GravidanzaOnLine: il Forum
Prima, durante e dopo la gravidanza
sanità pubblica: sta andando a bagno???
- lalat
- Silver~GolGirl®

- Messaggi: 15424
- Iscritto il: 20 mag 2005, 10:02
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Non spaziamo nella questione lavoro ... è talmente deprimente l'argomento che non vale la pena parlarne. Però proprio perché il lavoro è cosa che ormai non più diritto di tutti, meglio il SSN che garantisce la salute a tutti indipendentemente dal fatto che si lavori, che si abbia reddito o che si abbia un'assicurazione. Già ho l'ansia di dover pagare le bollette e il mutuo ... ci mancherebbe se dovessi avere l'ansia di non potermi permettere di curare perché non ho pagato l'assicurazione. Non mi pare che funzionai troppo male in Italia. Sono d'accordo con Lauras quando si lamenta delle scartoffie burocratiche ... ma sappia che la burocrazia non impedisce di lavorare solo ai medici ... tutti siamo messi sulla stessa barca. Io dovrei, fare l'architetto ... negli ultimi anni lo sto facendo malissimo perché la maggior parte del tempo la passo tra le pratiche edilizie, e lo studio della normativa. Quei ... che fanno le leggi ... devono capire che così immobilizzano il paese ... non si può più andare avanti ...
Alessia, Davide 02/12/2004 e Fabio 24/09/2006
- STEFI@VALERIO
- Expert~GolGirl®

- Messaggi: 3601
- Iscritto il: 30 ago 2005, 17:25
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
HyStErYa, la premessa è che tu non mi sei affatto antipaticaHyStErYa ha scritto:Ma io vorrei sapere veramente se il vostro metodo di giudizio è questo. Perchè dio ce ne scansi e liberi, allora. Tu parli di una mia presunta posizione, come stefivalerio dice pure con tanta sicurezza che è evidente lontano un miglio che non rimpiango il mio paese. Siete delle profilers, mamma mia. E vi prendete pure la briga di contestare ogni virgola, ogni parola, come se poi foste realmente capaci di esprimervi su qualcuno di cui non conoscete assolutamente niente.Io esagero pure, ovvio.
Pero' quelli che dicono che tutto splende invece non esagerano mai, chissà perchè eh.
Questa è una cosa che proprio non riesco a digerire: al di la del prendersi il lusso di contestare/indagare sul vissuto di una persona, è il farlo perchè semplicemente questa persona racconta una realtà. E siccome non piace, non è vera o è gonfiata, o chissà cosa.
Eh, lo ripeto.
Vi fate dei film enormi. E beate voi che pensate a questo, eh.
Ma sapessi come faccio fatica io a digerire la tua pretesa di conoscere assolutamente tutto di una realtà ampia e variegata (nel bene e nel male, naturalmente) prendendo sempre ad esempio il quadratino della tua esperienza.
Ho avuto la stessa tentazione io quando nell'altro post hai magnificato la cortesia dei francesi, perché la mia esperienza non è stata precisamente così. Ma poi mi sono chiesta: chi caspita sono io per pretendere di valutare tutti i francesi?
Infine, prima che mi rimetta seriamente a lavorare (non in nero, giuro!), che vuol di' "profilers" ?
Stefania e Valerio nato a Milano il 12.08.2005
- helzbeth
- Master~GolGirl®

- Messaggi: 8544
- Iscritto il: 20 mag 2005, 14:18
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
HyStErYa ha scritto:Ma io vorrei sapere veramente se il vostro metodo di giudizio è questo. Perchè dio ce ne scansi e liberi, allora. Tu parli di una mia presunta posizione, come stefivalerio dice pure con tanta sicurezza che è evidente lontano un miglio che non rimpiango il mio paese. Siete delle profilers, mamma mia. E vi prendete pure la briga di contestare ogni virgola, ogni parola, come se poi foste realmente capaci di esprimervi su qualcuno di cui non conoscete assolutamente niente.
Io esagero pure, ovvio.
Pero' quelli che dicono che tutto splende invece non esagerano mai, chissà perchè eh.
Questa è una cosa che proprio non riesco a digerire: al di la del prendersi il lusso di contestare/indagare sul vissuto di una persona, è il farlo perchè semplicemente questa persona racconta una realtà. E siccome non piace, non è vera o è gonfiata, o chissà cosa.
Eh, lo ripeto.
Vi fate dei film enormi. E beate voi che pensate a questo, eh.
scusami, è un OT clamoroso, ma è bellizzzzzzima !!!!
figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi
- Lunette
- Master~GolGirl®

- Messaggi: 5202
- Iscritto il: 27 mag 2005, 8:47
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Io ho detto che mi interesserebbe realmente avere l'opinione di altre ragazze che abitano nella tua città d'origine. Non posso, che è vietato dal regolamento?HyStErYa ha scritto:Ma io vorrei sapere veramente se il vostro metodo di giudizio è questo. Perchè dio ce ne scansi e liberi, allora. Tu parli di una mia presunta posizione, come stefivalerio dice pure con tanta sicurezza che è evidente lontano un miglio che non rimpiango il mio paese. Siete delle profilers, mamma mia. E vi prendete pure la briga di contestare ogni virgola, ogni parola, come se poi foste realmente capaci di esprimervi su qualcuno di cui non conoscete assolutamente niente.
Io esagero pure, ovvio.
Pero' quelli che dicono che tutto splende invece non esagerano mai, chissà perchè eh.
Questa è una cosa che proprio non riesco a digerire: al di la del prendersi il lusso di contestare/indagare sul vissuto di una persona, è il farlo perchè semplicemente questa persona racconta una realtà. E siccome non piace, non è vera o è gonfiata, o chissà cosa.
Eh, lo ripeto.
Vi fate dei film enormi. E beate voi che pensate a questo, eh.
Tu invece dicendomi che sono fuori dalla realtà non esprimi nessun giudizio vero? Neeee, giusto ino-ino.
Vabbè, guarda alla fine I give up... Perché poi (qui mi associo alla Stefi) mi sei simpatica, sei tu che te la canti e te la fai da sola dicendo che ti crocifiggiamo senza ascoltarti..
E pure io vado a lavorare (e pure io non in nero
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
- HyStErYa
- Original~GolGirl®

- Messaggi: 1596
- Iscritto il: 29 dic 2010, 8:05
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Mamma mia, ma pensi davvero che a me cambi la vita se tu scrivi o meno su un forum?
Ecco un quadretto vàh.
Ma a sto giro non è testimonianza mia, giusto per.
Malasanità. In Calabria record della vergogna.
Gli ultimi due sono neonati: una bimba di 28 giorni ed un piccolo appena venuto alla luce con un parto cesareo. Mancavano pochi giorni al 2011, quando in due ospedali di Cosenza si registravano gli ultimi casi di malasanità dell'anno. Ma è da molto più tempo che in Calabria si muore per cattiva assistenza, per gli ospedali fatiscenti, per la mancanza di posti letto ed ambulanze. Il primato della regione l'ha certificato, pochi giorni fa, la Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando. Il territorio dal Pollino allo Stretto è quello dove, in Italia, si muore di più per malasanità. Poi ci sono la Sicilia (63 e 43) seguita da Lazio (32 e 19) e Puglia (23 e 14). Complessivamente, 326 casi contati in tutto il Paese dalla Commissione parlamentare che si occupa di errori e disavanzi nella sanità. Settantotto di questi casi si sono registrati in Calabria e 59 hanno avuto come esito la morte del paziente. Nello specifico, ci sarebbero stati 64 errori sanitari, che in 49 casi avrebbero portato al decesso del paziente, ed in altre 14 circostanze ci sarebbero state altre criticità o disfunzioni di diversa natura che in 10 casi hanno avuto come esito il decesso del paziente. Su queste segnalazioni, la Commissione parlamentare d´inchiesta ha inoltrato una richiesta di relazione indirizzata al Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, per avere informazioni volte a far luce sulle situazioni che hanno determinato l´eventuale criticità segnalata.
Quindi il dato nazionale complessivo vede una morte sospetta ogni due giorni e di queste uno ogni quattro in Calabria. Dati allarmanti che non fanno stare sereni proprio per nulla i calabresi che si devono curare nella propria regione. Quindi una specie di Caporetto dei giorni nostri per quanto riguarda la sanità calabrese, che ogni giorno presenta «il conto» salatissimo per i suoi assistiti. Secondi in Italia per spesa pro capite sulla sanità, ma agli ultimi posti per la qualità dell'offerta nei servizi sanitari principali. I calabresi se la passano abbastanza male. Anche perché, la Calabria primeggia per emigrazione sanitaria. I calabresi spendono in media all'anno 3.110,2 euro pro capite. Praticamente, dalle nostre parti, si spende il triplo del Veneto. Numeri allarmanti, soprattutto per le tasche dei contribuenti. Infatti, con il varo del federalismo fiscale, la copertura integrale del deficit sarà a totale carico delle singole Regioni. In pratica, quei 3mila e passa euro dovranno venir fuori dalle tasche dei martoriati calabresi che non è che godano di buonissima salute negli altri settori. La relazione della Commissione d'indagine «sulla qualità dell'assistenza prestata dal servizio sanitario della Regione Calabria», datata 14 aprile 2008 era un elenco di situazioni sconcertanti: in 36 ospedali calabresi (su 39) furono trovate irregolarità, oltre alla mancanza di una rete d'emergenza. Per contro, abbondava in quasi tutti i nosocomi il personale amministrativo, proliferato oltre ogni decenza. In un caso, quello della Azienda sanitaria provinciale di Crotone, il prefetto Riccio scriveva così: «Su 1.980 dipendenti, 353 amministrativi sembrano veramente troppi», tanto più che «l'incidenza delle strutture private è straordinariamente elevata: il numero degli esami di laboratorio effettuati in ospedale è molto basso». Probabilmente con le stesse apparecchiature, e la stessa dotazione organica si possono raddoppiare o triplicare i fatturati (riducendo naturalmente i budget per i laboratori privati). I quali invece, annotava sconcertato il prefetto, «complessivamente forniscono oltre 732.000 prestazioni l'anno». Non parliamo poi degli ospedali della Piana di Gioia Tauro, i dipendenti sono 1.758 per 234 posti letto: 7,5 a letto, contro una media nazionale di 2,9. A Gioia Tauro, in ospedale ci sono 26 cuochi, anche se i pasti li porta una ditta esterna per soli 32 posti letto, in teoria quasi un cuoco per ogni paziente. Nell' Ospedale di Vibo Valentia, per 200 letti, lavorano ben 115 medici, 220 infermieri, 16 ausiliari e 10 tecnici. D'altronde qui per tantissimo tempo la 'ndrangheta con i suoi boss e gregari ha fatto da efficientissimo ufficio di collocamento per parenti e amici degli amici. Basti pensare che la Commissione parlamentare antimafia, nella relazione annuale 2008, scrive: «In un'azienda sanitaria lo Stato non è riuscito a far luce sul numero dei dipendenti e sul posto indicato in organico ». Si parla di Locri, dove 13 medici, 23 tra tecnici ed infermieri e ventinove addetti alle pulizie sono parenti di boss, ma non è solo Locri così, ma nell'intera regione Calabria, dove si può ancora morire per un'appendicite o un ingessatura troppa stretta oppure perché mancano le ambulanze. Su episodi di mala sanità indagano le procure dell'intera regione: A Reggio Calabria, Locri e Palmi. A Lamezia Terme, Vibo e Catanzaro. A Cosenza, Rossano e Paola, ovvero un dato pesante. In Calabria 9 procure su 11 hanno aperto fascicoli per casi di presunta malasanità.
http://www.ilgiornale.it" onclick="window.open(this.href);return false;
Ecco un quadretto vàh.
Ma a sto giro non è testimonianza mia, giusto per.
Malasanità. In Calabria record della vergogna.
Gli ultimi due sono neonati: una bimba di 28 giorni ed un piccolo appena venuto alla luce con un parto cesareo. Mancavano pochi giorni al 2011, quando in due ospedali di Cosenza si registravano gli ultimi casi di malasanità dell'anno. Ma è da molto più tempo che in Calabria si muore per cattiva assistenza, per gli ospedali fatiscenti, per la mancanza di posti letto ed ambulanze. Il primato della regione l'ha certificato, pochi giorni fa, la Commissione d'inchiesta sugli errori sanitari, presieduta da Leoluca Orlando. Il territorio dal Pollino allo Stretto è quello dove, in Italia, si muore di più per malasanità. Poi ci sono la Sicilia (63 e 43) seguita da Lazio (32 e 19) e Puglia (23 e 14). Complessivamente, 326 casi contati in tutto il Paese dalla Commissione parlamentare che si occupa di errori e disavanzi nella sanità. Settantotto di questi casi si sono registrati in Calabria e 59 hanno avuto come esito la morte del paziente. Nello specifico, ci sarebbero stati 64 errori sanitari, che in 49 casi avrebbero portato al decesso del paziente, ed in altre 14 circostanze ci sarebbero state altre criticità o disfunzioni di diversa natura che in 10 casi hanno avuto come esito il decesso del paziente. Su queste segnalazioni, la Commissione parlamentare d´inchiesta ha inoltrato una richiesta di relazione indirizzata al Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, per avere informazioni volte a far luce sulle situazioni che hanno determinato l´eventuale criticità segnalata.
Quindi il dato nazionale complessivo vede una morte sospetta ogni due giorni e di queste uno ogni quattro in Calabria. Dati allarmanti che non fanno stare sereni proprio per nulla i calabresi che si devono curare nella propria regione. Quindi una specie di Caporetto dei giorni nostri per quanto riguarda la sanità calabrese, che ogni giorno presenta «il conto» salatissimo per i suoi assistiti. Secondi in Italia per spesa pro capite sulla sanità, ma agli ultimi posti per la qualità dell'offerta nei servizi sanitari principali. I calabresi se la passano abbastanza male. Anche perché, la Calabria primeggia per emigrazione sanitaria. I calabresi spendono in media all'anno 3.110,2 euro pro capite. Praticamente, dalle nostre parti, si spende il triplo del Veneto. Numeri allarmanti, soprattutto per le tasche dei contribuenti. Infatti, con il varo del federalismo fiscale, la copertura integrale del deficit sarà a totale carico delle singole Regioni. In pratica, quei 3mila e passa euro dovranno venir fuori dalle tasche dei martoriati calabresi che non è che godano di buonissima salute negli altri settori. La relazione della Commissione d'indagine «sulla qualità dell'assistenza prestata dal servizio sanitario della Regione Calabria», datata 14 aprile 2008 era un elenco di situazioni sconcertanti: in 36 ospedali calabresi (su 39) furono trovate irregolarità, oltre alla mancanza di una rete d'emergenza. Per contro, abbondava in quasi tutti i nosocomi il personale amministrativo, proliferato oltre ogni decenza. In un caso, quello della Azienda sanitaria provinciale di Crotone, il prefetto Riccio scriveva così: «Su 1.980 dipendenti, 353 amministrativi sembrano veramente troppi», tanto più che «l'incidenza delle strutture private è straordinariamente elevata: il numero degli esami di laboratorio effettuati in ospedale è molto basso». Probabilmente con le stesse apparecchiature, e la stessa dotazione organica si possono raddoppiare o triplicare i fatturati (riducendo naturalmente i budget per i laboratori privati). I quali invece, annotava sconcertato il prefetto, «complessivamente forniscono oltre 732.000 prestazioni l'anno». Non parliamo poi degli ospedali della Piana di Gioia Tauro, i dipendenti sono 1.758 per 234 posti letto: 7,5 a letto, contro una media nazionale di 2,9. A Gioia Tauro, in ospedale ci sono 26 cuochi, anche se i pasti li porta una ditta esterna per soli 32 posti letto, in teoria quasi un cuoco per ogni paziente. Nell' Ospedale di Vibo Valentia, per 200 letti, lavorano ben 115 medici, 220 infermieri, 16 ausiliari e 10 tecnici. D'altronde qui per tantissimo tempo la 'ndrangheta con i suoi boss e gregari ha fatto da efficientissimo ufficio di collocamento per parenti e amici degli amici. Basti pensare che la Commissione parlamentare antimafia, nella relazione annuale 2008, scrive: «In un'azienda sanitaria lo Stato non è riuscito a far luce sul numero dei dipendenti e sul posto indicato in organico ». Si parla di Locri, dove 13 medici, 23 tra tecnici ed infermieri e ventinove addetti alle pulizie sono parenti di boss, ma non è solo Locri così, ma nell'intera regione Calabria, dove si può ancora morire per un'appendicite o un ingessatura troppa stretta oppure perché mancano le ambulanze. Su episodi di mala sanità indagano le procure dell'intera regione: A Reggio Calabria, Locri e Palmi. A Lamezia Terme, Vibo e Catanzaro. A Cosenza, Rossano e Paola, ovvero un dato pesante. In Calabria 9 procure su 11 hanno aperto fascicoli per casi di presunta malasanità.
http://www.ilgiornale.it" onclick="window.open(this.href);return false;
"Ora posso dire che ogni cosa può iniziare, perchè soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un'idea sorretta dall'emozione."
- HyStErYa
- Original~GolGirl®

- Messaggi: 1596
- Iscritto il: 29 dic 2010, 8:05
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
E questo è pure meglio
Malasanità. La Calabria nel mirino della Commissione di inchiesta
"Sprechi, anomalie, disfunzioni e gravi lesioni del principi di legalità", con un "gravissimo nocumento per la salute dei cittadini e per la professionalità degli operatori”. Questo la sanità calabrese secondo Leoluca Orlando, presidente della Commissione di inchiesta sul Ssn: 75 segnalazioni di presunti errori sanitari e altre 14 per altre criticità, un disavanzo a fine 2010 ha superato i 1.046 mln di euro e un ritardo per il pagamento ai fornitori che va dai 778 giorni per i prodotti biomedicali ai 674 giorni per i farmaci.
15 LUG - Mancanza di un processo di razionalizzazione della rete ospedaliera con conseguenti inappropriatezze nell’utilizzo delle risorse ed evidenti riflessi sui livelli di assistenza garantiti alla popolazione; un tasso di ospedalizzazione molto alto per sopperire, spesso, alla mancanza di risposte assistenziali alternative in strutture di lungodegenza; un elevato numero di dirigenti medici rispetto agli operatori del comparto. È il quadro della sanità calabrese, dal punto di vista della qualità del Servizio, evidenziato nella relazione sulla sanità calabrese presentata ieri dalla Commissione di inchiesta sul Ssn presieduta da Leoluca Orlando.
E il quadro diventa “ancor più grave” se si scava nella situazione finanziaria della sanità in Calabria: dati contabili inaffidabili, carenza di un efficiente sistema di controllo, eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa, disarmonia tra programmazione annuale e budget. A questo si aggiungono illegittimità nell’acquisto dei farmaci; inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici; mancata utilizzazione di strutture e apparecchi medico-sanitari; pagamento di fatture riferibili ad operazioni inesistenti; ritardato pagamento ai fornitori; illegittimo conferimento di incarichi professionali e consulenze. “La Commissione - ha affermato Orlando presentando la Relazione - ha indicato con precisione quanto si può e si deve fare per una svolta, anche culturale, che recuperi la salute come un diritto e non come un favore e che rispetti le professionalità secondo i meriti e non secondo le appartenenze”.
Dati e considerazioni alla base della relazione della Commissione d'inchiesta, sono il frutto di un percorso di indagine iniziato nell'autunno 2009, a seguito del ripetersi di casi di presunto errore sanitario. Missioni e sopralluoghi (presso l’Ospedale di Locri e gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria) e audizioni con gli amministratori locali (l’allora presidente della regione Agazio Loiero, il dirigente generale per la tutela della salute della regione, Andrea Guerzoni e l’attuale presidente, Giuseppe Scopelliti). Un lavoro impegnativo, che ha fatto emergere una realtà fortemente critica.
Da quando la Commissione parlamentare è stata istituita nella XVI legislatura fino al 7 aprile 2011, sono pervenute dalla Calabria 75 segnalazioni su casi di presunti errori sanitari e 14 segnalazioni di criticità di altro tipo, alcuni dei quali risalenti a periodi antecedenti alla costituzione della Commissione. Sulle 89 situazioni complessivamente segnalate è in corso un’attività di approfondimento tecnico che “troverà esauriente riscontro nella relazione di fine legislatura”, spiega la Commissione sottolineando come “è stata rilevata una notevole inerzia nell’adozione di provvedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili dei presunti di errori sanitari. In molti casi, da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione ci si è trincerati dietro la mancanza di strumenti contrattuali intermedi tra l’inerzia e il licenziamento”.
Tra le principali criticità rilevate c’è l'alto tasso di ospedalizzazione (225 ricoveri per 1000 abitanti) e la forte concentrazione (60%) di ricoveri tra 0 e 5 giorni, caratterizzati, spesso, da elevata inappropriatezza. Circa 20 sono le strutture di piccole dimensioni, “particolarmente inappropriate, da disattivare da ospedali per acuti e da trasformare”.
ll sistema dell’emergenza territoriale è costituito da 5 Centrali operative (Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria) e da 50 postazioni PET dislocate sul territorio provinciale e coordinate dalla corrispondente Centrale operativa. “Quello che emerge – afferma la Commissione sintetizzando la Relazione -, è che il Sistema dell’emergenza-urgenza in Calabria, oltre che presentare molti aspetti di obsolescenza e scarsa efficienza, è ancora frazionato in singoli ambiti spesso tra loro non coordinati e risulta utilizzato sovente in modo inappropriato, come risulta ove si consideri che solo ad una ridotta proporzione degli accessi in pronto soccorso segue il ricovero, mentre una elevata proporzione di casi presenta problemi non gravi trattabili in altre strutture”.
Ma “il problema fondamentale” che la Commissione si è trovata ad affrontare è stato quello della corretta determinazione dell’entità del disavanzo sanitario della regione Calabria: “Incertezza del suo ammontare, inattendibilità dei dati forniti, in alcuni casi mancanza”. Risulterebbero, inoltre, situazioni di scarsa attendibilità dei dati forniti da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere, anche a causa della mancata attivazione di un sistema informativo efficiente, e un cumulo, sul capitale, degli interessi passivi a causa di una endemica carenza di liquidità delle aziende che, nell’ultimo quinquennio, ha raggiunto quota 77 milioni. Di conseguenza, particolare criticità riguarda il tempo medio per il pagamento dei fornitori di beni e servizi erogati alle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale, pari a 778 giorni per i prodotti biomedicali e a 674 giorni per i farmaci. “Il peggior dato su tutto il territorio nazionale”, sottolinea la Commissione.
Una specifica richiesta di chiarimenti ha poi riguardato la Fondazione “Tommaso Campanella”, costituita nel 2004 allo scopo di trasformarlo in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) per le patologie oncologiche “la cui natura giuridica permane ancora irrisolta con evidenti implicazioni negative derivanti dall’incertezza della qualificazione”. Inoltre, come risulta da indagini della Procura regionale della Corte dei Conti, l”a Fondazione, negli ultimi cinque anni, seppure in assenza di accreditamento, sarebbe stata destinataria di circa 100 milioni di euro da parte della regione Calabria, per effettuare prestazioni oncologiche, senza, tuttavia, conseguire i risultati previsti”.
Dalle rilevazione della Procura regionale della Corte dei Conti raccolte nella Relazione, emerge inoltre che dal 2004 al 2010 sono stati depositati 67 atti di citazione in materia sanitaria. Gli importi di danno richiesti sono stati pari ad 95.339.607 euro, ai quali debbono aggiungersi i finanziamenti alla Fondazione Tommaso Campanella. I maggiori importi di danno richiesti hanno riguardato: errori sanitari, per i quali la Corte dei Conti interviene con azione di rivalsa nei confronti responsabili quando l’Azienda sanitaria o ospedaliera abbia risarcito il danno a seguito di sentenza di condanna.
Da novembre del 2003 l’importo danni richiesti è di oltre 4 milioni di euro, la metà riguardano invalidità che si sono verificate al momento del parto.
I deficit di bilancio delle aziende sanitarie provinciali, con le case di cura private accreditate per prestazioni sanitarie senza corrispondente riduzione dell’importo destinato all’ospedalizzazione pubblica hanno invece un importo di danni richiesti pari a 37.321.413 euro.
Lo svolgimento dell’attività extramuraria non autorizzata da parte di medici in rapporto di esclusività con l’azienda ha un importo danni richiesti di 495.951 euro.
Le illegittimità collegate all’acquisto indebito o l'acquisto a prezzi maggiorati di farmaci di 2.591.689 euro.
Ancora: mancata utilizzazione di strutture sanitarie ed apparecchiature medico-sanitarie acquistate (in particolare, si ricorda la mancata utilizzazione delle apparecchiature destinate allo screening mammografico, caso in cui allo spreco di pubbliche risorse, si aggiunge la ricaduta sulla collettività femminile calabrese, privata della possibilità di sottoporsi a prevenzione tumorale) per 7.154.074 euro di danni richiesti.
Illegittimità negli appalti di gara per l’acquisto di beni e servizi, con un importo danni richiesto di 4.544.135 euro. Illegittimità nella gestione del personale, illegittimi pagamenti o inquadramenti, con un importo danni richiesti: 1.833.720 euro. Illegittimità di incarichi professionali conferiti a terzi, ovvero a soggetti estranei all’ente sanitario in presenza di personale aziendale interno idoneo allo svolgimento delle medesime prestazioni: importo danni richiesti: 8.555.597 euro.
“Nella sanità calabrese – afferma la Commissione nelle considerazioni conclusive della Relazione - si è sviluppata, nel tempo, una gestione non rispondente agli standard nazionali, caratterizzata, talora, dal prevalere di interessi particolaristici, da mancanza di cultura del dato, assenza di un'amministrazione corretta della spesa, che corrispondesse a criteri di efficacia e di efficienza, atti a garantire ai cittadini l’erogazione di prestazioni appropriate e di qualità”. Ed è difficile, secondo la Commissione, distinguere con precisione le responsabilità delle Giunte regionali che si sono succedute dal 2000 al 2010. In questi anni, infatti, si sono registrate situazioni deficitarie, la cui entità è difficile da quantificare, in quanto manca spesso la rintracciabilità delle spese. “Questo fa comprendere quanto non sia stato facile fissare degli obiettivi (sia finanziari, sia sociosanitari) non conoscendo, in fase di programmazione, la base di partenza dalla quale calcolarli e valutarli. Inoltre – aggiunge la Commissione - costituisce motivo di allarme e conferma di pericolosi condizionamenti malavitosi, facilitati da mancanza di trasparenza, incertezza dei dati e incapacità manageriali, la circostanza che gli organi amministrativi di alcune aziende sanitarie calabresi siano stati sciolti per infiltrazioni mafiose”.
Per la commissione, lo stato della sanità in Calabria richiede quindi “un cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica, attraverso una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali mediante un potenziamento delle attività di controllo che garantisca piena trasparenza di fronte alla popolazione e al Paese”.
http://www.quotidianosanita.it" onclick="window.open(this.href);return false;
Malasanità. La Calabria nel mirino della Commissione di inchiesta
"Sprechi, anomalie, disfunzioni e gravi lesioni del principi di legalità", con un "gravissimo nocumento per la salute dei cittadini e per la professionalità degli operatori”. Questo la sanità calabrese secondo Leoluca Orlando, presidente della Commissione di inchiesta sul Ssn: 75 segnalazioni di presunti errori sanitari e altre 14 per altre criticità, un disavanzo a fine 2010 ha superato i 1.046 mln di euro e un ritardo per il pagamento ai fornitori che va dai 778 giorni per i prodotti biomedicali ai 674 giorni per i farmaci.
15 LUG - Mancanza di un processo di razionalizzazione della rete ospedaliera con conseguenti inappropriatezze nell’utilizzo delle risorse ed evidenti riflessi sui livelli di assistenza garantiti alla popolazione; un tasso di ospedalizzazione molto alto per sopperire, spesso, alla mancanza di risposte assistenziali alternative in strutture di lungodegenza; un elevato numero di dirigenti medici rispetto agli operatori del comparto. È il quadro della sanità calabrese, dal punto di vista della qualità del Servizio, evidenziato nella relazione sulla sanità calabrese presentata ieri dalla Commissione di inchiesta sul Ssn presieduta da Leoluca Orlando.
E il quadro diventa “ancor più grave” se si scava nella situazione finanziaria della sanità in Calabria: dati contabili inaffidabili, carenza di un efficiente sistema di controllo, eccessivo ricorso alle anticipazioni di cassa, disarmonia tra programmazione annuale e budget. A questo si aggiungono illegittimità nell’acquisto dei farmaci; inosservanza delle norme in materia di appalti pubblici; mancata utilizzazione di strutture e apparecchi medico-sanitari; pagamento di fatture riferibili ad operazioni inesistenti; ritardato pagamento ai fornitori; illegittimo conferimento di incarichi professionali e consulenze. “La Commissione - ha affermato Orlando presentando la Relazione - ha indicato con precisione quanto si può e si deve fare per una svolta, anche culturale, che recuperi la salute come un diritto e non come un favore e che rispetti le professionalità secondo i meriti e non secondo le appartenenze”.
Dati e considerazioni alla base della relazione della Commissione d'inchiesta, sono il frutto di un percorso di indagine iniziato nell'autunno 2009, a seguito del ripetersi di casi di presunto errore sanitario. Missioni e sopralluoghi (presso l’Ospedale di Locri e gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria) e audizioni con gli amministratori locali (l’allora presidente della regione Agazio Loiero, il dirigente generale per la tutela della salute della regione, Andrea Guerzoni e l’attuale presidente, Giuseppe Scopelliti). Un lavoro impegnativo, che ha fatto emergere una realtà fortemente critica.
Da quando la Commissione parlamentare è stata istituita nella XVI legislatura fino al 7 aprile 2011, sono pervenute dalla Calabria 75 segnalazioni su casi di presunti errori sanitari e 14 segnalazioni di criticità di altro tipo, alcuni dei quali risalenti a periodi antecedenti alla costituzione della Commissione. Sulle 89 situazioni complessivamente segnalate è in corso un’attività di approfondimento tecnico che “troverà esauriente riscontro nella relazione di fine legislatura”, spiega la Commissione sottolineando come “è stata rilevata una notevole inerzia nell’adozione di provvedimenti disciplinari nei confronti dei responsabili dei presunti di errori sanitari. In molti casi, da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere della regione ci si è trincerati dietro la mancanza di strumenti contrattuali intermedi tra l’inerzia e il licenziamento”.
Tra le principali criticità rilevate c’è l'alto tasso di ospedalizzazione (225 ricoveri per 1000 abitanti) e la forte concentrazione (60%) di ricoveri tra 0 e 5 giorni, caratterizzati, spesso, da elevata inappropriatezza. Circa 20 sono le strutture di piccole dimensioni, “particolarmente inappropriate, da disattivare da ospedali per acuti e da trasformare”.
ll sistema dell’emergenza territoriale è costituito da 5 Centrali operative (Cosenza, Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria) e da 50 postazioni PET dislocate sul territorio provinciale e coordinate dalla corrispondente Centrale operativa. “Quello che emerge – afferma la Commissione sintetizzando la Relazione -, è che il Sistema dell’emergenza-urgenza in Calabria, oltre che presentare molti aspetti di obsolescenza e scarsa efficienza, è ancora frazionato in singoli ambiti spesso tra loro non coordinati e risulta utilizzato sovente in modo inappropriato, come risulta ove si consideri che solo ad una ridotta proporzione degli accessi in pronto soccorso segue il ricovero, mentre una elevata proporzione di casi presenta problemi non gravi trattabili in altre strutture”.
Ma “il problema fondamentale” che la Commissione si è trovata ad affrontare è stato quello della corretta determinazione dell’entità del disavanzo sanitario della regione Calabria: “Incertezza del suo ammontare, inattendibilità dei dati forniti, in alcuni casi mancanza”. Risulterebbero, inoltre, situazioni di scarsa attendibilità dei dati forniti da parte delle aziende sanitarie e ospedaliere, anche a causa della mancata attivazione di un sistema informativo efficiente, e un cumulo, sul capitale, degli interessi passivi a causa di una endemica carenza di liquidità delle aziende che, nell’ultimo quinquennio, ha raggiunto quota 77 milioni. Di conseguenza, particolare criticità riguarda il tempo medio per il pagamento dei fornitori di beni e servizi erogati alle aziende ed enti del Servizio sanitario regionale, pari a 778 giorni per i prodotti biomedicali e a 674 giorni per i farmaci. “Il peggior dato su tutto il territorio nazionale”, sottolinea la Commissione.
Una specifica richiesta di chiarimenti ha poi riguardato la Fondazione “Tommaso Campanella”, costituita nel 2004 allo scopo di trasformarlo in Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) per le patologie oncologiche “la cui natura giuridica permane ancora irrisolta con evidenti implicazioni negative derivanti dall’incertezza della qualificazione”. Inoltre, come risulta da indagini della Procura regionale della Corte dei Conti, l”a Fondazione, negli ultimi cinque anni, seppure in assenza di accreditamento, sarebbe stata destinataria di circa 100 milioni di euro da parte della regione Calabria, per effettuare prestazioni oncologiche, senza, tuttavia, conseguire i risultati previsti”.
Dalle rilevazione della Procura regionale della Corte dei Conti raccolte nella Relazione, emerge inoltre che dal 2004 al 2010 sono stati depositati 67 atti di citazione in materia sanitaria. Gli importi di danno richiesti sono stati pari ad 95.339.607 euro, ai quali debbono aggiungersi i finanziamenti alla Fondazione Tommaso Campanella. I maggiori importi di danno richiesti hanno riguardato: errori sanitari, per i quali la Corte dei Conti interviene con azione di rivalsa nei confronti responsabili quando l’Azienda sanitaria o ospedaliera abbia risarcito il danno a seguito di sentenza di condanna.
Da novembre del 2003 l’importo danni richiesti è di oltre 4 milioni di euro, la metà riguardano invalidità che si sono verificate al momento del parto.
I deficit di bilancio delle aziende sanitarie provinciali, con le case di cura private accreditate per prestazioni sanitarie senza corrispondente riduzione dell’importo destinato all’ospedalizzazione pubblica hanno invece un importo di danni richiesti pari a 37.321.413 euro.
Lo svolgimento dell’attività extramuraria non autorizzata da parte di medici in rapporto di esclusività con l’azienda ha un importo danni richiesti di 495.951 euro.
Le illegittimità collegate all’acquisto indebito o l'acquisto a prezzi maggiorati di farmaci di 2.591.689 euro.
Ancora: mancata utilizzazione di strutture sanitarie ed apparecchiature medico-sanitarie acquistate (in particolare, si ricorda la mancata utilizzazione delle apparecchiature destinate allo screening mammografico, caso in cui allo spreco di pubbliche risorse, si aggiunge la ricaduta sulla collettività femminile calabrese, privata della possibilità di sottoporsi a prevenzione tumorale) per 7.154.074 euro di danni richiesti.
Illegittimità negli appalti di gara per l’acquisto di beni e servizi, con un importo danni richiesto di 4.544.135 euro. Illegittimità nella gestione del personale, illegittimi pagamenti o inquadramenti, con un importo danni richiesti: 1.833.720 euro. Illegittimità di incarichi professionali conferiti a terzi, ovvero a soggetti estranei all’ente sanitario in presenza di personale aziendale interno idoneo allo svolgimento delle medesime prestazioni: importo danni richiesti: 8.555.597 euro.
“Nella sanità calabrese – afferma la Commissione nelle considerazioni conclusive della Relazione - si è sviluppata, nel tempo, una gestione non rispondente agli standard nazionali, caratterizzata, talora, dal prevalere di interessi particolaristici, da mancanza di cultura del dato, assenza di un'amministrazione corretta della spesa, che corrispondesse a criteri di efficacia e di efficienza, atti a garantire ai cittadini l’erogazione di prestazioni appropriate e di qualità”. Ed è difficile, secondo la Commissione, distinguere con precisione le responsabilità delle Giunte regionali che si sono succedute dal 2000 al 2010. In questi anni, infatti, si sono registrate situazioni deficitarie, la cui entità è difficile da quantificare, in quanto manca spesso la rintracciabilità delle spese. “Questo fa comprendere quanto non sia stato facile fissare degli obiettivi (sia finanziari, sia sociosanitari) non conoscendo, in fase di programmazione, la base di partenza dalla quale calcolarli e valutarli. Inoltre – aggiunge la Commissione - costituisce motivo di allarme e conferma di pericolosi condizionamenti malavitosi, facilitati da mancanza di trasparenza, incertezza dei dati e incapacità manageriali, la circostanza che gli organi amministrativi di alcune aziende sanitarie calabresi siano stati sciolti per infiltrazioni mafiose”.
Per la commissione, lo stato della sanità in Calabria richiede quindi “un cambiamento radicale della gestione della cosa pubblica, attraverso una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali mediante un potenziamento delle attività di controllo che garantisca piena trasparenza di fronte alla popolazione e al Paese”.
http://www.quotidianosanita.it" onclick="window.open(this.href);return false;
"Ora posso dire che ogni cosa può iniziare, perchè soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un'idea sorretta dall'emozione."
- yoga
- Master~GolGirl®

- Messaggi: 9632
- Iscritto il: 20 mag 2005, 10:46
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Scusate se continuo con l'OT. Lunette, quando parli dell'Austria mi dai la stessa identica impressione sai? E conosco tanta gente che vive/ha vissuto in Austria e racconta cose opposte a quelle che dici tu.Lunette ha scritto:Un giorni ci diari il nome di questo famigerato paese eh? No perché ogni tanto mi sembra uscito dalle cronache di Narnia..HyStErYa ha scritto:Io mi ricordo che quando dovevo fare la risonanza di ipofisi e surrene c'era una lista d'attesa di 17 mesi.
Quindi non vedo perche' deridere i racconti di HyStErYa, che io peraltro trovo molto sensati e in linea con quanto mi raccontano i miei amici campani e calabresi.
(e scusa se mi permetto, ma suggerire di andare a denunciare certe realta' alla guardia di finanza mi sembra proprio da Alice nel paese delle meraviglie, tanto per restare in tema di favole)
E 2006
- Lunette
- Master~GolGirl®

- Messaggi: 5202
- Iscritto il: 27 mag 2005, 8:47
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Non l'ho derisa, anche se ci ho scherzato su, ma le ho anche detto che le credo perché so che lì la situazione è molto diversa da una città del nord. Mi sarebbe solo interessato sentire anche altre voci, ma sembrerebbero inesistenti qui.yoga ha scritto:Scusate se continuo con l'OT. Lunette, quando parli dell'Austria mi dai la stessa identica impressione sai? E conosco tanta gente che vive/ha vissuto in Austria e racconta cose opposte a quelle che dici tu.Lunette ha scritto:Un giorni ci diari il nome di questo famigerato paese eh? No perché ogni tanto mi sembra uscito dalle cronache di Narnia..HyStErYa ha scritto:Io mi ricordo che quando dovevo fare la risonanza di ipofisi e surrene c'era una lista d'attesa di 17 mesi.
Quindi non vedo perche' deridere i racconti di HyStErYa, che io peraltro trovo molto sensati e in linea con quanto mi raccontano i miei amici campani e calabresi.
(e scusa se mi permetto, ma suggerire di andare a denunciare certe realta' alla guardia di finanza mi sembra proprio da Alice nel paese delle meraviglie, tanto per restare in tema di favole)
Comunque sì immagino, che ci siano persone che in Austria abbiano avuto un'altra impressione del loro ssn, dipende anche lì da che parte del mondo vieni e dove vieni curato. Per dirti Vienna funziona diversamente dal paesello del Tirolo, ecc. Però quello che ti dico io sono anche fatti: le degenze in ospedale si pagano! Poi uno può sindacare su come e quando, ma si pagano e tanto anche!
Riguardo alla denuncia non vedo perché non si dovrebbe fare. Allora facciamo il gioco di chi sfrutta e stiamo zitti, muti e rassegnati. La malasanità va denunciata, non ci si può nascondere dietro al "tanto non succede niente" Perché se non ci fossero persone che denunciano simili empietà non lo saprebbe nessuno.
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
- yoga
- Master~GolGirl®

- Messaggi: 9632
- Iscritto il: 20 mag 2005, 10:46
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Lunette, qui si aprirebbe un discorso molto piu' ampio che va troppo OT... e' tutto vero quello che scrivi sulla denuncia, ma devi anche pensare che in certi casi metti in gioco la tua incolumita' e quella dei tuoi familiari.
E 2006
- mariangelac
- Collaboratore

- Messaggi: 37684
- Iscritto il: 25 gen 2008, 14:54
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Lunette, Io vivo in puglia, mio padre ha prenotato un intervento di cataratta a giugno e ha appuntamento per i primi di novembre, a dire il vero noi abbiamo utilizzato poco il ssn e nn perche siamo ricchi, ma perche fidandoci pochissimo dei medici, cerchiamo di individuare qualcuno che riteniamo all'altezza del compito e pur di farci seguire bene siamo disposti a pagare, rinunciando magari ad altro.
Non ho seguito tutta la diatriba, cos'è che vuoi sapere di preciso? Se secondo me il SSN funziona? Nn ti so rispondere perche io nn ne faccio una questione di appartenenza al pubblico o al privato, ma dei medici che hanno studiato oppure no, e siccome i giornai li leggo, so bene che ci sono stati da una decina di anni a questa parte delle persone che si sono laureate in medicina (come alche in altre facoltà) non per meriti, quindi quando vedo il cardiologo il pediatria neonatale che con l'ifermiera dice: "allora l'aorta esce dal ventricolo sinistro e poi va a finire.... hemmmm.... aspettate che prendo l'enciclopedia" (e questo visto e sentito con i miei occhi) nn mi meraviglio piu di tanto.
Non ho seguito tutta la diatriba, cos'è che vuoi sapere di preciso? Se secondo me il SSN funziona? Nn ti so rispondere perche io nn ne faccio una questione di appartenenza al pubblico o al privato, ma dei medici che hanno studiato oppure no, e siccome i giornai li leggo, so bene che ci sono stati da una decina di anni a questa parte delle persone che si sono laureate in medicina (come alche in altre facoltà) non per meriti, quindi quando vedo il cardiologo il pediatria neonatale che con l'ifermiera dice: "allora l'aorta esce dal ventricolo sinistro e poi va a finire.... hemmmm.... aspettate che prendo l'enciclopedia" (e questo visto e sentito con i miei occhi) nn mi meraviglio piu di tanto.
Ciascuno quanto piu interna contentezza gli manca, tanto piu desidera nell'opinione altrui passare per felice. (Schopenhauer)
- laura s
- Gold~GolGirl®

- Messaggi: 21134
- Iscritto il: 8 dic 2006, 14:46
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Che ti posso dire? Che hai ragione, in Italia tutto va per amicizie e raccomandazioni, anche se negli anni mi sono resa conto che alla fine la cosa è oramai così diffusa che talvolta è quasi indolore, nel senso che capita che siano TUTTI amici di e parenti di e che poi ci si trova al pari di nuovo, comunque non nego che sia un problema. Peraltro conosco figli di... ingambissima, e anche loro meritano di lavorare no?? Non è che aver seguito le orme paterne sia di per sè una colpa. Per cui non vedo una soluzione facile.pisola ha scritto:HYS a me non dici niente di nuovo!![]()
mio marito è del sud, del cilento....ti dice niente il sindaco Vassallo ucciso lo scorso anno....conosco bene certe realtà!
torniamo alla sanità pubblica....
LAURA aspetto un tuo commento alla mia risposta!
Piuttosto riguardo alle persone in gamba e di famiglia modesta mi sembra che l'eterno precariato non sia molto d'aiuto. Se io non avessi avuto una famiglia alle spalle ammetto che non avrei potuto fare il medico. Ho studiato full time per 10 anni dopo il liceo prima di vedere qualche soldino (pochi), e i libri sono pure carissimi... come avrei potuto fare???
Io non ti piaccio? Eppure sei sempre a guardare e giudicare tutto ciò che faccio. Sai il dizionario come definisce una persona del genere? FAN
- laura s
- Gold~GolGirl®

- Messaggi: 21134
- Iscritto il: 8 dic 2006, 14:46
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
Su questo hai ragionissimo: purtroppo secondo me le lauree (tutte eh, non solo medicina) ultimamente le danno con i punti delle patatine, e la vedo grigia sul futuro...mariangelac ha scritto:Lunette, Io vivo in puglia, mio padre ha prenotato un intervento di cataratta a giugno e ha appuntamento per i primi di novembre, a dire il vero noi abbiamo utilizzato poco il ssn e nn perche siamo ricchi, ma perche fidandoci pochissimo dei medici, cerchiamo di individuare qualcuno che riteniamo all'altezza del compito e pur di farci seguire bene siamo disposti a pagare, rinunciando magari ad altro.
Non ho seguito tutta la diatriba, cos'è che vuoi sapere di preciso? Se secondo me il SSN funziona? Nn ti so rispondere perche io nn ne faccio una questione di appartenenza al pubblico o al privato, ma dei medici che hanno studiato oppure no, e siccome i giornai li leggo, so bene che ci sono stati da una decina di anni a questa parte delle persone che si sono laureate in medicina (come alche in altre facoltà) non per meriti, quindi quando vedo il cardiologo il pediatria neonatale che con l'ifermiera dice: "allora l'aorta esce dal ventricolo sinistro e poi va a finire.... hemmmm.... aspettate che prendo l'enciclopedia" (e questo visto e sentito con i miei occhi) nn mi meraviglio piu di tanto.
Comunque non male quella dell'aorta!!!
Io non ti piaccio? Eppure sei sempre a guardare e giudicare tutto ciò che faccio. Sai il dizionario come definisce una persona del genere? FAN
- lalat
- Silver~GolGirl®

- Messaggi: 15424
- Iscritto il: 20 mag 2005, 10:02
Re: sanità pubblica: sta andando a bagno???
laura s ha scritto:Piuttosto riguardo alle persone in gamba e di famiglia modesta mi sembra che l'eterno precariato non sia molto d'aiuto.
C'è stato un periodo d'oro dal 1998 circa al 2000 ... forse 2001 ... mandavi il curriculum in un posto perché avevi le caratteristiche perfette e venivi chiamato e preso sulla base delle tue qualità ... anche se chi ti prendeva nemmeno ti conosceva ... era il periodo della New Economy ... Chissà se dopo tutto questo che sta accadendo non si possa tornare ad un periodo di questo tipo ... anche migliore volendo. Come mai se eravamo così sulla buona strada siamo sprofondati in questo modo ...
Alessia, Davide 02/12/2004 e Fabio 24/09/2006
