
Poche parole scritte un po' di tempo fa. Dedicate a tutte le mamme di angioletti...
C’è un posto dove il tempo è lento e chiaro come una mattinata di brina.
Centinaia di piccole anime giocano curiose in attesa. Ci sono anime antiche di migliaia di anni, anime che hanno già vissuto molte volte e anime nuove, che scopriranno per la prima volta l’emozione di una vita terrena.
Cercano la famiglia giusta per loro. La famiglia nella quale potranno realizzare quello che il destino ha scritto per la loro prossima vita. A volte la cercano per anni. A volte la trovano subito.
Quando una piccola anima trova la famiglia giusta si avvicina per curiosare. Poi arriva il giorno giusto e lei lo sa, prima dei genitori, prima di tutti.
Si avvicina in silenzio e si siede vicino alle prime due cellule che si sono unite. A volte sente sussurrare parole d’amore, a volte sente ridere, a volte sente un rumore di vetro che tintinna, a volte non sente nulla. Poche volte sente piangere lontano e si stringe un po’ di più a quelle piccole cellule…
Le cellule si dividono sempre più velocemente, con allegria e speranza. Si vede una forma allungata, poi un cuoricino minuscolo prova a battere per la prima volta. E la piccola anima incomincia ad amare quel corpicino minuscolo che combatte per diventare un bambino.
Ma a volte, nonostante la piccola anima cerchi di proteggerle, c’è qualcosa di sbagliato in quelle cellule. Quel corpo non è adatto ad ospitare la piccola anima e accompagnarla nel suo percorso in questa vita, lei lo sa, ma non riesce ad abbandonare quel cuore che non batte più…
Ma lo deve fare.
Deve tornare un’altra volta. Non ora. Non incontrerà quella mamma che l’aspetta con tanta emozione.
Vorrebbe poterle dire “Tornerò mamma, non piangere”. Ma non ha ancora una voce.
Vorrebbe accarezzarla piano piano fino a farle sparire il dolore, ma non ha ancora le mani.
Prima di tornare indietro le passa veloce dietro un orecchio. Un mulinello d’aria quasi impercettibile.
Sono qui. A presto, mamma.