Non mi sembra ancora vero di avere il mio pulcino qui vicino a me nella sua culletta che dorme beato dopo una bella ciucciatona .
Ma cominciamo dall’inizio. Per Francesco avevo subito un TC d’urgenza per sofferenza fetale acuta, per fortuna è andato tutto bene e adesso è un bimbo fin troppo vivace ma dolcissimo. Quando con mio marito abbiamo deciso di cercare il fratellino/sorellina, ho iniziato ad informarmi sulla possibilità di avere un parto naturale. La possibilità c’era ma trovare un ospedale a Roma che permettesse il travaglio di prova non è stata impresa facile. Ci ho messo tutta la gravidanza (e una ricerca minuziosa in internet) per trovare finalmente il “Cristo Re”, unico ospedale ad avere proprio un protocollo per il VBAC (Parto Vaginale dopo Cesareo).
Ne avevo parlato anche con il mio gine (che non lavora lì) e lui era d’accordo anche se all’inizio voleva fissarmi un TC a 39 settimane, alla fine mi sembrava di stare al mercato, ho contrattato fino a che sono riuscita a strappargli come termine ultimo 41+2.
Nelle ultime settimane mi sono fatta seguire al Cristo Re come il protocollo prevedeva e alla fine facevo anche i monitoraggi.
Le 40 settimane erano passate ma il monitoraggio non segnalava niente di che, e io iniziavo già a deprimermi perché vedevo avvicinarsi sempre di più la mia “condanna” al TC.
Non so se si è capito ma io il TC proprio non lo volevo fare!
Cmq il 28 mattina iniziano delle contrazioni, non dolorose ma regolari ogni 15 minuti.
Vado a trovare una mia amica che mi dice che il viso mi è cambiato e che secondo lei ci siamo. Anche sua mamma rincara la dose, e dice che anche secondo lei ci siamo perché mi si sono ingrossate le labbra
In ogni caso la giornata passa sempre con questi doloretti, nel dubbio faccio un po’ di commissioni, iscrivo mio figlio alla materna, insomma sbrigo un po’ di burocrazia sempre con queste contrazioni che non accennano né ad aumentare né a diminuire, né di intensità né tantomeno di frequenza.
Finalmente torna mio marito a casa e gli dico che ho queste contrazioni e lui vorrebbe andare subito in ospedale anche se c’è la partita

Gli dico che secondo me ancora non ci siamo e di nascosto prendo un paio di cucchiaini di olio di ricino come suggeritomi da qualche amica qui su gol per accelerare un po’ le cose.
Detto fatto le contrazioni si fanno più frequenti, prima ogni 10, poi ogni 8 minuti. Anche se l’effetto collaterale diarrea si farà sentire ancora per qualche ora anche a travaglio iniziato
Mi faccio una doccia, preparo le ultime cose e dico al marito che avvisi i suoi perché porteremo loro Francesco. E’ quasi mezzanotte quando partiamo da casa.
Verso l’una arriviamo in ospedale. La gine di turno mi visita e mi dice che ho il collo riaccorciato ma pervio solo all’apice


Verso l’1.45 arrivo in sala travaglio e l’ostetrica che mi accoglie, Marcella, e che mi seguirà fino al parto è una persona dolcissima che mi infonde coraggio.
Mi visita e sono ancora di 2 cm, ma il bimbo si comporta bene, e le contrazioni sono regolari.
So da quando ho deciso di intraprendere questo “cammino” che per me non ci sarà né epidurale, ma neanche “l’incubo” ossitocina anche se non so quello che mi aspetterà davvero.
Va tutto bene, anche se ho sempre il monitoraggio, non riesco a trovare una posizione che allevi i dolori che adesso iniziano a farsi più intensi (sono a 5 cm adesso) in piedi no, sulla palla no, di lato peggio che peggio….

Adesso inizia a far male, inizio a tremare, credo di non farcela, ma l’ostetrica mi dice che dopotutto sto per mettere al mondo un bambino, mica a fare la spesa al mercato!

Mio marito mi sostiene sempre anche se anche lui è stanchissimo è in piedi da quasi 24 ore ormai, mi dice che non devo mollare proprio adesso, che cedere al cesareo adesso sarebbe un peccato visto che ci siamo quasi, mi infonde coraggio, mi dice di respirare quando sto andando nel panico e il dolore si fa più intenso. Adesso le contrazioni sono ogni 3 minuti e sono dolorose anche se sono stanchissima e tra una e l’altra mi addormento e a risvegliarmi sono dei dolori improvvisi. :prrrr
Sono le 5.30 circa e sono a 7 cm, praticamente ci siamo. Marcella decide di rompermi il sacco per aiutare Davide, che finora si è comportato benissimo, ad incanalarsi per bene per venire a conoscere la sua famiglia. Adesso credo veramente di non farcela più ma so che la fine è vicina. Ci siamo, sono a dilatazione completa, mi viene voglia di spingere e allora siamo pronti: si va in sala parto!
Eccomi sul lettino da parto, vedo un bel vassoio con forbici e forbicette e subito le chiedo: Mica mi taglierai vero? E lei: Se non è necessario no.
Intanto chiamano la gine di turno che poi è la stessa che mi ha fatto l’accettazione in ps e si mette lì in un angolo a guardare mentre Marcella mi guida.
Io devo spingere adesso, non resisto più, Davide vuole nascere e allora lei mi dice di assecondare le spinte e andare, che però deve tagliarmi perché mi sto già lacerando. Una, due, tre, quattro spinte. Sono le 6.15.
Sento Davide sgusciare fuori, me lo mette subito addosso e mi dice di tenerlo di non farlo cadere.
Mi viene da piangere per la gioia mentre vedo questo esserino sopra di me.

Marcella dice a mio marito che le serve il suo aiuto per tagliare il cordone, poi insieme all’infermiera lo pesano e lo lavano. La bilancia dice: 3.850 kg, e io ringrazio Marcella per avermi fatto l’episiotomia

Ce l’abbiamo fatta, io, mio marito, ma soprattutto Davide che è stato bravissimo a voler nascere in modo naturale.
Ringrazio prima di tutto lui, poi mio marito e l’ostetrica che mi ha sempre incoraggiata a non mollare e a cercare di sopportare il dolore.
Adesso sono a casa e vedo i miei angeli che dormono, uno nel suo lettino e l’altro nella sua culletta, con Francesco che mi dice quando il fratellino piange : “Mamma bimbo prende”
E io mi sento al settimo cielo, finalmente mi sento bene.