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Prima, durante e dopo la gravidanza
DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
- garden
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
cristy, sono nella tua stessa situazione, è iniziato tutto proprio quando mia figlia aveva 5 mesi...ora ne ha 18 e più o meno siamo lì, all'inizio non dormivo neanche con dosi massicce di sonniferi ora basta una dose minima e non tutte le notti, ma sono percorsi lunghi, fatti di antidepressivi e tanta tanta pazienza.
- Lunette
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Ciao a tutte,
vorrei raccontravi la mia esperienza sperando che possa essere un aiuto a chi si trova dentro a questa patologia così sconosciuta eppure così reale.
Ho partorito Giulia ad agosto del 2005 e dopo un parto difficile ho cominciato ad avere già in ospedale crisi di pianto. Non volevo allattare: mi sentivo stanca, spossata, distrutta e intorno a me vedevo solo gente che voleva impormi qualcosa mentre io avrei voluto solo sprofondare in un sonno e non destarmi più. Mia figlia non la volevo prendere in braccio, non mi sembrava nemmeno mia e già in ospedale mi venivano pensieri agghiaccianti, vedevo immagini di adozioni, oppure pensavo di darmela a gambe, flebo permettendo, e immaginavo di sparire su qualche isola lontana.. Ero, diciamocela tutta, piuttosto sconvolta.
Timidamente ho provato ad accennare qualcosa alle infermiere e ai dottori, ma la litania era sempre la stessa: "è normale, vedrai che dopo qualche giorno starai meglio" e vabbé. I miei familiari erano incantati dalla piccola e mi dicevano "ma perché sei triste, guarda che capolavoro hai fatto!" io nel frattempo non sapevo nemmeno dare voce al mio dolore, mi sembrava di essere in un libro di Asimov, un'aliena in un altro mondo (quello della maternità) che non volevo abitare. Un incubo, che mi ha portato, due terribili mesi dopo, ad una psicosi. La mattina entravo in cucina per fare il caffé e sembravo una pazza. Nascondevo i coltelli, tutti gli arnesi pericolosi. Mi alzavo e piangevo, anche se la bambina di notte dormiva io stavo sveglia. In quel periodo passavo le notti in terrazza a fumare e a bere super alcolici. Mi facevo schifo, mi sentivo una madre di merd.a perché quella bambina non la volevo. Eppure c'erano anche i momenti di apparente lucidità. Come un automa preparavo biberon, mettevo pannolini, cambiavo bavaglini con lo stesso entusiasmo di un becchino che porta la cassa da morto al campo santo. Non uscivo quasi mai. Non mangiavo, non dormivo: le mie funzioni vitali erano in stand by, e la cosa più sorprendente di tutte, la più terribile ora che ci penso era la generale indifferenza in cui arrancavo. In quel periodo non mi trovavo a casa mia, ma abitavo a 1000 km dai miei genitori, vicino alla numerosa famiglia di mio marito. Tutte le sue sorelle, madri anche loro mi ignoravano. Mia suocera veniva a vedere la bambina e spariva senza chiedere "TU come stai?" I miei invece al telefono non capivano, ma forse non volevano capire e del resto, tutte le loro domande erano solo incentrate sulla Giulia: Mangia? Dorme? Fa la cacca?
Non so ancora dove ho trovato la forza di non fare l'insano gesto. Non avrei torto un capello a mia figlia, ma l'idea di darla in adozione, metterla in un cestino tipo Candy Candy mi perseguitava. Oppure mi sarei tolta di mezzo io. Mi facevo dei film allucinanti: io che mi impiccavo, o mi buttavo sotto ad un treno. 6 mesi dopo stava accadendo davvero. Una mattina mi sveglio in preda alla nausea. Vomito un paio di volte e ad un certo punto mi ritrovo sul pavimento senza sapere come. Avevo sbattuto la testa nella lampadina del comodino e sanguinavo da un occhio. Sentivo la bambina piangere disperata.
Ad un certo punto mi alzo, in pigiama e ciabatte, prendo la bambina e scendo in garage. Accendo e parto con la macchina combattendo la nausea. Non so cosa o chi mi assistesse in quel momento, forse l'angelo di mia nonna che non voleva ancora incontrare sua nipote, ma fatto sta che prendo la direzione del PS più vicino. Riesco ad arrivare al parcheggio e lì i nervi mi cedono perché lascio andare la macchina contro il muretto.
Lì i ricordi si fanno confusi. So che mi hanno medicato e per tutto il tempo io non avevo nemmeno chiesto di mia figlia. Finché non arriva l'infermiera con la bambina in braccio e lì devo aver fatto una faccia talmente sconvolta che il medico di guardia mi ha ricoverato in neurologia.
Mio marito, arrivato dopo poco, era desolato. Lui sapeva che io non stavo bene, ma era impotente tanto quanto me perché non aveva idea di cosa avessi e di come aiutarmi. In Neurologia mi imbottiscono di Xanax e mi dicono che ho un esaurimento nervoso.. Mi mandano a casa 3 giorni dopo, drogata a 1000 ma senza uno straccio di aiuto su come fare dopo.. Però a quel punto mio marito ha iniziato a documentarsi e a conoscere la DPP. Mi dice che secondo lui ho questa malattia (mi domando PERCHÈ nessuno al corso pre parto me ne avesse mai parlato????) Andiamo entrambi da uno psichiatra pescato a caso sulle pagine gialle. Dopo 10 minuti di seduta sentenzia che non conosce la patologia e quindi non può aiutarmi, salvo prescrivermi lo Xanax. Grazie sono 150 euro.
Ritenta sarai + fortunato.. Prendiamo stavolta una donna. Vado io da sola e questa CAROGNA, di un finto medico mi dice che me la sono cercata. Che devo arrangiarmi e che era meglio se un figlio non lo facevo. Esco dallo studio in lacrime con l'intenzione di denuncia, ma poi la paura che lei potesse denunciare me per quello che gli ho raccontato mi vince.. Eccomi nuovamente sconfitta, 8 mesi dopo e ancora in preda a ansia, attacchi di panico, nausea, insonnia.. Nel frattempo avevo perso 7 kg e i primi mesi di mia figlia.
Poi quando tutto sembrava perduto ecco l'angelo. Mio marito parla ad un suo collega dei nostri problemi e lui le consiglia una psicologa.
Vado da lei e ... miracolo, una faccia amica. Mi piace subito e mi piace il fatto che mi guarda e mi dice "sei malata, Ok, ma ora ti curo io". E da lì inizia il mio percorso di guarigione: inizio a prendere antidepressivi e ad andare da lei. Non è stata una cosa semplice, sono venute fuori cose del mio passato che tenevo inscatolate dentro ´da anni.. Ma piano, piano, con le cure giuste e l'aiuto di mio marito ne siamo usciti. Ho interrotto i farmaci due anni dopo, senza nessun problema, la terapia è durata quasi due anni.
Ora mia figlia ha 4 anni e io sono guarita. Certo, mi fa male quando penso che mi sono persa i suoi mesi più belli. Mi sento, quando ripenso a quel tempo, violata, sconfitta, subita.. Ma adesso vado avanti a testa alta, con tutta la mia imperfezione penso che alla fine, l'amore imperfetto e sofferto sia alla fine quello più grande di tutti.. Un bacio a tutte
vorrei raccontravi la mia esperienza sperando che possa essere un aiuto a chi si trova dentro a questa patologia così sconosciuta eppure così reale.
Ho partorito Giulia ad agosto del 2005 e dopo un parto difficile ho cominciato ad avere già in ospedale crisi di pianto. Non volevo allattare: mi sentivo stanca, spossata, distrutta e intorno a me vedevo solo gente che voleva impormi qualcosa mentre io avrei voluto solo sprofondare in un sonno e non destarmi più. Mia figlia non la volevo prendere in braccio, non mi sembrava nemmeno mia e già in ospedale mi venivano pensieri agghiaccianti, vedevo immagini di adozioni, oppure pensavo di darmela a gambe, flebo permettendo, e immaginavo di sparire su qualche isola lontana.. Ero, diciamocela tutta, piuttosto sconvolta.
Timidamente ho provato ad accennare qualcosa alle infermiere e ai dottori, ma la litania era sempre la stessa: "è normale, vedrai che dopo qualche giorno starai meglio" e vabbé. I miei familiari erano incantati dalla piccola e mi dicevano "ma perché sei triste, guarda che capolavoro hai fatto!" io nel frattempo non sapevo nemmeno dare voce al mio dolore, mi sembrava di essere in un libro di Asimov, un'aliena in un altro mondo (quello della maternità) che non volevo abitare. Un incubo, che mi ha portato, due terribili mesi dopo, ad una psicosi. La mattina entravo in cucina per fare il caffé e sembravo una pazza. Nascondevo i coltelli, tutti gli arnesi pericolosi. Mi alzavo e piangevo, anche se la bambina di notte dormiva io stavo sveglia. In quel periodo passavo le notti in terrazza a fumare e a bere super alcolici. Mi facevo schifo, mi sentivo una madre di merd.a perché quella bambina non la volevo. Eppure c'erano anche i momenti di apparente lucidità. Come un automa preparavo biberon, mettevo pannolini, cambiavo bavaglini con lo stesso entusiasmo di un becchino che porta la cassa da morto al campo santo. Non uscivo quasi mai. Non mangiavo, non dormivo: le mie funzioni vitali erano in stand by, e la cosa più sorprendente di tutte, la più terribile ora che ci penso era la generale indifferenza in cui arrancavo. In quel periodo non mi trovavo a casa mia, ma abitavo a 1000 km dai miei genitori, vicino alla numerosa famiglia di mio marito. Tutte le sue sorelle, madri anche loro mi ignoravano. Mia suocera veniva a vedere la bambina e spariva senza chiedere "TU come stai?" I miei invece al telefono non capivano, ma forse non volevano capire e del resto, tutte le loro domande erano solo incentrate sulla Giulia: Mangia? Dorme? Fa la cacca?
Non so ancora dove ho trovato la forza di non fare l'insano gesto. Non avrei torto un capello a mia figlia, ma l'idea di darla in adozione, metterla in un cestino tipo Candy Candy mi perseguitava. Oppure mi sarei tolta di mezzo io. Mi facevo dei film allucinanti: io che mi impiccavo, o mi buttavo sotto ad un treno. 6 mesi dopo stava accadendo davvero. Una mattina mi sveglio in preda alla nausea. Vomito un paio di volte e ad un certo punto mi ritrovo sul pavimento senza sapere come. Avevo sbattuto la testa nella lampadina del comodino e sanguinavo da un occhio. Sentivo la bambina piangere disperata.
Ad un certo punto mi alzo, in pigiama e ciabatte, prendo la bambina e scendo in garage. Accendo e parto con la macchina combattendo la nausea. Non so cosa o chi mi assistesse in quel momento, forse l'angelo di mia nonna che non voleva ancora incontrare sua nipote, ma fatto sta che prendo la direzione del PS più vicino. Riesco ad arrivare al parcheggio e lì i nervi mi cedono perché lascio andare la macchina contro il muretto.
Lì i ricordi si fanno confusi. So che mi hanno medicato e per tutto il tempo io non avevo nemmeno chiesto di mia figlia. Finché non arriva l'infermiera con la bambina in braccio e lì devo aver fatto una faccia talmente sconvolta che il medico di guardia mi ha ricoverato in neurologia.
Mio marito, arrivato dopo poco, era desolato. Lui sapeva che io non stavo bene, ma era impotente tanto quanto me perché non aveva idea di cosa avessi e di come aiutarmi. In Neurologia mi imbottiscono di Xanax e mi dicono che ho un esaurimento nervoso.. Mi mandano a casa 3 giorni dopo, drogata a 1000 ma senza uno straccio di aiuto su come fare dopo.. Però a quel punto mio marito ha iniziato a documentarsi e a conoscere la DPP. Mi dice che secondo lui ho questa malattia (mi domando PERCHÈ nessuno al corso pre parto me ne avesse mai parlato????) Andiamo entrambi da uno psichiatra pescato a caso sulle pagine gialle. Dopo 10 minuti di seduta sentenzia che non conosce la patologia e quindi non può aiutarmi, salvo prescrivermi lo Xanax. Grazie sono 150 euro.
Ritenta sarai + fortunato.. Prendiamo stavolta una donna. Vado io da sola e questa CAROGNA, di un finto medico mi dice che me la sono cercata. Che devo arrangiarmi e che era meglio se un figlio non lo facevo. Esco dallo studio in lacrime con l'intenzione di denuncia, ma poi la paura che lei potesse denunciare me per quello che gli ho raccontato mi vince.. Eccomi nuovamente sconfitta, 8 mesi dopo e ancora in preda a ansia, attacchi di panico, nausea, insonnia.. Nel frattempo avevo perso 7 kg e i primi mesi di mia figlia.
Poi quando tutto sembrava perduto ecco l'angelo. Mio marito parla ad un suo collega dei nostri problemi e lui le consiglia una psicologa.
Vado da lei e ... miracolo, una faccia amica. Mi piace subito e mi piace il fatto che mi guarda e mi dice "sei malata, Ok, ma ora ti curo io". E da lì inizia il mio percorso di guarigione: inizio a prendere antidepressivi e ad andare da lei. Non è stata una cosa semplice, sono venute fuori cose del mio passato che tenevo inscatolate dentro ´da anni.. Ma piano, piano, con le cure giuste e l'aiuto di mio marito ne siamo usciti. Ho interrotto i farmaci due anni dopo, senza nessun problema, la terapia è durata quasi due anni.
Ora mia figlia ha 4 anni e io sono guarita. Certo, mi fa male quando penso che mi sono persa i suoi mesi più belli. Mi sento, quando ripenso a quel tempo, violata, sconfitta, subita.. Ma adesso vado avanti a testa alta, con tutta la mia imperfezione penso che alla fine, l'amore imperfetto e sofferto sia alla fine quello più grande di tutti.. Un bacio a tutte
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
- garden
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
ti capisco e ti sono vicina, ma soprattutto voglio sottolineare questa cosa che hai scritto
Però mia madre, mio marito etc. dicevano "non ti preoccupare, passa da solo" ma io ho detto "no, qui c'è un problema, e finchè me ne rendo conto devo intervenire ora o non so in che modo potrebbe degenerare." e lì hanno capito. Nel mio caso ripeto, è stata una cosa molto blanda e solo a livello fisico, ma se noi per primi non prendiamo coscienza del problema e lo affrontiamo finchè ancora siamo abbastanza lucide per farlo prima che peggiori, se rimandiamo per pudore, paura o che altro, danneggiamo solo noi stesse.
io francamente sapevo cosa fosse già per conto mio, però mi rendo conto che c'è molta superficialità al riguardo. Nel mio caso non appena ho cominciato a capire che qualcosa non andava, mi sono subito rivolta al mio medico che per fortuna ha subito capito e mi ha dato una terapia adeguata, oltre a consigliarmi un neurologo.Lunette ha scritto:Però a quel punto mio marito ha iniziato a documentarsi e a conoscere la DPP. Mi dice che secondo lui ho questa malattia (mi domando PERCHÈ nessuno al corso pre parto me ne avesse mai parlato????)
Però mia madre, mio marito etc. dicevano "non ti preoccupare, passa da solo" ma io ho detto "no, qui c'è un problema, e finchè me ne rendo conto devo intervenire ora o non so in che modo potrebbe degenerare." e lì hanno capito. Nel mio caso ripeto, è stata una cosa molto blanda e solo a livello fisico, ma se noi per primi non prendiamo coscienza del problema e lo affrontiamo finchè ancora siamo abbastanza lucide per farlo prima che peggiori, se rimandiamo per pudore, paura o che altro, danneggiamo solo noi stesse.
- aspi04
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Un
enorme a tutte, in particolare a Lunette
Io sono una persona apparentemente debole e remissiva, ma in realtà di indole molto forte.
Ciò nonostante, non posso nascondervi che, leggendo i vostri racconti, ho paura di vivere la vostra stessa terribile esperienza e penso anche che, aldilà del carattere di ognuno e delle fragilità che ognuno si porta dentro, la DPP può capitare a tutti...
Vi auguro tutto il bene di questo mondo e spero di vivere la fase post parto con serenità.



Io sono una persona apparentemente debole e remissiva, ma in realtà di indole molto forte.
Ciò nonostante, non posso nascondervi che, leggendo i vostri racconti, ho paura di vivere la vostra stessa terribile esperienza e penso anche che, aldilà del carattere di ognuno e delle fragilità che ognuno si porta dentro, la DPP può capitare a tutti...
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Simone, amore della mia vita, nato il 7.11.2009
3.140 gr di pura felicità
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- garden
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
la depressione post partum non dipende dal carattere, è uno squilibrio chimico che avviene in alcune donne in seguito alla gravidanza. Un pò come le nausee, i valori alti delle beta ad alcune portano nausee e vomito, ad altre meno e ad altre ancora per niente. Pertanto occorre entrare in questa ottica di idee, essere forti o fragili non c'entra nulla, in quanto non dipende da una condizione psicologica bensì prettamente fisica. 

- aspi04
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- Iscritto il: 3 dic 2006, 16:23
Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Bene, ora il quadro mi è molto chiaro!garden ha scritto:la depressione post partum non dipende dal carattere, è uno squilibrio chimico che avviene in alcune donne in seguito alla gravidanza. Un pò come le nausee, i valori alti delle beta ad alcune portano nausee e vomito, ad altre meno e ad altre ancora per niente. Pertanto occorre entrare in questa ottica di idee, essere forti o fragili non c'entra nulla, in quanto non dipende da una condizione psicologica bensì prettamente fisica.

Grazie per il chiarimento e un forte abbraccio

Simone, amore della mia vita, nato il 7.11.2009
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- erin
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- Iscritto il: 15 ago 2005, 17:39
Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
stampiamo questo intervento e diffondiamolo. chissà che riesca a diradare un po' la spessa coltre di ignoranza e pregiudizio che purtroppo ancora aleggia su questa malattia.garden ha scritto:la depressione post partum non dipende dal carattere, è uno squilibrio chimico che avviene in alcune donne in seguito alla gravidanza. Un pò come le nausee, i valori alti delle beta ad alcune portano nausee e vomito, ad altre meno e ad altre ancora per niente. Pertanto occorre entrare in questa ottica di idee, essere forti o fragili non c'entra nulla, in quanto non dipende da una condizione psicologica bensì prettamente fisica.
ragazze io ci sono passata. e ne sono uscita.
tanto che ora ci riprovo, aspetto il secondo figlio/figlia (ancora non si fa vedere la birba!).
un abbraccio a tutte
M(dicembre2004) M(dicembre2009)
- PhoenixLidia
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Io non ho sofferto di dpp, però anch'io come molte future mamme durante il parto mi sono posta domande a riguardo e ho avuto paura, ansia. In quella fase mi ha aiutato molto il mio compagno che avendo sofferto in passato di depressione è particolarmente sensibile a riguardo.
Abbiamo subito parlato della dpp, ci siamo documentati e dopo che è nata la bambina mi ha tenuta d'occhio chiedendomi spesso come stavo, o cosa pensavo se ero un attimo assorta e cercando di lasciarmi sola il meno possibile.
Le sue attenzioni non sono state fortunatamente necessarie ma penso che se avessi sofferto di depressione lui l'avrebbe capito e avrebbe saputo cosa fare.
Consiglio a tutte voi che siete in attesa di parlare di questo argomento con i vostri compagni, senza imbarazzo, senza tabù, senza mettergli sotto il naso qualche foglio da leggere. Insomma metteteli in guardia in modo che siano minimamente preparati e vi possano eventualmente aiutare.
Abbiamo subito parlato della dpp, ci siamo documentati e dopo che è nata la bambina mi ha tenuta d'occhio chiedendomi spesso come stavo, o cosa pensavo se ero un attimo assorta e cercando di lasciarmi sola il meno possibile.
Le sue attenzioni non sono state fortunatamente necessarie ma penso che se avessi sofferto di depressione lui l'avrebbe capito e avrebbe saputo cosa fare.
Consiglio a tutte voi che siete in attesa di parlare di questo argomento con i vostri compagni, senza imbarazzo, senza tabù, senza mettergli sotto il naso qualche foglio da leggere. Insomma metteteli in guardia in modo che siano minimamente preparati e vi possano eventualmente aiutare.
Mamma di Ginevra, nata il 31/08/08! ***Settembrina08*** 80ina DOC***Biblios***
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Ciao a tutte, da tempo leggo questo forum e dato che in numerosi interventi mi sono riconosciuta ho deciso di esporvi anch'io la mia esperienza post parto che a distanza di sei mesi e mezzo continua a portarmi una sofferenza indicibile. Nel mio passato pur caratterizzato da eventi traumatici come la perdita di un fratello o i forti conflitti avuti con mio padre in qualche modo sono sempre riuscita a gestire il mio male interiore, cosa che non è successa quando è nata mia figlia. La mia piccola è nata i primi di febbraio e dopo pochissimi giorni è iniziato l'inferno. I primi sintomi sono stati un'ansia fortissima che non riuscivo in nessun modo a tenere a freno e che mi ha portato a innumerevoli nottate passate in bianco, ho avuto difficoltà con l'allattamento ma questo è stato il problema meno grave. In quei momenti pensavo che la mia sofferenza avesse raggiunto livelli estremi dato che la bambina era lievemente sotto peso e morivo al solo pensiero che potesse peggiorare e avere problemi nella crescita. Ma il peggio è venuto dopo. Dopo non so quante nottate insonni arrivano gli attacchi di panico... e con loro tutta una serie di sintomi devastanti: capogiri, ondeggiamenti della vista, bruciore e pressione alla testa accompagnata da fastidi di ogni genere, ronzii nelle orecchie, sensazione di forte distacco dalla realtà, tremori, paura d'impazzire e di morire. La prima visita che ho fatto è stata da un neurologo che fortunatamente ha escluso qualsiasi problema di tipo organico. Sono poi andata da un psichiatra ma questo signore aveva un modo di porsi talmente poco umano che dopo le prime due visite l'ho cambiato. il secondo pur essendo una bella persona era di una sbadataggine assoluta, ricordo che mi prescrisse farmaci inesistenti da ANNI sul mercato. Dopo due esperienze negative decido di non assumere farmaci e di farmi seguire da una psicoterapeuta... disastro totale. Questa signora convertitasi da poco al cattolicesimo è convinta che tutti i mali o quasi si possano sconfiggere con la preghiera, non metto in dubbio che pregare possa dare una grande forza ma io non credo ai miracoli. Questa psicoterapia inoltre mi ha portato a vivere enormi disagi dal punto di vista spirituale visto che pur credendo in Dio non sono mai stata cattolica. Insomma una catastrofe. Intanto io non sono più io, non ricordo più le cose che un tempo mi davano piacere e vivo costantemente in un stato di angoscia. A casa sto abbastanza bene, mio marito è molto presente e anche con la bambina è tutto ok. I sintomi che mi hanno perseguitato per mesi che sono quelli elencati prima si sono indeboliti, gli attacchi di panico sono spariti ma persiste lo stato di angoscia e l'idea di continuare a vivere in questo modo mi fa gelare il sangue. Ora sono in cura dal terzo psichiatra che mi ha prescritto efexor r.p. (dopo aver fallito con lo zoloft). Ho avuto non pochi problemi con gli effetti collaterali, soprattutto di notte (soffro d'insonnia da anni) ma non ho alternative. Quello che vi chiedo ma è possibile uscirne una volta per tutte? M'interessano poco gli articoli sulla depressione, in questi mesi ho letto veramente di tutto, ora soprattutto cerco un confronto con chi ha vissuto esperienze analoghe in modo da poter fare chiarezza su tanti dubbi che mi attanagliano. Secondo voi come è possibile guarire se i farmaci (e questo me l'hanno detto tutti) alleviano o fanno sparire i sintomi ma solo per un periodo limitato? Come può il cervello abituarsi al cambiamento portato dagli antidepressivi? E soprattutto è possibile prendere 'sta roba per una vita intera? C'è qualcuno tra voi che è riuscito a guarire completamente SENZA RICADUTE facendo uso di antidepressivi?
Grazie a tutti
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- Lunette
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Ciao Virgilia,
prima di tutto CALMA. Allora, gli antidepressivi di seconda generazione (tra cui quello che prendi tu) sono molto più tollerati di quelli di prima generazione, nonché cosa fondamentale, il loro effetto dipendenza è nullo, una volta che - GUARITA - smetterai l'assunzione. Ora veniamo alle domande:
Tornerò mai come prima? La risposta è ... NO. Questa è forse la cosa più dura da accettare dopo una malattia come la depressione. Si cambia (non sempre in meglio) ma non puoi farci nulla, quello che ignoravi prima ora lo conosci e questo segna inevitabilmente la sorte dei depressi, anche di quelli che guariscono. Ma il sapere cosa vuol dire trovarsi nel tunnel è una cosa dolorosa da accettare, e questo inderogabilmente ti accompagnerà sempre.
Però. Guarire si può. Nel senso che potrai tornare a divertirti, a gustare una cena tra amici, a desiderare un'uscita con le amiche, a sguazzare nel mare senza pensieri.
Da quello che racconti mi sembra che la tua situazione non sia proprio leggera, quindi secondo me (anche se ovviamente non sono un medico, parlo solo in base alla mia esperienza) ci vorranno almeno un paio d'anni. Considera sarà tutta in discesa e che il malessere diminuirà sempre di più. Continua a prendere i farmaci, che curano i sintomi (chi ti ha detto che l'effetto diminuisce???), ma devi trovare una psicologa che curi anche la causa. Una terapia SOLO farmacologica è destinata al fallimento senza un supporto terapeutico. Se necessario rivolgiti ad un consultorio, o al tuo medico di famiglia. Possibilmente trova una psicologa con esperienza in DPP, non andare da una neo.laureata, né da un uomo.. Deve conoscere la tua patologia e sapere come curarla.
In bocca al lupo.. Noi siamo qui!
prima di tutto CALMA. Allora, gli antidepressivi di seconda generazione (tra cui quello che prendi tu) sono molto più tollerati di quelli di prima generazione, nonché cosa fondamentale, il loro effetto dipendenza è nullo, una volta che - GUARITA - smetterai l'assunzione. Ora veniamo alle domande:
Tornerò mai come prima? La risposta è ... NO. Questa è forse la cosa più dura da accettare dopo una malattia come la depressione. Si cambia (non sempre in meglio) ma non puoi farci nulla, quello che ignoravi prima ora lo conosci e questo segna inevitabilmente la sorte dei depressi, anche di quelli che guariscono. Ma il sapere cosa vuol dire trovarsi nel tunnel è una cosa dolorosa da accettare, e questo inderogabilmente ti accompagnerà sempre.
Però. Guarire si può. Nel senso che potrai tornare a divertirti, a gustare una cena tra amici, a desiderare un'uscita con le amiche, a sguazzare nel mare senza pensieri.
Da quello che racconti mi sembra che la tua situazione non sia proprio leggera, quindi secondo me (anche se ovviamente non sono un medico, parlo solo in base alla mia esperienza) ci vorranno almeno un paio d'anni. Considera sarà tutta in discesa e che il malessere diminuirà sempre di più. Continua a prendere i farmaci, che curano i sintomi (chi ti ha detto che l'effetto diminuisce???), ma devi trovare una psicologa che curi anche la causa. Una terapia SOLO farmacologica è destinata al fallimento senza un supporto terapeutico. Se necessario rivolgiti ad un consultorio, o al tuo medico di famiglia. Possibilmente trova una psicologa con esperienza in DPP, non andare da una neo.laureata, né da un uomo.. Deve conoscere la tua patologia e sapere come curarla.
In bocca al lupo.. Noi siamo qui!
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
- Lunette
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Ah leggi la mia storia, io ho preso gli TCA per due anni e ora, 4 anni dopo sono guarita perfettamente e non prendo niente, nada.
Però, come ti ho detto.. Quando incontri il mal di vivere non sei + la stessa, ma infondo.. Vabene così.
Però, come ti ho detto.. Quando incontri il mal di vivere non sei + la stessa, ma infondo.. Vabene così.
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- New~GolGirl®
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Grazie Lunette, per favore potresti postarmi il link della tua storia?
-
- New~GolGirl®
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- Iscritto il: 20 ago 2009, 9:41
Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Ho letto finalmente la tua storia e devo dire che mi ha commosso profondamente. Sono felice che tu sia guarita e soprattutto che non ci siano state ricadute (quelle forti intendo). Prendo efexor solo da qualche giorno e se dovesse funzionare giuro che nel frattempo farò qualsiasi cosa pur di rimettere in sesto la mia psiche visto che in questo momento è a pezzi. Ho fiducia nel mio psichiatra visto che ha lunghi anni di esperienza alle spalle e nei miei momenti di buio totale è sempre riuscito a risollevarmi, mi ha consigliato la terapia cognitivo comportamentale dato che la mia depressione è di tipo "ansiosa", speriamo bene. Ti ringrazio infinitamente per avermi ascoltata. A presto
- Lunette
- Master~GolGirl®
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Tranquilla
I TCA non sono immediati, ti ci vorranno un paio di settimane per notare i primi miglioramenti, ma vedrai che quando li avvertirai il mondo ti sembrerà un posto migliore.
Se hai un terapeuta di fiducia meglio ancora, solo non avere fretta e siprattutto credici perchè guarire è possibilissimo.
La DPP colpisce soprattutto le donne con la sindrome da "compiacimento della bambina di 7 anni" scommetto che sei sempre stata una bambina e ragazza in gamba e che hai ottenuto molte soddisfazioni nella vita. Sei una persona intelligente e ragionevole, a maggior ragione hai enormi difficoltà nel accettare il fatto di non essere abbastanza perfetta nel ruolo di madre. Giusto???

I TCA non sono immediati, ti ci vorranno un paio di settimane per notare i primi miglioramenti, ma vedrai che quando li avvertirai il mondo ti sembrerà un posto migliore.
Se hai un terapeuta di fiducia meglio ancora, solo non avere fretta e siprattutto credici perchè guarire è possibilissimo.
La DPP colpisce soprattutto le donne con la sindrome da "compiacimento della bambina di 7 anni" scommetto che sei sempre stata una bambina e ragazza in gamba e che hai ottenuto molte soddisfazioni nella vita. Sei una persona intelligente e ragionevole, a maggior ragione hai enormi difficoltà nel accettare il fatto di non essere abbastanza perfetta nel ruolo di madre. Giusto???
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
No tesoro, purtroppo di soddisfazioni ne ho avute ben poche, il mio passato è caratterizzato da sofferenze familiari molto forti e temo sia questo il motivo principale della mia fragilità emotiva. Intanto è passata una settimana, prendo ancora la dose più bassa di efexor (37,5) temo mi toccherà alzarla a breve, sto ancora aspettando perchè non è stato facile per me abituarmi agli effetti collaterali e tuttora non ti nascondo che mi sento a dir poco "strana" e molto confusa. Spero proprio di stare meglio e di tornare a godermi la vita magari con delle consapevolezze in più ma di non perdermi completamente, visto che leggendo qua e là la ho notato che molta gente si sente completamente succube degli antidepressivi, quello di cui ho tanta paura è di cominciare ad agire in maniera meccanica mettendo da parte la mia vera personalità. Ad ogni modo non ho altre alternative e vado avanti.
Un'ultima cosa, negli anni in cui hai fatto la cura ci sono stati alti e bassi? Hai mai avuto la sensazione di non essere più te stessa? E in questi due anni che non prendi più nulla è sempre andato tutto liscio? Si riesce a vivere mettendo da parte il pensiero della malattia? In questo momento per me è un'ossessione non distinguo i giorni è tutto piatto, uguale, senza significato e triste, incredibilmente triste. Un abbraccio e grazie ancora per essermi vicina anche se solo virtualmente.
Un'ultima cosa, negli anni in cui hai fatto la cura ci sono stati alti e bassi? Hai mai avuto la sensazione di non essere più te stessa? E in questi due anni che non prendi più nulla è sempre andato tutto liscio? Si riesce a vivere mettendo da parte il pensiero della malattia? In questo momento per me è un'ossessione non distinguo i giorni è tutto piatto, uguale, senza significato e triste, incredibilmente triste. Un abbraccio e grazie ancora per essermi vicina anche se solo virtualmente.
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Mi fai domande difficili. Posso dirti che sono dovute passare almeno 3 settimane prima di avvertire i primi benefici. Si ero diversa, perché la mia calma era provocata dalle medicine, ma non credo che gli altri se ne accorgessero (che prendevo farmaci), io però sapevo che l'equilibrio era fragile e sarebbe bastato poco per romperlo. Alti e bassi si.. certo, ma meno sconvolgenti. Gli attacchi di panico non li avevo più, e dormivo la notte. (Io soffrovo di insonnia e i TCA mi hanno aiutato a dormire)Virgila ha scritto:
Un'ultima cosa, negli anni in cui hai fatto la cura ci sono stati alti e bassi? Hai mai avuto la sensazione di non essere più te stessa? E in questi due anni che non prendi più nulla è sempre andato tutto liscio? Si riesce a vivere mettendo da parte il pensiero della malattia? In questo momento per me è un'ossessione non distinguo i giorni è tutto piatto, uguale, senza significato e triste, incredibilmente triste. Un abbraccio e grazie ancora per essermi vicina anche se solo virtualmente.
La malattia no, quella non te la scordi ma impari ad accettarla.. Non so, pensa a come sarebbe se avessi avuto un incidente e non potessi utilizzare le gambe per mesi.. Devi fare terapia e aspettare paziente che il tuo corpo di stabilizzi e guarisca.. All'inizio stai male, ma poi piano piano accetti e devi crederci che guarirai perché sei giorvane e hai una vita davanti!
Posso chiederti come trascorri le tue giornate? Hai aiuti? Tuo marito sa e come ti aiuta? Lavori?
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Scusa Virgilia, dimenticavo la cosa + importante, non pensare a quando dovrai smettere i farmaci, perché adesso come adesso non ha nessuna importanza. Ti assicuro che il tuo corpo ti farà capire il momento in cui ce la farà da solo.. Io ho cercato di smetterli dopo pochi mesi e ho avuto una crisi di astinenza peggio di un tossico.
La mia psicologa mi ha preso a legnate
Dopo due anni invece una mattina mi sono svegliata e ho pensato fa****o, BASTA! Pesnavo di stare male, ansia ecc.. Invece NIENTE! E li ho smessi di botto eh? Semplicemente ero guarita.
La mia psicologa mi ha preso a legnate

Dopo due anni invece una mattina mi sono svegliata e ho pensato fa****o, BASTA! Pesnavo di stare male, ansia ecc.. Invece NIENTE! E li ho smessi di botto eh? Semplicemente ero guarita.
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Grazie Lunette, non sai quanto mi stai aiutando, sei veramente una ragazza molto dolce. In questo momento è davvero dura pensare che tutto possa tornare alla normalità ma come dici tu devo crederci altrimenti rendo le cose ancora più difficili. Le giornate le trascorro in casa con la mia bambina di quasi sette mesi, mio marito è una persona sensibile e presente ma lo vedo solo la sera dopo le sei e il fine settimana. Mia madre che ha quasi 80 anni convive con noi, è una donna dal carattere difficile ma mi sta aiutando moltissimo con la bambina e in alcuni momenti se non ci fosse stata lei sarei impazzita. Nonostante il mio passato duro e segnato da eventi molto tristi sono sempre riuscita a gestire le mie ansie e le mie paure ma con immensi disagi. Ora con la gravidanza ma soprattutto dopo la nascita della bambina è riemerso tutto e dopo tutti questi mesi non riesco ancora ad uscire da questo inferno. Seguirò il tuo consiglio e se la cura dovesse fare effetto non smetterò mai fino a quando non me lo dirà il medico perchè voglio guarire e soprattutto voglio star vicino a mia figlia. Sei l'unica persona che è riuscita a trasmettermi un po' di ottimismo visto che leggo oramai da mesi testimonianze di gente che convive con la depressione da anni senza riuscire a gestirla neanche in parte. Ho passato momenti da incubo, tre situazioni in particolari in cui ho pensato alla morte quasi come un sollievo ma mi è stato anche detto che, una cosa è pensarlo, una cosa è metterlo in pratica e forse in una situazione difficile è addirittura comprensibile che ti vengano pensieri simili. Io sono innamorata della vita ma sono esausta e voglio ritrovare un minimo di serenità per continuare a lottare fino a stare bene. Forse è vero quello che si dice, cioè che non si guarisce mai ma forse se presa in tempo si può riuscire a gestire anche questa terribile malattia, in fondo io sono sette mesi che combatto senza aver fatto assolutamente niente per stare meglio, solo cose inutili, perchè è stata la prima volta, perchè mi sono fatta prendere dal panico, perchè speravo ci fossero alternative ai farmaci e allora questa attesa mi ha fatto solo peggiorare le cose. Io credo che si possa guarire dalla depressione anche senza farmaci, ma non in casi come il nostro, quando il problema è serio non c'è psicoterapia che tenga e nonostante l'enorme terrore che avevo per i psicofarmaci alla fine ho dovuto cedere e credo di aver fatto la cosa giusta anche se i tempi purtroppo sono lunghi e poi io non credo che tutti i casi siano così disperati come mi capita spesso di leggere. Insomma la guarigione è possibile e anche le ricadute sono cmq curabili. Grazie Lunette, a presto
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Virgilia gli psicofarmaci non sono veleno, sono medicine. Hanno efetti collaterali, certo (ma leggiti un po' quelli dell'Aulin
) voglio dire, tutte le medicine ne hanno. Però, è meglio prendere dei farmaci che rischiare la vita.
Naturalmente ci sono casi e casi. C'è gente che i farmaci li deve prendere per sempre, ecco magari fosse questo il caso capirei lo sconforto ma comunque meglio prendere farmaci per decenni che suicidarsi.
Il problema è che tu lo vedi come un fallimento personale, ma non lo è: è una malattia da cui per fortuna si guarisce.
Quando dicevo che "non sarai mai più te stessa" non volevo dire che non guarirai mai, ma che sarai una persona diversa perché hai acquisito una consapevolezza che tanti (per loro fortuna o sfortuna) non hanno.
Sta a te trasformare questa consapevolezza in qualcosa di bello e non in un handicap, vedila come un modo diverso di vedere il mondo, tu hai qualcosa in più che chi non ha sofferto non ha e non può capire.
E ricordati sempre che l'amore per tua figlia, che ti appare così poco, che hai paura che non sia mai abbastanza, nelle sue imperfezioni è più perfetto di quello che pensi. Ti cito un brano che ho preso da un libro che mi ha illuminato, si chiama "una madre lo sa" di Concita de Gregorio
Non sono mostri le madri che uccidono i loro figli. Mostri sono gli altri: le vicine che fino al giorno prima ti invitano alle festicciole, i mariti che escono senza vedere e tornano senza ascoltare, le amiche che passano a salutare e hanno fretta di ripartire, i medici che dicono è tutto nella norma signora prenda una tisana prima di andare a dormire sono 300 euro, grazie. Le cognate e le suocere che ti chiedono delle tende, le sorelle al telefono, ciao, ci sentiamo presto. Quelli che chiami la notte perché stai male e ti dicono ripassi domattina, quelli che la mattina dopo dicono alle tv non ci posso credere l'ho vista proprio ieri stava bene era contenta ma come è stato possibile. Ecco, questi sono i mostri. Quelli con l'aspetto delle persone normali che non mentono non dirottano le loro vite non escono mai di strada, quelli che in carcere non li trovi mai. Gente ragionevole e quieta, serena e cortese, gente rassicurante che galleggia sulla superficie delle cose opache e non scende mai a vedere sotto, sotto è torbido e fa paura. Tutto bene? Certo, sì, tutto bene. Allora vado, ci si sente. E così resti da sola con quella cosa minuscola che piange e non capisci perché, che deve mangiare e poi essere lavata e poi vestita e poi deve mangiare di nuovo, non sono passate nemmeno due ore e intanto strilla perché forse sta male ma il pediatra ha detto no sta benissimo, e non c'è nessuno a cui lasciarla in braccio un momento e le pareti della casa ti vengono addosso e ci sono i piatti sporchi da lavare i panni da stirare nella cesta la televisione accesa dice buongiorno! Avete pensato a una vacanza in Turchia? La casa ha un odore cattivo di cose che marciscono e però non c'è un fuori per te, c'è solo un dentro. Che meraviglia un neonato, ti dicono. E tu sorridi e a volte dici: non mi sento tanto bene. Allora ti guardano comprensivi, ti dicono: passa, è una fase. Così prendi la macchina e vai dal medico, torni a casa con un foglietto che dice: trenta gocce prima dei pasti. E l'uomo che vive con te torna la sera ed è stanco, non ti vede, non vede, sei gonfia e grassa ma non importa, c'è il bambino adesso no? Di cosa ti lamenti, passerà. Ecco, è così. Certo, non per tutte arriva quel buio assoluto, quel furore suicida che ti fa spingere il bambino sott'acqua o colpirlo con un sasso, o buttarlo nel lago. Suicida, perché uccidere un figlio è come uccidersi senza morire e perciò è peggio che uccidersi: è come restare vive da morte, sopravvivere alla morte che almeno è una fine, rimorire ogni giorno. Così vivi, dopo: senza parlare e senza mangiare, avvolta nelle coperte di una cella ma tanto quel freddo non passa. Oppure cancelli, anche questo succede, ti convinci che non è successo mai, non è successo a te, non sei stata tu è stato un altro, è un errore. Non succede a tutte le madri: succede a pochissime. Ma tutte, se cercano bene, sanno di cosa si tratta. Più di tutto le madri sole: quelle che non avevano nessuno accanto nella paura della sala parto né della casa vuota, dopo, o sole perché qualcuno c'era ma era come se no. "Non è mai troppa la pietà", ha detto il prete quest'ultima volta. La pietà però arriva dopo. Non è mai troppo l'amore prima, piuttosto. Domani si vota: non c'entra, ma c'entra. Qualunque sia la vostra opinione, sarebbe bello questa volta esprimerla.

Naturalmente ci sono casi e casi. C'è gente che i farmaci li deve prendere per sempre, ecco magari fosse questo il caso capirei lo sconforto ma comunque meglio prendere farmaci per decenni che suicidarsi.
Il problema è che tu lo vedi come un fallimento personale, ma non lo è: è una malattia da cui per fortuna si guarisce.
Quando dicevo che "non sarai mai più te stessa" non volevo dire che non guarirai mai, ma che sarai una persona diversa perché hai acquisito una consapevolezza che tanti (per loro fortuna o sfortuna) non hanno.
Sta a te trasformare questa consapevolezza in qualcosa di bello e non in un handicap, vedila come un modo diverso di vedere il mondo, tu hai qualcosa in più che chi non ha sofferto non ha e non può capire.
E ricordati sempre che l'amore per tua figlia, che ti appare così poco, che hai paura che non sia mai abbastanza, nelle sue imperfezioni è più perfetto di quello che pensi. Ti cito un brano che ho preso da un libro che mi ha illuminato, si chiama "una madre lo sa" di Concita de Gregorio
Non sono mostri le madri che uccidono i loro figli. Mostri sono gli altri: le vicine che fino al giorno prima ti invitano alle festicciole, i mariti che escono senza vedere e tornano senza ascoltare, le amiche che passano a salutare e hanno fretta di ripartire, i medici che dicono è tutto nella norma signora prenda una tisana prima di andare a dormire sono 300 euro, grazie. Le cognate e le suocere che ti chiedono delle tende, le sorelle al telefono, ciao, ci sentiamo presto. Quelli che chiami la notte perché stai male e ti dicono ripassi domattina, quelli che la mattina dopo dicono alle tv non ci posso credere l'ho vista proprio ieri stava bene era contenta ma come è stato possibile. Ecco, questi sono i mostri. Quelli con l'aspetto delle persone normali che non mentono non dirottano le loro vite non escono mai di strada, quelli che in carcere non li trovi mai. Gente ragionevole e quieta, serena e cortese, gente rassicurante che galleggia sulla superficie delle cose opache e non scende mai a vedere sotto, sotto è torbido e fa paura. Tutto bene? Certo, sì, tutto bene. Allora vado, ci si sente. E così resti da sola con quella cosa minuscola che piange e non capisci perché, che deve mangiare e poi essere lavata e poi vestita e poi deve mangiare di nuovo, non sono passate nemmeno due ore e intanto strilla perché forse sta male ma il pediatra ha detto no sta benissimo, e non c'è nessuno a cui lasciarla in braccio un momento e le pareti della casa ti vengono addosso e ci sono i piatti sporchi da lavare i panni da stirare nella cesta la televisione accesa dice buongiorno! Avete pensato a una vacanza in Turchia? La casa ha un odore cattivo di cose che marciscono e però non c'è un fuori per te, c'è solo un dentro. Che meraviglia un neonato, ti dicono. E tu sorridi e a volte dici: non mi sento tanto bene. Allora ti guardano comprensivi, ti dicono: passa, è una fase. Così prendi la macchina e vai dal medico, torni a casa con un foglietto che dice: trenta gocce prima dei pasti. E l'uomo che vive con te torna la sera ed è stanco, non ti vede, non vede, sei gonfia e grassa ma non importa, c'è il bambino adesso no? Di cosa ti lamenti, passerà. Ecco, è così. Certo, non per tutte arriva quel buio assoluto, quel furore suicida che ti fa spingere il bambino sott'acqua o colpirlo con un sasso, o buttarlo nel lago. Suicida, perché uccidere un figlio è come uccidersi senza morire e perciò è peggio che uccidersi: è come restare vive da morte, sopravvivere alla morte che almeno è una fine, rimorire ogni giorno. Così vivi, dopo: senza parlare e senza mangiare, avvolta nelle coperte di una cella ma tanto quel freddo non passa. Oppure cancelli, anche questo succede, ti convinci che non è successo mai, non è successo a te, non sei stata tu è stato un altro, è un errore. Non succede a tutte le madri: succede a pochissime. Ma tutte, se cercano bene, sanno di cosa si tratta. Più di tutto le madri sole: quelle che non avevano nessuno accanto nella paura della sala parto né della casa vuota, dopo, o sole perché qualcuno c'era ma era come se no. "Non è mai troppa la pietà", ha detto il prete quest'ultima volta. La pietà però arriva dopo. Non è mai troppo l'amore prima, piuttosto. Domani si vota: non c'entra, ma c'entra. Qualunque sia la vostra opinione, sarebbe bello questa volta esprimerla.
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.
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Re: DEPRESSIONE POST PARTO - Esperienze a confronto
Lunette, anche grazie al tuo aiuto ora sto meglio e sono più fiduciosa, il medico mi ha aggiunto come supporto all'efexor, mezza compressa di deniban e... speriamo bene. Non mi sento ancora bene ma rispetto a dieci giorni fa, ho fatto progressi da gigante. Continuo a sottolineare la negatività e l'ignoranza che c'è su questi argomenti e come invece faccia bene al cuore e non solo a quello lasciarsi rincuorare da persone dolci d'animo come te. Spero vivamente di tornare a sorridere, senza pensieri e senza quel timore di non riuscire a gestire questa situazione. Ho letto di persone che sono state bene e che hanno avuto ricadute a distanza di anni... però le cure ci sono e devo imparare ad accettare che una soluzione c'è sempre e che è sbagliato farsi prendere dal panico. Grazie per il brano che mi hai riportato e che ho trovato molto intenso e significativo.
Un abbraccio, a presto
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