Piange ancora!!!!

[val978]

Hamilton ci sono regole nella famiglia oltre che nella legge italiana.

A casa mia la mattina si va all'asilo punto. Non è mai passato per la testa di noi adulti che potesse non andare se non per motivi di salute e altre rare eccezioni. Anche nei periodi NO che tutto era un capriccio. Quindi qua l'asilo è obbligatorio come concetto.

Poi: Angelica sta bene sll'asilo, si diverte e a casa lo racconta...vuole addorittura giocare all'asilo!

Qua il problema e che la bimba non vuole lasciare la mamma sola a casa. O giú di lí.

[primomaggio]

Hamilton ci sono regole nella famiglia oltre che nella legge italiana.

A casa mia la mattina si va all'asilo punto. Non è mai passato per la testa di noi adulti che potesse non andare se non per motivi di salute e altre rare eccezioni. Anche nei periodi NO che tutto era un capriccio. Quindi qua l'asilo è obbligatorio come concetto.

Poi: Angelica sta bene sll'asilo, si diverte e a casa lo racconta...vuole addorittura giocare all'asilo!

Qua il problema e che la bimba non vuole lasciare la mamma sola a casa. O giú di lí.

Anche da noi è (era) così.
Elenaus, secondo me la scelta se mandare a scuola dell'infanzia un bambino è dei genitori e non mi sembra negoziabile. E te lo dico pur essendo stata sempre molto disponibile ad andare incontro ai problemi che mio figlio poteva mostrare di avere in questa o in quella situazione. Ma una scelta educativa come il trienno dell'Infanzia è troppo grande per farla dipendere da scenate (perché tu così le descrivi, non mi pare, anche in confronto a quanto dicono altre, che ci siano sintomi di malessere). Ovvio, non ti dico "portala a scuola e fregatene se la torturano", ma hai già appurato che non la stanno torturando e che l'esperienza è per lei piacevole. Io penso che la tua Angelica abbia bisogno di sentire che l'ultima parola è la tua, non la sua, perché sentire che la decisione di una cosa che è così impegnativa per lei - visto che comunque per un bambino di 3 anni adattarsi al ritmo e alle regole della scuola non è certo facile, anche se a mio parere salutare - dipende in ultima analisi da lei... nooo, troppa responsabilità. Ci credo che sbrocca. Lei fa la fatica di imparare, tu devi fare la fatica di farle sentire che è per il suo bene.
Soprattutto, ti inviterei a pensare che confusione genereresti in lei se, dopo averla portata come anticipataria senza che ci fossero santi, ora che è "in regola" rinunciassi.
Se proprio proprio, come ha consigliato qualcuna, fai uno stop ora e ricomincia a gennaio in un'altra scuola.

[Topillo]

Io sono d'accordo con Hamilton.

[hamilton]

Hamilton ci sono regole nella famiglia oltre che nella legge italiana.

Si, ma mentre le leggi di uno Stato si spera non siano negoziabili, per fortuna in casa mia ogni tipo di legge che viene dettata e' modificabile in base al cambiamento delle sitazioni che l'hanno provocata.
Se ne parla, si discute, si tenta di capire le motivazioni dell'una e dell'altra parte, e non ci sta scritto con il sangue da nessuna parte che una legge che vale per oggi debba valere per forza anche per domani se cambiano le situazioni che l'hanno generata.
Non siamo ad Aushwitz e anche mio figlio, in quanto essere umano che precisi sentimenti e bisogni e' libero di dissentire se non trova giusto qualcosa.
E questo in particolare per quanto mi riguarda.
Nello specifico, e cioe' nel caso di Elenaus, io credo che lei si trovi in una situazione assolutamente privilegiata, se solo riesce a sfruttarla a suo favore.
Prima cosa deve essere assolutamente piu' lucida di quello che dimostra di essere e cercare di capire sua figlia, i motivi reali che la spingono ad un rifiuto cosi' sistematico dell'asilo.
Se il problema e' la mamma cercera' di lavorare su se' stessa con un grande vantaggio: la possibilita' di avere quel tempo da dedicare a sua figlia, cosa che altre mamme non hanno e che, di conseguenza, estendono a tutta l'umanita' il concetto che l'asilo e' obbligatorio e che la regola non si infrange.
Puo' svegliare sua figlia con calma, parlarle con calma, cercare d curare la pressione bassa e rispondere alle scenate con calma, facendo piccoli passi alla volta, magari lasciandola ogni giorno un pochino di piu', o cercando strategie insieme alle maestre per rendere meno traumatico possibile lasciarla all'asilo.
Dedicarsi a questo problema.
Per fortuna mio figlio non ha mai avuto di questi problemi e ha sempre accettato di buon grado l'asilo, Dio solo sa come avrei reagito di fronte ai suoi pianti e alle sue dimostrazioni di disagio.
Probabilmente avrei chiesto l'aspettativa per cercare di aiutarlo.

[Ari]

Prima cosa deve essere assolutamente piu' lucida di quello che dimostra di essere

secondo me il nocciolo della questione è tutto qui.

nel momento in cui elenaus sarà serena, di conseguenza lo sarà anche sua figlia.

io non sono catastrofica su un eventuale disastroso approccio alla scuola nel caso in cui questa bambina non frequenti l'asilo.

il punto è che, secondo me, ad angelica l'asilo piace e le piace pure molto!
quindi il disagio che la bambina manifesta non è un proprio disagio, ma un disagio della mamma (dinamica che a casa mia purtroppo è conosciutissima ).

[Topillo]

Hamilton ci sono regole nella famiglia oltre che nella legge italiana.

Si, ma mentre le leggi di uno Stato si spera non siano negoziabili, per fortuna in casa mia ogni tipo di legge che viene dettata e' modificabile in base al cambiamento delle sitazioni che l'hanno provocata.
Se ne parla, si discute, si tenta di capire le motivazioni dell'una e dell'altra parte, e non ci sta scritto con il sangue da nessuna parte che una legge che vale per oggi debba valere per forza anche per domani se cambiano le situazioni che l'hanno generata.
Non siamo ad Aushwitz e anche mio figlio, in quanto essere umano che precisi sentimenti e bisogni e' libero di dissentire se non trova giusto qualcosa.
E questo in particolare per quanto mi riguarda.
Nello specifico, e cioe' nel caso di Elenaus, io credo che lei si trovi in una situazione assolutamente privilegiata, se solo riesce a sfruttarla a suo favore.
Prima cosa deve essere assolutamente piu' lucida di quello che dimostra di essere e cercare di capire sua figlia, i motivi reali che la spingono ad un rifiuto cosi' sistematico dell'asilo.
Se il problema e' la mamma cercera' di lavorare su se' stessa con un grande vantaggio: la possibilita' di avere quel tempo da dedicare a sua figlia, cosa che altre mamme non hanno e che, di conseguenza, estendono a tutta l'umanita' il concetto che l'asilo e' obbligatorio e che la regola non si infrange.
Puo' svegliare sua figlia con calma, parlarle con calma, cercare d curare la pressione bassa e rispondere alle scenate con calma, facendo piccoli passi alla volta, magari lasciandola ogni giorno un pochino di piu', o cercando strategie insieme alle maestre per rendere meno traumatico possibile lasciarla all'asilo.
Dedicarsi a questo problema.
Per fortuna mio figlio non ha mai avuto di questi problemi e ha sempre accettato di buon grado l'asilo, Dio solo sa come avrei reagito di fronte ai suoi pianti e alle sue dimostrazioni di disagio.
Probabilmente avrei chiesto l'aspettativa per cercare di aiutarlo.

io sono d'accordissimo con tutto quanto hai scritto.
L'affermazione perentoria: si va all'asilo. Punto. mi infastidisce parecchio.
Senza contare che il fatto che Angelica all'asilo poi giochi, potrebbe non solo significare che le sue sono scene gratuite causate dall'indecisione di Elenaus, ma anche che si è rassegnata.
I bambini si rassegnano!

[primomaggio]

Hamilton, il tuo intervento è condivisibilissimo, soprattutto quando dici che Elenaus deve trovare la lucidità necessaria per analizzare il comportamento della bambina .
Ma tra le altre cose, Elenaus è dall'anno scorso che cerca di procedere per gradi e secondo me la gradualità ad un certo punto diventa un motivo di confusione e angoscia, insomma, se si parla tanto della benedetta routine, ci sarà un motivo ... ed è buffo che la citi io che non sono certo la più "routinaria" tra le mamme.
Io posso dire questo: mio figlio ha iniziato la primaria quest'anno, era più nervoso e incazzoso prima, per l'ansia di conoscere, capire, sapere, che dopo. Quando ha iniziato finalmente è stato rassicurato dal sapere che quella era la sua realtà, la sua classe, i suoi spazi. Aveva bisogno di certezze.
E secondo me tra le certezze ci sta una decisione chiara e questa decisione sta ai genitori, non all'umore del bimbo.

[Topillo]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

[Ari]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

in assoluto o in relazione alla singola scuola dell'infanzia?

[Topillo]

Io però, personalmente, lascerei perdere ancora quest'anno, potendo, e poi riprendere il prossimo in un'altra struttura.
Ormai lì hanno iniziato con il piede sbagliato.

Io parlo così perchè io a 3 anni, quando mia mamma mi ha mandato alla scuola materna, l'ho presa malissimo. Non mi piaceva niente. E non ho nemmeno mai fatto pianti o scene, semplicemente mia mamma si è accorta che non ero entusiasta di andare. Ha chiesto perchè. Il motivo addotto era la confusione a cui non ero abituata.
Però ricordo anche che non mi piaceva il cibo, e che non mi andava che fossimo obbligati a dormire con la testa sul banco. Questo però non l'ho mai detto a mia mamma.

Quando mi detto che non mi avrebbe più mandata, sono scoppiata a piangere ringraziandola. Mi ha tenuta a casa quell'anno e anche il successivo, mandandomi solo all'ultimo anno, in un'altra scuola. Problemi? ZERO.

[Topillo]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

in assoluto o in relazione alla singola scuola dell'infanzia?

in assoluto.

[Topillo]

questo è per dire che prendere posizioni rigide con una bambina che evidentemente non è pronta e non ama quella scuola materna non è detto che dia beneficio. La rassegnazione è una cosa brutta.

[primomaggio]

Topillo, si va all'asilo punto - a parte che non l'ho scritto io, ma l'ho quotato - perché quando una scelta è quella, quella è, a passare il messaggio al bambino che a volte sì, a volte no, si crea solo un casino nella sua testa.
Sul valore educativo della scuola dell'infanzia, sono punti di vista, io personalmente sono contentissima di averci mandato il mio, ma proprio senza il minimo dubbio. E per una serie di ragioni, non ultima la questione caratteriale, lui dopo 2 giorni che sta solo a casa sbrocca, ha avuto bisogno fin dalla più tenera età della compagnia dei suoi coetanei.

[hamilton]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

W
E questa volta ti quoto io.
La materna frequentata da Giorgio non gli ha insegnato nulla che potesse aiutarlo alle elementari, niente pregrafia, niente alfabeto, nulla di nulla, neppure a tener in mano le forbici visto che i lavori li facevano le maestre.
Lo hanno fatto giocare con altri bambini, questo si, e gli hanno insegnato a parlare a voce alta, a urlare per farsi sentire.
Era una scuola privata, ok, probabilmente se fossi riuscita a farlo entrare in una materna pubblica le cose sarebbe andate meglio, ma di sicuro per mio figlio l'asilo e' stato un comodo parcheggio (per me) dove ha giocato, giocato, giocato.

[Ari]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

in assoluto o in relazione alla singola scuola dell'infanzia?

in assoluto.

è un punto di vista.

io invece penso che vada tutto contestualizzato.

io a casa sarei impazzita e adoravo la scuola dell'infanzia! se mi avessero tenuta a casa mi avrebbero fatto un dispetto grandissimo.

mia figlia ha amato la scuola dell'infanzia i primi due anni, mentre il terzo anno ha avuto problemi con una maestra e ci è andata mal volentieri.

e aldilà del "gradimento" del singolo bambino, il valore educativo è determinato dalla preparazione delle maestre, quindi non penso che sia lo stesso in tutte le realtà.

[Topillo]

Topillo, si va all'asilo punto - a parte che non l'ho scritto io, ma l'ho quotato - perché quando una scelta è quella, quella è, a passare il messaggio al bambino che a volte sì, a volte no, si crea solo un casino nella sua testa.
Sul valore educativo della scuola dell'infanzia, sono punti di vista, io personalmente sono contentissima di averci mandato il mio, ma proprio senza il minimo dubbio. E per una serie di ragioni, non ultima la questione caratteriale, lui dopo 2 giorni che sta solo a casa sbrocca, ha avuto bisogno fin dalla più tenera età della compagnia dei suoi coetanei.

dipende da come si pone la scelta presa. Io alle mie figlie non posso dire: vi piacerebbe andare? Proviamo un po' e ci andate magari solo al mattino, se vi va. Oppure vediamo come va e decidiamo insieme. Non posso perchè lavoro. Quindi per me era prioritario scegliere con assoluta precisione LA scuola giusta per loro. Chi mi conosce un po' sa quanto ho ammorbato con 'sta storia. Quanti nidi ho visitato, quante scuole materne (dei nidi ho perso il conto, ma le scuole materne che ho studiato erano OTTO).
Però quando ero a casa in maternità per Veronica e adesso che sono stata in malattia, ho cambiato le regole. Andavano solo al mattino, se una mattina tiravamo troppo in lungo si stava a casa... insomma, loro sanno che devono andare perchè la mamma va al lavoro. Se la mamma non ci va, la mamma sta con loro. Fosse stato per me, non le avrei proprio mandate, ma in vista del mio rientro, un pochino di continuità gliel'ho lasciata.

Per me nido e materna sono surrogati della mamma. I surrogati migliori, magari, ma surrogati.

[primomaggio]

Invece la materna ha preparato mio figlio alla scuola primaria, ma non per questione di pregrafismo, perché gli ha insegnato gradualmente il rispetto delle regole dello stare in comunità. E alla primaria, soprattutto la primaria di oggi, di regole ce ne sono una marea. E lui non è un bambino che dove lo metti sta, sicché pensare di passare da un clima familiare e ovattato a una classe di 20 bambini diversi con diverse necessità, che oltre tutto devono ascoltare, assimilare, imparare... per me sarebbe stato un delirio. Evidentemente non tutti i bambini sono uguali.

[Topillo]

Mi sono dimenticata una cosa: io tutto questo valore educativo della scuola dell'infanzia, non lo vedo.

W
E questa volta ti quoto io.
La materna frequentata da Giorgio non gli ha insegnato nulla che potesse aiutarlo alle elementari, niente pregrafia, niente alfabeto, nulla di nulla, neppure a tener in mano le forbici visto che i lavori li facevano le maestre.
Lo hanno fatto giocare con altri bambini, questo si, e gli hanno insegnato a parlare a voce alta, a urlare per farsi sentire.
Era una scuola privata, ok, probabilmente se fossi riuscita a farlo entrare in una materna pubblica le cose sarebbe andate meglio, ma di sicuro per mio figlio l'asilo e' stato un comodo parcheggio (per me) dove ha giocato, giocato, giocato.

ecco, questo vale anche per me, pur se devo ancora vedere cosa farà Roberta adesso che è all'ultimo anno.
Roberta ha imparato a leggere e scrivere un anno fa, da sola, non certo all'asilo.
Non ha mai avuto problemi di socialità, nel senso che non ha iniziato picchiando, urlando, stando nell'angolo timidissima, per cui lo stare in comunità l'ha aiutata a imparare a farlo. Entrambe conoscono le regole che noi abbiamo dato loro, non c'è stato bisogno di nido e materna per capire che non si scrive sui muri, non si butta la roba a terra, il cibo non si bruca dal piatto e cose affini.
Quindi, per me, ok, hanno giocato. Ok stanno con persone che vogliono loro bene e che loro amano, ma basta. Bona lì.

[Ari]

Evidentemente non tutti i bambini sono uguali.

ecco, secondo me tutto dipende da questo!

quando ho scritto ad elenaus in questo topic io non ho pensato alla mia esperienza di bambina che amava l'asilo, nè all'esperienza di mia figlia.
ho solo cercato di leggere quello che elenaus ha scritto per capire quali erano gli stati d'animo delle persone in causa (elenaus e sua figlia).
quello che ci ho letto io è che elenaus ha mille paturnie e che angelica ama l'asilo ma percepisce l'ansia della mamma e la fa sua.
per questo ho consigliato ad elenaus di mettersi tranquilla lei per prima e che così vedrà che angelica non farà più capricci per andare all'asilo perchè lei all'asilo ci sta bene.

[primomaggio]

Topillo, io invece non penso che la materna sia un surrogato della mamma, ma nemmeno il nido, io a mio figlio non posso dare le stesse opportunità che gli dà una scuola dove si confronta con i suoi coetanei. Dipende tanto dal carattere dei bambini, dipende pure dal carattere della mamma. Io adoro mio figlio, ma dopo un'intera giornata che stiamo io e lui, lui e io, siamo felicissimi che arrivi papà. E io quando suo padre mette piede in casa, non esisto più per lui. Se andiamo ospiti da qualcuno o qualcuno viene ospite a casa nostra, pure... Mio figlio sa che ci sono,
Preciso, io purtroppo sono lavoratrice precaria e lavoro a singhiozzo, ho avuto periodi in cui sono stata a casa, ora per esempio è uno di quelli - con la pancia non posso svolgere il mio lavoro e quindi nessuno mi si piglia - e mio figlio a scuola ci è andato lo stesso.
Abbiamo negoziato sul pisolino, perché quello lo mandava proprio ai matti, avevamo la possibilità di andarlo a prendere alle 14 perché mio marito ha la pausa pranzo a quell'ora e c'era mia madre che faceva un po' di jolly. So che è un gran privilegio, questo sì, ma la mattina alla materna, 4 ore fuori casa, per me - e sottolineo - per me, sono salutari.