Lunette ha scritto:Ma ora faccio una domanda, sulla base di ciò che ha scritto Ari e che condivido per altro.
Uno che vuole fare l'insegnante che percorso di studi fa?
Mettiamo che io voglia insegnare matematica.. E ho fatto questa facoltà.
Quindi faccio il concorsone?
E sarò esaminato non solo sulla mia materia, ma anche su pedagogia, psicologia, apprendimento, ecc?? E se sì chi me le insegna queste materie?
Inoltre, se non ho mai fatto una lezione, è previsto un tirocinio?
Io chiedo eh, perché non ne so nulla.
Io sono un'insegnante di lettere, scuola secondaria di primo e secondo grado (ma ho lavorato quasi sempre sulle superiori). Mi sono abilitata con la SSIS, un percorso biennale che prevedeva insegnamenti di psicologia, pedagogia, sociologia, docimologia, legislazione scolastica e didattiche varie, oltre che un tirocinio spalmato su due anni e su più scuole (osservativo il primo anno, attivo nel secondo).
Sulla carta una preparazione perfetta.
MA...
...i docenti dei vari insegnamenti erano tutti docenti universitari, assolutamente avulsi dal modo della scuola e quindi gli esami finivano per essere esami "di contenuto" e non avevano nulla di didattica (per fare un esempio, a detta loro in un'ora di lezione era possibile analizzare un INTERO canto della Divina Commedia in una classe di un Istituto tecnico. Io ho visto, in seguito, che è un'utopia anche riuscire a spiegare 30 versi);
...non ci hanno mai insegnato le cose che poi invece ci sarebbero servite di più, come compilare un registro, ad esempio (che sembra stupido, ma non lo è, ve lo assicuro);
...il tirocinio a scuola lo facevamo con docenti che spesso erano stati "obbligati" a prenderci (per la scuola la convenzione con la SSIS era un vanto) e quindi si verificavano le seguenti scene:
1. docente che ti lascia in classe e va a fare la spesa/in piscina (capitato a me);
2. docente che con gli alunni si diverte a prenderti in giro ponendoti domande di didattica a bruciapelo;
3. docente che non ti considera, neanche fossi trasparente e non risponde, poi, alle domande che fai (necessarie per capire. Ad esempio "perchè ha proposto il tal brano? perchè ha dato due ore invece di una?");
4. docente che si offre di firmarti tutte le 150 ore senza che tu vada affatto (questa l'ho cambiata, per fortuna);
5. docente che dice chiaramente ai ragazzi che la tua unità didattica (al secondo anno) non sarà valutata e quindi mentre tu cerchi di spiegare nessuno prende appunti, segue, studia.
Io ho iniziato a lavorare subito e le prime esperienze sono state durissime.
Alunni, famiglie, colleghi, dirigenti, registri, programmi, esami... Nella realtà le cose sono così complesse e delicate che ci vuole tanta, tantissima pazienza. Bisogna aggiornarsi, studiare, spendere tanti soldi e tempo, lottare contro una burocrazia farraginosa che spesso spegne anche i migliori entusiasmi e non darsi per vinti.
Non è facile, però.
Lo so che da fuori tutto questo non si percepisce, ma non è affatto facile.





