e la...
però sento molto vivo l'argomento posto da Lalat, perché pure in classe id mia figlia c'è un bambino, tra l'altro lo conosco dalla materna e ha fatto miglioramenti incredibili, iperattivo, che fatica a stare in classe e attento per più di 30 minuti...
Rebecca mi racconta che dopo la prima mezz'oretta di scuola, appena comincia ad alzarsi e agitarsi un po' e la maestra comincia ad infastidirsi ecco che invita quella di sostegno a farlo uscire e spesso resta fuori anche fino a ora del pranzo...
io capisco che così non c'è una vera organizzazione per questi bambini... non c'è un programma vero e proprio e univoco che la scuola adatti.Regna "il finchè non disturba resta, quando disturba fuori!"... e oltre al dispiacere per questo bambino, c'è anche il messaggio che si ripercuote su tutta la classe che rimane...
questo messaggio di emarginazione...
Io capisco tutte le difficoltà pratiche, ma mi chiedo anche se i genitori siano regolarmente informati del trattamento riservato al loro figlio (parlo del restare fuori e non assistere alle lezioni sino all'ora di pranzo, non di pause momentanee).

Questo è il punto, perché mi sembra difficile (d'acchito avevo scritto impossibile) che un genitore sappia e contemporaneamente consenta. E se un genitore non viene informato, per me la cosa è doppiamente grave.
NI....
nel senso lo sa ma non credo sappia con quale frequenza.
La mamma la vedo da 4anni fuori la scuola, e cmq se non siamo amiche mente aspettiamo l'uscita parliamo...
da quello che percepisco lei non sa bene affrontare la situazione, si sente sempre sotto tiro di tutti, insegnanti e anche altre mamme (che alla materna soprattutto il primo anno era un continuo tuo figlio ha morsicato qua, spinto di là, tirato i capelli,ecc....) e si mortifica molto, tanto da ormai lasciarsi andare a qualsiasi "consiglio" le venga dato, soprattutto dalle insegnanti.
Pensa che fino all'anno scorso non portava mai il figlio ai compleanni perché si imbarazzava poi se "succedeva qualcosa"...
io quindi oltre l'invito, l'anno scorso la chiamai proprio dicendole che a me se veniva faceva piacere.... così sono venuti e inutile dire che è andata benissimo, anche perché la festa in giardino con gonfiabili per un bambino che ama correre è sicuramente più facile che rispetto a stare seduto in un banco 8 ore.

Cmq le insegnati le dicono che così facendo "va bene, X è meglio seguito, X non prende note, ecc ecc" e lei secondo me fa un po' finta di crederci!

mi sento incredibilmente vicina a questa mamma. Ha tutta la mia solidarietà. Io vivo un'ansia davanti alla scuola e devo dire anche grazie alle maestre che stanno gestendo la nostra situazione in modo pessimo (soprattutto nei confronti dei genitori degli altri bambini).

Ed io ho anche il dubbio che mio figlio possa essere mandato fuori dalla classe. Ma come faccio a saperlo? Lui non me lo racconta, perché non mi racconta praticamente nulla. E poi anche se me lo dicesse, non capirei se è uscito per pochi minuti o per due ore, perché per lui il tempo è molto relativo.

Però ultimamente comincio a nutrire questi dubbi, soprattutto con la maestra di religione che è quella che in assoluto lo patisce di più. Seguita a ruota da quella di matematica. Poi anche le altre eh, ma lo nascondono meglio...

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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da alessia26 » 26 nov 2013, 18:49

antonella74 ha scritto:
alessia26 ha scritto:
STEFI@VALERIO ha scritto:
alessia26 ha scritto:ho leggiucchiato qua e la...
però sento molto vivo l'argomento posto da Lalat, perché pure in classe id mia figlia c'è un bambino, tra l'altro lo conosco dalla materna e ha fatto miglioramenti incredibili, iperattivo, che fatica a stare in classe e attento per più di 30 minuti...
Rebecca mi racconta che dopo la prima mezz'oretta di scuola, appena comincia ad alzarsi e agitarsi un po' e la maestra comincia ad infastidirsi ecco che invita quella di sostegno a farlo uscire e spesso resta fuori anche fino a ora del pranzo...
io capisco che così non c'è una vera organizzazione per questi bambini... non c'è un programma vero e proprio e univoco che la scuola adatti.Regna "il finchè non disturba resta, quando disturba fuori!"... e oltre al dispiacere per questo bambino, c'è anche il messaggio che si ripercuote su tutta la classe che rimane...
questo messaggio di emarginazione...
Io capisco tutte le difficoltà pratiche, ma mi chiedo anche se i genitori siano regolarmente informati del trattamento riservato al loro figlio (parlo del restare fuori e non assistere alle lezioni sino all'ora di pranzo, non di pause momentanee).

Questo è il punto, perché mi sembra difficile (d'acchito avevo scritto impossibile) che un genitore sappia e contemporaneamente consenta. E se un genitore non viene informato, per me la cosa è doppiamente grave.
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La mamma la vedo da 4anni fuori la scuola, e cmq se non siamo amiche mente aspettiamo l'uscita parliamo...
da quello che percepisco lei non sa bene affrontare la situazione, si sente sempre sotto tiro di tutti, insegnanti e anche altre mamme (che alla materna soprattutto il primo anno era un continuo tuo figlio ha morsicato qua, spinto di là, tirato i capelli,ecc....) e si mortifica molto, tanto da ormai lasciarsi andare a qualsiasi "consiglio" le venga dato, soprattutto dalle insegnanti.
Pensa che fino all'anno scorso non portava mai il figlio ai compleanni perché si imbarazzava poi se "succedeva qualcosa"...
io quindi oltre l'invito, l'anno scorso la chiamai proprio dicendole che a me se veniva faceva piacere.... così sono venuti e inutile dire che è andata benissimo, anche perché la festa in giardino con gonfiabili per un bambino che ama correre è sicuramente più facile che rispetto a stare seduto in un banco 8 ore.

Cmq le insegnati le dicono che così facendo "va bene, X è meglio seguito, X non prende note, ecc ecc" e lei secondo me fa un po' finta di crederci!

mi sento incredibilmente vicina a questa mamma. Ha tutta la mia solidarietà. Io vivo un'ansia davanti alla scuola e devo dire anche grazie alle maestre che stanno gestendo la nostra situazione in modo pessimo (soprattutto nei confronti dei genitori degli altri bambini).

Ed io ho anche il dubbio che mio figlio possa essere mandato fuori dalla classe. Ma come faccio a saperlo? Lui non me lo racconta, perché non mi racconta praticamente nulla. E poi anche se me lo dicesse, non capirei se è uscito per pochi minuti o per due ore, perché per lui il tempo è molto relativo.

Però ultimamente comincio a nutrire questi dubbi, soprattutto con la maestra di religione che è quella che in assoluto lo patisce di più. Seguita a ruota da quella di matematica. Poi anche le altre eh, ma lo nascondono meglio...
per quanto vale voglio dimostrarti la mia vicinanza, come ho fatto con la mamma di X, che tra e altre cose è pure simpatica, perché riesce a ironizzare pure sulle sue "disgrazie" come quella di cambiare 3 case nel giro di un anno e non per suo volere!!!

Secondo me il problema a scuola non è affrontato, perché io non ho visto che ci sia un"metodo" univoco e uguale per tutti.... ci si deve lasciare andare al "buonsenso" e capacità dell'insegnante....
ma ho già letto che finire il programma entro i termini, e saper gestire una classe nella sua complessità, nella diversità di avere bambini con esigenze ognuno diverse dalle altre è tutto un altro paio di maniche...

ci si lamenta che hanno tolto ore agli insegnanti di sostegno.... ci si dovrebbe lamentare anche che non c'è un progetto serio portato avanti!
*REBECCA* 5/05/2007 *GRETA* 25/11/2009 *RACHELE* 28/06/2017 *maggiolina07*
17/02/09 il mio ricordo indelebile

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