Io e Daniele siamo padrino e madrina del figlio di due nostri amici.
Io non sono credente e in tutti e due i casi quando mi è stato chiesto
se volevo esser madrina dei due bambini, aldilà dell '"orgoglio" provato
per essere stata scelta, ho avuto dei dubbi. Proprio perchè uno dei compiti
del padrino e della madrina è quello di "accompagnare" il bambino nel suo
cammino religioso.
Ho espresso tutte e due le volte il mio dubbio, prima con l'amica e qualche
anno dopo con mia cognata.
(Anche se tutte e due sanno benissimo il mio pensiero riguardo alla Chiesa).
Tutte e due le coppie di genitori hanno risposto che nel caso in cui
dovesse capitar loro qualcosa (tiè tiè tiè) vorrebbero che fossimo io e Daniele
ad occuparci dei bambini e della loro crescita, anche a distanza (nel
caso di mia nipote magari sarebbe fattibile venisse affidata a noi, visti i nonni anziani e l'assenza di altri zii. Nel caso degli amici subentrano i parenti stretti ovviamente. Mamma mia che brutto discorso però che sto facendo.

Questo mi è bastato. Siamo molto presenti nella vita dei due bambini.
Li adoriamo, li vediamo spesso e li amiamo da morire.
Ma se avessimo saputo di non poter garantire un minimo di presenza, non avremmo
accettato. Non sarebbe stato giusto a mio parere. Ma già li adoravamo quando
erano nella pancia delle loro mamme e non ci siaimo neanche posti il problema.
Tommaso ha 5 anni. Greta 3. E siamo ben felici di poter dire sino ad ora
di sapere tutto di questi primi anni di vita dei bambini. E di non esserci persi
proprio nulla. Ogni tanto però mi ritrovo a pensare a cosa accadrebbe
se io e Daniele ci dovessimo lasciare (tutto può succedere nella vita), o se il
rapporto con i due amici per un motivo o per l'altro dovesse terminare.
ne avrei un dolore di cuore sicuramente. Perchè non posso neanche immaginare
di non vedere e seguire i due bambini quanto e come li vedo e seguo ora
