C'è un'alternativa all’amniocentesi
Inviato: 12 set 2007, 18:24
Basta un prelievo di sangue per sapere se il feto è sano. E' quanto risulta dagli ultimi ritrovati in materia, è uscito l'articolo oggi sul Corriere della Sera e sul Giornale. Ecco di seguito lo stralcio trovato in rete:
Milano - Basta un prelievo di sangue per sapere se il feto è sano. E' quanto risulta dagli ultimi ritrovati in materia, è uscito l'articolo oggi sul Corriere della Sera e sul Giornale. Ecco di seguito lo stralcio trovato in rete:
Milano - C'è un'alternativa all’amniocentesi che non comporta rischi e il cui esito arriva in metà del tempo. Si tratta di un semplice prelievo di sangue che può essere fatto fin dalla decima settimana di gestazione e che analizzato con le tecniche messe a punto per la prima volta al mondo dall'equipe diretta da Giancarlo Di Renzo dell'università di Perugia consente di individuare eventuali anomalie nei cinque cromosomi più importanti, responsabili cioè del 95 per cento delle patologie del nascituro. La scoperta del nuovo metodo di diagnosi arriva sulla scia di un'altra importante acquisizione scientifica degli anni '90 fatta dalla ricercatrice americana Diana Bianchi, della Tufts university school of medicine di Bostonda e cioè che cellule staminali del feto migrano nell'organismo della madre.
Il gruppo di Di Renzo ha scoperto non soltanto come individuarle, ma come analizzarne il corredo di cromosomi e ieri, in occasione del Congresso mondiale di medicina perinatale in corso a Firenze, ha presentato i risultati della ricerca che è in corso di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale.
Altra importante novità è che c’è un dottore insospettabile a disposizione di tutte le donne che hanno avuto almeno una gravidanza: il feto lascia loro in regalo un pacchetto di cellule staminali capace di attivarsi in caso di malattia. «Sono cellule immature che restano nell’organismo della donna per decenni, sempre pronte a curarla», ha annunciato Bianchi ieri a Firenze, in apertura del congresso. «Una gravidanza dura per sempre», ha osservato la ricercatrice americana.
Le cellule del feto che attraversano la placenta durante la gravidanza non sono completamente immature: sono cellule progenitrici del sangue che, una volta raggiunto un organo, sono pronte a svilupparsi in una particolare direzione: per esempio, se nel fegato compaiono lesioni dovute all’epatite, le cellule fetali si trasformano in cellule epatiche. È un corredo di cellule «tuttofare» che il feto ha regalato alle madri fin dai primi mesi della gestazione. Il gruppo di Diana Bianchi ne ha individuato grandi quantità annidate nel fegato e le ha viste attivarsi quando l’organo è stato minacciato da una malattia seria come l’epatite C. Cellule simili sono state viste in azione anche nella tiroide e sono state individuate anche nella milza e nei polmoni.
La cosa mi interessa molto, voi cosa ne pensate?E soprattutto: per passare dalla teoria alla pratica dove e come si può effettuare questa analisi?
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Milano - Basta un prelievo di sangue per sapere se il feto è sano. E' quanto risulta dagli ultimi ritrovati in materia, è uscito l'articolo oggi sul Corriere della Sera e sul Giornale. Ecco di seguito lo stralcio trovato in rete:
Milano - C'è un'alternativa all’amniocentesi che non comporta rischi e il cui esito arriva in metà del tempo. Si tratta di un semplice prelievo di sangue che può essere fatto fin dalla decima settimana di gestazione e che analizzato con le tecniche messe a punto per la prima volta al mondo dall'equipe diretta da Giancarlo Di Renzo dell'università di Perugia consente di individuare eventuali anomalie nei cinque cromosomi più importanti, responsabili cioè del 95 per cento delle patologie del nascituro. La scoperta del nuovo metodo di diagnosi arriva sulla scia di un'altra importante acquisizione scientifica degli anni '90 fatta dalla ricercatrice americana Diana Bianchi, della Tufts university school of medicine di Bostonda e cioè che cellule staminali del feto migrano nell'organismo della madre.
Il gruppo di Di Renzo ha scoperto non soltanto come individuarle, ma come analizzarne il corredo di cromosomi e ieri, in occasione del Congresso mondiale di medicina perinatale in corso a Firenze, ha presentato i risultati della ricerca che è in corso di pubblicazione su una rivista scientifica internazionale.
Altra importante novità è che c’è un dottore insospettabile a disposizione di tutte le donne che hanno avuto almeno una gravidanza: il feto lascia loro in regalo un pacchetto di cellule staminali capace di attivarsi in caso di malattia. «Sono cellule immature che restano nell’organismo della donna per decenni, sempre pronte a curarla», ha annunciato Bianchi ieri a Firenze, in apertura del congresso. «Una gravidanza dura per sempre», ha osservato la ricercatrice americana.
Le cellule del feto che attraversano la placenta durante la gravidanza non sono completamente immature: sono cellule progenitrici del sangue che, una volta raggiunto un organo, sono pronte a svilupparsi in una particolare direzione: per esempio, se nel fegato compaiono lesioni dovute all’epatite, le cellule fetali si trasformano in cellule epatiche. È un corredo di cellule «tuttofare» che il feto ha regalato alle madri fin dai primi mesi della gestazione. Il gruppo di Diana Bianchi ne ha individuato grandi quantità annidate nel fegato e le ha viste attivarsi quando l’organo è stato minacciato da una malattia seria come l’epatite C. Cellule simili sono state viste in azione anche nella tiroide e sono state individuate anche nella milza e nei polmoni.
La cosa mi interessa molto, voi cosa ne pensate?E soprattutto: per passare dalla teoria alla pratica dove e come si può effettuare questa analisi?
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