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Cosa dire ai genitori dei compagni

Spazio per le mamme di bambini diversamente abili, piccole e grandi battaglie alla rincorsa della cosiddetta "normalità". Parliamone e confrontiamoci.
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antonella74
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da antonella74 » 7 ott 2013, 11:44

Il punto è che io non saprei neanche cosa dire. Lui all'apparenza è un bimbo "normale", sembra appunto solo troppo vivace.
E come spiego loro la cosa? Qual è la malattia/sindrome da cui è affetto?
Come si fa a dire solo: ha dei problemi comportamentali?
Perché se non si racconta la diagnosi, di sicuro vanno a ricercare (intendo i genitori, ma a quanto pare pure le maestre) l'origine in casa, nelle dinamiche familiari.
Ma come posso io andare a raccontare ai genitori dei suoi compagni la sua diagnosi?

Se fosse un bimbo autistico, se fosse un bimbo con la sindrome di down o qualunque altra malattia in cui non c'è la colpa o la vergogna (questi sono i sentimenti che sicuramente susciterebbe, non ciò che proviamo noi) sarebbe più facile.

Ma la sua sindrome va nascosta per tutelarlo. NOn è facile, davvero non è facile.


N.B. con quello che ho scritto non voglio assolutamente dire che per le altre mamme sia più facile eh! Per tutte le mamme di bimbi "diversi" è difficile. Però per noi ci sono però dei giudizi gratuiti che accompagnano la diagnosi.

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da ROB68 » 7 ott 2013, 12:12

Antonella, scusami ma io, nella causa dei problemi di tuo figlio, non ci vedo una "colpa sua o vostra", ma di chi ha provocato il problema. Lui e voi ne siete fuori e voi siete, anzi, ammirevoli.
In ogni caso, se non ti va di entrare nei dettagli, puoi genericamente dire che tuo figlio ha problemi reali, certificati di CUI LE MAESTRE SONO A CONOSCENZA (dallo pure per scontato.....) ma di cui non vuoi parlare più nei dettagli.
roberta, mamma di alessandro, 3/12/2001 e laura, 15/09/2010.

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da antonella74 » 7 ott 2013, 12:29

ROB68 ha scritto:Antonella, scusami ma io, nella causa dei problemi di tuo figlio, non ci vedo una "colpa sua o vostra", ma di chi ha provocato il problema. Lui e voi ne siete fuori e voi siete, anzi, ammirevoli.
In ogni caso, se non ti va di entrare nei dettagli, puoi genericamente dire che tuo figlio ha problemi reali, certificati di CUI LE MAESTRE SONO A CONOSCENZA (dallo pure per scontato.....) ma di cui non vuoi parlare più nei dettagli.
Lo so che la colpa non è né mia, né i mio marito, né tantomeno di mio figlio!
Anzi, dietro a lui noi siamo vittime di tutto ciò.

Ma la colpa e la vergogna di cui parlo, sono quei sentimenti non indirizzati ad un membro o all'altro, bensì a tutta la famiglia. Spesso quando c'è "una mela marcia" in famiglia (in questo caso parlo della madre biologica, non del bimbo stesso) si tende a vedere come negativo tutto il contesto.
E' in questo senso che parlo di colpa e vergogna.
E purtroppo, credimi, queste dinamiche giudicanti esistono. Eccome se esistono!

La gente quando non sa (ma anche quando sa purtroppo) pensa e dice delle cose raccapriccianti...

Ti faccio un esempio: due o tre volte l'anno viene a trovarlo il nonno biologico materno.
Per la prima volta gli ho brevemente raccontato delle problematiche del bimbo.
Sai cosa mi ha detto? "Eppure, dai pochi studi che ho fatto di psicologia non mi sembra sc**o."
T'ho detto tutto.

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da ROB68 » 7 ott 2013, 12:54

che roba, Antonella!!!! Allora, hai ragione, non dirlo!
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da Kizza » 7 ott 2013, 14:20

Cara Antonella,
ho capito che la condizione del tuo cucciolo è particolare per cui non è assolutamente facile anche solo consigliare quale sia l'approccio da adottare. Voglio solo raccontarti quanto è accaduto il primo anno di scuola del mio primogenito. Nella sua classe c'era un bambino piuttosto dotato: non era certificato per alcuna diagnosi, soffriva soltanto e in modo evidente perchè parte di una famiglia appena immigrata da un paese straniero poverissimo e poichè subiva quotidianamente percosse dal padre. Era violento e pieno di rabbia e a volte diventava un vero e proprio pericolo per i suoi compagni. Nella riunione con i genitori io e altre due mamme abbiamo chiesto in che modo potessimo renderci utili per aiutarlo: subito dopo altre mamme, più della metà, si sono dette disponibili a collaborare e in breve abbiamo stilato un pgm per cui veniva invitato a turno da solo a casa di un compagno per la merenda. A volte la comprensione, anche se solo parziale delle problematiche, e chiare indicazioni su cosa fare praticamente possono essere risolutive. E' importante in una certa misura però che anche il bambino comprenda perchè ha le sue difficoltà perchè altrimenti potrebbe comunque percepirsi come 'sbagliato'. Un abbraccio

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da gattina » 7 ott 2013, 14:21

...ma il nonno dovrebbe studiare come curare il proprio cervello...
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da gattina » 7 ott 2013, 14:26

antonella74 ha scritto: N.B. con quello che ho scritto non voglio assolutamente dire che per le altre mamme sia più facile eh! Per tutte le mamme di bimbi "diversi" è difficile. Però per noi ci sono però dei giudizi gratuiti che accompagnano la diagnosi.
Per me era chiaro.
Esempio personale: mio figlio ha ADD disturbo di linguaggio e disprassia sulla motricità fine, oltre a difficoltà di organizzazione/pianificazione del lavoro, già il fatto che non è iperattivo lo rende più gestibile, già il fatto che non picchia gli altri bambini se non raramente (ma quale bambino non lo ha mai fatto) e che alla materna è integrato con i coetanei, insomma c'è qualcosa ma ho visto davvero di molto più serio e anche difficoltoso da gestire (mi chiedo come fanno le mamme la sera sono sfinite, e poi con altri figli...)
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da gattina » 7 ott 2013, 14:27

Io comunque le proverei tutte, ma se proprio non vorranno capire valuterei sul cambio scuola
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da VERICA » 8 ott 2013, 12:39

Anche io vivo sempre questo dilemma: dire ed etichettare o lasciare che pensino ciò che vogliono?

Da quando, venerdì scorso, Mattia ha l'insegnante di supporto temo la discriminazione.
Nessuno per ora sa, se non che la maestra.

Temo fortemente l'ignoranza... e non se mi va di affrontarla.
In fondo a me, di quello che pensano gli altri genitori, cosa mi interessa?

Poi, come anche ai vostri bimbi succede, anche Mattia non viene invitato alle feste.
Vedo mamme che sgomitano o che fanno il "fuggi fuggi" quando arriviamo noi al parco.
Bambini che come vedono arrivare Mattia gli voltano le spalle e se ne vanno.

Domanda: se io "presentassi" mio figlio per lui sarebbe una vita più semplice?
il 9 dicembre 2007 è nato Mattia, cm 49 kg3,110... ed è stato subito amore!!!
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da VERICA » 8 ott 2013, 12:48

E vi è mai capitato di accennare a qualcuno del "problema comportamentale" del bambino e sentirsi dire:
"tu ti fai troppe paranoie! questo bambino ha solo bisogno di più disciplina!!"

beh... a me l'hanno detto :che_dici
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da koalamum » 8 ott 2013, 16:36

Ho già spiegato il mio pensiero in un post precedente e comunque vista la problematica palese(Sindrome di Down) di mio figlio non avrei potuto fare altrimenti.
Alle mamme propongono ,visto che dicono che i loro bimbi già ora non vengono invitati all efeste o altro di provare loro per prime ad invitare un bambino alla volta a casa per una merenda e dei giochi,naturalmente supervisionando la cosa e cercando di fare in modo che i bimbi riescano ad interagire tranquillamente,provando ad invitare uno alla volta i compagni per vedere se così gli altri bambini poi riescano a non escluderli in altre occasioni(giardinetti,feste,...) .
Resto comunque dell'idea che parlare delle difficoltà dei bambini sarebbe la cosa migliore non certo per etichettarli anzi per far capire agli altri che si è consapevoli delle difficoltà dei propri bimbi e che si stanno mettendo in atto strategie e supporti per aiutarli,insomma non sono maleducati e monelli ma bambini con caratteristiche diverse che li mettono in difficoltà in alcune situazioni

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da gattina » 8 ott 2013, 18:16

VERICA ha scritto:E vi è mai capitato di accennare a qualcuno del "problema comportamentale" del bambino e sentirsi dire:
"tu ti fai troppe paranoie! questo bambino ha solo bisogno di più disciplina!!"

beh... a me l'hanno detto :che_dici
Questo credo sia una tappa di tutte noi. La madre degli ignoranti è sempre incinta e mi pare faccia anche parti plurigemellari (senza offendere le famiglie gemellari)
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da gattina » 8 ott 2013, 18:19

Mio figlio da quest'anno ha l'insegnante di sostegno rapporto 1:1 (fortunati!!!) io non so se le altre mamme hanno capito e non dicono nulla, per ora però gli inviti alle feste ci sono sempre stati e ai giardinetti giocano insieme - da questo p di vita siamo fortunati per ora. Alle elementari vi dirò
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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da antonella74 » 17 ott 2013, 20:56

ieri il papà di un compagno di classe di mio figlio, si è avvicinato per chiedermi dove fosse una panetteria per comprare la focaccia al figlio.
Ero insieme ai miei genitori che avevano portato 4 focaccine, gliene ho offerta una.
L'hanno accettata e ci hanno ringraziato.

Oggi, lo stesso padre (probabilmente lo voleva fare già ieri con la stessa intenzione ma non ne ha avuto il coraggio), mi si avvicina e mi dice che suo figli gli racconta che mio figlio lo picchia.
Mi crolla il mondo addosso. Ecco, non ero preparata, non me lo aspettavo. Lo so, me lo dovevo aspettare che prima o poi qualcuno mi fermasse, ma non per questo posso dire che mi sentivo preparata.

Io gli ho detto che non sapevo nulla (verità), che mio figlio a casa non mi racconta nulla e che due settimane fa, quando ho incontrato le maestre, non mi hanno detto nulla. Effettivamente di botte non ne hanno parlato. Gli ho detto che avrei provato a chiedere a mio figlio e comunque avrei chiesto alle maestre.
Poi ha aggiunto: ma è vero che bestemmia? Giuro non sapevo che fare. Si, gli ho risposto, purtroppo ha sentito una bestemmia e la ripete (pure in modo scorretto, senza cognizione di causa ovviamente), così come le parolacce. Gli ho detto che a casa ci stiamo lavorando ma che, a scuola, ci devono pensare un po' anche le maestre. Perché la scuola non è solo un luogo didattico ma anche e soprattutto educativo.
Lui è stato gentilissimo, per carità. Mi diceva di continuo: prendi con le pinze, si sa che i bambini raccontano anche balle (mettendo pure in discussione, forse per bontà d'animo nei miei confronti, le parole di suo figlio).
Però vi giuro, mi è crollato il mondo addosso. Mentre parlavamo vedevo gli altri genitori che ci guardavano, credo si fossero parlati o avessero intuito.
E comunque nessuno di loro normalmente davanti scuola mi si avvicina, e mi guardano sempre di sottecchi (non sono paranoica eh! è talmente palese!).

Che amarezza. E sono di nuovo con il dilemma.
Dire o non dire? Sto morendo di dispiacere.

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da lalat » 18 ott 2013, 10:20

Antonella, un po' è anche la paranoia eh. Anche a me capitava e capita tutt'ora di farmi dei film sul perché una persona mi guarda in un certo modo.
Se ti racconto cosa mi viene in mente in certi momenti ...
Ti faccio un esempio stupido. Davide ha iniziato a fare danza e devo dire che si impegna abbastanza e gli piace. Ovviamente a volte si distrae e parte negli spogliatoi perché magari gli è venuto in mente di far vedere una cosa alla maestra di danza (cosa che non c'entra niente con la lezione) ... su questo ci stiamo lavorando, ma devo dire che va bene perché comunque Davide è contento di andare e lo vedo bene.
I miei stati d'animo sono però appesi sul filo del rasoio; ho paura che la maestra di danza si scocci ad avere a che fare con lui (e la cosa mi dispiace), vedo che una bambina, appena cominciato il corso di danza, ha già comprato un costumino adatto e penso "glielo avrà fatto comprare la maestra perché pensa che per lei ne valga la pena e a me invece non dice di comprarlo perché pensa che Davide se ne debba andare" ... Sono paranoica. Ancora stanno stabilendo da chi far comprare le divise e quella bimba ha messo il body che usava l'anno prima in corso di ginnastica artistica.
Magari dall'esterno sembro sicura di me stessa .. ma sono sempre paranoica in questo modo.
Se non dico niente riguardo Davide mi sento dire "ma lo sa che suo figlio, se lo chiamo, non risponde?" ed altre cose di questo tipo. Se racconto dei problemi di Davide mi sento dire "ma se non mi avesse detto niente, avrei solo pensato che è un bambino bizzarro ... ma è così carino, simpatico" ...
Io non so mai come comportarmi, ... diciamo che navigo a vista e mi faccio mille paranoie.
Alessia, Davide 02/12/2004 e Fabio 24/09/2006

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da VERICA » 18 ott 2013, 13:21

Io al maestro di basket l'ho detto subito.
Gli ho chiesto se se la sentiva. Se riusciva a gestirlo.
E lui mi ha risposto di si e che ho fatto bene a parlarne.

Ma le altre mamme? non so proprio... sempre combattuta anche io!
anche perché sono convinta che detto a una poi lo sanno tutte... e io lo voglio?
è giusto? aiuta Mattia a farsi accettare meglio?

Le volte che lo dico al di fuori dell'ambiente scolastico mi trovo davanti persone (di solito mamme con cui mi voglio sbilanciare e che quindi mi sembrano "adatte") che annuiscono come a dire: "beh, non c'è bisogno che lo dici, si vede!!" :che_dici
il 9 dicembre 2007 è nato Mattia, cm 49 kg3,110... ed è stato subito amore!!!
il 25 ottobre 2010 è nato Samuele, cm49 kg3,060... un altro amore nella mia vita!!

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Re: Cosa dire ai genitori dei compagni

Messaggio da antonella74 » 22 ott 2013, 13:48

cara lalat, non era paranoia la mia. Proprio ieri la madre del bambino di cui sopra mi ha detto che ne parlano in cortile. Parlano di noi, capito? Si lamentano di noi.
Gli sguardi ci sono. Non me li invento né me li sogno.

Ci evitano. Io non ho un figlio con problemi che sono solo suoi e della sua famiglia. Tipo
Davide, per intenderci. Davide è un bambino buono, benvoluto dai suoi compagni.
Mio figlio è un elemento di fastidio, che i bimbi mal tollerano. Figurati i genitori iperprotettivi di questi splendidi figli normodotati (santi per giunta, perché il biglietto nello zaino non è stato uno dei loro santissimi figli) come ci possono considerare.
Mio figlio un teppista ed io una pessima madre.
No, non sono paranoie. Si parlano tra di loro e me lo hanno detto ieri.
Adesso ne ho la certezza.

PS non ho nulla contro i figli normodotati. Pure io ne ho una, crisi di assenza a parte :prr

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