GravidanzaOnLine: il Forum
Prima, durante e dopo la gravidanza
AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
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- New~GolGirl®
- Messaggi: 39
- Iscritto il: 7 ago 2010, 15:17
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao compagne e compagni di sventura, ancora una volta sono qui a scrivere e a parlare con voi.
In verità è tutto dedicato a VIVIEPIT.
Ti scrivo qui e non nel tuo topic perché qui ha trovato spazio "LA MIA TRISTE E DOLOROSA TESTIMONIANZA"
Ringrazio ancora e ancora, ELIDUMA che mi ha dato questa possibilità!
Si chiama ELABORARE UN LUTTO.
Purtroppo, e si impara sulla propria pelle, quelli come noi sono abbastanza giudicati da quelli che ci circondano nella realtà quotidiana.
All'inizio ne vorreste parlare con tutti, raccontare le tue ragioni ma, sono quasi convinta, che all'altro rimane soltanto il fatto che tu hai interrotto una gravidanza.
Vedi che attorno a te si assumono atteggiamenti che non sai dargli una spiegazione, come una tua amica che è incinta e te lo dice al settimo mese o la vicina che aspetta un figlio e quando ti incontra si nasconde la pancia...
Inoltre dopo un pò tutti , ma propri tutti si dimenticheranno il nome del bimbo/a che aspettavi, ma non noi e non noi di questo gruppo.
Abbiamo bisogno di spazi come questi dove puoi continuare a far vivere il proprio bambino, parlare del nostro dolore e disperazione non "ABBASSANO LA NOSTRA ENERGIA VITALE" al contrario ci RICARICA.
Molte di noi hanno avuto un marito o un compagno che ci ha supportate ma poi il tempo passa e ti accorgi che sei sempre tu che nomini il bambino che non c'è, che ne vuoi ancora parlare, e sembra e sottolineo sembra che ci pensi solo tu. Ovviamente non è cosi, è solo che si soffre in modo diverso il dolore.
Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono molte donne che affrontano il tutto da sole, e forse in questo momento ci stanno leggendo e una frase sbagliata le può far sentire escluse.
Il dolore è dolore e dobbiamo sentirci libere di parlarne.
Trovo bellissima la tua positività, il tuo guardare avanti, è un messaggio fondamentale.
Ti chiedo scusa per le parole che uso ma a volte sei stata un pò sopra alle righe. Ovviamente è il tuo modo di affrontare il dolore ma quando si scrive non lo si fa solo per se stessi ma anche per chi ci legge.
Con una lettura più attenta troverai anche nelle nostre storie molta positività.
SI VA AVANTI, chi cercando una nuova gravidanza, chi occupandosi al meglio del figlio che ha già, e chi costruendo con il proprio compagno un nuovo progetto di vita che non necessariamente sia solo quello di avere un figlio.
ANDARE AVANTI SEMPRE E COMUNQUE.
Ci sono giorni veramente terribili, dove bisogna stringere i denti, più i giorni passano e più si sta meglio, acquisti una nuova normalità e si riesce ancora a sorridere.
Ho abortito due volte VOLONTARIAMENTE, e dall'ultima volta sono passati 32 mesi.
Non posso avere altri figli, non sanno dirmi perché il cervello dei miei bambini ad un certo punto non cresce più.
Ma come ho sempre detto mi sento FORTUNATA: ho un figlio di otto anni con il cervello a posto, un miracolo!
Sono sicura che se non avessi avuto lui comunque avrei cercato un modo di andare avanti, AMO PROFONDAMENTE LA VITA!
In verità è tutto dedicato a VIVIEPIT.
Ti scrivo qui e non nel tuo topic perché qui ha trovato spazio "LA MIA TRISTE E DOLOROSA TESTIMONIANZA"
Ringrazio ancora e ancora, ELIDUMA che mi ha dato questa possibilità!
Si chiama ELABORARE UN LUTTO.
Purtroppo, e si impara sulla propria pelle, quelli come noi sono abbastanza giudicati da quelli che ci circondano nella realtà quotidiana.
All'inizio ne vorreste parlare con tutti, raccontare le tue ragioni ma, sono quasi convinta, che all'altro rimane soltanto il fatto che tu hai interrotto una gravidanza.
Vedi che attorno a te si assumono atteggiamenti che non sai dargli una spiegazione, come una tua amica che è incinta e te lo dice al settimo mese o la vicina che aspetta un figlio e quando ti incontra si nasconde la pancia...
Inoltre dopo un pò tutti , ma propri tutti si dimenticheranno il nome del bimbo/a che aspettavi, ma non noi e non noi di questo gruppo.
Abbiamo bisogno di spazi come questi dove puoi continuare a far vivere il proprio bambino, parlare del nostro dolore e disperazione non "ABBASSANO LA NOSTRA ENERGIA VITALE" al contrario ci RICARICA.
Molte di noi hanno avuto un marito o un compagno che ci ha supportate ma poi il tempo passa e ti accorgi che sei sempre tu che nomini il bambino che non c'è, che ne vuoi ancora parlare, e sembra e sottolineo sembra che ci pensi solo tu. Ovviamente non è cosi, è solo che si soffre in modo diverso il dolore.
Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono molte donne che affrontano il tutto da sole, e forse in questo momento ci stanno leggendo e una frase sbagliata le può far sentire escluse.
Il dolore è dolore e dobbiamo sentirci libere di parlarne.
Trovo bellissima la tua positività, il tuo guardare avanti, è un messaggio fondamentale.
Ti chiedo scusa per le parole che uso ma a volte sei stata un pò sopra alle righe. Ovviamente è il tuo modo di affrontare il dolore ma quando si scrive non lo si fa solo per se stessi ma anche per chi ci legge.
Con una lettura più attenta troverai anche nelle nostre storie molta positività.
SI VA AVANTI, chi cercando una nuova gravidanza, chi occupandosi al meglio del figlio che ha già, e chi costruendo con il proprio compagno un nuovo progetto di vita che non necessariamente sia solo quello di avere un figlio.
ANDARE AVANTI SEMPRE E COMUNQUE.
Ci sono giorni veramente terribili, dove bisogna stringere i denti, più i giorni passano e più si sta meglio, acquisti una nuova normalità e si riesce ancora a sorridere.
Ho abortito due volte VOLONTARIAMENTE, e dall'ultima volta sono passati 32 mesi.
Non posso avere altri figli, non sanno dirmi perché il cervello dei miei bambini ad un certo punto non cresce più.
Ma come ho sempre detto mi sento FORTUNATA: ho un figlio di otto anni con il cervello a posto, un miracolo!
Sono sicura che se non avessi avuto lui comunque avrei cercato un modo di andare avanti, AMO PROFONDAMENTE LA VITA!
- eliduma
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- Iscritto il: 29 dic 2009, 22:22
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Per quato riguarda l'affrontare la malattia sono sicura che l'avrei affrotata come lo ero sicura allora. Decidere per l'aborto non è stata l'idea che io non ce l'avrei fatta ad affrontare tutto ci che comporta l'avere un bimbo disabile. Se vai a rileggere il mio primo post capirai le ragioni che mi hanno spinto in quella direzione.fammagon ha scritto:Per Papy e Edilpuma:
ho una domanda da porvi, mi sembra di capire per entrambe, che in fase successiva all'aborto terapeutico il pensiero vi porti a ripensare che forse portando avanti la gravidanza avreste potuto comunque affrontare la malattia, e che forse con il senno di poi, tornando indietro fareste una scelta diversa.
Mi chiedo se nel momento in cui dovevate prendere la decisione, in ospedale avete trovato le informazioni ed il supporto necessario per poter decidere con consapevolezza, e se avere contatti con associazioni e famiglie che vivono ogni giorno quel tipo di disabilità in qualche modo sarebbe stata di aiuto.
Col senno di poi non farei una scelta diversa, sono ancora convinta di aver scelto il male minore, per la mia bimba innanzitutto e poi per la mia famiglia. Al momento della decisione io ho fatto delle ricerche personali sulla sindrome, ho consultato un geneista e ho letto alcune testimonianze lasciate da alcune mamme che avevano bambini cn la sindrome di Di George. Sono state soprattutto queste ultime che mi hanno permesso di avere una idea di ci che la mia bimba avrebbe passato e di ci che avremmo passato noi di conseguenza. Quindi ho trovato iinformazioni e non sono pentita della mia "scelta", ma il punto è che tutto si è basato sulla probabilità che una determinata cosa succedesse, che avesse una certa cosa, che fosse.... insomma non c'era nulla di certo. E' questo che mi sfianca!
Alessandra 3/11/2005, Eleonora 13/02/2008,
Valentina 18/12/2009... il mio angelo, Veronica 2/12/2010.
Valentina 18/12/2009... il mio angelo, Veronica 2/12/2010.
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- New~GolGirl®
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- Iscritto il: 24 gen 2013, 16:20
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
ciao Eliduna e ciao a tutti sono nuova del forum e anche mi ritrovo a dover affrontare la terribile esperienza dell'aborto terapeutico...
E' iniziato tutto il 03/10/12 quando dopo quasi una settimana di ritardo ho deciso di fare il test di gravidanza...mi dicevo "non è possibile, di già" non ci volevo credere ma non c'erano dubbi sull'esito: INCINTA. Avevamo appena iniziato a provarci e già ero incinta, eravamo al 7° cielo felicissimi di realizzare il nostro sogno di essere genitori. In giugno sarebbe nato il nostro piccolo fagiolino! La gravidanza procedeva bene anzi benissimo, non ho avuto alcun tipo di problema. Eravamo felici, gioiosi e sono stati dei giorni indimenticabili. Ho 29 anni e per scelta personale, insieme a mio marito abbiamo deciso di fare l'amniocentesi, una volta consultata anche la mia ginecologa abbiamo optato per un centro privato. Il 27/12/2012 questa la data dell'amniocentesi, questo è il giorno in cui tutto è cambiato, giorno in cui tutto non ha avuto alcun senso, in cui noi non siamo più gli stessi. E' iniziato tutto quando la ginecologa che ci ha effettuato l'ecografica pre-morfologica che si effettua prima dell'estrazione del liquido amniotico, ha iniziato a chiamare un dottore dopo l'altro per confermare ciò che lei aveva intuito. Il nostro piccolino non stava bene e io e mio marito non riuscivamo a capire cosa ci fosse che non andava. Dai loro sguardi solo la sensazione che una brutta notizia stava per arrivare ma i medici in quel momento non ci hanno detto niente, non hanno potuto dirci niente. La sensazione è divenuta realtà il giorno dopo, il 28/12/12 alle ore 08.24 quando è arrivata la telefonata dal centro, il nostro piccolino stava male, anzi malissimo, gli erano state diagnosticate 2 brutte malformazioni trisomia 18 e 13. Stava male, tanto male. Nessuna prospettiva di vita. 130 giorni. Questo quanto potevamo sperare, sempre che riuscisse ad arrivare a fine gravidanza. 130 giorni di pura e sola sofferenza. In quel momento il mondo ci è caduto addosso, da quel momento niente è più stato lo stesso. Mi sono sentita morire, mi sono sentita vuota mi sono sentita niente...il dolore è indescrivibile, le domande sono senza perchè e tutto non ha più un senso. Non ero pronta, NON ERO PRONTA A DIRE ADDIO AL MIO CUCCIOLO. No, non si è mai pronti ma noi non avevamo altra scelta, ci ho pensato tante di quelle volte...se avesse potuto avere 130 giorni di vita felice, di vita "normale" senza soffrire senza ospedali, senza interventi e senza dolore ma no, non era il nostro caso. Mi sono sentita vuota, non avevo voglia di fare niente, di vedere nessuno volevo solo stare con mio marito, abbracciata a lui al sicuro, con il mio dolore, il nostro dolore. Tutto intorno sembrava essersi "dimenticato" del mio bimbo, del mio bimbo che ancora avevo e sentivo dentro di me, del il mio bimbo che non avrei mai potuto vedere e stringere a me, al mio bimbo al quale non avrei mai potuto dire: LO ABBIAMO FATTO PER TE. Nessuno capiva che io ero ancora una madre, nessuno sembrava comprendermi, nessuno in quel momento capiva come mi sentissi. La mia pancia era li, che cresceva, che accarezzavo in ogni minuto per fargli sentire il mio amore, per fargli sapere che la sua mamma era li e che la sua mamma non era pronta a dirgli addio, ma la sua mamma non avrebbe mai permesso che soffrisse, mai di più di quanto avrei potuto soffrire io...
E' stato anche difficile affontare il "calvario" dettato dalla legge italiana. Il 31/12 dopo soli 3 giorni ci siamo recati in ospedale per vedere cosa e come procedere per affrontare tutto e li il medico di turno ci dice che non potevamo fare niente senza l'esito definitivo dei risultati, "perchè non si sa mai signò!", come se io volessi essere stata li in quel momento, come se io il mio piccolino non lo volevo e come se noi non saremmo voluti essere i primi a sapere che si fossero sbagliati, ma con 2 malformazioni così gravi nulla ci ha mai fatto credere che fosse possibile. Di nuovo tutto una volta crolla, di nuovo nel baratro e nell'attesa di quello che sarebbe stato. Intorno a me c'erano solo persone che sicuramente per darmi forza e sostegno non facevano altro che ripetermi che dopo l'intervento sarebbe stato più facile, più semplice, che si sarebbe tornati alla vita di sempre. E' proprio vero che se non ci si passa non si comprende affatto ciò che si prova, come ci si sente a dover affrontare una cosa del genere. Il 10/01 il ricovero, il 12/01/2013 il mio piccolo non c'era più. In quello stesso giorno entravo nella 20° settimana, ma lui non c'era più. Una sensazione atroce. Affrontare il parto, sentire il pianto dei piccolini nati nelle stanze accanto alla tua e rendersi conto che io quel pianto non lo avrei mai sentito, mai perchè il mio piccolo adesso non c'è più.
Nei giorni successivi è stato un incubo, non volevo vedere nessuno, non avevo voglia di fare niente, ero una nuova me, una me completamente diversa. E' stato difficile far capire come mi sentissi, perchè il dolore in quel momento era ancora più grande. Dopo giorni di totale apatia e assenza ho cercato per amore verso mio marito di rialzarmi e almeno di cercare di reagire. Piano piano, è quello che lui mi ripete in continuazione, cercando di starmi sempre vicina e cercando anche lui di farsi forza. E' difficile, da pochi giorni sono tornata a lavoro, perchè "tenere la testa occupata" fa stare meglio, ma il mio pensiero è sempre li...si cerca di andare avanti e di reagire ma è complicato, magari dovrà passare solo un po di tempo, è l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento...
A volte mi sento in colpa, mi sento peggio anche solo se mi sento un pochino meglio o se ho "provo" a fare la mia vita di sempre, passerà? Non lo so, so solo che adesso è tutto diverso, io sono diversa piena di dolore e sofferenza e piena di perchè al quale non so dare risposta, il mio piccolino adesso è un piccolo angioletto che ci è vicino da lassu.
Oggi mi ritrovo a scrivervi per dirvi grazie, perchè leggere di persone che hanno attraversato, anche in maniera diversa, quello che ho passato e sto passando io ti da una forza incredibile, la forza di reagire e di non sentirsi sole.
Grazie di cuore.
E' iniziato tutto il 03/10/12 quando dopo quasi una settimana di ritardo ho deciso di fare il test di gravidanza...mi dicevo "non è possibile, di già" non ci volevo credere ma non c'erano dubbi sull'esito: INCINTA. Avevamo appena iniziato a provarci e già ero incinta, eravamo al 7° cielo felicissimi di realizzare il nostro sogno di essere genitori. In giugno sarebbe nato il nostro piccolo fagiolino! La gravidanza procedeva bene anzi benissimo, non ho avuto alcun tipo di problema. Eravamo felici, gioiosi e sono stati dei giorni indimenticabili. Ho 29 anni e per scelta personale, insieme a mio marito abbiamo deciso di fare l'amniocentesi, una volta consultata anche la mia ginecologa abbiamo optato per un centro privato. Il 27/12/2012 questa la data dell'amniocentesi, questo è il giorno in cui tutto è cambiato, giorno in cui tutto non ha avuto alcun senso, in cui noi non siamo più gli stessi. E' iniziato tutto quando la ginecologa che ci ha effettuato l'ecografica pre-morfologica che si effettua prima dell'estrazione del liquido amniotico, ha iniziato a chiamare un dottore dopo l'altro per confermare ciò che lei aveva intuito. Il nostro piccolino non stava bene e io e mio marito non riuscivamo a capire cosa ci fosse che non andava. Dai loro sguardi solo la sensazione che una brutta notizia stava per arrivare ma i medici in quel momento non ci hanno detto niente, non hanno potuto dirci niente. La sensazione è divenuta realtà il giorno dopo, il 28/12/12 alle ore 08.24 quando è arrivata la telefonata dal centro, il nostro piccolino stava male, anzi malissimo, gli erano state diagnosticate 2 brutte malformazioni trisomia 18 e 13. Stava male, tanto male. Nessuna prospettiva di vita. 130 giorni. Questo quanto potevamo sperare, sempre che riuscisse ad arrivare a fine gravidanza. 130 giorni di pura e sola sofferenza. In quel momento il mondo ci è caduto addosso, da quel momento niente è più stato lo stesso. Mi sono sentita morire, mi sono sentita vuota mi sono sentita niente...il dolore è indescrivibile, le domande sono senza perchè e tutto non ha più un senso. Non ero pronta, NON ERO PRONTA A DIRE ADDIO AL MIO CUCCIOLO. No, non si è mai pronti ma noi non avevamo altra scelta, ci ho pensato tante di quelle volte...se avesse potuto avere 130 giorni di vita felice, di vita "normale" senza soffrire senza ospedali, senza interventi e senza dolore ma no, non era il nostro caso. Mi sono sentita vuota, non avevo voglia di fare niente, di vedere nessuno volevo solo stare con mio marito, abbracciata a lui al sicuro, con il mio dolore, il nostro dolore. Tutto intorno sembrava essersi "dimenticato" del mio bimbo, del mio bimbo che ancora avevo e sentivo dentro di me, del il mio bimbo che non avrei mai potuto vedere e stringere a me, al mio bimbo al quale non avrei mai potuto dire: LO ABBIAMO FATTO PER TE. Nessuno capiva che io ero ancora una madre, nessuno sembrava comprendermi, nessuno in quel momento capiva come mi sentissi. La mia pancia era li, che cresceva, che accarezzavo in ogni minuto per fargli sentire il mio amore, per fargli sapere che la sua mamma era li e che la sua mamma non era pronta a dirgli addio, ma la sua mamma non avrebbe mai permesso che soffrisse, mai di più di quanto avrei potuto soffrire io...
E' stato anche difficile affontare il "calvario" dettato dalla legge italiana. Il 31/12 dopo soli 3 giorni ci siamo recati in ospedale per vedere cosa e come procedere per affrontare tutto e li il medico di turno ci dice che non potevamo fare niente senza l'esito definitivo dei risultati, "perchè non si sa mai signò!", come se io volessi essere stata li in quel momento, come se io il mio piccolino non lo volevo e come se noi non saremmo voluti essere i primi a sapere che si fossero sbagliati, ma con 2 malformazioni così gravi nulla ci ha mai fatto credere che fosse possibile. Di nuovo tutto una volta crolla, di nuovo nel baratro e nell'attesa di quello che sarebbe stato. Intorno a me c'erano solo persone che sicuramente per darmi forza e sostegno non facevano altro che ripetermi che dopo l'intervento sarebbe stato più facile, più semplice, che si sarebbe tornati alla vita di sempre. E' proprio vero che se non ci si passa non si comprende affatto ciò che si prova, come ci si sente a dover affrontare una cosa del genere. Il 10/01 il ricovero, il 12/01/2013 il mio piccolo non c'era più. In quello stesso giorno entravo nella 20° settimana, ma lui non c'era più. Una sensazione atroce. Affrontare il parto, sentire il pianto dei piccolini nati nelle stanze accanto alla tua e rendersi conto che io quel pianto non lo avrei mai sentito, mai perchè il mio piccolo adesso non c'è più.
Nei giorni successivi è stato un incubo, non volevo vedere nessuno, non avevo voglia di fare niente, ero una nuova me, una me completamente diversa. E' stato difficile far capire come mi sentissi, perchè il dolore in quel momento era ancora più grande. Dopo giorni di totale apatia e assenza ho cercato per amore verso mio marito di rialzarmi e almeno di cercare di reagire. Piano piano, è quello che lui mi ripete in continuazione, cercando di starmi sempre vicina e cercando anche lui di farsi forza. E' difficile, da pochi giorni sono tornata a lavoro, perchè "tenere la testa occupata" fa stare meglio, ma il mio pensiero è sempre li...si cerca di andare avanti e di reagire ma è complicato, magari dovrà passare solo un po di tempo, è l'unica cosa che riesco a pensare in questo momento...
A volte mi sento in colpa, mi sento peggio anche solo se mi sento un pochino meglio o se ho "provo" a fare la mia vita di sempre, passerà? Non lo so, so solo che adesso è tutto diverso, io sono diversa piena di dolore e sofferenza e piena di perchè al quale non so dare risposta, il mio piccolino adesso è un piccolo angioletto che ci è vicino da lassu.
Oggi mi ritrovo a scrivervi per dirvi grazie, perchè leggere di persone che hanno attraversato, anche in maniera diversa, quello che ho passato e sto passando io ti da una forza incredibile, la forza di reagire e di non sentirsi sole.
Grazie di cuore.
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- New~GolGirl®
- Messaggi: 99
- Iscritto il: 30 ott 2012, 10:48
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao TRILLI innanzi tutto ti do il mio abbraccio forte ed avvolgente(uno di quelli di cui sentiamo tanto bisogno in questo momento). Qui purtroppo, come avrei visto, siamo in tante e tutte con lo stesso dolore. Ci sono poche parole da dire perchè niente potrà consolarti, ma posso darti tutta la mia comprensione. Io ho partorito il 2 dicembre ed ora inizio a non piangere tutti i momenti e se sono fortunata, nemmeno tutti i giorni. Ma il pensiero è fisso, costante così come la cupezza che ho nel cuore. E come te anche io mi sento una persona diversa e questa nuova ME mi fa paura, perchè non so che grinta e forza avrà nel suo futuro, come affronterà la vita e le difficoltà. Sulla vecchia ME potevo contare perchè era una combattente che non si dava x vinta. Ora non so più chi sono, cosa voglio. Suppongo che col tempo andrà meglio, così come dicono tutte le donne del forum e torneremo a riappropriarci della nostra vita. Io x ora non sono in grado di lavorare. Esco pochissimo da casa xkè non voglio incontrare gente che conosco. X fare la spesa, mi sposto in centri commerciale nei posti limitrofi. A me sta venendo una specie di rifiuto x tutti i conoscenti ed in generale x il mio paese(Che in realtà non mi è mai piaciuto). Vorrei fuggire via, cambiare città, iniziare una nuova vita....(vedi..un pensiero propositivo...comincio a ragionare...). Cara Trilli è dura, un'esperienza che devasta dentro e ti cambia...ma non abbiamo altra scelta che andare avanti, x noi e x chi ci vuole bene ed ha bisogno del nostro affetto.... Vedrai che piano piano...molto piano....riprenderai a respirare.... Qui trovo lo spazio x sfogare tutti i miei sentimenti a volte deliranti, a volte pesanti a volte senza senso....ma chi è qui, sa ascoltare...magari non condividere...ma siamo tutte sulla stessa triste barca e nel nostro piccolo cerchiamo di dare il nostro contributo a questo forum..per sentirci e far sentire le altre meno sole.. (parlo x me almeno, ma credo di interpretare il pensiero di tutte)...Questo è l'unico posto dove puoi aprirti senza ricevere sguardi di imbarazzo o sentire persone che cercano di cambiare argomento. Io sono qui più volte al giorno...perchè x ora è una necessità . Ti mando ancora un abbraccio e parla pure con noi, vedrai che ti farà bene..
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- New~GolGirl®
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- Iscritto il: 24 gen 2013, 16:20
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
ciao Papy76 grazie mille per l'abbraccio
...ti capisco pienamente! capisco a pieno ogni tua parola e ogni giorno sempre di più. E' davvero difficile andare avanti, è vero io ho "cercato" di rialzarmi e "tenere la testa occupata" con il lavoro ma la testa e i pensieri sono sempre li...quella che mi sto costruendo intorno è una corazza, far vedere alla gente che mi sta intorno che "va tutto bene" è un modo come un altro per rispettare e tenere mio il mio dolore. Ho cercato e trovato la forza di reagire per mio marito, vedevo nei suoi occhi tanta preoccupazione e sofferenza e non mi potevo e non mi posso perdonare di procurargli altro dolore oltre a quello che gia affrontiamo insieme. Tutti non fanno altro che dirmi che è una questione di tempo, bah non so vedremo. So solo che al momento per me si è tutto fermato.
Grazie ancora di cuore. Ricambio il tuo abbraccio con uno ancora più grande e forte.

...ti capisco pienamente! capisco a pieno ogni tua parola e ogni giorno sempre di più. E' davvero difficile andare avanti, è vero io ho "cercato" di rialzarmi e "tenere la testa occupata" con il lavoro ma la testa e i pensieri sono sempre li...quella che mi sto costruendo intorno è una corazza, far vedere alla gente che mi sta intorno che "va tutto bene" è un modo come un altro per rispettare e tenere mio il mio dolore. Ho cercato e trovato la forza di reagire per mio marito, vedevo nei suoi occhi tanta preoccupazione e sofferenza e non mi potevo e non mi posso perdonare di procurargli altro dolore oltre a quello che gia affrontiamo insieme. Tutti non fanno altro che dirmi che è una questione di tempo, bah non so vedremo. So solo che al momento per me si è tutto fermato.
Grazie ancora di cuore. Ricambio il tuo abbraccio con uno ancora più grande e forte.
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- New~GolGirl®
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- Iscritto il: 5 feb 2013, 18:46
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
E passato un mese da quando alla 23 settimana di gravidanza io e mio marito abbiamo preso la difficilissima decisione di fare un aborto terapeutico consigliato anche dai medici perchè al mio piccolo era statta diagnosticata la sindrome di dandy walker.il vuoto che ha lasciato è stato ed è enorme nonostante abbia 2 splendide figlie che mi rendono felice e riempono le mie giornate.ho scritto qua perchè so che tante di voi sanno cosa sto passando e magari a differenza di me non hanno ancora figli e penso sia anche peggio.piano piano sicuramente con questo dolore ci si impara a convivere ma è dura!!!!!!!!!!!
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- New~GolGirl®
- Messaggi: 99
- Iscritto il: 30 ott 2012, 10:48
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao GIULIZOE, hai ragione, qui tutte sappiamo cosa provi in questo momento e quanto sia forte il dolore. Purtroppo la vita a volte è proprio crudele, ma non possiamo che andare avanti. E' vero anche che chi come noi , ha già dei figli ha un motivo ed una spinta in più per tenere duro e impegnarsi a stare meglio. Impresa ardua e difficile, ma ci tocca, perchè il nostro dovere di mamme lo impone..anche quando non ne abbiamo voglia. Mio figlio è abbastanza grande e non mi impegna tanto a livello di tempo, ma mi sforzo di sorridere ed assere affettuosa come sempre, anzi di più, affinchè il mio dolore non sia un peso x lui. Sono momenti duri con i pensieri in continua evoluzione...Momenti in cui io mi sento persa , ma piano piano sto ritrovando la mia strada(almeno credo). Continuo a piangere ma capisco anche che DEVO farcela, e che le mie elucubrazioni mentali mi servono per capire ed accettare la realtà ed i miei sentimenti. Devo accettare che il mio piccolo non c'è e non ci sarà mai se non che nel mio cuore e la mia mente. Devo convincermi che mi vuole bene e non mi rifiuta x ciò che ho fatto. Ho bisogno del suo amore e di "sentirlo" vicino a me, ma finchè non smetterò di sentirmi in colpa non sarò pronta a ricevere l'amore del mio angioletto. Ho bisogno di sentire che per lui sono la sua MAMMA. Pensieri confusi e difficili da spiegare e che potrebbero sembrare folli, ma sono lucida e non riesco a spiegarmi meglio di così. E purtroppo , spesso dobbiamo elaborare tutte queste emozioni da sole, perchè nessuno riesce a capire ciò che abbiamo nel cuore. Ieri ho detto a mia sorella che aspetto con ansia le foto del bambino e lei con stupore mia ha chiesto cosa me ne dovevo fare. Lei non è una stupida, anzi....è molto attenta alla sfera emotiva e mentale, ...ma proprio non riescono a capirci gli altri, nemmeno chi ci vuole bene... Allora siamo qui, a scrivere in questo spazio sperando che qualcuno ci ascolti e ci dia la conferma che non siamo folli...ma che è solo il dolore e il trauma per ciò che abbiamo vissuto a farci sembrare tali... Ti ho raccontato di me perchè credo che confrontarsi faccia bene a non sentirsi sole..a non sentirsi "diverse"... Ti abbraccio forte...
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- New~GolGirl®
- Messaggi: 27
- Iscritto il: 5 feb 2013, 18:46
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao papy76 ti posso assicurare che i tuoi pensieri sono più che lucidi perchè anche io come te pensavo di aver perso la ragione,ma in realtà sono pensieri di una mamma che in maniera traumatica si è dovuta staccare troppo presto dal suo bambino. Come te anche io piango spesso forse però è un bene perchè almeno sfoghiamo un pò di quel dolore che sembra non diminuire mai. E vero che a volte neanche chi ti vuole bene sembra non capirti, però secondo me sono sensazioni talmente forti e a volte strane che chi non le passa non riesce a comprenderle.Come dici te scrivendo qua ti da la sensazione di essere più capita e sembra quasi di trovare persone che conosci da una vita.spero di rimanere in contatto ti abbraccio forte !!!! 

- gloria
- Expert~GolGirl®
- Messaggi: 4668
- Iscritto il: 13 giu 2005, 16:57
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
in questa fredda giornata di febbraio mando a tutte voi un abbraccio forte e che scaldi il vostro 

ELIA (Patatone) 15.04.2006 TERESA (Patatina) 04.01.2011
Venere... siamo arrivati (14.07.2014)!
Venere... siamo arrivati (14.07.2014)!
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- New~GolGirl®
- Messaggi: 27
- Iscritto il: 5 feb 2013, 18:46
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Grazie gloria ricambio il tuo abbraccio 

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- New~GolGirl®
- Messaggi: 99
- Iscritto il: 30 ott 2012, 10:48
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Grazie a Gloria e Giulizoe x l'abbraccio che ricambio con il cuore 

- eliduma
- New~GolGirl®
- Messaggi: 174
- Iscritto il: 29 dic 2009, 22:22
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Benvenuta tra noi trilli!
Sapete cos'è la cosa che più di tutte mi infastidisce e soprattutto è rimasta immutata a distanza di più di tre anni? Il fatto che quando ho occasione di parlare di Valentina agli altri (=quelli che non hanno affrontato un aborto terapeutico) mi sento ridicola! O meglio... mi ci fanno sentire ridicola! Ti guardano con quello sguardo misto di imbarazzo e quella espressione come a dire:" Madonna! Ancora ci pensa! Ma che sarà mai! E' ora di voltare pagina, sono cose della vita, c'è ben di peggio! Quanto la fa tragica! Che esagerata!". Ecco questa è la cosa che mi blocca e non mi fa parlare di Valentina. Mi fanno sentire in difetto, come se fosse ridicolo starci ancora male! Come se fosse paragonabile a un aborto spontaneo avvenuto nelle primissime settimane quando magari neanche sapevi di essere incinta! E più passa il tempo e più questo sguardo nelle persone aumenta. Quindi mi trovo quando ad esempio mi dicono: "Eh tu che hai partorito tre volte..." quando in realtà sono quattro, a dover stare zitta e non precisare, altrimenti mi sento quello sguardo addosso, come se Valentina non fosse stata un FIGLIA.
Per fortuna ci sono posti come questo! Un abbraccio a tutte/i
Sapete cos'è la cosa che più di tutte mi infastidisce e soprattutto è rimasta immutata a distanza di più di tre anni? Il fatto che quando ho occasione di parlare di Valentina agli altri (=quelli che non hanno affrontato un aborto terapeutico) mi sento ridicola! O meglio... mi ci fanno sentire ridicola! Ti guardano con quello sguardo misto di imbarazzo e quella espressione come a dire:" Madonna! Ancora ci pensa! Ma che sarà mai! E' ora di voltare pagina, sono cose della vita, c'è ben di peggio! Quanto la fa tragica! Che esagerata!". Ecco questa è la cosa che mi blocca e non mi fa parlare di Valentina. Mi fanno sentire in difetto, come se fosse ridicolo starci ancora male! Come se fosse paragonabile a un aborto spontaneo avvenuto nelle primissime settimane quando magari neanche sapevi di essere incinta! E più passa il tempo e più questo sguardo nelle persone aumenta. Quindi mi trovo quando ad esempio mi dicono: "Eh tu che hai partorito tre volte..." quando in realtà sono quattro, a dover stare zitta e non precisare, altrimenti mi sento quello sguardo addosso, come se Valentina non fosse stata un FIGLIA.
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Alessandra 3/11/2005, Eleonora 13/02/2008,
Valentina 18/12/2009... il mio angelo, Veronica 2/12/2010.
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao eliduma,anche se per me è passato solo un mese la tua sensazione è la stessa che provo io .Ad esempio una cosa che non sopporto e sentirmi dire (intanto hai già 2 belle bimbe che ti tengono impegnata , cerca di tirarti su il morale per loro) quindi cosa vuol dire ,perchè ho 2 figlie chi se ne frega che uno non c'è più.Ogni figlio è importante allo stesso modo quindi nessuno può sostituire l'altro.Ti dirò di più sono passati 5 anni da quando ho perso mio papà e sono giunta alla conclusione che non sempre il tempo fa passare il dolore ma con il tempo impari a conviverci,e se per te sono passati 3 anni secondo me non vuol dire niente sono momenti della vita che ricordi sempre come se fossero appena accaduti ,quindi fregatene del pensiero della gente e parla della tua bimba ogni volta che ne hai voglia. Loro sono i nostri FIGLI !!!!!! è nessuno pùò dire il contrario.
ciao un abbraccio.

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
...ciao a tutte. Oggi è un mese che il mio piccolo cucciolo non c'è più, tutti mi ripetevano e continuano a ripertermi che è una questione di tempo, ma sono passati 30 giorni e io mi sento come un mese fa, completamente vuota e insignificante...
Ce la sto mettendo tutta, ogni giorno però è sempre più difficile...
un abbraccio di cuore a tutte voi
Ce la sto mettendo tutta, ogni giorno però è sempre più difficile...
un abbraccio di cuore a tutte voi

- mariangelac
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
trilli29, datti tempo, è solo un mese, mi ci sono voluti 6/8 mesi per riuscire a non vedere tutto nero, cerca di distrarti il piu possibile, il tempo farà il resto 

Ciascuno quanto piu interna contentezza gli manca, tanto piu desidera nell'opinione altrui passare per felice. (Schopenhauer)
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
Ciao trilli29 non ti immagini quanto ti capisco anche per me è passato poco più di un mese che mi sono dovuta separare dal mio piccolo Thomas,però ti posso assicurare che con il senso di dolore e vuoto come ho già scritto, nel tempo non lo dimentichi ma impari a conviverci almeno cosi è stato quando ho perso mio papà e spero che anche in questo caso il tempo mi aiuti e incrocio le dita anche per te
! ti mando un forte abbraccio

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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
grazie di
scusatemi per lo sfogo, ieri è stata una giornataccia. Sono tornata a quel maledetto giorno. Anche se è una cosa alla quale penso sempre e in ogni momento della giornata, ieri è stato particolarmente difficile. Il mio cucciolo mi manca tantissimo, giorno per giorno cerco di fare un passetto in avanti, piano piano!
grazie di cuore. Un grande abbraccio forte forte a tutte.

scusatemi per lo sfogo, ieri è stata una giornataccia. Sono tornata a quel maledetto giorno. Anche se è una cosa alla quale penso sempre e in ogni momento della giornata, ieri è stato particolarmente difficile. Il mio cucciolo mi manca tantissimo, giorno per giorno cerco di fare un passetto in avanti, piano piano!
grazie di cuore. Un grande abbraccio forte forte a tutte.
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Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
TRILLI.....a tutte noi capitano le giornate migliori e quelle peggiori..... Una mattina ti svegli e ti sembra di stare un pochino meglio..poi ti basta incontrare una mamma che era incinta nel tuo stesso periodo, o sentire un bambino piangere..o semplicemente un ricordo..una nostalgia...e la giornata diventa un inferno. A volte ci svegliamo e prima ancora di realizzare che abbiamo aperto gli occhi..le lacrime sgorgano come un fiume.... e poi dopo aver sfogato riusciamo a superare anche un'altra giornata....E' così che giorno dopo giorno andiamo avanti, sperando che la prossima settimana staremo meglio, il prossimo mese riusciremo a ridere senza sentirci in colpa, e speriamo che i colori della primavere ci scaldino il cuore...e piano piano..così sarà...se noi lo vorremo.... Io ho iniziato le sedute con la psicologa...spero mi faccia bene...Ho parlato..parlato..parlato tanto xkè non avevo paura di giudizio, paura di sembrare ridicola con i mie pensieri strani....Ho pianto senza vergogna libera..senza freni....perché voglio stare bene...voglio stare meglio...e devo farmi aiutare prima che sia tardi... Voglio tornare la donna forte che ero..non voglio avere paura del futuro..non voglio avere paura di me... Voglio sapere che io sono il sostegno di me stessa e che su di me posso contare..che posso farcela..che posso affrontare altri dolori...perchè la vita è fatta anche di questo...dolore e tristezza e io lo so bene...e devo essere in grado di poterlo affrontare ancora ogni volta che sarà necessario... Ti mando un abbraccio forte e a TUTTE NOI...la speranza di stare meglio..
- eliduma
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- Iscritto il: 29 dic 2009, 22:22
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
La tua vita era piccola come un seme,
Come un seme nella tua piccolezza hai racchiuso la vita e l'eterno.
Come un seme avevi bisogno di terreno fertile per sbocciare e aprire i tuoi petali,
ma non ti ho permesso di sbocciare.
Ora sei un piccolo angelo,
La tua culla non è più la mia pancia, ma il mio cuore.
La tenerezza dei miei ricordi ti riscaldano e ti tengono in "vita"
E tu sei viva nei miei ricordi.
Non cammineremo fianco a fianco,
passo dopo passo,
come avrei voluto,
Ma resteremo unite, insieme, nella nostra dimensione che non conosce tempo, spazi né limiti.
Questo e nient'altro mi dovrà bastare.
A Valentina,
Con amore.
La tua mamma
Come un seme nella tua piccolezza hai racchiuso la vita e l'eterno.
Come un seme avevi bisogno di terreno fertile per sbocciare e aprire i tuoi petali,
ma non ti ho permesso di sbocciare.
Ora sei un piccolo angelo,
La tua culla non è più la mia pancia, ma il mio cuore.
La tenerezza dei miei ricordi ti riscaldano e ti tengono in "vita"
E tu sei viva nei miei ricordi.
Non cammineremo fianco a fianco,
passo dopo passo,
come avrei voluto,
Ma resteremo unite, insieme, nella nostra dimensione che non conosce tempo, spazi né limiti.
Questo e nient'altro mi dovrà bastare.
A Valentina,
Con amore.
La tua mamma
Alessandra 3/11/2005, Eleonora 13/02/2008,
Valentina 18/12/2009... il mio angelo, Veronica 2/12/2010.
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- eliduma
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- Messaggi: 174
- Iscritto il: 29 dic 2009, 22:22
Re: AFFRONTARE UN ABORTO TERAPEUTICO
La tua vita era piccola come un seme,
Come un seme nella tua piccolezza hai racchiuso la vita e l'eterno.
Come un seme avevi bisogno di terreno fertile per sbocciare e aprire i tuoi petali,
ma non ti ho permesso di sbocciare.
Ora sei un piccolo angelo,
La tua culla non è più la mia pancia, ma il mio cuore.
La tenerezza dei miei ricordi ti riscaldano e ti tengono in "vita"
E tu sei viva nei miei ricordi.
Non cammineremo fianco a fianco,
passo dopo passo,
come avrei voluto,
Ma resteremo unite, insieme, nella nostra dimensione che non conosce tempo, spazi né limiti.
Questo e nient'altro mi dovrà bastare.
A Valentina,
Con amore.
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Come un seme avevi bisogno di terreno fertile per sbocciare e aprire i tuoi petali,
ma non ti ho permesso di sbocciare.
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La tenerezza dei miei ricordi ti riscaldano e ti tengono in "vita"
E tu sei viva nei miei ricordi.
Non cammineremo fianco a fianco,
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Questo e nient'altro mi dovrà bastare.
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Alessandra 3/11/2005, Eleonora 13/02/2008,
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