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Prima, durante e dopo la gravidanza
PARTO IN CASA
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Re: PARTO IN CASA
Sinceramente (e con umiltà) capisco a metà la voglia di un parto naturale. Senza voler criticare DaDa o chi come lei sogna di partorire nell'intimità della propria casa. Sono scelte, ci mancherebbe...
Metà di me è d'accordo, dovrebbe essere un momento molto intimo vissuto con il proprio partner.
L'altra metà si chiede a che scopo tutta la ricerca medica, le morti, le sofferenze, i progressi dovrebbero servire se non a aiutare, migliorare e talvolta persino fare la differenza in una gravidanza difficile o un parto difficile.
Non si può paragonare quello che succedeva 100 anni fa a quello che succede oggi. 100 anni fa non c'erano nemmeno i mezzi per le indagini prenatali approfondite che invece abbiamo oggi! Sono abbastanza certa che se potessimo interrogare il fantasma della nonna Lucia ci direbbe che invidia molto le nostre fortune di oggi.
100 anni fa morivano di parto mamma e bambino come hanno detto molte altre.
100 anni fa era naturale che succedesse, sì, soffrivano, ma "poteva capitare". E andavano avanti.
Oggi no. Oggi puoi fare la differenza, puoi prevenire e puoi affidarti a personale qualificato e esperto per evitare drammi. Oggi una donna non è nemmeno detto che si riprenda mai dalla perdita di un figlio.
100 anni fa faceva parte del gioco rischiare la vita della donna e del bambino. Oggi è giocare a carte con il destino!
E' un po' come il discorso dell'epidurale, che viene spesso scoraggiata e fanno sentire le donne meno donne perché la chiedono. Questa è mentalità bigotta, perché devo spaccarmi in due urlando e piangendo se posso alleggerire tutto quanto???
Tornassi indietro con quello che ho sofferto in travaglio (l'epidurale non la considerai nemmeno, ero convintissima che sarebbe andato tutto bene. E invece la bambina non riusciva a incanalarsi per il cordone ombelicale corto, ho fatto un parto asciutto e l'hanno dovuta letteralmente tirare fuori per le spalle mentre l'infermiera mi premeva la pancia) io un pensierino ce lo farei.
Metà di me è d'accordo, dovrebbe essere un momento molto intimo vissuto con il proprio partner.
L'altra metà si chiede a che scopo tutta la ricerca medica, le morti, le sofferenze, i progressi dovrebbero servire se non a aiutare, migliorare e talvolta persino fare la differenza in una gravidanza difficile o un parto difficile.
Non si può paragonare quello che succedeva 100 anni fa a quello che succede oggi. 100 anni fa non c'erano nemmeno i mezzi per le indagini prenatali approfondite che invece abbiamo oggi! Sono abbastanza certa che se potessimo interrogare il fantasma della nonna Lucia ci direbbe che invidia molto le nostre fortune di oggi.
100 anni fa morivano di parto mamma e bambino come hanno detto molte altre.
100 anni fa era naturale che succedesse, sì, soffrivano, ma "poteva capitare". E andavano avanti.
Oggi no. Oggi puoi fare la differenza, puoi prevenire e puoi affidarti a personale qualificato e esperto per evitare drammi. Oggi una donna non è nemmeno detto che si riprenda mai dalla perdita di un figlio.
100 anni fa faceva parte del gioco rischiare la vita della donna e del bambino. Oggi è giocare a carte con il destino!
E' un po' come il discorso dell'epidurale, che viene spesso scoraggiata e fanno sentire le donne meno donne perché la chiedono. Questa è mentalità bigotta, perché devo spaccarmi in due urlando e piangendo se posso alleggerire tutto quanto???
Tornassi indietro con quello che ho sofferto in travaglio (l'epidurale non la considerai nemmeno, ero convintissima che sarebbe andato tutto bene. E invece la bambina non riusciva a incanalarsi per il cordone ombelicale corto, ho fatto un parto asciutto e l'hanno dovuta letteralmente tirare fuori per le spalle mentre l'infermiera mi premeva la pancia) io un pensierino ce lo farei.
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Io alla prossima mi faccio fare l'epidurale da immediatamente :D. ...... sperando che stavolta prenda! In ogni caso, per rispondere a Primomaggio:non è vero che tutte le gravidanza sono eccessivamente medicalizzate:nel senso che ora c'è la "moda" di andare dal ginecologo privato, ma se vai tramite mutua. ....3 eco, esami solo se vuoi, ecc ecc. Non ve la devo spiegare la tendenza del privato a medicalizzare più del dovuto, vero? E poi anche in quel caso:se non vuoi, non fai! Non è obbligatorio fare 100 eco ed esami del sangue ogni 2 sett. ....o curve su curve, se non hai precise patologie, ed allora è diverso!
Pietro Roberto 02-01-2013
- luvemi
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Re: PARTO IN CASA
straquoto Andraste
aggiungo solo, per il discorso dell'eccessiva medicalizzazione della gravidanza, che spesso siamo noi mamme che vogliamo fare di tutto e di più per scongiurare ogni minimo rischio (come se bastasse questo poi...). io ad esempio ebbi un diverbio con il mio ginecologo che non era molto propenso a farmi ripetere sempre l'analisi per il CMV. lui sosteneva che in altri paesi (mi citò l'inghilterra) non fanno più questo tipo di screening perché prima di tutto non si sanno realmente quantificare i danni possibili al feto nel caso di un'infezione, poi anche perché comunque non si può intervenire con terapie od altro. io me ne fregai e continuai a fare l'analisi tutte le volte, perché volevo sapere il più possibile.
una mia amica, invece, ha fatto il minimo del minimo, di ecografie ed analisi e nessun medico l'ha obbligata.

aggiungo solo, per il discorso dell'eccessiva medicalizzazione della gravidanza, che spesso siamo noi mamme che vogliamo fare di tutto e di più per scongiurare ogni minimo rischio (come se bastasse questo poi...). io ad esempio ebbi un diverbio con il mio ginecologo che non era molto propenso a farmi ripetere sempre l'analisi per il CMV. lui sosteneva che in altri paesi (mi citò l'inghilterra) non fanno più questo tipo di screening perché prima di tutto non si sanno realmente quantificare i danni possibili al feto nel caso di un'infezione, poi anche perché comunque non si può intervenire con terapie od altro. io me ne fregai e continuai a fare l'analisi tutte le volte, perché volevo sapere il più possibile.
una mia amica, invece, ha fatto il minimo del minimo, di ecografie ed analisi e nessun medico l'ha obbligata.
M 07,V 09
Poi ho camminato tanto e fuori c'era un grande sole che non ho più pensato a tutte queste cose...
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- MariPi82
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- luvemi
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Re: PARTO IN CASA
MariPi, infatti ho dimenticato di quotare anche te!



M 07,V 09
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- chiarasole
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Re: PARTO IN CASA
Be' che tante volte l'eccessiva medicalizzazione sia causa di ginecologi che "signora io le consiglio una visita in piú" piuttosto che l'ennesima eco o altro, il tutto logicamente pagato, non penso sia un mistero...
F 15-08-2006 E 6-03-2008
Cinderella is the proof that a pair of shoes can change a girl's life
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- laura s
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Re: PARTO IN CASA
Avevi solo da firmare e rifiutare l'induzione.aivlis ha scritto:Io, che sono contraria al parto in casa per tutte le motivazioni che avete già esposto voi, penso comunque che il parto (ma soprattutto la gravidanza) in Italia siano estremamente medicalizzate, altroché. Io mi sentivo una malata terminale, non una donna incinta. Sempre a fare analisi del sangue, delle urine, monitoraggi a gogo, tra un po' mettevo le tende in ospedale e la mia era una gravidanza fisiologica PERFETTA a parte il diabete gestazionale che però è stato tenuto sotto controllo e quindi non ha mai creato problemi né a me né a mio figlio, e mi è stato diagnosticato al sesto mese quindi mi riferisco ai mesi precedenti quando dico che mi sentivo (mi facevano sentire!!) malata.
Per non parlare del parto...alla 41esima settimana mi hanno indotto il parto a forza quando non ce n'era assolutamente motivo:sia io che il bambino stavamo benissimo e nessuno ha pensato di lasciar fare alla natura manco per un secondo. Ricordo con immensa tristezza che il giorno prima dell'induzione ho perso il tappo e ho pensato che di lì a poco avrebbe deciso lui stesso di nascere e invece lo stavano obbligando. Bruttissimo e secondo me profondamente sbagliato.
Sapendo che dopo le 41 settimane e specie con un diabete gestazionale questo comporta il rischio (basso per carità) di morte endouterina del feto, che indica da un punto di vista medico e quindi basandosi su evidenze e statistiche e grandi numeri l'induzione.
Nessuno ti obbliga a NULLA.
Ma proprio a nulla.
Puoi non fare gli esami del sangue, puoi non fare nemmeno un'ecografia, puoi partorire dove ti pare e piace.
Non esistono OBBLIGHI.
Qui secondo me è questione di FIDUCIA.
Io ho scelto un ginecologo, un professionista di mia FIDUCIA e ho fatto quello che mi diceva, non ho mai sgarrato di una virgola. Gli ho sempre chiesto tutto. Io che teoricamente avrei potuto con tutto rispetto disquisire più di te, verosimilmente, su cosa era da farsi.
Ma non lo riterrei giusto.
Io in quel momento ero una qualsiasi donna incinta e non un medico. E da tale ho voluto essere trattata (partorendo in un H dove nessuno sapeva che fossi medico e guardandomi bene dal dichiararlo).
Perchè so bene, per diretta esperienza lavorativa, che quando si esce dai sentieri battuti lo si fa a proprio rischio e pericolo, e non mi andava affatto di rischiare.
Non riesco veramente a capire con che coraggio (perdonami) una donna che ha suo figlio sano e salvo in casa possa venire a dire che un'induzione era inutile.
Hai la palla di vetro???
Hai visitato universi paralleli in cui sei andata oltre 41+0??
Attendo illuminazioni...
E scusa i toni forti, non voglio essere maleducata, ma a volte mi salta un pò la mosca al naso.
Metto questo per sdrammatizzare e spiegare meglio cosa intendo:
http://www.lercio.it/si-fa-unautodiagno ... ua-laurea/
Io non ti piaccio? Eppure sei sempre a guardare e giudicare tutto ciò che faccio. Sai il dizionario come definisce una persona del genere? FAN
- primomaggio
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Re: PARTO IN CASA
MariPi82, non sono d’accordo con te, come dice Laura si tratta di rapporto di fiducia con il proprio ginecologo, se ti affidi a uno specialista, che senso ha poi discostarti dal suo approccio? E anche la possibilità di farsi seguire dal consultorio non è per tutte, io ho faticato moltissimo a rimanere incinta e in consultorio non mi hanno saputa aiutare, sono dovuta andare privatamente da un ginecologo specializzato in problemi di infertilità… Una volta che poi è arrivata la gravidanza, sono rimasta con lui perché aveva la mia fiducia: lui mi ha fatto fare frequenti esami del sangue, ma non certo per suo personale tornaconto, ma per un approccio così… un po’ mi è pesato, ma insomma, lui lavora così.
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Non ho capito in cosa non so d'accordo con me visto che ciò che ho scritto ricalca più o meno ql che ha scritto Laura. Io sono dell'opinione, se non si è capito, che ognuno è libero di decidere il meglio per sé stesso, e che la alta o bassa medicalizzazione della gravidanza, e del parto, dipenda, se non da obbligate circostanze (se devi affidarti a centri per la fertilità..........) anche e soprattutto dalle proprie scelte. Io, cognata da ginecologa, seguita in privato da lei, ho avuto una gravidanza poco medicalizzata. Puoi scegliere lo specialista che meglio ti aggrada. Se non sei in accordo col suo metodo discostarti.
Pietro Roberto 02-01-2013
- primomaggio
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Re: PARTO IN CASA
MariPi82, io sono partita dalla considerazione che in Nord Italia vedo comunque una discreta medicalizzazione della gravidanza e del parto e constato tra le mie conoscenze gravidanze prettamente medicalizzate perché così indirizzate dai propri curanti. Per non parlare dei parti, direi che la somma dei cesarei, delle induzioni e delle episio supera i parti del tutto naturali.
Tanto per dire, al corso gestanti in acqua credo di essere stata l’unica a non aver fatto la villo, le altre si erano tutte sottoposte a questo esame, tanto che una di loro non sapeva cosa fosse il bitest… il primario dell’ospedale della mia città invita tutte le pazienti a farla e non penso lo faccia solo per motivi economici, mi pare che l’idea sua sia che per un basso (?) rischio si possono sapere molte cose.
Se poi una donna decide di non sottoporsi a tutti gli accertamenti che il ginecologo suggerisce o di farsi seguire dal consultorio, ciò non toglie che la tendenza per la naturalizzazione che hai riscontrato, io non l’ho constatata, non mi pare in tutta onestà quello che la maggiorparte dei ginecologi sta seguendo. E non li critico per questo, ho l’impressione che comunque disponendo di sistemi di monitoraggio sempre più sofisticati, essi siano per la loro utilizzazione a costo di prelievi del sangue mensili e qualche ecografia in più di quelle che passa il SSN.
Tanto per dire, al corso gestanti in acqua credo di essere stata l’unica a non aver fatto la villo, le altre si erano tutte sottoposte a questo esame, tanto che una di loro non sapeva cosa fosse il bitest… il primario dell’ospedale della mia città invita tutte le pazienti a farla e non penso lo faccia solo per motivi economici, mi pare che l’idea sua sia che per un basso (?) rischio si possono sapere molte cose.
Se poi una donna decide di non sottoporsi a tutti gli accertamenti che il ginecologo suggerisce o di farsi seguire dal consultorio, ciò non toglie che la tendenza per la naturalizzazione che hai riscontrato, io non l’ho constatata, non mi pare in tutta onestà quello che la maggiorparte dei ginecologi sta seguendo. E non li critico per questo, ho l’impressione che comunque disponendo di sistemi di monitoraggio sempre più sofisticati, essi siano per la loro utilizzazione a costo di prelievi del sangue mensili e qualche ecografia in più di quelle che passa il SSN.
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Primomaggio, io infatti parlavo del pubblico, e non del privato. L'alta medicalizzazione che riscontri nella gravidanza è lì, e non nel pubblico (che poi, ripeto: anche nel privato il soggetto può scegliere ciò che ritiene meglio per se. io infatti questo obietto: che sia vero che l'alta medicalizzazione sia una realtà per tutte. Può essere vero per alcune, ma non lo è per tutte. Fortunatamente di ginecologi ce ne sono millemila, e ognuno può trovare lo specialista con l'approccio che più si avvicina al proprio modo di affrontare una gravidanza): se infatti noti la stragrande maggioranza di eco, tn, villo e amnio (al di sotto dei 35) si effettuano in centri privati.
Non dico che sia sbagliato effettuarli (io sono totalmente pro sviluppo ricerca): dico solo che è frutto di una scelta personale, o in concerto con lo specialista che ti segue, che ti sei scelta, e di cui ti fidi.
Io sono architetto, lavoro per una azienda che progetta e costruisce ospedali, ma per circostanze della vita (periodo di m!= no fondi), ad oggi mi trovo, da architetto di cantiere, a fare il gentile ingeniere gestionale di Concessione ospedaliera: per questo ho accesso alle modalità gestionali di cui parlavo, e delle direttive di cui parlavo. Considera che sono regionali (nel mio caso Lombardia): la Regione Lombardia ha diramato (anche per la spending revew, non lo nego) indicazioni per la minor medicalizzazione possibile (no tn, esami del sangue nel minimo, 3 eco, no curva glicemica a meno di famigliarità, villo o amnio solo dopo i 35 compiuti......e poi ognuna può decidere).
Io in ogni caso, essendo d'accordo che la medicalizzazione della gravidanza sia anche collegata all'approccio del proprio curante (che ripeto: è una moda tutta italiana avere ginecologo o dentista privato; nei paesi del Nord Europa, per es, è tutto demandato ai consultori e agli ospedali), qualche pagina fa parlavo principalmente della medicalizzazione del parto: le linee guida dicono qs: fare corsi preparto che informino le donne e insegnino loro esercizi per il perineo, il pavimento pelvico, l'elasticizzazione delle membrane (per evitare episiotomie inutili); respirazioni per il controllo del dolore e la facilitazione alla spinta (per evitare ossitocina e epidurale......ma se la vuoi fare è un tuo diritto); lasciare alla donna la decisione sulla posizione da prendere (palla, sedia, letto ostetrico, letto, parto in acqua), e anche con chi stare (lo sottolineo perchè qs è il pt che maggiormente viene disconosciuto dagli ospedali: ti dicono che tuo marito è l'unico che può entrare, oppure addirittura che non lo può fare....ma non è vero! La donna ha diritto ad avere chi vuole al proprio fianco: che poi, per come sono fatta io, piuttosto che avere al mio fianco qualcuno che non fosse mio marito avrei partorito sola, ma il pt è: è una decisione della donna).
Poi sono d'accordo con te che ci sono ospedali ed ospedali, che ognuno ha il suo differente approccio (ci sono anche quelli che ti fanno il tc solo perchè lo chiedi, e ci sono invece quelli che non ti farebbero l'epidurale neppure se giuri che è stato l'arcangelo Gabriele in persona a dirtelo.....).
Vabbè, la conclusione è questa: non è vero che tutto il mondo è paese, e che se si ha la pazienza di cercare, c'è la possibilità di trovare specialisti ed ospedali che hanno l'approccio alla gravidanza e al parto che meglio ci confà (che poi io ripeto: alla prossima chiedo di fare l'epidurale da subito immediatamente: evviva il progresso! Ma se qualcuno la pensa diversamente, no problem.).
Non dico che sia sbagliato effettuarli (io sono totalmente pro sviluppo ricerca): dico solo che è frutto di una scelta personale, o in concerto con lo specialista che ti segue, che ti sei scelta, e di cui ti fidi.
Io sono architetto, lavoro per una azienda che progetta e costruisce ospedali, ma per circostanze della vita (periodo di m!= no fondi), ad oggi mi trovo, da architetto di cantiere, a fare il gentile ingeniere gestionale di Concessione ospedaliera: per questo ho accesso alle modalità gestionali di cui parlavo, e delle direttive di cui parlavo. Considera che sono regionali (nel mio caso Lombardia): la Regione Lombardia ha diramato (anche per la spending revew, non lo nego) indicazioni per la minor medicalizzazione possibile (no tn, esami del sangue nel minimo, 3 eco, no curva glicemica a meno di famigliarità, villo o amnio solo dopo i 35 compiuti......e poi ognuna può decidere).
Io in ogni caso, essendo d'accordo che la medicalizzazione della gravidanza sia anche collegata all'approccio del proprio curante (che ripeto: è una moda tutta italiana avere ginecologo o dentista privato; nei paesi del Nord Europa, per es, è tutto demandato ai consultori e agli ospedali), qualche pagina fa parlavo principalmente della medicalizzazione del parto: le linee guida dicono qs: fare corsi preparto che informino le donne e insegnino loro esercizi per il perineo, il pavimento pelvico, l'elasticizzazione delle membrane (per evitare episiotomie inutili); respirazioni per il controllo del dolore e la facilitazione alla spinta (per evitare ossitocina e epidurale......ma se la vuoi fare è un tuo diritto); lasciare alla donna la decisione sulla posizione da prendere (palla, sedia, letto ostetrico, letto, parto in acqua), e anche con chi stare (lo sottolineo perchè qs è il pt che maggiormente viene disconosciuto dagli ospedali: ti dicono che tuo marito è l'unico che può entrare, oppure addirittura che non lo può fare....ma non è vero! La donna ha diritto ad avere chi vuole al proprio fianco: che poi, per come sono fatta io, piuttosto che avere al mio fianco qualcuno che non fosse mio marito avrei partorito sola, ma il pt è: è una decisione della donna).
Poi sono d'accordo con te che ci sono ospedali ed ospedali, che ognuno ha il suo differente approccio (ci sono anche quelli che ti fanno il tc solo perchè lo chiedi, e ci sono invece quelli che non ti farebbero l'epidurale neppure se giuri che è stato l'arcangelo Gabriele in persona a dirtelo.....).
Vabbè, la conclusione è questa: non è vero che tutto il mondo è paese, e che se si ha la pazienza di cercare, c'è la possibilità di trovare specialisti ed ospedali che hanno l'approccio alla gravidanza e al parto che meglio ci confà (che poi io ripeto: alla prossima chiedo di fare l'epidurale da subito immediatamente: evviva il progresso! Ma se qualcuno la pensa diversamente, no problem.).
Pietro Roberto 02-01-2013
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Oh mamma......scusa per la lunghezza, Primomaggio.....non mi ero accorto di essere stata così prolissa!!!!!!



Pietro Roberto 02-01-2013
- primomaggio
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Re: PARTO IN CASA
Tranquilla, con me sfondi una porta apertaMariPi82 ha scritto:Oh mamma......scusa per la lunghezza, Primomaggio.....non mi ero accorto di essere stata così prolissa!!!!!!![]()

Guarda, a livello di villo e amnio, so con una certa sicurezza che nella mia asl il primario (che dirige i reparti di entrambi gli ospedali) la farebbe fare a tutte… quindi parliamo di pubblico. Dopo che per le under 35 sia a pagamento non toglie che è proposta a tutte. Poi la faranno come scelta, ma se il tuo medico ti consiglia una cosa, tendenzialmente gli dai ascolto. E’ vero che ciascuna di noi sceglie, però oserei dire che non tra tutte le donne che cercano e ottengono una gravidanza c'è il livello di informazione che abbiamo noi frequentatrici di un forum sulla maternità. Poi, sebbene sia un diritto/dovere essere informate sui fatti che riguardano la propria salute, però penso che molte si affidino al medico che eleggono come proprio curante e non credo che la scelta sia sempre basata sulla modalità con cui questi segue la gravidanza e il parto. Spesso sento ragazze che vogliono una ginecologa donna, perché si trovano maggiormente a proprio agio, o un ginecologo noto per la propria cordialità... Tanto per dire, il ginecologo che mi seguì alla prima gravidanza era mio medico da diversi anni, era un medico serio e molto umano, non è che quando sono rimasta incinta ho detto “spetta che ora cerco quello che non mi fa fare una caterva di esami”, sono rimasta con lui per fiducia e tutto quello che ho fatto e non ho fatto l’ho affrontato anche sulla scorta del suo giudizio. Era lui lo specialista. E lavorava nel pubblico, mi ha seguita privatamente, ma poi per puro caso era di turno il giorno in cui ho partorito e quindi mi ha seguito durante il travaglio e il parto e decisamente non ha avuto un approccio naturale alla faccenda… poi magari doveva andare così, ma non penso che avermi messa a travagliare da sdraiata abbia favorito l’evolversi della cosa. E tante ragazze si sono trovate male in quell’ospedale perché hanno sentito un eccesso di interventismo.
L’ospedale dove ho partorito la seconda volta l’avrei scelto proprio perché applica un approccio più naturale al travaglio e al parto, un’unica sala di travaglio-parto e post parto, 3 sale arredate e allestite di modo che non sembrassero una sala ospedaliera, c’erano a disposizione sgabello svedese, vasca, poltrona, letto non ostetrico, bagno con doccia… Ovviamente non ho potuto provarle perché il mio Genio è rimasto a testa in su e quindi sono andata diritta in sala operatoria… Però ho notato durante la degenza che i cesarei sono stati davvero tanti, per dire solo la mattina delle nostre dimissioni sono nati 7 bambini, di cui 3 con cesareo e stava per nascere l’8°/4° cesareo, a quanto mi dissero … e a me sti numeri hanno dato da pensare. Poi, per carità, coincidenze? Però anche il giorno prima ne erano nati almeno 3 con il cesareo, che per un ospedale che ha una media totale di circa 1000 parti l’anno, quindi 3 al giorno, non è affatto poco.
Qui da noi non esistono cliniche ostetriche private, non conosco nessuna che non abbia partorito nel pubblico… e veramente, come dicevo ieri, sento tanti parti che hanno avuto qualche intervento non naturale.
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Primomaggio, ognuna di noi ha avuto esperienze diverse e soggettive: nell'ospedale dove ho partorito io 20%tc (fra elezione ed urgenza), 80% vaginali (che è ovviamente diverso da dire naturale).
Come ho detto qualche pagina fa, se vai sul sito del Ministero della Salute trovi la classifica degli ospedali pubblici in Italia per disciplina (guarda ostetricia) e trovi tutti i dati.
Poi ognuna di noi è fatta diversamente: io la curva glicemica per esempio, nonostante la mia gine (mia cognata) me la volesse far fare, non l'ho fatta: mi sono fatta spiegare rischi e vantaggi e ho deciso (non avevo famigliarità, sono gggggiovane, il glucosio nel sangue era basso, eccecc).
Vero è che non tutte hanno accesso alle stesse info......ma questo è un problema, ed è sbagliato, secondo me......
Come ho detto qualche pagina fa, se vai sul sito del Ministero della Salute trovi la classifica degli ospedali pubblici in Italia per disciplina (guarda ostetricia) e trovi tutti i dati.
Poi ognuna di noi è fatta diversamente: io la curva glicemica per esempio, nonostante la mia gine (mia cognata) me la volesse far fare, non l'ho fatta: mi sono fatta spiegare rischi e vantaggi e ho deciso (non avevo famigliarità, sono gggggiovane, il glucosio nel sangue era basso, eccecc).
Vero è che non tutte hanno accesso alle stesse info......ma questo è un problema, ed è sbagliato, secondo me......
Pietro Roberto 02-01-2013
- crucchina79
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Re: PARTO IN CASA
Io conosco varie persone che hanno partorito in casa e conosco delle ostetriche che fanno i parti in casa..... non ho mai saputo di problemi, per lo meno perché alla minima cosa che va mezza storta l'ambulanza è sotto casa e pronta a portarti in ospedale che viene preallertato dall'ostetrica stessa.
Infatti alcune hanno iniziato il travaglio a casa poi per qualsiasi cosa (durata troppo lunga del travaglio, acque tinte ecc.) son dovute andare in ospedale e so che i protocolli, almeno qui in Emilia Romagna, son molto rigidi al riguardo.
Detto questo... per quanto io conosca questa ostetrica perfettamente e mi fidi ciecamente di lei ho scelto di partorire lo stesso in ospedale perché sarei stata più tranquilla e mi son trovata bene.... ho letto bene quali sono i miei diritti (infatti quando ho sentito la dottoressa dire all'ostetrica "facciamo l'ossitocina così facciamo prima" le ho urlato che non la volevo e non me l'hanno fatta).
Poi le cose possono andare male in ogni occasione, sia a casa che in ospedale (ad una che ha fatto il corso con me è morto il bambino per asfissia neonatale o come diavolo si chiama sebbene abbia partorito in ospedale).
Per il resto non ho letto che l'incidenza di morti durante i parti in casa sia più alta che in ospedale.... per cui se hai avuto una gravidanza fisiologica al 100%, ti fidi dell'ostetrica e sei convinta fallo.
Infatti alcune hanno iniziato il travaglio a casa poi per qualsiasi cosa (durata troppo lunga del travaglio, acque tinte ecc.) son dovute andare in ospedale e so che i protocolli, almeno qui in Emilia Romagna, son molto rigidi al riguardo.
Detto questo... per quanto io conosca questa ostetrica perfettamente e mi fidi ciecamente di lei ho scelto di partorire lo stesso in ospedale perché sarei stata più tranquilla e mi son trovata bene.... ho letto bene quali sono i miei diritti (infatti quando ho sentito la dottoressa dire all'ostetrica "facciamo l'ossitocina così facciamo prima" le ho urlato che non la volevo e non me l'hanno fatta).
Poi le cose possono andare male in ogni occasione, sia a casa che in ospedale (ad una che ha fatto il corso con me è morto il bambino per asfissia neonatale o come diavolo si chiama sebbene abbia partorito in ospedale).
Per il resto non ho letto che l'incidenza di morti durante i parti in casa sia più alta che in ospedale.... per cui se hai avuto una gravidanza fisiologica al 100%, ti fidi dell'ostetrica e sei convinta fallo.
Amate le persone, non le cose. Usate le cose, non le persone. (Spencer W. Kimball)
mamma di T. 29/05/2011 e V. 21/07/2014
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Re: PARTO IN CASA
LauraSfirmare per rifiutare l'induzione sarebbe stata una scelta estrema che, in quanto tale, non mi appartiene. Non mi sarei presa una responsabilità del genere nemmeno se fossi stata un medico. Detto questo, io oltre la 41 esima ci sono andata eccome, ho partorito alla 41+5 e probabilmente allora sono stata informata male visto che in ospedale mi hanno detto che per legge in Italia non è consentito andare oltre questa data. E in ogni caso, se per farlo avessi dovuto firmare liberatorie varie, ripeto, non l'avrei fatto perché mi fidavo e mi fido molto sia della mia ginecologa che del personale dell'ospedale in cui ho partorito. In ogni caso, dalla 40esima settimana facevo un monitoraggio e un'ecografia ogni 2 giorni. Mio figlio stava benissimo, il suo peso era nella media, il liquido amniotico era perfetto, NON sono stata indotta per via del diabete gestazionale (questo per rispondere anche a MariPi) ma solo perché ero oltre termine. Posso pensare quindi, date le premesse, che la mia induzione sia stata stupida e forzata o non lo posso pensare?
"La decisione più coraggiosa che puoi prendere ogni giorno è essere di buonumore." (Voltaire)
Jacopo 12/10/13
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Re: PARTO IN CASA
P.S. Tra l'altro, specifichiamo meglio. Sono state 2 induzioni con il gel a 6 ore (o 3, ho rimosso) l'una dall'altra, che mi hanno provocato 12 ore di contrazioni senza che mi dilatassi di 1 cm. Dopodiché mi hanno fatto il cesareo. Cioè se non è un parti medicalizzato questo, ditemi voi...
"La decisione più coraggiosa che puoi prendere ogni giorno è essere di buonumore." (Voltaire)
Jacopo 12/10/13
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- aivlis
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Re: PARTO IN CASA
*parto 

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Jacopo 12/10/13
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- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
Sì. Il tuo è stato medicalizzato. Ma la legge italiana non impone proprio niente. Ti hanno detto una inesattezza.......... il protocollo di induzione dipende dall'ospedale e dalle condizioni della gestante. Spero che la tua prossima esperienza (se ne vorrai altre) sarà migliore.
Pietro Roberto 02-01-2013
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Re: PARTO IN CASA
Grazie MariPi ma nun ce oenso proprio. Ma zero proprio 

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Jacopo 12/10/13
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