La premessa è che lei, dopo un inserimento nella norma e un successivo mese tranquillissimo, ha avuto una specie di “crisi di rigetto” che adesso, però, è quasi risolta, per cui quando la lascio può capitare che lagni un attimo ma la cosa finisce lì.
Stamattina, dicevo, l’ho accompagnata in classe, lei ha cominciato a parlare con la maestra e io sono uscita. Ero lì fuori ad appendere la sua giacca quando la sento che diceva: “dov’è mamma? Dov’è andata?”, al che ho temporeggiato un attimo per vedere come si evolveva la cosa.
Nello stesso istante un altro bambino ha cominciato a piangere, ma proprio con i singhiozzi, dicendo: “Voglio mamma, voglio mamma”.
A questo punto la maestra, con voce molto dura (non urlava, ma quasi), ha cominciato a dire: “Adesso basta, se non la smetti la tua mamma non la faccio più venire. Vuoi che viene mamma? E allora girati, stai zitto e finisci di colorare, altrimenti chiudo a chiave e mamma non la faccio venire”.
Ho capito subito che non ce l’aveva con mia figlia sia perché parlava al maschile e sia perché Arianna non stava colorando ma cominciando a giocare con le costruzioni, però, onestamente, la sostanza non cambia.
Non sono cose che si dicono a un bambino, a nessun bambino.
D’istinto avrei aperto la porta, preso mia figlia e tanti saluti, poi mi sono imposta di ragionare un attimo e sono uscita fuori.
Sono stata forse 20 minuti nel cortile a chiedermi cosa fare, poi ho chiesto ad una bidella (una signora che conosco) se gentilmente poteva entrare con una scusa a controllare se Arianna era tranquilla (e lo so che è un comportamento da mamma ansiogena ma, vi giuro, non ce l’avrei fatta ad andarmene senza un minimo di rassicurazione). La signora mi ha assicurato che era tranquilla e sorridente e sono andata via.
Quando sono andata a riprenderla in classe c’era solo una maestra (quella di stamattina) mentre i bimbi erano nel salone con l’altra.
Ho chiesto com’era andata la giornata e mi ha detto che era andato tutto bene, aveva giocato, cantato e ripetuto le battute per la recitina di Natale.
Al che ho chiesto: “Ha pianto stamattina quando sono andata via?” e lei: “Si, ma giusto un attimo, quello che piangeva tanto era Giulio”. Ok, e questo è vero.
Ho recuperato la figlia e siamo uscite, lei era allegra, sorridente, mi ha raccontato cosa aveva fatto ecc ecc.
A quel punto ho cercato di sondare un po’ il terreno, le ho chiesto se aveva pianto e mi ha detto di no, se per caso la maestra l’aveva sgridata e mi ha detto di no. E poi ho buttato lì: “Ma Giulio piangeva perché voleva la mamma?” e lei “Si”, “e la maestra che gli ha detto?”, “di non piangere più che la sua mamma arrivava”.
Non mi è sembrata turbata dalla cosa.
Detto questo devo aggiungere, per dovere di cronaca, che io stimo moltissimo le due maestre di Arianna, le conosco come persone (specialmente la protagonista dello spiacevole episodio di oggi) e sto imparando a conoscerle ed apprezzarle come insegnanti, mia figlia è entusiasta, dice che le maestre sono brave ecc ecc.
Credo che quanto successo oggi sia da imputare a un momento di nervosismo (che è umano e può capitare). A causa di questi maledetti tagli alle scuole da quando è cominciata la mensa (e quindi il tempo pieno) c’è una sola maestra (con 25 bambini) dalle 8 alle 11, poi due ore di compresenza e poi di nuovo una sola il pomeriggio (ma mia figlia non resta) e capisco che possa essere difficile. Mi ero già resa conto, nei giorni scorsi, che questa maestra fatica un po’ a gestire la classe quando è sola (specie quando ci sono episodi di pianto o cose del genere) mentre l’altra ha più il polso della situazione.
Insomma, ci metto tutte le attenuanti del caso ma, ugualmente, sta cosa non mi scende giù!
Cmq, dopo tutto questo papiro, che fare?
Finta di niente? Non credo di riuscirci e non mi sembra neanche giusto!
Dire che ho sentito? Non mi sembra la soluzione ideale

Dire che mia figlia mi ha riportato alcune cose e chiedere spiegazioni?
Datemi un vostro parere, per favore, e soprattutto aiutatemi a vedere questa cosa con occhi esterni e a collocarla nella giusta dimensione.
Grazie a tutte!