Ci avevo pensato pure io! :ahah :ahah :ahahely66 ha scritto:beh, se parli di Vaticano, rientri nei paesi esteriOps, mi sa che siamo un tantino OT![]()
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Prima, durante e dopo la gravidanza
essere una mamma all'estero che fortuna...
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
non quelle in vaticano!marby ha scritto:Eh, ma sono passati secoli, ormai pure le chiese si sono modernizzatre e sono calde e ben illuminateAri ha scritto:io mi ricordo che da bambina ero intimidita dalle dimensioni delle chiese e dall'atmosfera che ci si respirava dentro.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
come no???
io ricordo la cappella sistina e tutto quanto lì attorno come un luogo chiaro anche se con arredamento "pesante". ma d'altronde ero all'estero e all'estero è tutto più scuro e lugubre
però ci si mangiava bene
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Gaia,il soffio della mia vita è arrivata il 12 agosto 2003 I bambini devono essere felici, non farci felici
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
dentro la cappella sistina?ely66 ha scritto:però ci si mangiava bene
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
of course

Gaia,il soffio della mia vita è arrivata il 12 agosto 2003 I bambini devono essere felici, non farci felici
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Ma no, puoi sempre dire ai clienti di prenderli le cosa da soli.Lunette ha scritto:Si vede che non hai mai fatto l'operaia. O la commessa. O la cameriera. Perché spesso l'alternativa non c'è. Comunque non è il prima il problema, caso mai è il dopo.Yashodara ha scritto:Mansione alternativa, più che giusto se è possibile, come anche lavoro da casa o altro (orari flessibili...). Stare a casa è un costo sociale, una donna in gravidanza se come dici tu non ha condizioni particolari non è malata, non c'è ragione che diventi un costo sociale.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
In realtà ho fatto sia la cameriera che la commessa.lena69 ha scritto:Ma no, puoi sempre dire ai clienti di prenderli le cosa da soli.Lunette ha scritto:Si vede che non hai mai fatto l'operaia. O la commessa. O la cameriera. Perché spesso l'alternativa non c'è. Comunque non è il prima il problema, caso mai è il dopo.Yashodara ha scritto:Mansione alternativa, più che giusto se è possibile, come anche lavoro da casa o altro (orari flessibili...). Stare a casa è un costo sociale, una donna in gravidanza se come dici tu non ha condizioni particolari non è malata, non c'è ragione che diventi un costo sociale.
Quando non c'è l'alternativa, ok, ma non penso proprio che un Paese come la Norvegia non abbia previsto che chi fa lavori pesanti senza alternativa possa stare a casa da prima. Probabilmente il datore di lavoro dovrà fornire una spiegazione sul perchè l'alternativa non esiste.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Yashodara io un'amica norvegese che lavora alla lidl e sinceramente mi ha raccontato storie che sento pari-pari qui in Italia.
Paga misera, ore tante e poca tutela.
E poi, abbi pazienza, ma fare un lavoro manuale con gravidanza e figli a carico è 1000 volte più pesante che starsene con il kiul sulla scrivania o, come a tante piace, fare homeworking e altre belle amenità simili.
Io non ho un lavoro pesante ma mia sorella sì e mi rendo conto che se lei volesse fare un figlio non avrebbe molta scelta perché il posto alla cassa è al max per due commesse e non è sempre possibile garantire la salute di una che è incinta. Quindi cosa fai: arriva il pallet carico e stai a guardare mentre le tue colleghe scaricano come camalli?
Fino ad adesso quelle che lavoravano lì sono andate prima in maternità ma anche se avessero voluto, ripeto, che caspita potevano fare visto che l'80% del lavoro è veramente pesante?
Io sono d'accordissimo sul buon senso e se stai bene e puoi è un tuo dovere lavorare fino a che la legge lo stabilisce.
Ma da qui all'ostracismo del "fedeli ad oltranza".
Che poi come dicevo il vero problema è spesso DOPO.
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E poi, abbi pazienza, ma fare un lavoro manuale con gravidanza e figli a carico è 1000 volte più pesante che starsene con il kiul sulla scrivania o, come a tante piace, fare homeworking e altre belle amenità simili.
Io non ho un lavoro pesante ma mia sorella sì e mi rendo conto che se lei volesse fare un figlio non avrebbe molta scelta perché il posto alla cassa è al max per due commesse e non è sempre possibile garantire la salute di una che è incinta. Quindi cosa fai: arriva il pallet carico e stai a guardare mentre le tue colleghe scaricano come camalli?
Fino ad adesso quelle che lavoravano lì sono andate prima in maternità ma anche se avessero voluto, ripeto, che caspita potevano fare visto che l'80% del lavoro è veramente pesante?
Io sono d'accordissimo sul buon senso e se stai bene e puoi è un tuo dovere lavorare fino a che la legge lo stabilisce.
Ma da qui all'ostracismo del "fedeli ad oltranza".
Che poi come dicevo il vero problema è spesso DOPO.
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Lei veramente dice proprio così, mi pare:Yashodara ha scritto: Mi sembra giusto onestamente. 3 settimane prima del parto, magari!!! Mansione alternativa, più che giusto se è possibile, come anche lavoro da casa o altro (orari flessibili...). Stare a casa è un costo sociale, una donna in gravidanza se come dici tu non ha condizioni particolari non è malata, non c'è ragione che diventi un costo sociale.
kitty75 ha scritto: e se ti metti in malattia prima ora hanno rifatto la legge di modo che il datore deve trovare una mansione adeguata di modo da non farti stare a casa, a meno naturalmente che non ci sia un pericolo reale.
Cioè parrebbe di capire (Kitty, spiegaci meglio!) che la normativa si applica proprio quando sei malata, salvo che nei casi di vero pericolo, se la malattia non esclude la possibilità di fare un lavoro diverso.
E qui mi viene in mente una mia con-panciona (abbiamo sfornato a pochi giorni di distanza) lavoratrice dipendente, che a causa delle fortissime nausee (vere, povera) che producevano malesseri e capogiri sino allo svenimento, si era messa in anticipata quasi da subito (aveva un lunghissimo tragitto da fare in bus e metro per arrivare al lavoro, quindi la capisco).
Me la immagino ora in Norvegia, a casa, seduta alla scrivania davanti a un computer connessa al datore di lavoro, con un bel cuscino sotto la sedia (casomai svenisse) e un sacchetto a fianco (per i conati)
Che poi a quelle sparlano del sistema italiano e alla fine si mettono in aspettativa per un unghia incarnita per me sarebbe anche la giusta punizione
Stefania e Valerio nato a Milano il 12.08.2005
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Il problema principale e' che la malattia qui e' molto semplice farsela dare e c'e' chi ci viaggia alla grande. Il sistema sanitario funziona in maniera diversa, i pazienti sono molto piu' clienti verso il medico di base, che viene pagato per qualsiasi strønzåtå che faccia, quindi sono molto piu' compiacenti verso chi si presenta.
La visita fiscale non esiste, percio' apriti cielo, ci sono quelli che si mettono in malattia per via di un brufolo. Ora finalmente hanno iniziato a svegliarsi e dopo le 6 settimane di malattia prolungata e' richiesto un incontro col datore di lavoro per vedere se e' possibile attribuire delle mansioni altrenative al fine di agevolare il rientro nel mondo lavorativo, invece di stare a scaldare la poltrona a casa. Purtroppo pero' in vari settori non e' possibile e quindi uno e' costretto a rimanere fermo ed al di fuori del proprio ambiente lavorativo.
Lunette, a proposito, ma Lidl non esiste piu' in Norvegia da parecchi anni.
La visita fiscale non esiste, percio' apriti cielo, ci sono quelli che si mettono in malattia per via di un brufolo. Ora finalmente hanno iniziato a svegliarsi e dopo le 6 settimane di malattia prolungata e' richiesto un incontro col datore di lavoro per vedere se e' possibile attribuire delle mansioni altrenative al fine di agevolare il rientro nel mondo lavorativo, invece di stare a scaldare la poltrona a casa. Purtroppo pero' in vari settori non e' possibile e quindi uno e' costretto a rimanere fermo ed al di fuori del proprio ambiente lavorativo.
Lunette, a proposito, ma Lidl non esiste piu' in Norvegia da parecchi anni.
Le mie bambine mannare: La pappy 14/05/2007 e La puppy 25/02/2010
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Kitty, qui non esiste il certificato medico per malattia. quindi se io sto male l'unica cosa che devo fare e' telefonare in ufficio e dire che non vado al lavoro. poi sta all'azienda eventualmente mandarmi la visita fiscale a casa (ma che io sappia e' mai successo), in casi di malattie frequenti, si manda dal medico fiscale che decide se e' il caso di cambiare mansione, ridurre orario etc
quindi ci sono quelli che se ne approfittano, e quelli come me che oggi sono con sintomi influenzali, ma non prendono la decisione di mettersi in malattia perché possono ancora tirare un po 'la corda, con la conseguenza che poi si prendono la bronchite invece di starsene un giorno a casa e rimettersi in forze
in casi di gravidanza, l'anticipata e' piu' rara che in Italia, almeno se paragono le mie conoscenze in Italia e in Olanda. Pero' ad esempio c'e' piu' flessiblitá , nel senso che si prova a ridurre l'orario, cambiare mansione... Una mia collega aveva problemi di indurimenti di pancia, non erano contrazioni ma 8 ore di lavoro non le reggeva. quindi dalle 15 alle 34 settimane l'hanno messa ad orario ridotto. per lei era proprio che le 8 ore erano troppe, non aveva molto da viaggiare (una decina di minuti in macchina), quindi invece di fare tutta la giornata faceva mezza giornata, e riposando di piu' e' arrivata alla 34 settimane tranquilla, senza doversi mettere in anticipata ma senza correre rischi. il tutto sotto controllo medico, ogni due settimane si rivalutava la situazione e si vedeva se era troppo
quindi ci sono quelli che se ne approfittano, e quelli come me che oggi sono con sintomi influenzali, ma non prendono la decisione di mettersi in malattia perché possono ancora tirare un po 'la corda, con la conseguenza che poi si prendono la bronchite invece di starsene un giorno a casa e rimettersi in forze
in casi di gravidanza, l'anticipata e' piu' rara che in Italia, almeno se paragono le mie conoscenze in Italia e in Olanda. Pero' ad esempio c'e' piu' flessiblitá , nel senso che si prova a ridurre l'orario, cambiare mansione... Una mia collega aveva problemi di indurimenti di pancia, non erano contrazioni ma 8 ore di lavoro non le reggeva. quindi dalle 15 alle 34 settimane l'hanno messa ad orario ridotto. per lei era proprio che le 8 ore erano troppe, non aveva molto da viaggiare (una decina di minuti in macchina), quindi invece di fare tutta la giornata faceva mezza giornata, e riposando di piu' e' arrivata alla 34 settimane tranquilla, senza doversi mettere in anticipata ma senza correre rischi. il tutto sotto controllo medico, ogni due settimane si rivalutava la situazione e si vedeva se era troppo
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Antolina, da mamma atea che ha scelto (con mio marito chiaramente) una vita atea x i propri figli ti dico...prima o poi le domande arriveranno a prescindere dalle nonne... Mia figlia ha iniziato alla materna, ora con le elementari le domande si sono intensificate ed é davvero difficile xché io voglio mantenere una linea di spiegazione ma non di denigrazione... Insomma un casino!Antolina80 ha scritto:marby ha scritto:Antolina80 ha scritto:Ari, Ovvio che ci sono certe cose che non mi vanno, tipo che ogni tanto mia mamma la porta in chiesa, ma non è poi così grave. Se in futuro mia madre dovesse prendere iniziative contrarie alla mia linea educativa mi comporterò di conseguenza. Certo però sarebbe un disagio, non solo economico, e in più non credo che i rapporti, già tesi, tra me e mia mamma ne gioverebbero.
Orrore!!!
evabbè, un po' mi scoccia perchè poi se fa domande io che le dico??
Però se ogni tanto tocca l'acqua santa sarà mica un problema! Mica si incenerisce, no?
Comunque mia suocera e mia madre quando ero incinta volevano rapire la bambina x farla battezzare di nascosto xche "se le succede qualcosa???" ... Poi ho beccato mia mamma che le faceva baciare i santini di nascosto
Col secondo si sono rassegnate... Ma sospetto che x la sua vivacitá stanno meditando un incontro con un esorcista
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
, i pazienti sono molto piu' clienti verso il medico di base, che viene pagato per qualsiasi strønzåtå che faccia, quindi sono molto piu' compiacenti verso chi si presenta.
sicura di essere in norvegia?
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Più o meno come pensavo.kitty75 ha scritto:Il problema principale e' che la malattia qui e' molto semplice farsela dare e c'e' chi ci viaggia alla grande. Il sistema sanitario funziona in maniera diversa, i pazienti sono molto piu' clienti verso il medico di base, che viene pagato per qualsiasi strønzåtå che faccia, quindi sono molto piu' compiacenti verso chi si presenta.
La visita fiscale non esiste, percio' apriti cielo, ci sono quelli che si mettono in malattia per via di un brufolo. Ora finalmente hanno iniziato a svegliarsi e dopo le 6 settimane di malattia prolungata e' richiesto un incontro col datore di lavoro per vedere se e' possibile attribuire delle mansioni altrenative al fine di agevolare il rientro nel mondo lavorativo, invece di stare a scaldare la poltrona a casa. Purtroppo pero' in vari settori non e' possibile e quindi uno e' costretto a rimanere fermo ed al di fuori del proprio ambiente .
In Svizzera i medici invece sono molto poco compiacenti, non è facile avere il certificato medico, spesso si lavora fino al parto (non esiste maternità prima del parto), oppure si usano le proprie vacanze/ore supplementari per stare a casa un po'.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Il diritto di voto alle donne data 1971 e io che ho fatto consulenza in Svizzera intorno al 1995 mi sono sentita dire da un’impiegata che era molto interessata a ciò che le stavo spiegando, ma che si sarebbe licenziata a breve perché in Svizzera non c’è (non c’era nel ’95) nessuna tutela per le donne in gravidanza e neomamme. Era vero, non era vero?Yashodara ha scritto:Più o meno come pensavo.kitty75 ha scritto:Il problema principale e' che la malattia qui e' molto semplice farsela dare e c'e' chi ci viaggia alla grande. Il sistema sanitario funziona in maniera diversa, i pazienti sono molto piu' clienti verso il medico di base, che viene pagato per qualsiasi strønzåtå che faccia, quindi sono molto piu' compiacenti verso chi si presenta.
La visita fiscale non esiste, percio' apriti cielo, ci sono quelli che si mettono in malattia per via di un brufolo. Ora finalmente hanno iniziato a svegliarsi e dopo le 6 settimane di malattia prolungata e' richiesto un incontro col datore di lavoro per vedere se e' possibile attribuire delle mansioni altrenative al fine di agevolare il rientro nel mondo lavorativo, invece di stare a scaldare la poltrona a casa. Purtroppo pero' in vari settori non e' possibile e quindi uno e' costretto a rimanere fermo ed al di fuori del proprio ambiente .
In Svizzera i medici invece sono molto poco compiacenti, non è facile avere il certificato medico, spesso si lavora fino al parto (non esiste maternità prima del parto), oppure si usano le proprie vacanze/ore supplementari per stare a casa un po'.
Non mi sembra che la Svizzera sia un bell’esempio per questa cosa.
Con questo non dico che in Italia non si sia troppo larghi nel concedere la gravidanza a rischio, anzi. Una giusta via di mezzo e un po’ più di onestà (perché di persone disoneste stiamo parlando, non dimentichiamolo) darebbero una mano a tutto il sistema e a chi ha davvero problemi.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
La maggior parte delle mie amiche panzute sono andate in anticipata perchè svolgevano un lavoro in cui stavano più del 50% di tempo in piedi.
Io sinceramente sta regola non la sapevo. Quindi per assurdo nel caso di un secondo figlio io dovrei lavorare di più visto che in ufficio sto sempre seduta e a casa sto sempre in piedi. 
Se il mio armadio è pieno non vuol dire che la mia testa sia vuota.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
standing ovationmafalda2005 ha scritto: Con questo non dico che in Italia non si sia troppo larghi nel concedere la gravidanza a rischio, anzi. Una giusta via di mezzo e un po’ più di onestà (perché di persone disoneste stiamo parlando, non dimentichiamolo) darebbero una mano a tutto il sistema e a chi ha davvero problemi.
la maternita' ancicipata e' una grande conquista per una donna. pero' a volte se ne abusa
e a volte secondo me non e' neanche una questione di disonesta', quanto di disinformazione della donna
mettiamoci una donna alla prima gravidanza, legge su internet che stare in piedi o fare un viaggio lungo e' pericoloso per il feto (e su internet hai voglia quante se ne trovano di queste storie), fa la storia al ginecologo il quale per paura che poi se succede qualcosa si becca la denuncia firma il certificato
e (per quanto le mie conoscenze siano poche, quindi non faccio statistica) non ho mai sentito di un ginecologo asl che non confermi l'anticipata data dal ginecologo privato
senza poi contare le donne (ma appunto ripeto parlo per le mie conoscenze, quindi non facio statistica) che vengono spostate a fare unamansione di ufficio perché il loro lavoro e' in piedi, e si lamentano perché non fanno il loro lavoro e quindi via di anticipiata
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Chiarasole, io sono molto meno buona. Io penso che la maggior parte sia informatissima, fin troppo dei suoi diritti e di come abusarne.
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
Secondo me non siamo messi male qui in Italia a livello di tutela della gravidanza.
Anticipata, obbligatoria e facoltativa. poi tutela fino all'anno del pupo almeno per il lavoro.
Non trovo giusto "abusare" dell'anticipata. Ma paghiamo le tasse (e tante). Se il proprio lavoro è a rischio, perchè no? Ma a rischio "reale", non "inventato" (come succede spesso).
Perchè appunto, concordo con chi dice che la gravidanza NON è una malattia (se fiosiologica).
Però, secondo me, si hanno pochi sostegni sociali per le famiglie. E' tutto qui il fatto. Detrazioni misere, aiuti economici solo in condizioni di stipendi bassi, nidi solo privati, poca flessibilità lavorativa.
Una volta c'erano le famiglie allargate, si aveva una mano soprattutto dai nonni per la gestione dei nuovi nati. Ora i nonni lavorano fino a 65 anni se va bene.... e non è sempre facile gestire i bambini under 3 anni (dopo quell'età subenta il caro amato asilo).
Io ho parlato con gente Francese. I miei hanno una casa là, ed amici.
Effettivamente la maternità non è così lunga, ma ci sono più aiuti per le famiglie poi.
ora, non so che lavoro faccia, nè il tipo di contratto... è una conoscente, non un'amica in realtà. Ma questa cosa mi ha fatto tristezza, quando ne abbiamo parlato.
Anticipata, obbligatoria e facoltativa. poi tutela fino all'anno del pupo almeno per il lavoro.
Non trovo giusto "abusare" dell'anticipata. Ma paghiamo le tasse (e tante). Se il proprio lavoro è a rischio, perchè no? Ma a rischio "reale", non "inventato" (come succede spesso).
Perchè appunto, concordo con chi dice che la gravidanza NON è una malattia (se fiosiologica).
Però, secondo me, si hanno pochi sostegni sociali per le famiglie. E' tutto qui il fatto. Detrazioni misere, aiuti economici solo in condizioni di stipendi bassi, nidi solo privati, poca flessibilità lavorativa.
Una volta c'erano le famiglie allargate, si aveva una mano soprattutto dai nonni per la gestione dei nuovi nati. Ora i nonni lavorano fino a 65 anni se va bene.... e non è sempre facile gestire i bambini under 3 anni (dopo quell'età subenta il caro amato asilo).
Io ho parlato con gente Francese. I miei hanno una casa là, ed amici.
Effettivamente la maternità non è così lunga, ma ci sono più aiuti per le famiglie poi.
una mia amica frontaliera (italiana, ma lavora in svizzera) non fa il secondo perchè dice che la licenzierebbero.Yashodara ha scritto:In Svizzera i medici invece sono molto poco compiacenti, non è facile avere il certificato medico, spesso si lavora fino al parto (non esiste maternità prima del parto), oppure si usano le proprie vacanze/ore supplementari per stare a casa un po'.
ora, non so che lavoro faccia, nè il tipo di contratto... è una conoscente, non un'amica in realtà. Ma questa cosa mi ha fatto tristezza, quando ne abbiamo parlato.
Thursday's Child Petonio Pigronio il cagone (31/05/12, 40+6, 3780gr, 51cm)
Ciuccione Mostrillo Pigrillo il caghino (18/06/14, 41+4, 3830gr, 51cm)
Smilzo Palmatino LaCozza il caghetto (07/10/16, 39+4, 3760gr, 52cm)
Ciuccione Mostrillo Pigrillo il caghino (18/06/14, 41+4, 3830gr, 51cm)
Smilzo Palmatino LaCozza il caghetto (07/10/16, 39+4, 3760gr, 52cm)
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Re: essere una mamma all'estero che fortuna...
D'accordissimo.Lilluna ha scritto:Secondo me non siamo messi male qui in Italia a livello di tutela della gravidanza.
Anticipata, obbligatoria e facoltativa. poi tutela fino all'anno del pupo almeno per il lavoro.
Non trovo giusto "abusare" dell'anticipata. Ma paghiamo le tasse (e tante). Se il proprio lavoro è a rischio, perchè no? Ma a rischio "reale", non "inventato" (come succede spesso).
Perchè appunto, concordo con chi dice che la gravidanza NON è una malattia (se fiosiologica).
Però, secondo me, si hanno pochi sostegni sociali per le famiglie. E' tutto qui il fatto. Detrazioni misere, aiuti economici solo in condizioni di stipendi bassi, nidi solo privati, poca flessibilità lavorativa.
Una volta c'erano le famiglie allargate, si aveva una mano soprattutto dai nonni per la gestione dei nuovi nati. Ora i nonni lavorano fino a 65 anni se va bene.... e non è sempre facile gestire i bambini under 3 anni (dopo quell'età subenta il caro amato asilo).
Io ho parlato con gente Francese. I miei hanno una casa là, ed amici.
Effettivamente la maternità non è così lunga, ma ci sono più aiuti per le famiglie poi.
Quello che manca è un sostegno economico ed organizzativo alla famiglia. In molti centri i costi dei nidi privati sono proibitivi e i comunali hanno troppi pochi posti e magari orari che non centrano nulla con l'organizzazione di una famiglia con due genitori lavoratori. Se si concedesse il part time come garantito fino ad una certa età del bambino il problema non si porrebbe oppure anche sviluppare ulteriormente la rete dei nidi aziendali o interaziendali che cercano di seguire gli orari di lavoro dei genitori.
Poi le detrazioni... ridicole. Si possono rimborsare 60 euro annuali di nido quando una retta è mediamente di 400/600€ mensili?
I centri estivi in moltissimi città sono dei miraggi e cmq mal organzzati e anche lì bisogna appoggiarsi a un privato. Idem alcuni dopo scuola.
