allora nell’estate del 2003 mia nonna, allora 94enne si prende una forte bronchite e necessita di assistenza a casa perché fortemente debilitata da questa malattia. Premetto che era sempre stata una donna sveglissima, acuta, intelligente, dinamica e quindi aveva sempre badato da sola alla figlia, che è invalida al 100% con accompagnamento. La zia ha avuto la meningite da piccola ed è rimasta un po’ come una bambina, cioè sa leggere, scrivere, non ha malattie fisiche particolari, non è allettata, è molto tranquilla e sedentaria, ma non potrebbe vivere da sola per alcuni aspetti dell routine quotidiana. Allora mi attivo per cercare una badante e una parente mi segnala una signora ucraina da poco in Italia, che ha appena perso il lavoro perché le è morta la nonna cui stava badando. Così da luglio 2003 la prendiamo in casa per aiutare la nonna con la zia nel periodo di convalescenza. Poi la nonna si ristabilisce ma è comunque molto sorda, anche se perfettamente lucida e ancora piuttosto in grado di cavarsela da sola in casa. All’inizio è un po’ una battaglia farle accettare questa badante, perché lei vuole fare tutto, cioè lavarsi le sue cose, fare la lavatrice, pettinare e scegliere i vestiti che indosserà la zia, fare da mangiare, ecc. Di fatto la convinciamo a tenere la signora per dare una mano, cioè cucinare, fare qulche spesa, fare compagnia a loro due, fare il bagno settimanale alla zia, che si muove perfettamente da sola, ma che a volte va spronata come una bambina.
La situazione si consolida e la signora ucraina entra a tutti gli efffetti a far parte della famiglia. Ovvero, è trattata come una parente anche lei, pranzi di natale e pasqua con regali inclusi, confidenze, massima libertà di gestirsi gli orari dei permessi e libertà di uscire a fare spese e commissioni come fosse a casa sua. Notare che né mia nonna ne la zia non autosufficiente hanno mai dato grosso lavoro da fare, lei (badante) ha sempre dormito la notte, loro non erano allettate né con malattie tipo alzheimer o piaghe da decubito o altro, anzi, come dico era la nonna che si occupava ancora prevalentemente della zia, la badante è stata sempre più che altro una dama di compagnia. A novembre 2006 la nonna muore e decidiamo di tenere N. (nome abbreviato della badante) ancora ad occuparsi della zia, che come detto sopra non dà particolare daffare. Da allora è diventato proprio come fosse lei a casa sua che ospita mia zia, poiché lei va e viene e nessuno mai le ha controllato orari e permessi. Oltre allo stipendio (mai saltato un mese naturalmente) le diamo un forfait mensile, che poi conguagliamo sempre per eccesso, per le spese di vitto suo e della zia, andiamo a trovare la zia per bere un caffè e fare 2 chiacchiere, sappiamo che fa lavori, nel periodo da noi retribuito, anche per altre persone, tipo pulizie delle parti comuni, stirare in casa, ecc. Tantissime persone e parenti mi dicono spesso bonariamente: “ah, sai ero nel tal posto e ho incontrato N.”, oppure: “ero in montagna”, “...al lago”, “...a spasso”, (qui e là) “e ho incontrato N”….insomma lei è spesso in giro, col pretesto di fare spese per la casa o di gestirsi i permessi come vuole, ma di fatto noi le abbiamo sempre dato fiducia e nessuno le ha mai detto niente, proprio per rispetto alla sua persona, che non abbiamo mai soffocato con controlli o fatta sentire messa sotto esame. Inoltre N. invita spesso a casa le sue amiche, esce la sera col fidanzato, ecc.
Ora, è da quando è arrivata da noi che le abbiamo consigliato di regolarizzarla. All’inizio non ha voluto lei, parlo del periodo intorno al 2004, perché diceva che aveva paura che la mandassero per un mese in Ucraina e poi non la facessero più rientrare..non so quanto ho personalmente inistito, anche per una questione sanitaria e di garanzie, perché mi faceva pena sapere che se si fosse ammalata o avesse avuto bisogno di visite mediche, doveva pagare tutto. Poi mia madre si faceva fare a nome proprio il cerotto per la menopausa per passarlo a lei, e cose così.
Nel 2007 abbiamo fatto la dichiarazione di emersione perché finalmente si era decisa, e questa volta era stranamente pressante al riguardo, come se pensasse che noi non avremmo voluto fargliela, anche se non era assolutamente così (anzi, mi stupisco che conoscendoci come persone abbia potuto ipotizzarlo), tant’è vero che mia sorella, che vive in casa con mia madre, si è interessata personalmente ed è andata anche nel capoluogo di provincia insieme ai suoi commercialisti convinta che avrebbe accelerato l’inoltro della pratica, ecc. Ma lei in quel periodo sembrava impazzita, telefonava a tutti dicendo: dovete fare questo e quello, dovete sbrigarvi, mi hanno detto che bisogna fare così, ecc. Insomma non si fidava di come stavamo portando avanti la pratica e metteva a tutti un pressione ingiustificata. Ironia della sorte, dopo tanto sbattimento, nelle graduatorie è arrivata piuttosto in fondo, e ha cominciato ad accusarci di non avere fatto le cose bene, che nessuna delle sue amiche (anch’esse non passate!) era così in fondo come lo era lei, senza assolutamente tenere conto della nostra buona volontà e dello sforzo per cercare di farla entrare in questa benedetta graduatoria, del tempo da mia sorella dedicato, ma solo guardando al risultato.

Nel frattempo, da che era morta la nonna, visto che mia madre non stava per niente bene mentalmente, con perdite di memoria e problemi vari, le avevamo chiesto, visto che il lavoro si era veramente quasi annullato, di venire ogni tanto a pulire qualche vetro a casa di mia madre o di stirare un po’ per lei, ma siccome mia madre non voleva, le poche volte che è andata a casa sua per fare queste cose, lei la riportava indietro e la cosa finiva lì. Ora, mi rendo conto che la cosa non sarebbe stata di sua stretta competenza e che l’atteggiamento ostile di mia madre (che ripeto era un pò “fuori”) le potesse dare fastidio, ma veramente niente le è mai stato chiesto in malo modo o con ricatti, sono state sporadiche richieste fatte con gentilezza. Passiamo all’estate scorsa: io sono a casa di mia madre (che è quasi da gestire come una bimba) da giugno a fine settembre con i miei due pargoli, ed era un gran casino


Tutta la tiritera precedente per fare il quadro della situazione e venire al dunque.
Due settimane fa io e l’altra mia sorella le abbiamo fatto presente chevisto che a breve dovrebbe arrivarle il permesso di soggiorno a chiusura della procedura di regolarizzazione, vorremmo (come già andiamo dicendo dall’estate scorsa, quindi i mesi per trovarsi delle alternative li ha avuti) modificare il contratto con meno ore pagate da noi. La risposta è stata: no, altrimenti vi faccio causa per i contributi e il tfr prima della sanatoria, cioè ante 1 aprile 2009

Le abbiamo anche prospettato che se non troviamo l’alternativa di ridurre le spese, porteremo la zia a vivere con mia madre e mia sorella, dandole però la possibilità di cercarsi con calma un nuovo lavoro e lasciandola fino ad allora nella casa della zia. Ovvero nessuno intende lasciarti senza lavoro dall’oggi al domani o metterti in mezzo ad una strada (senza contare che ha da anni un fidanzato single, con cui potrebbe convolare o andare a viverci insieme). Noi quando ci si è scagliata contro con questa minaccia siamo cadute dal pero, perché abbiamo fatto tutta la pratica alla Cgil, d’accordo con lei e nella massima buona fede. E’ stato proprio l’addetto del sindacato a dirci di mettere la data del 1 aprile, perché il periodo precedente non era da indicare in quanto sanato. Peraltro anche lei quando è stata con mia sorella allo Sportello Unico e all’Ufficio dell’Inps per le procedure della regolarizzazione, ovvero siglare il Contratto di Soggiorno ed il Contatto di Lavoro come badante a 54 ore settimanali, non ha sollevato alcun dubbio.
Ora navigando su internet scopro che invece il sindacato è stato un po’ leggero (anche se noi da parte nostra avremmo potuto leggerci la legge in questione


Sempre sul web è poi scritto per che chi fa dichiarazioni mendaci nella dichiarzione di emersione (mendace nel ns. caso = data inizio rapporto di lavoro 1 aprile 2009) la pratica di emersione può essere annullata, con revoca del relativo permesso di soggiorno, se già rilasciato e penali conseguenze.

Ora, visto che hanno reso possibile sanare la parte contributiva senza conseguenze, non riesco a capire se invece è o non è sanato tutto il resto, ovvero noi aver dato lavoro e ospitato una clandestina e lei essere qui senza permesso di soggiorno ante 1 aprile 2009, come emergerebbe da una causa intentataci proprio per il periodo in questione.

Cioè non sarebbe controproducente per tutti una causa di questo genere? Per lei: spese legali, sua quota di contributi/tasse arretrate, possibilità (da chiarire) di conseguenze penali e di revoca del Permesso di Soggiorno. Per noi: un sacco di soldi da versare, che andranno in minima parte a lei e possibili conseguenze penali (da chiarire).
L’addetto del sindacato mi ha detto che praticamente quasi tutti hanno indicato il 1 aprile 2009, perciò chissà quanti altri badanti/colf una volta regolarizzati vorranno far causa al datore di lavoro per l’arretrato. C’è qulcosa che si può fare?
C’è qualcun’altra che si sta trovando in questa situazione o siamo le uniche in Italia? Help…scusate il papiro...e soprattutto lo sfogo!