ho commesso il tuo stesso errore per anni, continuando a paragonare il rapporto che c'è nella mia famiglia a quello che c'è nella sua, ma complici alcuni episodi accaduti negli ultimi mesi mi sono accorta che non posso farci niente, ma anzi che mettendoci il becco peggioro la situazione.Lin ha scritto:grazie mille ragazze...il punto è che temo la reazione di mio suocero. io sono stata abituata da sempre a risolvere tutto con le parole: anche nell'età difficile dell'adolescenza e dei contrasti aperti, i miei mi hanno sempre spinta a tirar fuori tutto ciò che avevo dentro; abbiamo parlato, discusso, litigato... ma senza mai lasciare nulla al sottinteso, all'equivoco, al rancore.
non sono abituata al "tu devi" senza perché, senza chiarezza. non sono abituata a dare e ricevere ordini, ad ignorare situazioni e bisogni. non li capisco e, nonostante il passare degli anni, non riesco ad adeguarmi a questo sistema...
credimi: è meglio per tutti se impari a starne fuori.
, ciao...quanto tempo che non ci incontriamo da "queste parti"... Lo sai che ti capisco, se ti ricordi non sto messa bene neanche io, la mia situazione è in tutto e per tutto simile alla tua, solo che noi abitiamo ancora lì. Le cose, se possibile, sono anche peggiorate dai tempi in cui ne parlavamo sul forum. La nascita di Riccardino ha scaturito una gelosia ai limiti della paranoia in mia suocera, devo calibrare con una precisione scientifica le volte in cui lo porto dai miei (che però abitano a 10 km di distanza) dalle volte in cui lo porto da loro (che però abitano "con noi" e se siamo in giardino eccoli, se siamo in garage eccoli, se siamo sul pianerottolo eccoli, la sera dopo cena eccoli...). Qualche mese fa, complice il fatto che io ho iniziato a lavorare e gioco-forza Ricky viene con me (lavoro nell'azienda di famiglia, a volte mia madre lo tiene qui in ufficio con me -lavoro da sola e ho un grande ufficio a disposizione- a volte lo porta col passeggino a casa sua, ma è comunque vicino a me) lei la mette sul personale, è bastata una sciocchezza per scatenare un pandemonio di dimensioni megagalattiche. Io però stavolta ho alzato di grosso la voce e ho fatto terra bruciata intorno a me. Detto per inciso, avevo le valige in mano. Di buono c'è stato che, una volta accantonati gli istinti omicidi sia miei che suoi, siamo riusciti ad intavolare un dialogo basato sul fatto che DOBBIAMO VIVERE. Sia noi, che loro. Dobbiamo vivere lì, perchè se prendevo quelle valige, poi dove andavo? Dai miei. E poi? Abbiamo un mutuo da pagare, non possiamo permetterci l'affitto di un altra casa, e una casa come la nostra è invendibile. Ho cercato di spiegare quanto soffrissi per la situazione, quanto ne soffrisse suo figlio...da allora c'è una specie di tregua armata. Io vedo di accontentarla nel portargli Ricky molto più di quanto sia "necessario"... contemporaneamente metto paletti precisi su dove può arrivare con le interferenze nella gestione e nell'educazione di mio figlio. Per il resto... non mi piace vivere qui. NOn mi è mai piaciuto, l'ho sempre considerata una gabbia d'oro. D'oro sì...ma pur sempre una gabbia. Non piace neanche a mio marito... i miei suoceri non dovevano viverci a fianco, quando abbiamo cominciato i lavori le cose non stavano così...ma è troppo lunga da spiegare.
Bud Spencer? 
). se no ce ne saremmo andati cmq, rimanendo in affitto nel ns miniappartamento sfigato...
) e non stare a scervellarti su come faranno a pagarvi...l'ìimportante è che lo facciano 
ti faccio tanti 