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Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 22:45

Certo, poi capita lo stesso di sgridare, di nno poter ascoltare, ci mancherebbe. al parcose devo sgridarlo o bloccarlo per qualcosa o rimpraverare tutto il gruppetto di scalmanati ovvio che si danno degli ordini di massima: no tu li non ci vai, questo non lo puoi fare e amen. nno sempre si può stare li e parlare con attenzione.però poi cerco di tornarci sempre sopra e chiarire il mio pensiero e il suo, magari passeggiando mentre torniamo a casa io e lui dopo aver giocato al parco. " amore, sai perchè ti ho detto questo prima? Ma tu cosa pensavi.., ma quello mi aveva chiamato così prima e io..., già tesoro è vero vediamo come potresti rispondere se capitasse ancora..., scusa però ti pare che..., ti eri arrabbiato per cosa?..,che ne dici facciamo così.. ecc..

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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da mafalda2005 » 27 feb 2012, 22:47

Topillo ha scritto:ecco, mi trovo di nuovo in accordo con Clizia. Ascoltare le sue ragioni non è solo un modo per scendere a patti, ma soprattutto per capire che cosa le passa per la testa e come spiegarle, se lo stesso la risposta è NO, perchè lo è.

Se non si sente libera di esprimere a me le sue ragioni, i suoi pensieri, se non si sente considerata come persona pensante da me, in chi potrà riporre la sua fiducia?
Anche la mia bimba è del 2008 ed è una testona, io ho spiegato e spiegato, ma non c'è verso, lei deve imporci il fatto che lei è indipendente (l'ultima che ha fatto è attraversare la strada da sola). A questo punto la tengo per il braccio e stop. Comunque mi sembra ancora piccola per spiegarmi le sue ragioni (almeno la mia non mi farebbe mai un discorso articolato, per ora vuole solo decidere). Tra l'altro ho un maschietto più grande che non si è mai comportato così e quindi sono ancora più spiazzata.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da mafalda2005 » 27 feb 2012, 22:48

clizia ha scritto:Certo, poi capita lo stesso di sgridare, di nno poter ascoltare, ci mancherebbe. al parcose devo sgridarlo o bloccarlo per qualcosa o rimpraverare tutto il gruppetto di scalmanati ovvio che si danno degli ordini di massima: no tu li non ci vai, questo non lo puoi fare e amen. nno sempre si può stare li e parlare con attenzione.però poi cerco di tornarci sempre sopra e chiarire il mio pensiero e il suo, magari passeggiando mentre torniamo a casa io e lui dopo aver giocato al parco. " amore, sai perchè ti ho detto questo prima? Ma tu cosa pensavi.., ma quello mi aveva chiamato così prima e io..., già tesoro è vero vediamo come potresti rispondere se capitasse ancora..., scusa però ti pare che..., ti eri arrabbiato per cosa?..,che ne dici facciamo così.. ecc..
Sono d'accordo.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 22:52

oops beninteso se sono questioncelle da trattare di nuovo oppure meditazioni rimaste in sospeso, altrimenti sai che palle. le minutaglie non si ridiscutono all'infinito. ormai a 6 anni alcuni punti fermi ci sono ehhh :prr se gli do "l'ordine"di non puntarte un badtoni agli occhi altrui ormai sta cosa è stata ben discussa e sviscerata negli anni addietro, in quel momento l'ordine indiscutibileè ben chiaro e spiegato senza bisogno di ripetere le ragioni, glielo ricordo solo nei momenti in cui potrebbe dimenticarsene preso dalal foga del gioco.
(anzi da un pezzo non glielo rispiego più nè mi da motivo di doverlo fare, era solo per fare un esempio)

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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 22:55

premesso che sono fortunata, perchè Roberta non è nè aggressiva, nè prepotente, nè maleducata, ti faccio questo esempio: lei sa che in cucina non si deve giocare, perchè è pericoloso (un paio di volte ci ha letteralmente picchiato la testa, quindi si è resa conto che non era una mia bugia), però non c'è verso di tenerla lontana dalla cucina quando ci sono io che cucino o mio marito, specialmente quando il nostro gatto è lì, perchè lei lo adora. Mio marito vorrebbe che proprio non ci entrasse, perchè, anche se di fatto non gioca, averla in cucina seduta per terra che accarezza il gatto, a lui secca e non allontana completamente i pericoli a cui potrebbe andare incontro.

Lei gli oppone: MA IO NON STO GIOCANDO e, dal suo punto di vista, ha ragione. Lui si arrabbia, la sgrida e finisce col farla piangere, cacciandola fuori, io preferisco stabilire che può stare in cucina mentre ci sono io, ma deve stare lontana dai fornelli e dal lavello, non può sedersi nel centro del pavimento, nemmeno se il gatto è lì, e se vedo che è particolarmente vivace e quindi corre avanti e indietro aumentando le potenziali situazioni di pericolo, preferisco coinvolgerla in quello che sto facendo o chiederle di aiutarmi ad apparecchiare, per esempio.

Lui dice che di fatto lei ottiene di poter stare in cucina anche se non potrebbe, quindi io gliela do vinta. Io dico che invece io coniugo il suo desiderio di stare con me con un suo coinvolgimento responsabilizzante.

La regola "non si gioca in cucina" ha un senso che lei può capire e ha capito. La regola "non si entra proprio in cucina" non ha nessun senso per lei e io non gliela voglio imporre.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da mafalda2005 » 27 feb 2012, 22:58

Sai quante mamme dai 4-5 anni in su, spariscono al parco, e alcuni bambini a 6 anni non hanno mica acquisito il concetto che non si fa del male agli altri :che_dici .
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 22:58

mafalda2005 ha scritto:
Topillo ha scritto:ecco, mi trovo di nuovo in accordo con Clizia. Ascoltare le sue ragioni non è solo un modo per scendere a patti, ma soprattutto per capire che cosa le passa per la testa e come spiegarle, se lo stesso la risposta è NO, perchè lo è.

Se non si sente libera di esprimere a me le sue ragioni, i suoi pensieri, se non si sente considerata come persona pensante da me, in chi potrà riporre la sua fiducia?
Anche la mia bimba è del 2008 ed è una testona, io ho spiegato e spiegato, ma non c'è verso, lei deve imporci il fatto che lei è indipendente (l'ultima che ha fatto è attraversare la strada da sola). A questo punto la tengo per il braccio e stop. Comunque mi sembra ancora piccola per spiegarmi le sue ragioni (almeno la mia non mi farebbe mai un discorso articolato, per ora vuole solo decidere). Tra l'altro ho un maschietto più grande che non si è mai comportato così e quindi sono ancora più spiazzata.
La mia argomenta. E io mi sono accorta che in effetti se io le spiego il perchè dei miei no, sulla base delle motivazioni che esprime lei per cui dovrebbe essere sì, le capisce meglio e le accetta.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:00

io ho sempre impostato i suoi rapporti con gli altri sulla base del: sono bambini come te, hanno i tuoi stessi diritti.

E al parco vigilo attentamente. Anche se, ripeto, è brava.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 23:01

mafalda2005 ha scritto:
Anche la mia bimba è del 2008 ed è una testona, io ho spiegato e spiegato, ma non c'è verso, lei deve imporci il fatto che lei è indipendente (l'ultima che ha fatto è attraversare la strada da sola). A questo punto la tengo per il braccio e stop. Comunque mi sembra ancora piccola per spiegarmi le sue ragioni (almeno la mia non mi farebbe mai un discorso articolato, per ora vuole solo decidere). Tra l'altro ho un maschietto più grande che non si è mai comportato così e quindi sono ancora più spiazzata.
Ma questo capita, ciò non toglie che in precedenza spiegavo il perchè e il percome, poi se continuava non per questo cambiavo idea e lo facevo attraversare da solo. Anzi a volte sono stata pure un pò brusca sollevandolo di peso per rimetterlo nel passeggino quando voleva andare da solo in strada prima dei due anni. Ciò non toglie che, sia pure da piccolo, ho sempre spiegato il perchè e ripetuto, ripetuto, ripetuto. dopo i tre anni poi ho a vuto un periodo nel quale perdevo la pazienza di più e mi chiedevo stizzita: ma come, ormai dovrebbe saperlo!!! ed invece no, :che_dici certo lo sapeva ma entravano in gioco altri elementi come la sua crescita, la volontà a volte non calibrata dei suoi primi atti e tentativi di indipendenza fisiologici.
per cui sembra di parlare invano ma così non è.Poi passa, e subentrano altri tipi di impuntature. :prr

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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da mafalda2005 » 27 feb 2012, 23:04

Topillo ha scritto:premesso che sono fortunata, perchè Roberta non è nè aggressiva, nè prepotente, nè maleducata, ti faccio questo esempio: lei sa che in cucina non si deve giocare, perchè è pericoloso (un paio di volte ci ha letteralmente picchiato la testa, quindi si è resa conto che non era una mia bugia), però non c'è verso di tenerla lontana dalla cucina quando ci sono io che cucino o mio marito, specialmente quando il nostro gatto è lì, perchè lei lo adora. Mio marito vorrebbe che proprio non ci entrasse, perchè, anche se di fatto non gioca, averla in cucina seduta per terra che accarezza il gatto, a lui secca e non allontana completamente i pericoli a cui potrebbe andare incontro.

Lei gli oppone: MA IO NON STO GIOCANDO e, dal suo punto di vista, ha ragione. Lui si arrabbia, la sgrida e finisce col farla piangere, cacciandola fuori, io preferisco stabilire che può stare in cucina mentre ci sono io, ma deve stare lontana dai fornelli e dal lavello, non può sedersi nel centro del pavimento, nemmeno se il gatto è lì, e se vedo che è particolarmente vivace e quindi corre avanti e indietro aumentando le potenziali situazioni di pericolo, preferisco coinvolgerla in quello che sto facendo o chiederle di aiutarmi ad apparecchiare, per esempio.

Lui dice che di fatto lei ottiene di poter stare in cucina anche se non potrebbe, quindi io gliela do vinta. Io dico che invece io coniugo il suo desiderio di stare con me con un suo coinvolgimento responsabilizzante.

La regola "non si gioca in cucina" ha un senso che lei può capire e ha capito. La regola "non si entra proprio in cucina" non ha nessun senso per lei e io non gliela voglio imporre.
Beh, effettivamente mi sembra che la regola generale sia un po' restrittiva. Anche perchè è anche bello coinvolgere i bambini in ciò che si fa. Una regola può essere riformulata (non davanti a lei).

A volte però ti dico che anch'io mi "impunto" su alcune cose e invece mio marito tende a sviare l'attenzione dei bambini. Ecco sviare per non arrivare all'imposizione, non mi pare corretto. Se mi devo imporre, dopo aver spiegato, mi impongo.
Non mi viene im mente neanche un esempio però mannaggia.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da mafalda2005 » 27 feb 2012, 23:07

clizia ha scritto: per cui sembra di parlare invano ma così non è.Poi passa, e subentrano altri tipi di impuntature. :prr
In effetti sono già preoccupata :hi hi hi hi
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:08

io svio solo quando vedo che è in crisi totale e non riesce più ad ascoltare. E poi torno sull'argomento in seguito.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 23:13

Topillo ha scritto:premesso che sono fortunata, perchè Roberta non è nè aggressiva, nè prepotente, nè maleducata, ti faccio questo esempio: lei sa che in cucina non si deve giocare, perchè è pericoloso (un paio di volte ci ha letteralmente picchiato la testa, quindi si è resa conto che non era una mia bugia), però non c'è verso di tenerla lontana dalla cucina quando ci sono io che cucino o mio marito, specialmente quando il nostro gatto è lì, perchè lei lo adora. Mio marito vorrebbe che proprio non ci entrasse, perchè, anche se di fatto non gioca, averla in cucina seduta per terra che accarezza il gatto, a lui secca e non allontana completamente i pericoli a cui potrebbe andare incontro.

Lei gli oppone: MA IO NON STO GIOCANDO e, dal suo punto di vista, ha ragione. Lui si arrabbia, la sgrida e finisce col farla piangere, cacciandola fuori, io preferisco stabilire che può stare in cucina mentre ci sono io, ma deve stare lontana dai fornelli e dal lavello, non può sedersi nel centro del pavimento, nemmeno se il gatto è lì, e se vedo che è particolarmente vivace e quindi corre avanti e indietro aumentando le potenziali situazioni di pericolo, preferisco coinvolgerla in quello che sto facendo o chiederle di aiutarmi ad apparecchiare, per esempio.

Lui dice che di fatto lei ottiene di poter stare in cucina anche se non potrebbe, quindi io gliela do vinta. Io dico che invece io coniugo il suo desiderio di stare con me con un suo coinvolgimento responsabilizzante.

La regola "non si gioca in cucina" ha un senso che lei può capire e ha capito. La regola "non si entra proprio in cucina" non ha nessun senso per lei e io non gliela voglio imporre.
Esatto, io ho fatto come te. L'ho coinvolto in cucina, gli davo dei ciotolini nel lavandino , e lui mi diceva: o(ora) lavo tutto io, quetto e quetto, ancoa icchiieie(bicchiere). oppure ciotola con farina a preparare la pappa :ahah . mai gli ho proibito di entrare in cucina, gli ho vietato di toccare i fornelli accessi, di avvicinarsi se friggevo ma al tempo stesso cercavo alternative fuori o dentro la cucina che fosse per farlo partecipare. diciamo che si cerca di volgere le energie del momento verso altre direzioni. se corre e nno sta fermo a preparare la pappa finta si inventa un gioco li per li, . corri a vedere se il dinosauro ha fame, cerca di tenerlo fuori mi raccomando, tieni, prendi questo cucchiaio e senti se gli piace ma no lo far entrare che sennò la pappa di drago diventa polvere!! Ovvio adesso vado a ruota libera con discorsi fatti quando aveva due anni circa, ognuno se li modellerà a seconda della situazione e dell'età..
E quando davvero arriverà il divieto assoluto di entrare in cucina farà più presa, significherà DAVVERO che non si può.

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Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:17

adesso a volte mi dice, quando mi vede arrabbiata : mamma, mi spieghi?
E poi lei ha paura della voce alta, dei toni arrabbiati.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 23:21

Io quando era piccolo mi sono imposta se era un qualche pericolo. che ne so.. se devo friggere le patate e schizza l'olio di certo lo allontanavo, mica potevo rischiare che gli arrivasse qualche schizzetto bollente. se voleva comunque vedere trovavamo un compromesso. Vedi l'olio che frigge solo in braccio a me ma LONTANO dal fornello. scopo ragginuto lo stesso senza rischio di toccare il fornello caldo o avere schizzi pericolosi. e così per molte altre cose: ok bimbo, è anche giusto che ogni tanto facciamo come dici ma l osi fa a queste condizioni di sicurezza o di tempo ecc...
vuoi giocarea fare salti? Ok lo facciamo ma solo se sotto mettiamo questo materassino e quando sarai davvero bravo ed esperto allora dla muretto più alto.
compromessi dove si prende comunque sul serio la richiesta e il desiderio ( e quindi il bimbo vede la sua volontà rispettata)ma in condizioni ben precise per cui anch'io posso permettergli di farlo.

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Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:25

clizia ha scritto:Io quando era piccolo mi sono imposta se era un qualche pericolo. che ne so.. se devo friggere le patate e schizza l'olio di certo lo allontanavo, mica potevo rischiare che gli arrivasse qualche schizzetto bollente. se voleva comunque vedere trovavamo un compromesso. Vedi l'olio che frigge solo in braccio a me ma LONTANO dal fornello. scopo ragginuto lo stesso senza rischio di toccare il fornello caldo o avere schizzi pericolosi. e così per molte altre cose: ok bimbo, è anche giusto che ogni tanto facciamo come dici ma l osi fa a queste condizioni di sicurezza o di tempo ecc...
vuoi giocarea fare salti? Ok lo facciamo ma solo se sotto mettiamo questo materassino e quando sarai davvero bravo ed esperto allora dla muretto più alto.
compromessi dove si prende comunque sul serio la richiesta e il desiderio ( e quindi il bimbo vede la sua volontà rispettata)ma in condizioni ben precise per cui anch'io posso permettergli di farlo.
:quoto_1:

Roberta vorrebbe sempre buttare la pasta nella pentola e io non glielo permetto mai. Però le ho fatto avvicinare la mano per sentire il caldo (e quindi si è resa conto che non dico bugie e il rischio di scottarsi c'è) e per compensazione lei può scegliere il tipo di pasta e pesarlo.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:28

e quindi, tornando al discorso di mio marito, è ovvio che è molto ma molto più faticoso cucinare un piatto di pasta con una treenne seduta in un angolo che chiacchiera chiacchiera chiacchiera, insegue il gatto, prende il pacchetto di pasta, spinge in cucina una sedia per salire al nostro livello, chiede, vuole sapere, versa la pasta nella bilancia, mescola con il cucchiaio di legno...
ma in questo modo io credo di ottenere una bambina che si misura con i suoi limiti, che si sente ascoltata e apprezzata nei suoi desideri e nelle sue capacità, non una bambina che le ha sempre vinte.

E mi secca che lui non voglia fare la fatica di stare attento a sua figlia.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 23:29

Oppure: vuoi vestirti da solo e no metterti le scarpe? okei, ma lo farai quando torniamo all'ora di pappa non la mattina presto quando dobbiamo uscire di fretta e non c'è tempo. anche se la bizza continuava io davvero poi al pomeriggio gli dicevo di provare da solo e vedevo la soddisfazione nei suoi occhi. Poi imparano quando si può e quando no. ma dire solo NO!! evitando del tutto per paura che si confondesse non mi è capitato. forse ho trovato un bimbo comunque ragionevole o forse questa ragionevolezza si è radicata meglio poichè ho permesso che facesse qulle stesse cose proibite in altre situazioni. mbò

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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da Topillo » 27 feb 2012, 23:33

clizia ha scritto:Oppure: vuoi vestirti da solo e no metterti le scarpe? okei, ma lo farai quando torniamo all'ora di pappa non la mattina presto quando dobbiamo uscire di fretta e non c'è tempo. anche se la bizza continuava io davvero poi al pomeriggio gli dicevo di provare da solo e vedevo la soddisfazione nei suoi occhi. Poi imparano quando si può e quando no. ma dire solo NO!! evitando del tutto per paura che si confondesse non mi è capitato. forse ho trovato un bimbo comunque ragionevole o forse questa ragionevolezza si è radicata meglio poichè ho permesso che facesse qulle stesse cose proibite in altre situazioni. mbò
:quoto_1:

a volte anche le eccezioni alle regole sono e devono essere ammesse.

Per esempio, lei sa che ci si devono mettere le calze antiscivolo quando arriva a casa, perchè ha avuto e ricorda l'esperienza di scivolare e cadere.
Però se mi dice: adesso non ne ho voglia, me le metto dopo, io ammetto che lo faccia, purchè stia o sul divano o sul tappeto di camera sua.
Così si rafforza la motivazione della necessità delle calze antiscivolo. E se la becco che corre senza calze, il rimprovero è più efficace.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?

Messaggio da clizia » 27 feb 2012, 23:39

Cerca di far capire a tuo marito che non si tratta di darle vinte, in fondo mica la molli a girare la pasta da sola in cucina. Voglio dire, continui ad essere tu che dirigi il gioco, no?
darle vinte è quando ti arrendi estenuato dopo aver detto no no e no e poi .. fai come vuoi, non so più che dirti...
Raggiungi sempre uno scopo più ragionevole attraverso la mediazione e sempre lei farà cose adatte al suo livello di conoscenza.Secondo me questo significa dare pochi NO, no si sminuisce il proprio ruolo di genitore e lei imparerà i limiti dei suoi tre anni.

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