Piccolo Diego ti voglio bene sempre di più

La d.p.p. era il 29/09/2005, ma all'inizio di settembre il gine visitandomi mi disse che il collo dell'utero era molto morbido e la testa del bimbo era bassa: secondo lui avrei partorito in anticipo

Mannaggia a lui, non l'avesse mai detto!! Da quel momento passavo il tempo a cercare di identificare contrazioni fantasma (mai avute) e a cercare tracce del mitico tappo nelle mutande… intanto i giorni passavano e io diventavo sempre più impaziente: volevo partorireeeee

Il pomeriggio del 23 settembre vado con mio marito a fare la spesa in un centro commerciale: qui una promotrice di sconti sui pannolini mi abborda e mi fa la fatidica domanda che ultimamente era sulla bocca di tutti “Quanto manca?”, rispondo “6 giorni” e lei “Ma nooo, ha la pancia altissima, sicuramente partorirà oltre il termine!”

Tornando a casa in macchina sento la pancia diventare durissima e un dolore simil-mestruale: non ci sono dubbi, è una contrazione, alla faccia di quella befana porta-sf**a

Intanto gli stessi doloretti si ripetono e proviamo a misurare gli intervalli con un orologio: la regolarità è sorprendente e l’intervallo diventa sempre più breve (30 minuti, poi 20, poi 15,…), ma sono sempre molto sopportabili, tipo dolori mestruali. Dopo qualche ora arriviamo a 5 minuti, il dolore è diventato appena un po’ più fastidioso. Intanto telefonano sia mia mamma che mia suocera ed entrambe, prese dal panico, mi intimano di precipitarmi in ospedale: io non ci penso neanche, so benissimo che si tratta di contrazioni preparatorie, non possono essere così le contrazioni VERE. Tuttavia la loro regolarità cronometrica un po’ mi inquieta e quando l’intervallo arriva a 3 minuti pensiamo che forse è meglio andare a controllare la situazione.
Arriviamo al PS alle 3 di notte, il medico di turno che chiaramente si era appena risvegliato dalla fase REM mi visita e mi trova dilatata di 2 cm: mi ricoverano. Non appena mi attaccano al tracciato, le contrazioni, che naturalmente erano quelle preparatorie, magicamente spariscono. La cosa buffa è stata che ci hanno dimenticati in sala tracciato e ci siamo addormentati, mio marito su una sedia e io con la fascia del tracciato sul panzone!!

Al mattino dopo firmo per tornare a casa: intanto mi sono cominciate perdite molto abbondanti di muco striato di sangue e il gine che mi visita mi spiega che è il tappo (non me lo immaginavo così…) e che il collo dell’utero si sta preparando, comunque potrebbero mancare poche ore come qualche giorno.
Tornata a casa, facciamo appena in tempo a mangiare qualcosa e ad appisolarci (eravamo entrambi distrutti dalla nottata praticamente insonne) quando sento un rumore, come un TLAC che viene dalla pancia e sento bagnato fra le gambe: si è rotto il sacco!!

Sistemo la valigia, mi faccio un doccia e usciamo di casa per tornare in ospedale. Incontro la mia vicina di casa che, vedendomi con la valigia, mi fa “Vai già in ospedale, ma è ancora presto, hai la pancia troppo alta!”. Nooo, è una persecuzione!! Ma questa volta vado a partorire sul serio, alla faccia della pancia alta!!

In macchina arriva una contrazione, ma è molto diversa da quelle della sera prima: non sento nulla alla pancia, ma solo un forte dolore all’osso sacro. Intanto arriviamo al PS, sono le 18.30 e la dilatazione è a 3 cm (almeno un passo avanti l’abbiamo fatto, penso io). Mi attaccano al tracciato e arrivano altre contrazioni a intervalli di 3 minuti, il dolore è sempre localizzato alla schiena ed è sempre più forte, stare ferma seduta sulla poltrona è una tortura!
Mi portano in camera, ormai sono le 19.30 ed è l’ora di visita, la stanza è piena dei parenti di due ragazze che avevano già partorito che amabilmente chiacchieravano e fotografavano i neonati, mentre io cercavo inutilmente una posizione per gestire il dolore mettendomi a quattro zampe sul letto e sul pavimento e mio marito mi faceva inefficaci massaggi sulla schiena.
Dopo un’oretta così finalmente l’ostetrica (giovanissima e in gamba) mi chiama e vado in sala visita: mi visita durante una contrazione (è il primo momento di dolore veramente atroce che ricordo) e mi parte il primo ululato che atterrisce il povero marito che aspettava nel corridoio.
Sono di 8 cm!!! Con la barella mi portano di corsa in sala parto!!! L’ostetrica mi rivisita: la dilatazione è praticamente completa, ma c’è ancora un “bordino”: mi dice di provare a spingere mentre lei cerca di toglierlo manualmente… e qui c’è stato praticamente il momento clou del dolore del mio parto (mio marito dice che ho mandato a c@g@re l’ostetrica, ma io non me lo ricordo)!!
Ci siamo, sento lo stimolo di spingere e qui entra in gioco il mio più grande terrore, quello per l’episiotomia e le lacerazioni!! Provo a spingere, ma per la paura non lo faccio bene e urlo!! Dico all’ostetrica “Non mi tagli vero?” e lei scherza “Chissà come mai vi immaginate tutte le ostetriche con il trinciapollo in mano!”

Mi rassicura e finalmente capisco come spingere, non urlo più e ad ogni spinta lo sento scendere… fra una contrazione e l’altra, ascoltano il battito del piccolo, sentirlo mi dà tanta forza… Finalmente esce la testolina con un bruciore fortissimo, poi con un’altra spinta e un risucchio allucinante tutto il corpo.
Sono le 21.46 del 24 settembre e finalmente Diego è nato

Me lo mette sulla pancia e Diego smette subito di piangere e mi guarda con quegli occhietti… è caldo e umido, lo annuso, gli bacio la testolina e gli sussurro ”Ciao amore”…