La notte la passo con qualche doloretto, ma svegliarmi è un’impresa e la pigrizia vince sulla curiosità di sapere che cosa succede. Alle 5.35 un doloretto più forte, tipo ciclo. “Ok, chissà se sono le famose contrazioni… ma vaaa… va beh, per curiosità vediamo se vengono regolari…” Mi metto a monitorarle in silenzio nel letto per non svegliare e allarmare inutilmente il socio. Più o meno ogni 10 minuti. Sarà coincidenza, dormiamo ancora un po’, che se sono quelle giuste fa anche bene. E dormo una mezz’oretta. Mi sveglia una fitta un po’ più forte… ok, saranno quelle preparatorie, quelle di H??-B?? “Non mi ricordo mai quei nomi!!”. Il socio si alza per andare a lavorare e gli dico “Ho qualche doloretto, forse sono le contrazioni” “Come forse??” “Ma che ne so, mai avute, mai partorito, sono abbastanza regolari ma non dolorose” “Ok, vado a lavorare ma se succede qualcosa chiamami”. La mattina passa con un messaggio ogni ora con scritto “Tutto bene?” Alla fine gli ho risposto “Giuro che se succede qualcosa di diverso sarai il primo a saperlo”. :prrrr
Viene a casa per pranzo e passiamo parte del pomeriggio a fare niente, io che mi sento questi doloretti ogni 7-10 minuti, intervalli irregolari. Alle 17 il socio torna al lavoro raccomandandosi di chiamare in qualsiasi momento. Viene una mia amica per cena, passo la serata tranquilla tra una contrazione e l’altra sempre irregolari tra i 7 e i 10 minuti, e dopo cena inizio a sentire un po’ più di fastidio. Alle 23.30 lei se ne va, a mezzanotte chiamo il socio e gli chiedo se viene a casa così faccio una doccia. Arriva, la faccio, nessun miglioramento o peggioramento, sempre un bel fastidio che si sta regolarizzando sui 7 minuti. Dopo un’ora però l’intervallo scende a 5 e poi a 3. "Beh, andiamo in ospedale e facciamoci dire come va". Durante il tragitto di 35 minuti le contrazioni erano ogni 3 minuti e di durata 1 minuto, ma non le trovavo fortissime (e infatti, col senno di poi, non lo erano). Talmente regolari che il socio guardava il cruscotto e diceva “Ora arriva” e arrivava.
In ospedale mi attaccano al tracciato e stare ferma inizia ad essere piuttosto fastidioso. Mi mettono la flebo per lo streptococco e la pazienza di stare ferma sta esaurendo. Tre centimetri di dilatazione. Mi mandano in camera e le contrazioni sono peggiorate. Io ho iniziato a reagire gemendo a voce alta e disturbando tutto il reparto. Il socio mi gira intorno pronto a farmi da appiglio al momento giusto, ma tra una contrazione e l’altra si addormenta sulla sedia. Dopo un po’ l’ostetrica mi chiama e mi fa andare nella sala travaglio giusto per non far svegliare tutti. Stanzetta bellissima, tipo Ikea, un letto matrimoniale e mobili in legno con venature tipo baita di montagna. Il socio si corica vicino a me e quasi non si sveglia quando arriva la contrazione se non quando gli tiro dei calcioni enormi o lo stringo con tutta la mia forza. Gemevo tantissimo ma tra una contrazione e l'altra ero lucidissima, tranquilla e felice di essere vicino al momento di conoscere il mio cucciolo. Una contrazione mi fa vomitare.


Ma quel momento è davvero speciale...

Continuo a gemere “Scusa topolino se faccio rumore” dico a quell’esserino così tranquillo sulla mia pancia.
"E ora cosa devo ancora fare??" L'ostetrica:"Espellere la placenta" "Emh... come si fa??" Lei:"Aspettiamo che si stacchi" Dopo un po’ mi maneggia la pancia e tocca il cordone, sento di spingere e esce, una passeggiata. Me la fa vedere.


Il piccolo arriva in braccio al papi lavato e vestito e andiamo passeggiando in camera. La foto nell'album è fatta alle 9.52, esattamente un'ora e 40 dopo il parto. Che meraviglia averlo finalmente tra le braccia…
