Ovviamente data l’età a volte fa qualche capriccio, peraltro generalmente risolvibile - a seconda dei casi - con un no deciso o (più facilmente) portando su altro la sua attenzione, visto che non sempre è in grado di capire le motivazioni del no. Fin qui, tutto normale.
A volte però (succederà una volta la settimana e per lo più in casi in cui è stanca, ad esempio prima del sonnellino pomeridiano) se viene contrariata (anche per una sciocchezza) inizia a piangere istericamente e dopo aver insistito brevemente per ottenere quello che vuole, perde completamente il controllo della situazione e diventa quasi impossibile calmarla.
Mi spiego meglio: in casi di questo genere oltre a piangere come se la stessero scannando, si butta per terra, diventa manesca con chi le sta intorno e cerca di consolarla, scaglia gli oggetti di qua e di là (mi ricordo una gollina che definì “posseduto” il proprio bimbo in situazioni analoghe

Ma il vero problema è che se non si agisce per distrarla sembra incapace di calmarsi e riprendere il controllo da sola e, comunque, la semplice presenza mia (o di altri) di conforto e l’offerta di coccole non sono sufficienti.
Ogni tanto provo a lasciare che risolva la cosa cercando in sé le risorse per tranquillizzarsi, come fa normalmente, ma è come se superato un certo grado di nervosismo o un certo tempo di pianto, non fosse capace di fermarsi. Ad esempio oggi il pianto è proseguito per oltre 40 minuti senza che né il lasciarla "sbollire da sé", né le semplici coccole servissero a nulla: il tutto si è fermato solo quando ho cercato di distrarla con il pupazzo (e sono comunque serviti 5 minuti di "PRENDI E LANCIA VIA IL PUPAZZO"). Non vi dico la situazione quando un fatto del genere è successo durante il volo che ad agosto ci ha portato a Rodi…


Allora il dubbio è: in questi casi devo sempre intervenire con le “distrazioni”, o così non le consento di trovare una soluzione “autonoma”, con le proprie risorse?
Cercasi consigli ed esperienze….

