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Prima, durante e dopo la gravidanza
Colorare nelle righe
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Colorare nelle righe
Ciao,
ho una curiosita' per la quale chiedo pareri e esperienze alle altre mamme.
Allora, mio figlio frequenta il primo anno di scuola materna: al colloquio finale che ho avuto qualche giorno fa una delle sue maestre (che lui adora) mi ha confermato quello che avevo sospettato, e cioe' che Ettore non e' quasi per nulla interessato al disegno, a colorare etc., ma in compenso gli piacciono molto di piu' le attivita' "pratiche" tipo incollare etc.
Quando a casa ogni tanto gli propongo di colorare, magari qualche disegno prestampato o di quelli nei libri, Ettore accenna a farlo, poi lascia li' e dice "fai tu". Ma molte volte prima di cominciare mi chiede "devo rimanere dentro le righe?"
E qui scatta il mio "problema" (e' proprio minimo e non mi preoccupa affatto, eh, sono solo curiosa): io ho il sospetto che a scuola le maestre li incoraggino caldamente a colorare nelle righe, senza sbordare. E invece a lui questa cosa non piace, e a me non piace "imbrigliarlo", quindi all'inizio gli dicevo, senza pensare ad una possibile "contraddizione" con il lavoro delle maestre, di colorare come gli andava, quindi anche fuori.
Lui ha preso a fare una cosa curiosa: inizia a colorare stando dentro le righe, poi mi guarda, mi chiede "devo restare dentro?" e senza aspettare la mia risposta fa una faccia furbetta e comincia a sbordare apposta.
Ora negli ultimi giorni la mia risposta e' "se tu ci tieni a colorare dentro, impegnati e provaci, atrimenti se non te ne importa nulla colora come vuoi tu. A me importa solo che tu sia soddisfatto del tuo risultato".
Ma sono strasicura che gli sto dando un messaggio contraddittorio rispetto a quello della scuola, dove sicuramente (piu' conservatrici di me) le maestre continueranno a spingerlo a colorare "bene" (come un soldatino).
Eppure, come faccio a trasmettergi in maniera credibile il messaggio di "colorare nelle righe", se invece io credo fermamente alla "libera espressione artistica" (paroloni pomposi per dire: almeno quando ti diverti, divertiti come ti pare)?
Oppure, gia a 3 anni e 1/2, spingerli a una certa "disciplina" nell'espressione fa parte di un percorso strutturato, che pero' a me un po' sfugge?
Come avrete capito, non e' la questione in se' che mi interessa, ma l'approccio generale all'espressione di se' dei bambini piccoli e la sua evoluzione negli anni.
ho una curiosita' per la quale chiedo pareri e esperienze alle altre mamme.
Allora, mio figlio frequenta il primo anno di scuola materna: al colloquio finale che ho avuto qualche giorno fa una delle sue maestre (che lui adora) mi ha confermato quello che avevo sospettato, e cioe' che Ettore non e' quasi per nulla interessato al disegno, a colorare etc., ma in compenso gli piacciono molto di piu' le attivita' "pratiche" tipo incollare etc.
Quando a casa ogni tanto gli propongo di colorare, magari qualche disegno prestampato o di quelli nei libri, Ettore accenna a farlo, poi lascia li' e dice "fai tu". Ma molte volte prima di cominciare mi chiede "devo rimanere dentro le righe?"
E qui scatta il mio "problema" (e' proprio minimo e non mi preoccupa affatto, eh, sono solo curiosa): io ho il sospetto che a scuola le maestre li incoraggino caldamente a colorare nelle righe, senza sbordare. E invece a lui questa cosa non piace, e a me non piace "imbrigliarlo", quindi all'inizio gli dicevo, senza pensare ad una possibile "contraddizione" con il lavoro delle maestre, di colorare come gli andava, quindi anche fuori.
Lui ha preso a fare una cosa curiosa: inizia a colorare stando dentro le righe, poi mi guarda, mi chiede "devo restare dentro?" e senza aspettare la mia risposta fa una faccia furbetta e comincia a sbordare apposta.
Ora negli ultimi giorni la mia risposta e' "se tu ci tieni a colorare dentro, impegnati e provaci, atrimenti se non te ne importa nulla colora come vuoi tu. A me importa solo che tu sia soddisfatto del tuo risultato".
Ma sono strasicura che gli sto dando un messaggio contraddittorio rispetto a quello della scuola, dove sicuramente (piu' conservatrici di me) le maestre continueranno a spingerlo a colorare "bene" (come un soldatino).
Eppure, come faccio a trasmettergi in maniera credibile il messaggio di "colorare nelle righe", se invece io credo fermamente alla "libera espressione artistica" (paroloni pomposi per dire: almeno quando ti diverti, divertiti come ti pare)?
Oppure, gia a 3 anni e 1/2, spingerli a una certa "disciplina" nell'espressione fa parte di un percorso strutturato, che pero' a me un po' sfugge?
Come avrete capito, non e' la questione in se' che mi interessa, ma l'approccio generale all'espressione di se' dei bambini piccoli e la sua evoluzione negli anni.
Ely Jima Mamma (Ettore e' nato il 20/11/07 alle 15:30 ed e' la mia stella)
"Mi chiamano Granpasso. Piacere di conoscervi, signor....Sottocolle"
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- elenaus
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Re: Colorare nelle righe
prendi le mie parole con le pinze perchè io ho una bimba che ha appena imparato a tenere in mano la penna ( proprio l'altro giorno ha fatto il suo primo scarabocchio su un foglio
)
però io ho imparato che i bimbi sanno bene che in ambienti diversi ci sono regole diverse. quindi lui sa benissimo che all'asilo deve divesgnare come dicono le maestre ( e magari non gli piace ma lo sa fare) e a casa è più libero di fare come vuole. quindi secondo me non gli confondi le idee dicendogli che può colorare come gli pare. magari quando te lo chiede specifica "qui non sei all'asilo e puoi fare come preferisci"

però io ho imparato che i bimbi sanno bene che in ambienti diversi ci sono regole diverse. quindi lui sa benissimo che all'asilo deve divesgnare come dicono le maestre ( e magari non gli piace ma lo sa fare) e a casa è più libero di fare come vuole. quindi secondo me non gli confondi le idee dicendogli che può colorare come gli pare. magari quando te lo chiede specifica "qui non sei all'asilo e puoi fare come preferisci"
angelica, il mio tsunami 19/03/10 3.035 kg di occhi e capelli
SE CADRAI IO SARO' LI. firmato:IL PAVIMENTO
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- paopao
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- Iscritto il: 20 mag 2005, 10:18
Re: Colorare nelle righe
VOLEVO dire le stesse cose di elenaus
Anche mio figlio non ama disegnare.
HO a casa la cartella dei disegni del primo anno di materna e faccio fatica a non confonderli con quelli del fratello di 2 anni meno
Anche mio figlio non ama disegnare.
HO a casa la cartella dei disegni del primo anno di materna e faccio fatica a non confonderli con quelli del fratello di 2 anni meno

i miei 2 piccoli miracoli (luglio 2007-luglio 2009) ..costruire è potere e sapere
rinunciare alla perfezione
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- Oplà
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Re: Colorare nelle righe
Secondo me il tuo messaggio è stupendo. Gli stai insegnando ad essere creativo e non irrigidito in schemi precostituiti, che c'è soddisfazione nel fare un lavoro, e che queste soddisfazioni vengono da se stessi e non dall'esterno.
A scuola è diverso, gli stanno insegnando che in una comunità ci sono delle regole che deve imparare a svolgere un compito seguendo delle indicazioni precise, non si fa sempre solo ciò che piace e come piace. Ed è anche questo buono secondo me.
Al di là del disegno, da entrambe le parti riceve un quadro completo. Tranquilla che non si confonde, che le regole di casa sono diverse da quelle della scuola lo capisce già bene, e capire che ci si comporta in maniera consona all'ambiente è comunque una cosa da imparare. Ad es. io trovo perfettamente ok starmene sparapanzata sul divano a casa, ma non lo farei -che so- in una sala d'aspetto dal medico! Regole diverse, posti diversi, è una cosa fondamentale da apprendere.
A scuola è diverso, gli stanno insegnando che in una comunità ci sono delle regole che deve imparare a svolgere un compito seguendo delle indicazioni precise, non si fa sempre solo ciò che piace e come piace. Ed è anche questo buono secondo me.
Al di là del disegno, da entrambe le parti riceve un quadro completo. Tranquilla che non si confonde, che le regole di casa sono diverse da quelle della scuola lo capisce già bene, e capire che ci si comporta in maniera consona all'ambiente è comunque una cosa da imparare. Ad es. io trovo perfettamente ok starmene sparapanzata sul divano a casa, ma non lo farei -che so- in una sala d'aspetto dal medico! Regole diverse, posti diversi, è una cosa fondamentale da apprendere.
Pietro il Piccolo è nato 1.11.2007
- Oplà
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Re: Colorare nelle righe
PS mio figlio mi ha dimostrato di saper colorare nelle righe a 3 anni e un mese, durante un'animazione con mamme e bambini, perchè mi sono complimentata con una bambina bravissima. Lui ha preso nota, la gelosia ha lavorato e tempo 5 minuti aveva il suo disegno colorato nelle righe. Ma a casa non lo fa mai!!! e non disegna, al massimo "fa i conti" :ahah come dice lui, che consiste riempire pagine e pagine di ondine rigorosamente sulle righe dell'agenda. A scuola però ci si impegna di più: colora magari una (piccola) parte del disegno perfettamente e poi il resto del disegno lo colora a "ghirigori", come dice lui, e le righe sono solo una vaga indicazione!
Pietro il Piccolo è nato 1.11.2007
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Re: Colorare nelle righe
io dico alla mia di fare a sua fantasia
come preferisce
a scuola le dicono come deve fare, a casa, per svago e divertimento fa quello CHE LE PIACE
pensi che se inizerà a disegnare tra le righe dopo altri suooi compagni, per te sarà un problema così grosso?
stai serena e continua così, con la sua creatività
magari lo fa pure x sfogarsi del fatto che alla materna deve farlo sempre come dicono gli altri

come preferisce
a scuola le dicono come deve fare, a casa, per svago e divertimento fa quello CHE LE PIACE
pensi che se inizerà a disegnare tra le righe dopo altri suooi compagni, per te sarà un problema così grosso?

stai serena e continua così, con la sua creatività
magari lo fa pure x sfogarsi del fatto che alla materna deve farlo sempre come dicono gli altri

Manu e Ilaria Francesca, ciccia di mamma nata il 29/09/06 per fare una sorpresa il giorno del compleanno del suo Papà
- lucsa
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Re: Colorare nelle righe
Ale ha un modo tutto suo di colorare ed io non gli ho mai imposto di colorare negli spazi. Solo negli ultimi mesi, oggi ha quasi 5 anni, riesce a colorare stando nelle righe e poi per lui gli animali, le persone e le cose sono sempre multicolor. Secondo me fai bene a lasciargli esprimere e sviluppare la sua fantasia e creatività 

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Re: Colorare nelle righe
Grazie per le risposte!
In effetti l'unica cosa sulla quale riflettevo era la contraddizione tra casa e scuola, ma non avevo pensato a quello che mi ha scritto oplà e all'importanza di seguire regole diverse in luoghi diversi.
Effettivamente io preferisco tenermi sulla linea della liberta' da ogni schema almeno nella creativita' personale, infatti quando decide di disegnare, dato che io gli lascio campo completamente libero (colori, forme, addirittura supporto: siccome abbiamo i pennarelli lavabili, usiamo anche il parquet della sua camera) se ne esce con delle cose che mi lasciano a bocca aperta per originalita'....
e poi a me davvero non importa che quello che faccia sia "bello", solo che lui ne sia contento.
Per esempio, cerco di stare attenta a dirgli "bravo" il meno possibile, non voglio nella maniera piu' assoluta che faccia solo le cose che mi rendono orgogliosa. Quello che dico per fargli un complimento e' una valutazione oggettiva: "ma come e' somigliante questa coccinella!" "Che scelta di colori azzeccata!" etc.
Ho molta paura di ripetere con Ettore l'errore che hanno fatto i miei genitori con me, cioe' quello di rendermi dipendente dalle loro lodi, per cui io facevo le cose non perche' mi davano soddisfazione personale, ma cosi' loro ne erano fieri!
In effetti l'unica cosa sulla quale riflettevo era la contraddizione tra casa e scuola, ma non avevo pensato a quello che mi ha scritto oplà e all'importanza di seguire regole diverse in luoghi diversi.
Effettivamente io preferisco tenermi sulla linea della liberta' da ogni schema almeno nella creativita' personale, infatti quando decide di disegnare, dato che io gli lascio campo completamente libero (colori, forme, addirittura supporto: siccome abbiamo i pennarelli lavabili, usiamo anche il parquet della sua camera) se ne esce con delle cose che mi lasciano a bocca aperta per originalita'....
e poi a me davvero non importa che quello che faccia sia "bello", solo che lui ne sia contento.
Per esempio, cerco di stare attenta a dirgli "bravo" il meno possibile, non voglio nella maniera piu' assoluta che faccia solo le cose che mi rendono orgogliosa. Quello che dico per fargli un complimento e' una valutazione oggettiva: "ma come e' somigliante questa coccinella!" "Che scelta di colori azzeccata!" etc.
Ho molta paura di ripetere con Ettore l'errore che hanno fatto i miei genitori con me, cioe' quello di rendermi dipendente dalle loro lodi, per cui io facevo le cose non perche' mi davano soddisfazione personale, ma cosi' loro ne erano fieri!
Ely Jima Mamma (Ettore e' nato il 20/11/07 alle 15:30 ed e' la mia stella)
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- Oplà
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- Iscritto il: 18 mag 2007, 17:39
Re: Colorare nelle righe
Elena
grandiosa! e grazie, mi hai fatto riflettere su "sono orgogliosa di te" che tendo a ripetere troppo spesso.

Pietro il Piccolo è nato 1.11.2007
- Ari
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Re: Colorare nelle righe
sara quando colora a casa mi chiede se può colorare con i colori che preferisce lei oppure se deve fare come dicono all'asilo usando i "colori giusti" (tipo colorare di rosa i visi delle persone).
io le dico che a casa può fare come preferisce, mentre a scuola deve fare ciò dicono le maestre perché le maestre sono lì apposta per insegnare le cose ai bambini e che se ogni bambino facesse come vuole senza ascoltare gli insegnamenti delle maestre allora ci sarebbe solo una gran confusione e l'asilo non sarebbe più un bel posto in cui stare e condividere con gli altri.
mi hai fatto molto riflettere su questo:
è proprio lei a chiedermi "sono stata brava? mi dici che sono bravissima?".
a volte mi chiedo quanto dipenda dalla sua indole e quanto sia da attribuire al mio atteggiamento con lei.
io le dico che a casa può fare come preferisce, mentre a scuola deve fare ciò dicono le maestre perché le maestre sono lì apposta per insegnare le cose ai bambini e che se ogni bambino facesse come vuole senza ascoltare gli insegnamenti delle maestre allora ci sarebbe solo una gran confusione e l'asilo non sarebbe più un bel posto in cui stare e condividere con gli altri.
mi hai fatto molto riflettere su questo:
ho notato che mia figlia cerca spesso di compiacermi e cerca la mia approvazione anche se io non sono una mamma che la mette in competizione con gli altri o che la giudica.elena1972 ha scritto:Per esempio, cerco di stare attenta a dirgli "bravo" il meno possibile, non voglio nella maniera piu' assoluta che faccia solo le cose che mi rendono orgogliosa. Quello che dico per fargli un complimento e' una valutazione oggettiva: "ma come e' somigliante questa coccinella!" "Che scelta di colori azzeccata!" etc.
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è proprio lei a chiedermi "sono stata brava? mi dici che sono bravissima?".
a volte mi chiedo quanto dipenda dalla sua indole e quanto sia da attribuire al mio atteggiamento con lei.
Arianna mamma di Sara dal 07/09/06
ho raccolto questi fiori per te per dimostrare a tutti quanto ti voglio bene
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- clizia
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Re: Colorare nelle righe
mi pare che tuo figlio SAPPIA colorare dentro le righe visto che lo fa. quindi gli pupi spiegare di farlo quando le maestre glielo chiedono. Se no lo d sa fare ogni tanto puoi chiederglielo tu e fargli vedere. altrimenti lascialo libero di colorare come gli pare. dentro, fuori, coi colori "sbagliati" che no l osono mai, secondo me. Le maestre di mio figlio si lamentavano che usava solo colori scuri e ci infarcivano di stupidate sul significato dei colori.. embè , a parte casi dove davvero l'uso dei colori evidenzia problemi, mio figlio per conto suo ha poi cambiato gusti a rotazione, usando anche solo colori solari, o un unico colore. come aveva voglia lui. a scuola poi fa quel che gli chiedono. nno sarà un artista ma non mi pare un problema. quindi io dico al mio (raramente però
) ogni tanto di provare per imparare meglio a disegnare "a comando" visto che capita e capiterà a scuola, ma poi gli dico anche di scegliere quel che gli pare quando disegna per conto suo.

Streghettasaetta
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Re: Colorare nelle righe
Gia' quando ero incinta, piu' che manuali di "gestione" neonato (come cambiare un pannolino, ogni quanto dare il latte...) mi sono appassionata a diversi volumi che, in poche parole, trattavano l'argomento "essere genitori" in termini di educazione e formazione. Non so perche', ma mi immaginavo Ettore gia' "grande", cioe' da considerare una *persona* sin da piccolissimo, cui approcciarmi tenendo conto della sua personalita', del suo sviluppo cognitivo ed emozionale, e della necessita' di interrogarmi su come essere "mamma" alla mia maniera, senza rifarmi a schemi ovvi e scontati.
Ho trovato illuminante un libro abbastanza "new age" di Nancy Samalin, che si chiama "Amare senza viziare" (moderatori, spero si possa postare il titolo di un libro). Ed e' da questo testo che ho tratto spunto per le riflessioni sul tipo di rapporto da impostare per non "soffocare" le individualita' di mio figlio, per non cercare di riportarlo a un'idea preconcetta di "giusto" e normale.
Mi ha colpito moltissimo proprio la parte in cui suggeriva di stare attenti a quelle che a noi sembrano cose positive (come le lodi), e che invece possono avere effetti opposti. Tipo le lodi "valutative", che magari noi enfatizziamo pensando di rafforzare l'autostima di nostro figlio, e invece hanno l'effetto contrario. "Bravo! Sono orgogliosa di te!" puo' sembrare bellissimo, ma puo' trasmettere il messaggio "se non fai sempre cosi', io non saro' orgogliosa di te". Invece "Devi esserti impegnato tanto! E si vede!" porta l'accento sullo sforzo, piuttosto che sul risultato. E su quello che ha fatto lui, piuttosto che su quello che ha suscitato in noi il suo risultato!
L'autrice sottolineava anche come ricoprire di troppe lodi il proprio figlio lo rnde anche abitudinario e conservatore: tendera' a fare sempre solo quello che gli riesce e che sa ci rende felici, per potersi sentire dire "bravo, sono orgogliosa di te" dalla propria mamma.
Io ci ho riflettuto davvero tanto, su questa cosa, e sono arrivata a riconoscere che era quello che facevo io quando ero piccola, e che si riverbera ancora adesso da adulta, che mi emoziono quasi piu' quando qualcuno riconosce ufficialmente i miei successi, piu' che per i successi in se'! Cosi' non va bene. Ettore deve crescere piu' forte ed indipendente di me, non ha bisogno che io certifichi i suoi risultati. Tanto qualunque cosa fara', di qualunque colore scegliera' di disegnare il prossimo albero, e qualunque mestiere scegliera' di fare, io saro' sempre felice, se lui e' felice.
Ho trovato illuminante un libro abbastanza "new age" di Nancy Samalin, che si chiama "Amare senza viziare" (moderatori, spero si possa postare il titolo di un libro). Ed e' da questo testo che ho tratto spunto per le riflessioni sul tipo di rapporto da impostare per non "soffocare" le individualita' di mio figlio, per non cercare di riportarlo a un'idea preconcetta di "giusto" e normale.
Mi ha colpito moltissimo proprio la parte in cui suggeriva di stare attenti a quelle che a noi sembrano cose positive (come le lodi), e che invece possono avere effetti opposti. Tipo le lodi "valutative", che magari noi enfatizziamo pensando di rafforzare l'autostima di nostro figlio, e invece hanno l'effetto contrario. "Bravo! Sono orgogliosa di te!" puo' sembrare bellissimo, ma puo' trasmettere il messaggio "se non fai sempre cosi', io non saro' orgogliosa di te". Invece "Devi esserti impegnato tanto! E si vede!" porta l'accento sullo sforzo, piuttosto che sul risultato. E su quello che ha fatto lui, piuttosto che su quello che ha suscitato in noi il suo risultato!
L'autrice sottolineava anche come ricoprire di troppe lodi il proprio figlio lo rnde anche abitudinario e conservatore: tendera' a fare sempre solo quello che gli riesce e che sa ci rende felici, per potersi sentire dire "bravo, sono orgogliosa di te" dalla propria mamma.
Io ci ho riflettuto davvero tanto, su questa cosa, e sono arrivata a riconoscere che era quello che facevo io quando ero piccola, e che si riverbera ancora adesso da adulta, che mi emoziono quasi piu' quando qualcuno riconosce ufficialmente i miei successi, piu' che per i successi in se'! Cosi' non va bene. Ettore deve crescere piu' forte ed indipendente di me, non ha bisogno che io certifichi i suoi risultati. Tanto qualunque cosa fara', di qualunque colore scegliera' di disegnare il prossimo albero, e qualunque mestiere scegliera' di fare, io saro' sempre felice, se lui e' felice.
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- Ari
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Re: Colorare nelle righe
e non è pià semplice fargli passare questo messaggio piuttosto che fare lodi "indirette"?elena1972 ha scritto:Tanto qualunque cosa fara', di qualunque colore scegliera' di disegnare il prossimo albero, e qualunque mestiere scegliera' di fare, io saro' sempre felice, se lui e' felice.
non è più semplice far notare al bambino quando fa una cosa fatta bene e fargli notare quando la fa male spiegando che l'amore nei suoi confronti rimane immutato in entrambe le circostanze e che è normale che le cose non riescano sempre bene?
anche perchè tu citi come esempio di complimento dire al bambino "ti sei impegnato tanto e si vede", però ci saranno volte in cui il bambino si impegnerà tanto, ma i risultati saranno comunque scarsi.
in quel caso come pensi di approcciarti alla sua delusione?
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- Iscritto il: 30 gen 2007, 17:20
Re: Colorare nelle righe
anche perchè tu citi come esempio di complimento dire al bambino "ti sei impegnato tanto e si vede", però ci saranno volte in cui il bambino si impegnerà tanto, ma i risultati saranno comunque scarsi.
in quel caso come pensi di approcciarti alla sua delusione?
Infatti me lo chiedo continuamente. In effetti adesso e' sicuramente prematuro, anche perche' Ettore e' piccolo, non e' che fa granche'... per esempio a casa giochiamo, quando perde spesso si offende e allora gli spiego proprio quello che dici tu, cioe' che non sempre si puo' avere successo in quello che si fa.
Quando ai giardinetti non riesce a salire sullo scivolo, oppure perde una gara di corsa con i suoi amici, cerco di non notarlo neppure, al massimo lo incoraggio a riprovarci.
Ma mi chiedo spesso come reagiro' quando portera' a casa la prima insufficienza...



A volte mi dico che sono tanto brava adesso (...

Ely Jima Mamma (Ettore e' nato il 20/11/07 alle 15:30 ed e' la mia stella)
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Re: Colorare nelle righe
E' difficile esimersi dalal paroletta bravo. Anch'io ho letto e so che molti psicologi adesso hanno questo tipo di approccio e bohh si cerca qualche via di mezzo. io lo incoraggio a provare, gli spiego che non tutto viene bene alla prima ma è importante continuare a farlo per superare un passo per volta.
Ancora però non ci siamo scontrati con le valutazioni e le ingiustizie della scuola, vedremo nei prossimi anni.
Ancora però non ci siamo scontrati con le valutazioni e le ingiustizie della scuola, vedremo nei prossimi anni.
Streghettasaetta
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Re: Colorare nelle righe
Ci ho pensato, un altro modo per evitare di creare una sorta di dipendenza dall'approvazione altrui, è secondo me quella di cercare la propria approvazione e la soddisfazione nel lavoro che viene fatto. Ad es. "sei soddisfatto di come ti è venuto questo disegno?" "potevi farlo diversamente?" "ti è piaciuto fare questo disegno?" Essere soddisfatti ed orgogliosi e trovare piacere nel fare il proprio lavoro è importante. E nel caso che la risposta sia "no, non son soddisfatto" il vedere che c'è un aiuto per fare "meglio" è utile ad affrontare le difficoltà.
Senza cadere però negli eccessi dei miei genitori... un "bravo" e "sono orgogliosa di te" ogni tanto ci vuole! io ero piuttosto bravina in tante cose e mi ricordo come una sconfitta i miei genitori che mi dicevano: hai fatto del tuo meglio? bene è così che devi continuare a fare (detto in modo molto neutro). Con il risultato che ero sempre in competizione con me stessa per fare sempre di meglio, per strappare un "uao brava!" stupito ed orgoglioso dei miei. Ora faccio i conti con una certa mania del perfezionismo e non sono mai soddisfatta di niente di quello che faccio, perchè mi dico "forse posso fare anche di meglio". E' una buona spinta a migliorare ma non porta a felicità.
Doserò con cura i "bravo"! ma credo che sia nella sana natura umana cercare l'approvazione e compiacere i genitori.
Mi è piaciuto molto discutere con voi di questi argomenti, grazie
Senza cadere però negli eccessi dei miei genitori... un "bravo" e "sono orgogliosa di te" ogni tanto ci vuole! io ero piuttosto bravina in tante cose e mi ricordo come una sconfitta i miei genitori che mi dicevano: hai fatto del tuo meglio? bene è così che devi continuare a fare (detto in modo molto neutro). Con il risultato che ero sempre in competizione con me stessa per fare sempre di meglio, per strappare un "uao brava!" stupito ed orgoglioso dei miei. Ora faccio i conti con una certa mania del perfezionismo e non sono mai soddisfatta di niente di quello che faccio, perchè mi dico "forse posso fare anche di meglio". E' una buona spinta a migliorare ma non porta a felicità.

Doserò con cura i "bravo"! ma credo che sia nella sana natura umana cercare l'approvazione e compiacere i genitori.
Mi è piaciuto molto discutere con voi di questi argomenti, grazie

Pietro il Piccolo è nato 1.11.2007
- giotemerario
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- Iscritto il: 25 lug 2007, 13:40
Re: Colorare nelle righe
io spiego a Matteo che lo amerò sempre, quando mi rende orgogliosa e quando mi fa infuriare. Lo riempio di coccole o lo sgrido ricordandogli che ci sarò sempre. Se riesce a salire sul pesco e a raccogliere un frutto non riesco a non "svaccare" come se avesse segnato l'ultimo gol alla finale dei Mondiali. Sono una mamma felicemente troglodita, ma sono così io. Spero di non fare troppi danni 

Giotemerario Mamma di Matteo, capace di dare un volto ad una canzone d'amore. 8 maggio 2008, 35 w 48 cm e 2,950 kg